Sergio Brighenti (1960-1963)

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    Sergio Brighenti: "lasciai la Samp per stare vicino a mio padre..."

    Sergio Brighenti ha avuto un ruolo essenziale nella gloriosa storia della Sampdoria. A Genova trascorse 3 stagioni tra il 1960 e il 1963, vincendo la classifica cannonieri con 28 reti nella prima stagione e collezionando in totale 95 presenze e 43 reti con la casacca blucerchiata. Sampdorianews.net lo ha intervistato in esclusiva, dando la possibilità ai giovani utenti di scoprire un grande campione del passato e ai lettori più datati di tornare indietro col tempo e rivivere emozioni autentiche:
    Sergio Brighenti è rimasto nel mondo del calcio?
    "Attualmente alleno la Nazionale Master composta da ex giocatori azzurri, tra i quali anche diversi ex sampdoriani, come Mannini, Vierchowood, Luca Pellegrini, Lombardo e talvolta Lanna".
    I ricordi dell'esperienza blucerchiata
    "Ho bellissimi ricordi, ho vinto la classifica dei cannonieri con 28 reti, cosa mai successa a quell'epoca".
    Dopo 3 stagioni in blucerchiato, nell'estate 1963 sei tornato al Modena, quali furono le ragioni del trasferimento?
    "Purtroppo sono andato via dalla Sampdoria perché mio padre era gravemente malato, stava morendo, volevo stargli vicino negli ultimi giorni di vita, non smetterò mai di ringraziare i Presidenti Ravano, Lolli Ghetti, i dirigenti Parodi e Rebuffa".
    Il rapporto con l'ambiente doriano
    "Ottimo, tanti tifosi mi scrivono ancora, sono stato spesso chiamato alle riunioni dei club, nelle quali ho raccontato diversi episodi del passato che all'epoca cercavano di soffocare, cose che non potrebbero verificarsi al giorno d'oggi".
    La gioia più indescrivibile e il rammarico più grande nella tua carriera
    "La gioia più vera è stata la partita del 1959 a Wembley contro l'Inghilterra di Bobby Charlton, finì 2-2, realizzai il primo goal degli azzurri, fui il primo giocatore italiano a segnare in quello stadio. Il grande rammarico è stato perdere la Nazionale per cose più grandi del sottoscritto, sebbene fossi stato capocannoniere con la Sampdoria e capitano in azzurro. Tutto nacque dall'interferenza della Juventus di Umberto Agnelli e dal conseguente conflitto con Inter e Sampdoria. Dopo aver battuto 4-0 l'Argentina, venni escluso dalla Nazionale, provocando in me una grandissima depressione. L'altro problema fu l'infortunio rimediato contro il Botafogo, in quella partita mi fratturarono due costole, costringendo i medici a ricoverarmi in ospedale dove rimasi per 3 mesi, non recuperando però le forze fisiche per la stagione successiva. Indossando la maglia juventina, Sivori realizzò ben 6 reti nel 9-1 rifilato nel 1961 all'Inter scesa in campo con ragazzini sotto i 18 anni, tra i quali ricordo anche il diciassettenne Mazzola. L'Inter protestava infatti per la ripetizione della partita prima vinta per invasione del campo, poi ripetuta. Io ero a 28 reti, Sivori a 25 con 2 gare da recuperare, a quell'epoca vinceva il pallone d'oro chi aveva il miglior quoziente reti. Per il conflitto tra Juventus e Inter, finì per pagare la Sampdoria. Subì quest'ingiustizia pur vincendo la classifica cannonieri, il Presidente Umberto Agnelli escluse tutti i giocatori sampdoriani dalla Nazionale, oltre al sottoscritto, ricordo anche Bernasconi e Marotti, senza dimenticare che il Presidente Ravano rassegnò le dimissioni".
    Il goal più pesante messo a segno nei 3 anni trascorsi in blucerchiato
    "Sono ancora la persona più felice in questo mondo nel ricordare la prima gara in blucerchiato, realizzai una tripletta nel 3-1 contro la Fiorentina che aveva vinto lo scudetto".
    Quando eri al Doria, quali erano i più forti compagni di squadra?
    "Ho avuto la fortuna di giocare con gente del valore di Ocwirk, che però era già anziano ed era all'ultimo anno, Skoglund, Cucchiaroni. In virtù di una clausola dell'epoca dovevo essere io a partire, alla fine se ne andò invece Mora. Con la sua partenza la squadra non aveva più la qualità per lottare per lo scudetto e arrivammo terzi".
    Tra noi è ancora vivo il ricordo di Cucchiaroni, che uomo era?
    "Cucchiaroni era un personaggio molto simpatico, un amicone, un ragazzo molto spiritoso, con lui ci si divertiva da matti, ricordo ancora oggi gli scherzi che faceva al massaggiatore e ad altre persone. In campo era un solista, io e Skoglund ci intendevamo ad occhi chiusi, non ce ne era per nessuno, ricordo ancora il 4-0 all'Inter".
    Segui ancora la Sampdoria?
    "Sono tifosissimo della Sampdoria, nella mia vita ho voluto bene a 3 squadre: alla Sampdoria, dove ho vinto la classifica dei cannonieri, all'Inter, con la quale conquistai lo scudetto, e il Modena, la squadra della mia città. Seguo sempre la Samp, personalmente conosco il Presidente Garrone, che mi ha invitato alla riunione dei club del lungo mare, il Direttore Marotta e Asmini, capo degli osservatori".
    Da grande attaccante come giudichi la coppia Cassano – Pazzini?
    "E' una coppia molto ben assortita, ognuno fa il gioco per mettere l'altro nelle condizioni per segnare, hanno trovato subito l'intesa, sono bravi e scattanti. Hanno la stessa fortuna che il sottoscritto vantò con Skoglund, con il quale avevo già giocato con l'Inter".
    Un saluto ai numerosi lettori di Sampdorianews.net e all'intero pubblico doriano
    "Un saluto eccezionale a tutti i sampdoriani. In blucerchiato con passato degli anni stupendi, ricevendo un affetto incredibile. Se fossi tornato all'Inter, non avrei perso la Nazionale, ma non ho rimpianti di essere rimasto alla Sampdoria, anzi, dispiace per non essermi sempre comportato come nel primo anno, ma la morte di mio padre, la depressione e il grave infortunio mi hanno frenato".

    Fonte: Esclusiva di Diego Anelli per SAMPDORIA NEWS.NET
     
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