Fulvio Bernardini (1965-1971 e 1977-1979)

allenatore e direttore tecnico

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    Fulvio Bernardini (Roma, 28 dicembre 1905 – Roma, 13 gennaio 1984) è stato un dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano.

    Il 27 luglio 1944, con la nomina dell'avvocato Giulio Onesti a Commissario Straordinario del CONI, Fulvio Bernardini fu nominato reggente della FIGC, carica che resse insieme al colonnello Ventura (segretario) dal 28 luglio 1944 fino al 4 dicembre 1944, data delle sue irrevocabili dimissioni. Nel 1949 Bernardini tornò alla Roma in veste di allenatore, guidando eccezionalmente la squadra giovanile dei giallorossi nella finale del Torneo di Viareggio del 1950 persa contro la Sampdoria, ma la sua avventura fu interrotta da un brusco esonero. Allenò quindi la Reggina in Serie C e il Vicenza in Serie B, dal 1951 al 1953.

    Successivamente vinse invece lo scudetto alla guida della Fiorentina e del Bologna (prime squadre non-torinesi e non-milanesi in grado di aggiudicarsi fino ad allora i Campionati italiani di calcio nel dopoguerra) e la Coppa Italia nel 1958 con la Lazio, primo trofeo ufficiale della storia biancoceleste, inoltre vinse il trofeo internazionale la Coppa Grasshoppers con la Fiorentina che l'anno prima aveva guidato fino alla finale di Coppa dei Campioni (prima squadra italiana a riuscirvi), in seguito persa per 2-0 contro il grande Real Madrid di Di Stefano e Gento.

    Bernardini fu latore di un credo calcistico fondato sul "WM elastico". A Firenze dette prova della sua straordinaria sapienza tattica mettendo a punto un meccanismo che anticipa i temi del calcio di impronta italianistica. La Fiorentina cominciò il torneo 1955-1956 schierando all'ala sinistra un attaccante puro un po' individualista ma molto pericoloso, Claudio Bizzarri. Bernardini lo sostituì con un calciatore meno dotato, Maurilio Prini, che poteva fungere da ala tattica. Quando la squadra non era in possesso di palla, Prini arretrava in mediana, Armando Segato, il mediano sinistro, scalava al posto di Chiappella e quest'ultimo andava in marcatura da centromediano sul centravanti avversario liberando il centromediano Rosetta, che poteva agire in seconda battuta come un libero moderno. Interessante anche la teoria degli spazi liberi, il quale non si basava sul passare il pallone direttamente al compagno, ma nel lanciarlo in quello spazio libero dove questi era in grado di arrivare prima dell'avversario. Era tuttavia convinto che nel calcio la tattica «non è tutto» e che «una squadra forte la fanno soprattutto i piedi buoni dei suoi giocatori». Grazie a dette idee e alla summenzionata tattica, che anticipa quella utilizzata dalla vittoriosa Nazionale brasiliana del campionato del mondo 1958[11], Bernardini riuscì a vincere lo scudetto con i viola, spingendosi, nella stagione seguente, fino alla finale di Coppa dei Campioni (prima squadra italiana a riuscirvi) persa per 2-0 contro il grande Real Madrid di Di Stéfano, Gento e Rial.

    Col Bologna conquistò il campionato del 1963-1964, offrendo un calcio gradevole e redditizio specie sotto il profilo realizzativo, che consentì di ottenere il record di dieci vittorie consecutive. Il percorso verso la vittoria finale non fu tuttavia agevole: il 4 marzo 1964, durante il girone di ritorno che il Bologna stava giocando ad alti livelli, furono comunicati gli esiti dei test antidoping effettuati un mese prima dopo la vittoria per 4-1 sul Torino, che videro risultare positivi cinque calciatori rossoblu (Fogli, Pascutti, Pavinato, Perani e Tumburus). Bernardini fu accusato di aver somministrato le sostanze proibite a insaputa dei giocatori e squalificato per un anno e mezzo, mentre la squadra ottenne la sconfitta a tavolino per la gara contro il Torino e, in aggiunta, un punto di penalizzazione. Il ricorso esperito dalla società, che dimostrò di essere estranea alla vicenda, fece sì che i punti le venissero riassegnati, così il Bologna poté agganciare l'Inter in testa alla classifica a tre giornate dal termine. La situazione non mutò e le squadre rimasero appaiate fino all'ultima giornata, rendendo pertanto necessario uno spareggio per l'assegnazione del titolo (tuttora unico caso in Serie A). Quattro giorni prima dell'incontro decisivo il Bologna perse il presidente Renato Dall'Ara, che morì per problemi cardiaci, ma a Roma, il 7 giugno 1964, batté l'Inter per 2-0, aggiudicandosi dunque il campionato. Nella circostanza Bernardini indovinò un'importante mossa tattica, schierando il terzino Capra all'ala, in modo da marcare l'attaccante avversario Mario Corso, che di fatto venne neutralizzato.

    Nel 1965 Bernardini inizia una lunga carriera a Genova come allenatore della Sampdoria. Il suo affiancamento a Giuseppe Baldini però non basta ad evitare la retrocessione. Ma l'anno successivo guida la cavalcata nel Campionato cadetto e quindi, dal 1966 al 1971 consente la permanenza in Serie A alla Sampdoria. Dal 1971 al 1973 sarà il direttore sportivo del Brescia scoprendo tra gli altri Alessandro Altobelli.

    Nel 1974 gli venne affidata la Nazionale, che guiderà fino al 1977, quando venne sostituito da Enzo Bearzot. L'Italia, che non aveva superato il primo turno ai Mondiali del '74, era costretta ad un significativo rinnovamento dovuto ad un cambio generazionale; secondo il giornalista Giorgio Tosatti: «Il delicato periodo di passaggio fu gestito, con mano salda e assoluta noncuranza dell'impopolarità, da Fulvio Bernardini, che collezionò sconfitte e feroci critiche, ma riuscì a formare un nucleo di freschi talenti accomunati dalla qualità tecnica (i 'piedi buoni', il cui simbolo era considerato il giovane Giancarlo Antognoni) e dalla disciplina di squadra[13].»

    Fu, di nuovo, a Genova dal 1977 al 1979 come direttore generale della Sampdoria. Morì nel 1984 a causa di sclerosi laterale amiotrofica diagnosticatagli tre anni prima: le cause della sua morte furono note solo vent'anni dopo, in quanto all'epoca non erano ancora state ipotizzate correlazioni dell'insorgere di tale malattia con l'attività agonistica. Bernardini è stato sepolto nel Cimitero Flaminio a Roma.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Fulvio_Bernardini
     
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