Ermanno Cristin (1965-1972 e 1973/1974)

attaccante (1° punta)

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  1. mexicosamp
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    Cristin: «Mai avere paura, così ci salveremo»

    La telefonata coglie Ermanno Cristin decisamente impreparato: «Ho risposto soltanto adesso perché ero in giardino. Sembra una foresta, devo tagliare l’erba». Sessantacinque anni, il Bisontino è tornato nel suo Friuli dopo aver girato l’Italia per fare il calciatore. Tra le tante tappe, Genova fu la più importante: dopo essere cresciuto nel vivaio della Sampdoria ed essere andato in prestito a Monza, vestì 207 volte la maglia blucerchiata facendo 38 gol. Un attaccante fisico (da qui il soprannome), uno che non tirava mai indietro la gamba.

    Cristin ha visto l’appello degli ultras? Dicono che ora bisogna mettere da parte le contestazioni e tifare soltanto perché la Sampdoria raggiunga la salvezza. Che ne pensa?

    «Che hanno ragione i tifosi, a questo punto contestare non serve a niente. Ne abbiamo parlato anche quando la Sampdoria ha giocato contro l’Udinese. Sono venuti a trovarmi Ricci e il gruppo dei Tranzilli, abbiamo pranzato assieme. Veramente una bella giornata. I tifosi devono essere vicini alla squadra e la squadra deve stare unita. Mi ricordo che anche noi avevamo passato alcune annate così. Una volta sono anche retrocesso. Io non sentivo la pressione, ero riuscito a segnare anche a Torino, mentre a Roma contro la Lazio non mi avevano dato un rigore. Non è bastato.

    Sarà presente anche a Verona?

    «Non lo so ancora, sono sempre in contatto con Ricci ma lo sono anche con un professore che mi deve operare. Devo mettermi una protesi al ginocchio, sono malandato, sarà stato il pallone».

    Lei tra l’altro non si tirava indietro…

    «E con i marcatori che c’erano! Quando mi marcava Burgnich ce ne dicevamo di tutti i colori in friulano. Quelli sì che erano marcatori. Se andavi a prendere l’acqua in panchina avevi lo stopper che ti seguiva. Era molto più difficile segnare. Non come adesso che stanno tutti in fila. Ci fossero state una volta quelle file lì, avrei fatto sempre due gol per partita».

    Secondo lei cosa è successo alla Sampdoria?

    «E’ successo che hanno venduto Cassano e Pazzini. La squadra ha avuto un crollo. Io non voglio entrare nelle questioni del presidente Garrone. Cassano si è comportato male, però forse poteva dargli una bella multa e poi tenerlo. Pazzini, quando è andato via Cassano, ha iniziato a giocare peggio. Perché Cassano è uno di quei calciatori che ti sa trovare anche quando ci sono dieci giocatori in area. Come quando con me giocava Suarez, la stessa cosa».

    E, da ex attaccante, cosa pensa di Pazzini?

    «Pazzini è un campione. Avete visto anche all’Inter quanto ci ha messo ad ambientarsi. Ha iniziato a segnare subito e fa sempre gol decisivi. Togliendo Cassano e Pazzini hanno tolto alla Sampdoria nello stesso istante la fantasia e la capacità di finalizzare. Non mi sembra poco».

    Dei nuovi attaccanti che cosa pensa?

    «Una cosa mi colpisce. Non mi sembra che ci mettano tutto quello che hanno. Porca miseria, stanno giocando in serie A. Che cosa vogliono di più, devono dare sempre il massimo».

    Riuscirà a salvarsi la Sampdoria?

    «Devono crederci. A parte i due attaccanti che sono stati venduti, comunque è una buona squadra e ci sono giocatori di valore. Penso a Palombo, Poli, Gastaldello, Ziegler. Hanno il problema del gol e devono risolverlo prima possibile».

    Lei lo risolveva spesso ma non è bastato a garantirle una vita agiata, vero?

    «Altri tempi. Per un po’ sono rimasto nel calcio ma per allenare nelle categorie inferiori ho deciso di smettere e darmi alla mia passione, quella per cui mi ero anche diplomato: meccanico specializzato. Così nel ’95 ho iniziato a lavorare come tornitore e ho smesso soltanto a gennaio di quest’anno. Adesso sono in pensione, riposo assoluto. A parte il giardino».

    Sente ancora qualcuno dei vecchi compagni alla Samp?

    «Soprattutto Salvi che sta a Vicenza e ha messo su una società con Paolo Rossi. Siamo rimasti sempre in ottimi rapporti. Come del resto con i tifosi della Sampdoria. Mi ha fatto molto piacere la visita di Ricci e dei suoi amici. Mi hanno anche regalato una maglia. Non pensavo nemmeno di aver lasciato un ricordo così bello nella gente».

    Un pensiero per chiudere?

    «Forza Samp».


    lui si che era un esperto in volate salvezza assieme a salvi e al fuffo, tecnicamednte modesto ma tirava delle bordate da far paura

    Edited by Tore MB - 8/5/2020, 12:09
     
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