Fausto Salsano (1984-1990 e 1993-1998)

centrocampista

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  1. dadinho
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    Fausto Salsano: "La Samp è la mia vita, guardo la curva e mi rivedo giocare"

    Fonte: sampdorianews.net - intervista del 11.03.2009

    Quando si ricorda la Sampdoria di Paolo Mantovani, tra i protagonisti in campo di quella straordinaria famiglia dentro e fuori dal campo non si può evitare di pensare a quel centrocampista di bassa statura, dotato di tecnica invidiabile, duttilità tattica, immenso attaccamento alla maglia, capace di trasmetterci grandissime gioie e ricordi indelebili. Come avrete ben intuito, ci stiamo riferendo a Fausto Salsano, che ha indossato la casacca blucerchiata in due diversi periodi, prima dal 1984 al 1990, tornando, dopo l’esperienza romana, nel 1993 per restare fino al 1998. 277 presenze e 16 goal in campionato, un goal decisivo nella prima Coppa Italia vinta contro il Torino e un contributo determinante nella conquista della Coppa delle Coppe a Goteborg contro l’Anderlecht. Sampdorianews.net lo ha contattato in esclusiva per i propri lettori:

    Cosa fa oggi nella vita Fausto Salsano?
    “Fino all’anno passato ho svolto il compito di collaboratore tecnico nello staff di Roberto Mancini, adesso siamo tutti fermi. Con il Mancio mi sono proprio sentito oggi, dopo quasi un anno di inattività, mi auguro di ritornare presto in pista”.

    Quanto ti piacerebbe svolgere direttamente il ruolo di allenatore?
    “Dopo essermi ritirato nel 2000, ho intrapreso la carriera di allenatore: 3 mesi alla Sestrese, poi all’Imperia dove ho trovato grosse problematiche societarie, 1 anno sono stato al fianco di Vierchowood al Catania, seguendolo poi alla Fiorentina. Per 4 anni ho lavorato nello staff di Mancini. Credo che ognuno di noi abbia la voglia di poter allenare da solo, ho fatto una scelta importante perché con il Mancio si sta sempre a grandi livelli”.

    Cosa ti ha lasciato dentro la lunga esperienza blucerchiata?
    “La Samp è la mia vita, ho fatto anche tutto il settore giovanile, mi sento mezzo genovese, ho passato a Genova gran parte dell’infanzia. Ancora oggi io e i miei figli la seguiamo con affetto, la sento mia”.

    Come è rimasto il rapporto con la tifoseria e l’ambiente doriano in generale?
    “Sono sempre stato accolto nel miglior modo possibile, mi hanno voluto un gran bene, dimostrandomelo in ogni occasione, ne sono onorato e orgoglioso”.

    Il ricordo del Presidente Paolo Mantovani.
    “Lo ricordo con grande affetto, è stato un secondo padre. Quando se ne è andato, ho provato un dolore immenso, ancora oggi mi sento con Francesca Mantovani”.

    Il goal più pesante che hai realizzato in carriera.
    “Secondo il sottoscritto e l’intero pubblico doriano, credo che quello più importante sia stato senz’altro il 2-1 messo a segno nei tempi supplementari nella finale di Coppa Italia contro il Torino”.

    La gioia più indescrivibile e il rimpianto più scomodo.
    “Con la Samp ho vissuto un periodo importantissimo, conoscendo grandi giocatori, ad esempio Vialli, Mancini, Mannini, Vierchowood, Pari, gli stranieri come Francis e Souness, ho ricordi bellissimi. Mi dispiace non aver vissuto l’annata dello scudetto”.

    A cosa è stato dovuto il tuo trasferimento alla Roma?
    “A Roma ho trascorso 3 anni eccezionali, grandi motivazioni in una piazza così importante e difficile, un’esperienza che ha fatto parte del mio processo di maturazione. Si trattò di un discorso economico, Paolo Mantovani aveva un grande rapporto con Dino Viola, che mi chiese e il Presidente mi face capire che la mia cessione avrebbe fatto bene sia al sottoscritto, che alla Sampdoria per quanto riguarda il discorso contrattuale del cartellino, subito ci rimasi un po’ male, ma non perse occasione per dirmi che le porte sarebbero sempre rimaste aperte per me, infatti poi tornai”.

    In quale giocatore attuale ti ritrovi per caratteristiche fisiche e tecniche?
    “Ero un giocatore particolare, sono nato come classico trequartista, poi ho imparato a fare anche il centrocampista classico alla Palombo, alla fantasia ho dovuto unire la capacità di costruire gioco, il calcio si è poi evoluto, arrivò anche Beccalossi alla Samp, il ruolo del fantasista non era più per me, allora mi sono adattato in un’altra posizione. Per movenze tecniche mi identifico in Giovinco, Foggia e Cassano, anche se loro sono più punte, mentre il mio ruolo era centrocampista con doti offensive”.

    Da esterno quale è il tuo giudizio sulla Samp odierna?
    “Quest’anno non è partita bene, ha fatto più fatica degli altri anni, ha comunque giocatori importanti per tirarsi su, come Cassano, Pazzini e Palombo. Adesso stanno arrivando dei buoni risultati, anche in trasferta soffre troppo. Con un buon progetto e qualche innesto ad hoc, ritengo che la Samp possa avere tutte le carte in regola, sia societarie che tecniche, per poter recitare un ruolo di primo piano”.

    Un saluto ai tifosi blucerchiati assidui frequentatori di sampdorianews.net e all’intero pubblico doriano.

    “Guardo sempre la Samp con grande affetto, i suoi colori mi emozionano. Vi ricordo con grande gioia, guardo la curva e provo gioie immense, mi rivedo giocare. Sapere che la gente mi vuole ancora bene, è motivo di grande orgoglio”.

    Edited by Tore MB - 9/6/2020, 13:53
     
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19 replies since 19/5/2007, 11:50   4321 views
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