Genova la Superba, almeno nel calcio

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    Genova la Superba, almeno nel calcio

    Una inattesa leadership della classifica accumuna Genoa, Samp ed i loro presindenti Preziosi e Garrone. Caratteri diversi, ma notevoli capacità di tenere ad alto livello le loro squadre di STEFANO ZAINO


    GENOVA - Prima in classifica. Genova che torna Superba, almeno nel calcio. Una città in crisi a tutti i livelli, ma che nel pallone, ancorché dopo solo due giornate, riesce a fare la voce grossa e a ritagliarsi uno spazio da protagonista. Il grande Brera, per giustificare le modeste fortune delle due squadre genovesi, dava la colpa alla "macaia", quel caldo umido che paralizza i muscoli e non fa vincere le partite. L'aria dev'essere cambiata, o forse non dà più fastidio ai giocatori, se dopo 180 minuti di campionato Genoa e Sampdoria comandano la classifica a punteggio pieno.
    Due politiche gestionali molto diverse, ma identico risultato. Preziosi, il presidente del Genoa, che spende tantissimo, che cede i pezzi migliori, Milito, Thiago Motta, Ferrari, e ne compra altri altrettanto accattivanti, Floccari, Crespo, Moretti, che pesca fenomeni all'estero (il quasi sconosciuto centrocampista spagnolo Zapater), che conferma i giovani migliori (l'azzurro Criscito, Bocchetti, il talentuoso Palladino), che investe cifre enormi ed è costretto a fermarsi solo perché chiude il mercato.

    L'opposto dell'altro, Riccardo Garrone, il vertice della Sampdoria, che non ammette deroghe sul bilancio, che pondera ogni spesa, che ad ogni uscita pretende dal suo amministratore delegato Marotta un'entrata di uguale valore, un capo che non fa proclami, che non usa la grancassa, che non genera entusiasmi di popolo, per poi accorgerti che a fari spenti ha cambiato mezza squadra, ha migliorato di molto l'organico, senza privarsi dei suoi tre gioielli, il fenoneno Cassano, il cecchino Pazzini e la diga Palombo. Due uomini agli antipodi, Preziosi e Garrone, ma con una cosa in comune, la capacità di far sognare una piazza che non comandava la serie A a braccetto (senza dimenticare naturalmente Juve e Lazio) dal 1946, che almeno per due settimane (sfruttando la sosta per la nazionale) potrà permettersi di guardare tutti dall'alto, prendere in giro le meno quotate Milano e Roma, una città che riesce a portare 43 mila abbonati allo stadio (più di 23 mila il Genoa, 20 mila la Sampdoria) e che non rischia di subire pericolose vertigini, visto che da queste parti la pressione è ai minimi, lo stress per i giocatori quasi inesistente e l'isola felice (ne sa qualcosa il rinato Cassano) non è solo una definizione da sfoggiare nei momenti di gloria. Due presidenti rivali, ma che assieme vorrebbero costruire un nuovo stadio, e intanto si godono questa inaspettata leadership, uno scettro che la Genova sampdoriana non conosceva da 15 anni (1994, la stagione di Mancini e Gullit) e quella rossoblù addirittura da 32, da quando in attacco furoreggiava un certo Roberto Pruzzo.

    Certo, il primato accomuna, ma non potrà mai avvicinare i caratteri. Preziosi è un vulcanico, arriva da fuori, subito è stato respinto dai salotti buoni, si lamentava per l'indifferenza e per farsi amare alla follia (cosa che accade oggi) ha dovuto riportare in Europa il Genoa dopo 17 anni. Non è genovese, spende, e nessuno può accusarlo di parsimonia. Garrone invece è un simbolo dell'oligarchia genovese, immense fortune nel petrolio, ma anche il merito di aver salvato il locale teatro dell'opera e di aver creato un'associazione benefica che mira ad integrare nel tessuto cittadino e nella scuola l'infanzia extracomunitaria. Da buon genovese nelle finanze è oculato, sin dal principio ha combattuto gli eccessi del calcio, ma spende bene e i tifosi sono contenti così.

    Presidenti protagonisti. Ma poi ci sono gli attori sul campo e in panchina. Cassano che ora vuole addirittura chiudere la sua carriera nella Samp e dispensa magie ad ogni partita, Pazzini che a suon di gol sogna l'azzurro, Palombo che in nazionale c'è già e le nuove scoperte (per i doriani) Tissone, Semioli e Mannini. Squadra quadrata, che per ora Del Neri fa giocare ad un ritmo folle. E il Genoa? Vince a Bergamo senza sette titolari, dimostra di poter migliorare il quinto posto dell'anno scorso, in panchina ha un allenatore, Gasperini, praticamente infallibile. La Juve lo ha tentato, lui ha preferito restare in rossoblù. Ha un contratto lunghissimo, i tifosi pensano a Ferguson e lo chiamano "Gasperson", il Genoa non avrà i campioni del Manchester, ma forse nel gioco è anche migliore.
    Genova, la città che ama farsi chiamare Superba. Sarà solo calcio. Ma almeno, dove c'è un pallone che rotola, può permetterselo.

    31 agosto 2009

     
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    Genoa-Sampdoria: prime non per caso

    Ivano Fossati, genovese, “La pianta del thè”, 1988. Allora esplodeva la Sampdoria di Vujadin Boskov, coppe Italia, poi coppa delle Coppe, scudetto nel ’91. Ultimo anno d’oro il ’92, finale di coppa Campioni persa allo scadere dei tempi supplementari con il Barcellona, Genoa in semifinale Uefa con l’Ajax.

    Adesso la città della Lanterna è in testa alla classifica con entrambe le squadre, due giornate non fanno testo, eppure non era mai successo. L’ultimo Genoa capolista nel 1947-48, la Samp nel ’94-’95; fondamentali i portieri, l’azzurro Amelia e Castellazzi, 34 anni.
    Il sindaco Marta Vincenzi parla di evento eccezionale. “Ne siamo orgogliosi, auspico che i successi contribuiscano a un meritato rilancio economico e sociale della nostra Superba”.


    A maggio il Grifone si era qualificato per l’Europa League, 17 anni dopo, la Samp sconfitta ai rigori in Coppa Italia; ora i rossoblù sono approdati ai gironi di coppa, mentre Del Neri ha cominciato la stagione dando spettacolo a Catania e con l’Udinese. E’ abbonato alle partenze sprint, indimenticabile il Chievo al debutto in A, è a primavera che cala.


    La Juve voleva l’ad blucerchiato Giuseppe Marotta, il presidente Riccardo Garrone, 73 anni, l’ha trattenuto. “Il piano tecnico-tattico – sottolinea Marotta - sta fruttando. Parlo del gioco, dico, si vede la mano del nuovo tecnico. Siamo oltre i 20mila abbonati, qualcosa in più dell’anno scorso, riapriamo la campagna per queste due settimane, lo vogliono e lo meritano i tifosi”.

    Mazzarri ha vissuto una prima stagione eccellente, con qualificazione Uefa, in Europa è stato eliminato subito la prima volta, nei sedicesimi l’altra.


    Con Pazzini ha rimesso in piedi lo scorso campionato, meritava di restare, è disoccupato. Del Neri viene da due annate soddisfacenti all’Atalanta, era stato l’unico a tramortire l’Inter di Mourinho. Il suo gioco è più spettacolare rispetto al predecessore.

    “Quel che mi fa più piacere – racconta il tecnico friulano - è che Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini giochino per la squadra. Fanno la differenza, eppure sono parte dei meccanismi.


    Il collettivo non è al servizio di Cassano: lui gioca, senza pesare sulla squadra. Fa i movimenti che servono, non toglie nulla agli equilibri. L’abbiamo noi, ne siamo felici e ce lo teniamo stretto. Rispetto a Roma, è maturato”.



    Pazzini è nel gruppone a due gol, in classifica cannonieri.
    “Cassano per noi è sempre fondamentale – spiega il centravanti -, splendido però anche l’ingresso di Semioli. Nel secondo tempo sul 2-0 con l’Udinese abbiamo continuato ad attaccare, senza accontentarci, rischiando pure”.


    Il “Pazzo” si candida al posto di 21° per il Mondiale, il ruolo di Borriello all’Europeo: l’ultimo degli attaccanti, già partecipare al Mondiale sarebbe un successo per il bomber che alla Fiorentina soffriva la concorrenza di Vieri e poi di Gilardino.“In nazionale ci sono già stato, ho fatto gol, spero di rientrare nel giro in fretta, l’obiettivo è fare bene nella Sampdoria”.


    Sul prato di Marassi folleggiano anche Tissone, fermo la scorsa stagione a Bergamo per infortunio, e Mannini, due mesi di stop invernale per un ritardato contro antidoping al Brescia, due anni fa.

    ImageLa superpartenza del Genoa, 3-2 alla Roma e 0-1 a Bergamo, si spiega anche con la preparazione accelerata per non fallire il primo turno europeo. Con le cessioni di Milito e Thiago Motta il presidente Preziosi ha recuperato 30 milioni: Floccari, Crespo e Moretti, rientrato dagli anni in Spagna, non li fanno rimpiangere.

    Vanni Zagnoli
    da:"Avvenire"
     
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1 replies since 1/9/2009, 23:33   153 views
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