| Un momento, un momento....Non si può ridurre tutto a poche righe o leggere addirittura che lo stile Sampdoria non è mai esistito. E' esistito eccome, almeno fino al 2014, da sempre nella dirigenza, importanti personaggi della vita genovese, armatori, imprenditori, avvocati, petrolieri, tutti dei grandi signori: questo lo stile Sampdoria nella dirigenza. Tempo addietro scrissi che lo stile Sampdoria è nato il 12 agosto 1946. O meglio, in quel giorno è stato piantato il seme dello stile che ha impiegato più di trent'anni per sbocciare definitivamente; durante quegli anni di attesa si sono visti i primi germogli fino allo sbocciare definitivo quando Paolo Mantovani decise di sedersi in via XX settembre 33. Ora quello stile è rimasto in chi l'ha vissuto sul serio, a volte penso che sia innato nei Sampdoriani. Veniamo infatti ai supporters. Quello che hanno fatto dal 1946 ai nostri giorni, fino a quando è stato possibile perché poi la decadenza dei clubs e nuove ferree regole di vita negli stadi hanno dato un deciso stop a certe attività, andrebbe raccolto in un voluminoso volume. Persone che, al di fuori della loro attività lavorativa, hanno scelto di dedicare il tempo libero della loro vita alla Sampdoria. Erano/eravamo i negri, con la g, di Genova ( a dire il vero questo è durato fino agli inizi degli anni 80 e da allora anche i Sampdoriani sono potuti salire sugli autobus e sedersi in mezzo ai bianchi); ma quello che sono riusciti a fare i vari Mugnaini, Durbiano, Ciurlo, Damonte, Perelli, Mantero, Bertelli, Gatteschi, Penco, Arbanelli, Gambino e mi fermo, non nominandone volutamente alcuni e dimenticandone altri, è stato un lavoro davvero notevole e tutto all'insegna della signorilità, della sportività, del tipico humor anglo-genovese (perchè spesso serviva anche questo), della autentica e gratuita passione profusa per i colori blucerchiati. Qui scrive per la maggior parte gente giovane o, comunque, con un’età che non ha permesso ai più di assaporare la vita dei clubs di un tempo. Parlo dello Squalo, dei Graffiti, dei Piranhas, dei clubs di Bolzaneto, di Rivarolo, del Numero 1, dello Sport club e tanti altri che non esistono più e che hanno avuto tra gli iscritti personaggi storici del nostro tifo e che sono tutt’oggi pronti a testimoniare ciò che scrivo e che darebbero, me compreso, non so nemmeno io che cosa per rivivere quei fantastci momenti. La vita del e nel club è stato un fenomeno di aggregazione importantissimo, più grande di quello che esiste oggi con i vari siti legati alle squadre di calcio, perché c’era il contatto fisico quotidiano, lo scambio di idee faccia a faccia, i raduni extra calcio, le cene, ma, poi, importantissimo, le trasferte, in auto, in bus, soprattutto in treno, con la partenza e la testa fuori dal finestrino dalla partenza all’arrivo e la gente affacciata alle finestre all’andata e al ritorno a salutare con lo stesso entusiasmo, sia che si tornasse con una sconfitta o con una vittoria. Questione Ultras: questo è un fenomeno di massa che ha coinvolto in quel periodo tutta la nazione e al quale non poteva sottrarsi la nostra tifoseria. Ma, a parte qualche inevitabile episodio iniziale, soprattutto due persone hanno contribuito ad affievolire certi comportamenti e a far sì che si potesse convivere civilmente e con reciproca comprensione. Parlo di Paolo Mantovani e Gloriano Mugnaini. Se non fosse esistito lo stile Sampdoria in Società e fuori, sarebbe stata guerra dal primo all’ultimo giorno. Ricordo cosa ha prodotto e produce il tanto ipocrita e decantato stile iuventus con i “rapporti” curva-società o quello che hanno combinato altre tifoserie vicine e lontane da noi con morti tra le loro fila e continui dissidii. Inoltre io sostengo anche che se siamo cresciuti di numero come tifoseria è anche merito degli Ultras o di persone legate al loro mondo che hanno fatto tanto proselitismo. E’ per tutto questo che ho “brevemente” esposto che non sopporto di sentire o leggere che lo stile Sampdoria non è mai esistito o che i Sampdoriani sono come tutti gli altri: nel caso stiamo parlando di una minoranza notevole rispetto al grosso dei supporters se ci si riferisce all’uso indiscriminato delle tastiere. Non esiste il fatto che decine di migliaia di persone abbiano minacciato questo o quello così come non ho letto che quei cinquanta di Roma (una bella trasferta in periodo di covid!) avessero sciarpe blucerchiate al collo e fossero armati di catene e coltelli né esistono, in un periodo in cui foto e filmini vengono girati e riversati ovunque o in cui chiunque sa che colore hanno gli slip di Chourmo o di Lellok, tracce di ciò che è stato denunciato. Non sto dando del bugiardo a nessuno, ho soltanto espresso una mia, credo, lecita perplessità. I Sampdoriani hanno voglia di cambiamento? E’ lecito anche questo, non hanno più voglia di cambiare canale quando compaiono certe persone o di strappare i giornali quando sentono parlare di amore, operai e stipendi o quando si chiude la porta in faccia a chi ci ha nel cuore e ha contribuito a scrivere, anche lui con stile, pagine stupende della nostra storia.
W sempre la Sampdoria. |
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