Un ricordo del "tamburino" Damiano Damoia

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    Io ero amico di Damiano. Ricordo che da ragazzino, al primo anno di B, andammo in trasferta a Potenza in pullman. Io e lui col tamburo. Era un uomo meraviglioso. Un giorno guardando una partita per tv qua negli States, la telecamera lo inquadro' ed io esclamai "Damiano!". Ricordo le sere trascorse nella sede dei Fedelissimi assieme a lui e a Gerardo ed i caffe' bevuti assieme al Bar Beppe. Bellissimi ricordi di tempi che non torneranno mai piu. Ciao Damiano!
     
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    I più giovani probabilmente non sanno neanche chi è, ma basta chiedere a genitori e nonni sampdoriani per strappare un sorriso. Diamiano Damoia, per tutti “Tamburino”, è stato un mitico tifoso blucerchiato che per tanti anni ha colorato con la sua simpatia e la sua passione il Luigi Ferraris.

    Nato a Torre Annunziata il 22 ottobre del 1920, Damiano Damoia si era trasferito a Genova nel 1947 per cercare lavoro. Innamoratosi della Samp aveva iniziato a seguire la squadra senza perdersi una partita. La leggenda vuole che, dopo un’operazione alle corde vocali che avrebbe richiesto una lunga rieducazione, andò alla partita ignorando i consigli del suo medico e gridando contro l’arbitro recuperò di colpo la voce. Indossava la maglia blucerchiata, prima con il numero 12, che divenne 13 quando fu introdotto il portiere di riserva. Poi, via via, numeri più alti, con l’allungarsi delle panchine. Negli anni d’oro ne ebbe una con tanto di nome e il numero 100, fatta confezionare per lui dal mitico Paolo Borea.

    Per anni è stato un trascinatore del tifo blucerchiato e andava fiero delle oltre 500 trasferte al seguito della Samp di cui si vantava.​ Da più giovane era una presenza fissa in gradinata Sud, poi con il passare degli anni si era spostato in tribuna e lo si poteva vedere spesso dietro le panchine fare su e giù da una parte all’altra del Luigi Ferraris con la sua trombetta blucerchiata. Tamburino è volato in cielo il 26/3/2003 all’età di 82 anni, ciao grande Damiano, non ti dimenticheremo mai!

    https://blucerchiando.com/2023/10/22/chi-e...-500-trasferte/
     
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    Lui e Caterina Mura semplicemente assoluti! ❤️
     
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    Che ricordi!
    Che persona, che bandiera!
    E la sede dei Fedelissimi in via Carrozzino e il bar Beppe e il chiosco dei lupini e i treuggi e... e... e...
    Sto veramente invecchiando ma sembra ieri.
     
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    La cosa che mi ricordo di allora,con il vecchio stadio erano i tifosi dei distinti ,e della tribuna,che camminavano per tutta la partita,e sputavano quando gli avversari si avvicinavano,o insultavano i vari allenatori rivali o anche nostri, quando le cose andavano male,la gente aveva molta più passione anche esagerata,gli infarti erano la regola ogni domenica,la televisione ha tolto passione.Io nella Sud non ho visto quasi tutto un derby, perché quando abbiamo segnato,non ero presente e per scaramanzia ,sono stato in una zona dove non si vedeva,e infatti abbiamo vinto
     
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    Il mitico Tamburino (aggettivo inflazionato ormai, ma per lui è assolutamente strameritato) sarà sempre un monumento del tifo blucerchiato: non c'è video o foto vintage in cui non lo vedi spuntare, tutto bardato di blucerchiato, con fischietto e tamburino, a sprizzare simpatia, colore e sampdorianità.
    Me lo ricordo in un vecchio vhs della Samp di cui ho dimenticato il titolo (e che non trovo più da tempo ormai) in cui veniva intervistato, mostrando dei piccoli sacchettini rossi se ben ricordo e diceva "di questi ne ho dato uno a Vialli, uno a Mancini, uno a Victor..." al che l'intervistatore lo interrompe chiedendogli "cosa c'è dentro?" e lui candidamente risponde "c'è del sale!“ 🤣🤣🤣
    Personalmente lo ricordo con grande simpatia anche perché somigliava un po' ad uno dei miei nonni.
    Una sera, al termine di una partita, credo fosse un derby, me lo ritrovai per puro caso seduto a fianco in stazione a Brignole, in attesa del treno. Scambiammo due parole, era molto socievole e così, avendo in mano una di quelle riviste che all'epoca distribuivano gratuitamente allo stadio, mi ci feci simpaticamente fare un autografo con dedica (che conservo ancora peraltro); d'altronde lui era un vip a tutti gli effetti!
    Bel gesto l'intitolargli un club: una persona così lo meritava.
     
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50 replies since 30/9/2005, 00:37   4475 views
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