Il deterioramento dell'ambiente sampdoriano

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    CITAZIONE (chourmo68 @ 9/10/2020, 08:52) 
    Secondo me dobbiamo allargare la visuale. Non sono un sociologo, ma è banale considerazione il fatto che i social abbiano consentito a molti di mostrare la parte peggiore di sè, per sfogare contro tutto e tutti, rabbia, repressione, depressione, frustrazione, ignoranza e stupidità. Gli hater sono un fenomeno globale e si scatenano in ogni frangente e contro ogni personaggio che per sua fortuna, sue capacità o suo malgrado, diventa pubblico. Basta pensare alle nefandezze scellerate vomitate sul povero Willy Monteiro.
    Appena compare una notizia o un post, c'è qualcuno pronto ad attaccare nei modi più beceri.
    In una società omologata, appiattita e culturalmente depressa, per molti la contrapposizione violenta, immotivata, irrazionale rispetto a qualsiasi tesi è il solo modo di provare ad affermare il proprio ego, non avendo le capacità intellettuali per farlo in altro modo.
    Mi ricorda il periodo della mia adolescenza, quando a ogni riflessione di mio padre ribattevo sostenendo l'esatto contrario. Ben sapendo che stavo dicendo delle cazzate immani. Semplicemente perchè avrei voluto essere in grado di distinguermi da lui, spezzare la sudditanza psicologica perchè diceva sempre cose giuste e sensate.
    Tuttavia gli hater e i "leoni da tastiera" sono per natura meschini e vigliacchi e per fortuna ben difficilmente vanno oltre questi gesti o queste parole oscene. Di fratelli Bianchi (vigliacchi pure loro, beninteso, anzi ancor di più!!!) che passano ai fatti ce ne sono pochi.
    Ora, dato tutto questo quadro, possiamo pretendere che l'ambiente Samp sia immune da questo fenomeno? Oppure che Massimo Ferrero (che non è Madre Teresa di Calcutta), possa restarne fuori? Direi certamente di no. Ma da lì a pensare che sia un cambiamento limitato all'ambiente Samp, ce ne passa.

    Sul fatto dei social e del peggio delle persone che tirano fuori, hai perfettamente ragione, è un fenomeno ampio e non limitato a noi. Resta il fatto che finché c'era Edoardo Garrone, nonostante una gestione davvero scriteriata della società, non mi pare che ci fosse una tale parte di tifoseria per cui il focus delle proprie attenzioni fosse il presidente e non la Sampdoria. Oggi c'è. E per quanto il nostro presidente sia una vergogna, questo per me è inaccettabile. E poi non dimenticherò mai quel Sampdoria-Empoli del 2019 in cui una porzione di sampdoriani (non certo solo sui social) tifò contro la propria squadra. Quello è forse il giorno in cui mi sono più indignato (non vergognato, perché per me essere sampdoriano è un'altra cosa) di più.
     
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    Infatti è una fortuna che ci sia un forum come questo in cui confrontarsi mediamente in maniera molto civile.
     
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    CITAZIONE (Tore MB @ 9/10/2020, 11:28) 

    Sul fatto dei social e del peggio delle persone che tirano fuori, hai perfettamente ragione, è un fenomeno ampio e non limitato a noi. Resta il fatto che finché c'era Edoardo Garrone, nonostante una gestione davvero scriteriata della società, non mi pare che ci fosse una tale parte di tifoseria per cui il focus delle proprie attenzioni fosse il presidente e non la Sampdoria. Oggi c'è. E per quanto il nostro presidente sia una vergogna, questo per me è inaccettabile. E poi non dimenticherò mai quel Sampdoria-Empoli del 2019 in cui una porzione di sampdoriani (non certo solo sui social) tifò contro la propria squadra. Quello è forse il giorno in cui mi sono più indignato (non vergognato, perché per me essere sampdoriano è un'altra cosa) di più.

    hai perfettamente ragione, alla pari di quelli che esultano per un goal al fantacalcio che non c'entra un cazzo con la Sampdoria, o di quelli che il loro scopo è "rubare" palloni alla società quando finiscono nel fossato nel riscaldamento pre partita.
     
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    CITAZIONE (Tore MB @ 9/10/2020, 11:28) 


    E poi non dimenticherò mai quel Sampdoria-Empoli del 2019 in cui una porzione di sampdoriani (non certo solo sui social) tifò contro la propria squadra. Quello è forse il giorno in cui mi sono più indignato (non vergognato, perché per me essere sampdoriano è un'altra cosa) di più.

    Quel giorno non ero allo stadio. Non ricordo il motivo. Forse perché presagivo lo scempio, da parte di tifosi e squadra.
    La squadra peraltro si è ripetuta quest'anno, anche se in direzione diametralmente opposta. Cosi almeno lei ha lavato l'onta del 2019. (O forse l'ha elevata al quadrato? =/)
    Certo l'atteggiamento di quei tifosi è inqualificabile. E non credo che trent'anni fa si sarebbe verificato, anche perché a quei tempi le soddisfazioni le trovavamo dalle nostre vittorie senza bisogno di guardare ai risultati delle squadre minori.
     
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    CITAZIONE (Sampdoors @ 9/10/2020, 09:48) 
    Vorrei ricordare una cosa ai più giovani, lo stile Mantovani nacque con Mantovani stesso, prima del grande presidente la tifoseria organizzata era molto bordeline
    Mantovani ebbe il merito con i risultati sportivi di risanare tutto l'ambiente. Mantovani fece la lotta ai fumogeni fece la lotta contro le scritte becere per la città fece la lotta contro le invasioni di campo... ero bambino ma la vecchia sud me la ricordo come fosse ieri, i personaggi che circolavano erano molto intimidatori quelli di adesso sembrano boy scouts.
    Attenzione quindi a dire che prima eravamo diversi e adesso non lo siamo più...

    È cambiato il mondo.
    Io ho iniziato a frequentare la Sud nel 1981. Erano anni in cui le risse dentro e fuori dallo stadio erano la norma. Contro Pisa, Torino e altre tifoserie rivali, arrivare allo stadio e tornare a casa era un'avventura da guerriglia urbana. Agguati, fughe a perdifiato. Si attraversava il tunnel della stazione di Brignole col batticuore e le antenne dritte, sperando di non incocciare qualche drappello ostile. Allo stadio ricordo i cancelli scrollati e divelti per le spedizioni contro l'altra gradinata attraverso i distinti. Battaglie a colpi di mano e aste di bandiera. Fumogeni.
    Personalmente, dopo una partita con la Roma ero in coda alla biglietteria della stazione Brignole. Improvvisamente mi sono ritrovato a terra, con l'impressione di essere stato colpito sul cranio da un mattone. Invece era una lastra di vetro staccatasi dai finestroni soprastanti e precipitata da una decina di metri, per il lancio di sassi dei romanisti che erano sul binario. Mi si era spaccata sulla testa.
    Ero una maschera di sangue, mi sono pulito con la sciarpa (che ancora conservo macchiata).
    Avevo solo un minuscolo graffietto sullo zigomo. Il sangue era delle persone intorno a me, colpite dalle schegge e finite al pronto soccorso.
    Altro episodio. Prima di un derby si accende un parapiglia a pochi metri da me. Boso (o un altro per lui) che atterra qualcuno con un gancio. Poi vola in campo, proprio dietro la porta, un oggetto. Era un revolver, strappato all'individuo messo ko, che avrebbe voluto sparare a Martina, portiere del Genoa.
    E si potrebbe continuare a lungo.
    Un altro mondo, davvero.
    Eppure Mantovani, con i soldi investiti e con i risultati ottenuti, certamente, ma anche con un impegno personale costante, ha saputo plasmare quell'orda e guidarla in direzioni diverse, rendendola orgogliosa della sua unicità.
    Poi, liberi di pensare che tutte le tifoserie sono sempre state uguali. Io c'ero e la vedo diversamente.
    :bandierasamp2:
     
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    CITAZIONE (chourmo68 @ 9/10/2020, 14:44) 
    È cambiato il mondo.
    Io ho iniziato a frequentare la Sud nel 1981. Erano anni in cui le risse dentro e fuori dallo stadio erano la norma. Contro Pisa, Torino e altre tifoserie rivali, arrivare allo stadio e tornare a casa era un'avventura da guerriglia urbana. Agguati, fughe a perdifiato. Si attraversava il tunnel della stazione di Brignole col batticuore e le antenne dritte, sperando di non incocciare qualche drappello ostile. Allo stadio ricordo i cancelli scrollati e divelti per le spedizioni contro l'altra gradinata attraverso i distinti. Battaglie a colpi di mano e aste di bandiera. Fumogeni.
    Personalmente, dopo una partita con la Roma ero in coda alla biglietteria della stazione Brignole. Improvvisamente mi sono ritrovato a terra, con l'impressione di essere stato colpito sul cranio da un mattone. Invece era una lastra di vetro staccatasi dai finestroni soprastanti e precipitata da una decina di metri, per il lancio di sassi dei romanisti che erano sul binario. Mi si era spaccata sulla testa.
    Ero una maschera di sangue, mi sono pulito con la sciarpa (che ancora conservo macchiata).
    Avevo solo un minuscolo graffietto sullo zigomo. Il sangue era delle persone intorno a me, colpite dalle schegge e finite al pronto soccorso.
    Altro episodio. Prima di un derby si accende un parapiglia a pochi metri da me. Boso (o un altro per lui) che atterra qualcuno con un gancio. Poi vola in campo, proprio dietro la porta, un oggetto. Era un revolver, strappato all'individuo messo ko, che avrebbe voluto sparare a Martina, portiere del Genoa.
    E si potrebbe continuare a lungo.
    Un altro mondo, davvero.
    Eppure Mantovani, con i soldi investiti e con i risultati ottenuti, certamente, ma anche con un impegno personale costante, ha saputo plasmare quell'orda e guidarla in direzioni diverse, rendendola orgogliosa della sua unicità.
    Poi, liberi di pensare che tutte le tifoserie sono sempre state uguali. Io c'ero e la vedo diversamente.
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    Madonna Chourmo, grazie per la testimonianza. Che tempi che racconti, da brividi
     
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    Per fortuna è cambiato il mondo. Nel 2020 vorrei vedere sparire le tifoserie organizzate di ogni colore.
     
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    Ci metto anche la mia. Premetto che personalmente odio qualsiasi violenza e tutti gli atti di bullismo. Tore ha ampiamente ragione a dichiararsi scioccato dal comportamento di certi pseudo-tifosi. Io non sono scioccato, ma fortemente rattristito da questi soggetti. Purtroppo IL MONDO INTERO e' pieno di questi dementi. Tore, giustamente, reagisce a cio che legge scritto da questi scemi riguardo a Massimo Ferrero. Ma questo perche' semplicemente lui legge tutto quello che concerne la Sampdoria. L'intero mondo calcistico, e non da ora, e' pieno di questi esaltati (vedere il post di Chourmo, per un semplice esempio). Ricordate gli Hooligans inglesi, ed ancor piu recentemente quelli olandesi? Vogliamo parlare dei tifosi serbi? Noi ci eravamo illusi di avere uno stile-Sampdoria, e per un po cosi' e' stato sotto il buon Paolo, ma morto lui tutto e' ritornato, ahime', nella normalita'. Normalita' che include ogni sorta di persona, quelli pacati come la maggiorparte di noi, e quegli stronzi che fanno di tutto meno che lasciare in pace la gente. Come sapete io risiedo in America da tantissimo tempo. Ieri 13 facinorosi sono stati arrestati perche' stavano tramando l'assassinio della governatrice del Michigan. Ma vi rendete conto in che mondo viviamo? Io sono completamente d'accordo con il nostro moderatore cagliaritano e sono ugualmente allibito, ma dubito profondamente che la nostra tifoseria sia piu responsabile di altre nel fomentare violenza. Questi pezzenti si scannano contro Ferrero oggi, o contro Garrone, perche' usano quello che e' correntemente loro disponibile. Tornando indietro di parecchi anni, ricordo da bambino quando i tifosi napoletani misero a fuoco l'intero stadio (anni 60), forse Lorenzo ricorda anche lui. Tore, credimi, non sono (solo) i tifosi doriani. Il marciume esiste ovunque, e tristemente, non solo nello sport. Detto questo sta a noi, se veramente ne abbiamo le palle piene, di ribellarci contro questa gente, esporli per la loro meschinita' e zittirli una volta per tutte. Facile da dire, difficile da fare.
     
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    CITAZIONE (Sevass @ 10/10/2020, 07:49) 
    Pero' ragazzi fatemi capire, un presidente deve spendere soldi e vincere titoli per 'calmare' ed 'ammansuetire' le frange più estreme del Tifo, al cui interno gravitano figure che spesso hanno anche piccoli o grandi precedenti penali?
    Ma questa e' estorsione!
    E' tutto il ragionamento che e' sbagliato, da capo a piedi.
    Io m impegno a non fare il criminale solo se tu fai vincere la squadra?

    No. Siamo fuori strada.
    Mantovani si è regalato una squadra di calcio, a coronamento del suo percorso imprenditoriale.
    Non una squadra qualsiasi, ma la Sampdoria. Una società che, come chi ha più esperienza di me può raccontare, aveva sempre avuto una tradizione di sportività ed "eleganza" alla sua guida.
    La Sampdoria è stata il divertimento, la passione degli ultimi anni di Mantovani, che ha investito nella squadra una bella fetta del suo patrimonio. Per portarla a vincere. Ma a modo suo. Lontano dalle logiche che imperversavano (e continuano a imperversare) nel mondo del calcio. Corruzione, intrallazzi, piaggeria verso i potenti, lamentazioni pubbliche, attacchi agli arbitri e via cosi.
    La sua Samp doveva essere altra cosa e fondare i suoi successi su valori come rispetto, sportività, lasciando parlare il campo e evitando il circo dei media.
    Ma non gli bastava.
    Anche i tifosi dovevano capire che la Samp era altra cosa. Dovevano cantare, incitare ed evitare le modalità incivili tipiche di quel mondo. Anche loro dovevano distinguersi.
    E con carisma, autorevolezza, impegno continuo, parole anche dure (e favorito dai successi sportivi), è riuscito a cambiare volto alla tifoseria.
    Questa è storia.
    Oggi non manca un presidente che investa il suo patrimonio nella società. Sappiamo che quel modello di gestione non è più attuabile. Manca però tantissimo un presidente che spenda energie, parole e risorse per costruire un dialogo positivo con il mondo Samp e i suoi tifosi e che torni a esserne autorevole guida.
    Naturalmente questo non giustifica gli attacchi e le minacce, ci mancherebbe. Semplicemente significa che costruire un ambiente sereno, positivo e orgoglioso attorno alla società si può. Ma serve lavoro, esempio, trasparenza, autorevolezza.
    E con un clima così lo spazio per gli imbecilli, che non mancano mai, si ridurrebbe di molto.

    Edited by chourmo68 - 10/10/2020, 09:16
     
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    CITAZIONE (chourmo68 @ 10/10/2020, 08:13) 
    No. Siamo fuori strada.
    Mantovani si è regalato una squadra di calcio, a coronamento del suo percorso imprenditoriale.
    Non una squadra qualsiasi, ma la Sampdoria. Una società che, come chi ha più esperienza di me può raccontare, aveva sempre avuto una tradizione di sportività ed "eleganza" alla sua guida.
    La Sampdoria è stata il divertimento, la passione degli ultimi anni di Mantovani, che ha investito nella squadra una bella fetta del suo patrimonio. Per portarla a vincere. Ma a modo suo. Lontano dalle logiche che imperversavano (e continuano a imperversare) nel mondo del calcio. Corruzione, intrallazzi, piaggeria verso i potenti, lamentazioni pubbliche, attacchi agli arbitri e via cosi.
    La sua Samp doveva essere altra cosa e fondare i suoi successi su valori come rispetto, sportività, lasciando parlare il campo e evitando il circo dei media.
    Ma non gli bastava.
    Anche i tifosi dovevano capire che la Samp era altra cosa. Dovevano cantare, incitare ed evitare le modalità incivili tipiche di quel mondo. Anche loro dovevano distinguersi.
    E con carisma, autorevolezza, impegno continuo, parole anche dure (e favorito dai successi sportivi), è riuscito a cambiare volto alla tifoseria.
    Questa è storia.
    Oggi non manca un presidente che investa il suo patrimonio nella società. Sappiamo che quel modello di gestione non è più attuabile. Manca però tantissimo un presidente che spenda energie, parole e risorse per costruire un dialogo positivo con il mondo Samp e i suoi tifosi e che torni a esserne autorevole guida.
    Naturalmente questo non giustifica gli attacchi e le minacce, ci mancherebbe. Semplicemente significa che costruire un ambiente sereno, positivo e orgoglioso attorno alla società si può. Ma serve lavoro, esempio, trasparenza, autorevolezza.
    E con un clima così lo spazio per gli imbecilli, che non mancano mai, si ridurrebbe di molto.


    Che bel post (lo so che c'è il pollice su, ma sentivo l'esigenza di scriverlo). Al cuore non si comanda, per cui la passione che lega ogni tifoso alla propria squadra ha le sue ragioni, ma noi sampdoriani siamo tra i pochi ad aver vissuto il privilegio di questo connubio rarissimo tra passione, valori umani e successi sportivi.
     
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    Un altro aspetto che spesso non viene considerato circa l'atteggiamento del Grande Paolo è che ha provato ad insegnare anche agli altri presidenti, ai giornalisti, ai calciatori, ecc, come ci si comporta in generale.
    Intanto parlava una volta l'anno, salvo dover richiamare qualcuno o puntualizzare qualcosa. Non ha mai polemizzato con lega, arbitri, altri presidenti, ecc. anche se ne avrebbe avuto motivo (anzi, ne avrebbe avuto a bizzeffe....).
    Se doveva intervenire in maniera forte era più facile lo facesse nei confronti dei suoi giocatori (battibecco prima di un derby fra lo zar e Signorini) o dei suoi tifosi (dopo un'invasione pacifica di alcuni ragazzini, "solo le capre brucano l'erba!").
    Se i vari presidenti , mister e calciatori cominciassero a prendere esempio da Lui, forse, e sottolineo forse, allo stadio saremmo tutti un pochino migliori.
     
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    Un momento, un momento....Non si può ridurre tutto a poche righe o leggere addirittura che lo stile Sampdoria non è mai esistito.
    E' esistito eccome, almeno fino al 2014, da sempre nella dirigenza, importanti personaggi della vita genovese, armatori, imprenditori, avvocati, petrolieri, tutti dei grandi signori: questo lo stile Sampdoria nella dirigenza.
    Tempo addietro scrissi che lo stile Sampdoria è nato il 12 agosto 1946. O meglio, in quel giorno è stato piantato il seme dello stile che ha impiegato più di trent'anni per sbocciare definitivamente; durante quegli anni di attesa si sono visti i primi germogli fino allo sbocciare definitivo quando Paolo Mantovani decise di sedersi in via XX settembre 33.
    Ora quello stile è rimasto in chi l'ha vissuto sul serio, a volte penso che sia innato nei Sampdoriani.
    Veniamo infatti ai supporters. Quello che hanno fatto dal 1946 ai nostri giorni, fino a quando è stato possibile perché poi la decadenza dei clubs e nuove ferree regole di vita negli stadi hanno dato un deciso stop a certe attività, andrebbe raccolto in un voluminoso volume. Persone che, al di fuori della loro attività lavorativa, hanno scelto di dedicare il tempo libero della loro vita alla Sampdoria. Erano/eravamo i negri, con la g, di Genova ( a dire il vero questo è durato fino agli inizi degli anni 80 e da allora anche i Sampdoriani sono potuti salire sugli autobus e sedersi in mezzo ai bianchi); ma quello che sono riusciti a fare i vari Mugnaini, Durbiano, Ciurlo, Damonte, Perelli, Mantero, Bertelli, Gatteschi, Penco, Arbanelli, Gambino e mi fermo, non nominandone volutamente alcuni e dimenticandone altri, è stato un lavoro davvero notevole e tutto all'insegna della signorilità, della sportività, del tipico humor anglo-genovese (perchè spesso serviva anche questo), della autentica e gratuita passione profusa per i colori blucerchiati.
    Qui scrive per la maggior parte gente giovane o, comunque, con un’età che non ha permesso ai più di assaporare la vita dei clubs di un tempo. Parlo dello Squalo, dei Graffiti, dei Piranhas, dei clubs di Bolzaneto, di Rivarolo, del Numero 1, dello Sport club e tanti altri che non esistono più e che hanno avuto tra gli iscritti personaggi storici del nostro tifo e che sono tutt’oggi pronti a testimoniare ciò che scrivo e che darebbero, me compreso, non so nemmeno io che cosa per rivivere quei fantastci momenti. La vita del e nel club è stato un fenomeno di aggregazione importantissimo, più grande di quello che esiste oggi con i vari siti legati alle squadre di calcio, perché c’era il contatto fisico quotidiano, lo scambio di idee faccia a faccia, i raduni extra calcio, le cene, ma, poi, importantissimo, le trasferte, in auto, in bus, soprattutto in treno, con la partenza e la testa fuori dal finestrino dalla partenza all’arrivo e la gente affacciata alle finestre all’andata e al ritorno a salutare con lo stesso entusiasmo, sia che si tornasse con una sconfitta o con una vittoria.
    Questione Ultras: questo è un fenomeno di massa che ha coinvolto in quel periodo tutta la nazione e al quale non poteva sottrarsi la nostra tifoseria. Ma, a parte qualche inevitabile episodio iniziale, soprattutto due persone hanno contribuito ad affievolire certi comportamenti e a far sì che si potesse convivere civilmente e con reciproca comprensione. Parlo di Paolo Mantovani e Gloriano Mugnaini.
    Se non fosse esistito lo stile Sampdoria in Società e fuori, sarebbe stata guerra dal primo all’ultimo giorno. Ricordo cosa ha prodotto e produce il tanto ipocrita e decantato stile iuventus con i “rapporti” curva-società o quello che hanno combinato altre tifoserie vicine e lontane da noi con morti tra le loro fila e continui dissidii.
    Inoltre io sostengo anche che se siamo cresciuti di numero come tifoseria è anche merito degli Ultras o di persone legate al loro mondo che hanno fatto tanto proselitismo.
    E’ per tutto questo che ho “brevemente” esposto che non sopporto di sentire o leggere che lo stile Sampdoria non è mai esistito o che i Sampdoriani sono come tutti gli altri: nel caso stiamo parlando di una minoranza notevole rispetto al grosso dei supporters se ci si riferisce all’uso indiscriminato delle tastiere. Non esiste il fatto che decine di migliaia di persone abbiano minacciato questo o quello così come non ho letto che quei cinquanta di Roma (una bella trasferta in periodo di covid!) avessero sciarpe blucerchiate al collo e fossero armati di catene e coltelli né esistono, in un periodo in cui foto e filmini vengono girati e riversati ovunque o in cui chiunque sa che colore hanno gli slip di Chourmo o di Lellok, tracce di ciò che è stato denunciato. Non sto dando del bugiardo a nessuno, ho soltanto espresso una mia, credo, lecita perplessità.
    I Sampdoriani hanno voglia di cambiamento? E’ lecito anche questo, non hanno più voglia di cambiare canale quando compaiono certe persone o di strappare i giornali quando sentono parlare di amore, operai e stipendi o quando si chiude la porta in faccia a chi ci ha nel cuore e ha contribuito a scrivere, anche lui con stile, pagine stupende della nostra storia.

    W sempre la Sampdoria. :bandierasamp2:
     
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    Grazie Fralele. Ho i brividi a ripensare a quel mondo che per età ho solo sfiorato, al bar Roma di piazza Vittorio Veneto andavo a giocare a biliardo quando si saltava scuola. Al club di Rivarolo compravo i biglietti per le partite e le trasferte. Gloriano Mugnaini lo ricordo per le appassionate discussioni con mio nonno, genoano.
    Veniamo da li, queste sono le nostre profonde radici.
    E conoscere la storia è fondamentale per leggere il presente e costruire il futuro.
    Forza Doria!!!!!!!
    :ola:
     
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    Le ultime righe, ahimè, spiegano in poche parole quello che un presidente, che rivorrebbe la gente allo stadio, appassionata, innamorata ed educata, NON deve fare.
    A volte basterebbe parlare meno e, quelle poche volte che lo fa, sparare decisamente meno minchiate, aiuterebbe tutti, forse anche un po' se stesso.....
    Grazie Fra, hai scritto un post da incorniciare!
     
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    mi ero ripromesso di non scrivere più sul forum ma vedere che il post appassionato di Fralele ha avuto un solo pollice up .. mi mette tanta tristezza
     
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