William Brady (1982-1984)

centrocampista (regista)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    10,626

    Status
    OFFLINE
    Svelato il mistero: è effettivamente la partita della stagione 1983 / 84. Brady calciò effettivamente un rigore sotto la Sud, ma finì fuori.
    Purtroppo non trovo immagini...
     
    .
  2.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    4,956
    Location
    Genova

    Status
    OFFLINE
    Liam Brady, il rigore dell’addio
    Era già stato ceduto alla Sampdoria, scaricato a malincuore per far posto a Boniek e Platini. Ma Liam Brady non si scompose e tirò il rigore decisivo per lo scudetto bianconero

    Undici metri. Undici metri e quindici minuti, le coordinate spazio-temporali che delineano lo scenario in cui si muove Liam Brady. Sarà lui, il numero 10 bianconero, a calciare il rigore decretato dall’arbitro Pieri di Genova, intorno al quale si inizia a diradare il capannello di proteste inscenato dai giocatori del Catanzaro. Manca un quarto d’ora alla fine del campionato, e, con la Fiorentina ferma a Cagliari sullo zero a zero, il suo tiro potrebbe essere decisivo. Se la palla entra, con ogni probabilità a Torino partiranno i caroselli per il ventesimo scudetto. La seconda stella, portata in dono alla Vecchia Signora da quel condottiero silenzioso, professionista esemplare e “geometra” impagabile, arrivato in Italia in punta di piedi e con lo stesso stile pronto ad andarsene.

    Undici metri e quindici minuti, il tempo e lo spazio scandiscono quell’ultima rincorsa, con la valigia sulla porta e un biglietto in mano, destinazione Genova. Mentre posiziona il pallone, Brady sa già tutto. Gli è stato comunicato il giorno prima della partita, sia da Trapattoni che da Boniperti, entrambi con il groppo alla gola. Dopo aver concluso l’acquisto di Boniek, in arrivo dal Widzew Łódź, la Juventus ha raggiunto l’accordo anche con il talento francese Michel Platini, frutto di un blitz realizzato dall’avvocato Agnelli in persona.

    Due stranieri in campo per squadra, la regola parla chiaro. Per Liam Brady alla Juventus non c’è più posto, anche se nessuno, veramente nessuno, vorrebbe vederlo partire. Di certo non Trapattoni, che nell’irlandese aveva finalmente trovato quel regista raffinato cercato fin dal ritiro di Fabio Capello, grazie al quale aveva portato a conclusione quel periodo di interregno nel quale si erano adattati e succeduti i vari Furino e Bonetti. E contento non era neanche Boniperti, che di Brady si era innamorato in una triste sera primaverile al Comunale di Torino, quando l’irlandese aveva guidato un Arsenal corsaro verso la finale di Coppa Uefa con il Valencia. Ne aveva parlato con Gigi Peronace, un uomo di calcio che da quelle parti, fin dai tempi di John Charles, non aveva bisogno di presentazioni. Poche parole, un assegno da 500mila sterline e, nonostante qualche vicissitudine, l’affare alla fine era andato in porto.

    E così a Torino, con l’accoglienza un po’ tiepida di stampa e tifosi, tra chi temeva il bad boy d’oltremanica e chi avrebbe preferito un nome più altisonante, sbarcava un poeta irlandese. Raffinato, educato, talmente ricolmo di intelligenza tattica da non lasciare spazio a eccessi e comportamenti sopra le righe, né in campo né fuori. Un genio ordinario, che in poco tempo seppe prendere per mano la squadra, facendo cadere a terra le spuntate armi della critica. Era il 23 novembre 1980, il giorno del terremoto che devastò Campania e Basilicata. Il calcio, a torto o a ragione, non si ferma, e contro l’Inter Brady sale finalmente in cattedra. Dirige l’orchestra bianconera con metodo e sapienza, alternando l’uso del goniometro a impensabili serpentine di marca sudamericana. Prende la squadra per mano e la porta in vantaggio dal dischetto, per poi propiziare, con un pallone stampato sulla traversa, il raddoppio firmato da Scirea. Fu l’inizio della stagione perfetta, con i tempi scanditi da quel magico sinistro e il diciannovesimo scudetto da mettere in bacheca. Il più bello, disse Trapattoni, perchè conquistato durante una vera e propria rivoluzione generazionale.

    Ecco perchè separarsi era così difficile, sopratutto per Boniperti, che in Brady aveva creduto più di chiunque altro. Gli voleva bene come si fa con uno di famiglia, forse per quello stile che entrambi sapevano portare con disinvoltura. «Yes», quel sospiro che riecheggia nell’ufficio del presidente bianconero, la voce dell’irlandese spezzata da quelle lacrime che scorrono sul viso e per la prima volta destrutturano quella figura sempre composta che Brady si era cucito addosso nella sua lunga carriera. Sette anni all’Arsenal, una passione per i Gunners equiparabile solamente a quella per il Celtic Glasgow. E poi l’improvviso incontro con quell’affascinante signora bianconera, che l’aveva sedotto tanto da convincerlo ad abbandonare Highbury. L’aveva sognata quella maglia, l’aveva trattata con gentilezza e passione, l’aveva accarezzata nei momenti tristi e baciata in quelli felici. Come un gentleman, Liam Brady non avrebbe saputo fare altrimenti.

    bradyE ora? Undici metri e quindici minuti, poi spazio ai titoli di coda di quella che tutti pensavano sarebbe stata una lunga storia d’amore. Una pioggia di oggetti si estende copiosa dalla curva ovest, mentre un giocatore avversario cerca di fargli perdere la concentrazione. Brady gli dà poco penso, forse pensa che il destino, tutto sommato, con lui è stato davvero beffardo. Anche l’avventura con l’Arsenal si chiuse con un tiro dal dischetto, quel maledetto errore nella finale persa con il Valencia. E ora siamo di nuovo qui, a prenderci un’ultima responsabilità prima di salutare tutti. È diverso, è terribilmente diverso, perchè Brady questa volta vorrebbe fermare tutto, riavvolgere il nastro e sperare in un epilogo migliore, un universo parallelo in cui il divorzio dalla vecchia e affascinante signora non rappresenti un destino ineluttabile. Indietro però non si torna, si va avanti, pochi metri per impattare il pallone e spedirlo alla destra di Zaninelli, che intanto è andato dalla parte opposta. Poi la corsa, con quel pugno che ripetutamente colpisce l’aria e sfoga la tensione, mentre i compagni corrono ad abbracciarlo, felici e riconoscenti. Nessuna ripicca, nessuna vendetta per un amore tradito. «Non poteva andare meglio – dirà ai microfoni Rai durante i festeggiamenti del post-partita – Sono contentissimo, sono pieno di gioia, anche se un po’ triste, perchè lascio questi ragazzi». Parole semplici, dette con quel sorriso triste di chi ha appena vinto con la morte nel cuore. Ma il dolore passerà. Ciò che resta oggi è quella scelta, tra l’infantile e la professionalità, con cui Liam Brady ha tirato dritto, continuando a percorrere la strada che lo ha sempre contraddistinto.

    Carlo Perigli
    @c_perigli

    Mi sembrava una bella storia per un grande calciatore che abbiamo avuto l'onore di avere per 2 stagioni

    Edited by Tore MB - 26/5/2020, 21:22
     
    .
  3.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Juventus Fans
    Posts
    247

    Status
    OFFLINE
    Grandissimo calciatore e grandissimo Signore.

    Vedendo una trasmissione quest'estate vidi il servizio del campionato 83/84.
    Della Samp di Ulivieri.
    Brady fece un partitone.
    E il comunale applaudiva.
    Questo è il calcio che vorrei sempre.

    Io personalmente la mia parte la faccio.
    Mi alzai in piedi per Cassano nel campionato 10/11. Dove finì 3-3.
    Per me il calcio deve far sognare. Non ci fossero giocatori così sarebbe podismo.
    La maglia é relativa.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,728
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Brady: «Che gran calcio giocava la mia Samp...»

    Genova - Geometrico e geniale. C’è una perfetta simmetria tra il mancino di Liam Brady e il suo modo di parlare. Schietto, limpido, ironico. «Come il calcio dei miei tempi, che mi piaceva di più. C’era più spazio per scherzare, divertirsi, ora vedo più cattiveria, anche nei cori tra i tifosi». Eppure la vita di “Chippy” (nomignolo legato alla sua passione per il fish & chips), ruota sempre intorno al pallone. Anche oggi, giorno del suo 60esimo compleanno. «Festeggio a Doha, commento la Premier per la tv del Qatar».

    Irlandese di Dublino, trapiantato a Londra, sponda Arsenal. In Italia ha giocato sette stagioni, di cui due in blucerchiato, dall’82 all’84: «Mi sono divertito. E sono orgoglioso di aver messo le basi per la più grande Samp di sempre».

    Brady, auguri per i suoi 60 anni. Calciatore, allenatore e poi direttore del settore giovanile dei Gunners. Cosa fa oggi?
    «Il commentatore in tv mentre all’Arsenal, dopo 18 anni, ho cambiato ruolo: ora sono ambasciatore del club nel mondo. Però continuo a seguire i giovani in prestito come Szczesny, ora alla Roma: mi accerto che sia felice».

    E lei dov’è stato più felice?
    «In campo, quando giocavo. Ho lasciato Dublino a 15 anni, fu dura, ma l’Arsenal mi ha aiutato a diventare grande. Sette anni in prima squadra e poi l’avventura in Italia: bellissima».

    Due scudetti alla Juve, l’addio per fare posto a Platini, poi Samp, Inter e Ascoli. I suoi ricordi blucerchiati?
    «La Samp era neopromossa ma Mantovani voleva creare una squadra tra le più forti. Prese me e Francis, c’era Mancini, poi Vierchowod, Souness e tanti altri. Giocavamo un bel calcio, abbiamo vinto grandi match, eravamo fuori dalla lotta scudetto ma mettevamo le basi per il futuro».

    Momenti più belli?
    «Le partite contro la Juve. Appena arrivato li battiamo con gol di Ferroni. Al ritorno pareggiamo ma prima della partita nasce mia figlia Ella a Torino, dove l’anno dopo abbiamo vinto e ho segnato su rigore».

    A proposito di rigore, tutti ricordano il suo contro il Catanzaro come esempio di professionalità. Sapeva di dover lasciare la Juve ma segnò il gol scudetto...
    «Se n’è parlato troppo, per me era la normalità: per i tifosi, i miei compagni, e per il calcio che va onorato».

    A parte la Samp lei ha conservato un bel legame con la Liguria, soprattutto con Alassio...
    «È uno dei miei posti più cari, ho tanti amici come l’albergatore Quadrelli. Mi ci portò Bettega e quando posso ci vado. A Genova vivevo a Nervi, dove mia figlia torna tutte le estati a trovare i nostri ex vicini. E adoro la cucina ligure: pesto e pesce».

    E l’amato fish and chips?
    «Lo mangio ancora e infatti ho qualche chilo di troppo. Niente calcio ora, solo golf e non sono neanche troppo bravo. Era meglio col pallone...».

    Qual è il blucerchiato a cui era più legato?
    «Vierchowod. Quando era alla Roma mi “menava”, poi quando è arrivato ho visto che picchiava pure in allenamento e ho capito che era meglio stare in squadra con lui (ride)... la verità è che in Italia c’erano i difensori migliori e lui era bravissimo».

    Avversari più forti?
    «Nel mio ruolo Falcao. Come difensori Oriali e Franco Baresi».

    Segue la serie A?
    «Poco. Ho visto Fiorentina-Roma per Szczesny: bella partita ma il livello si è abbassato. Ora la A viene dopo Bundesliga, Premier e Liga».

    E della Samp conosce qualcuno, tipo Cassano?
    «Sì, lui sì. Quando ero assistente di Trapattoni con l’Irlanda affrontammo l’Italia e si parlava tanto di Cassano. Gran giocatore e gran personaggio ma forse il personaggio ha prevalso sulle doti».

    Nel Doria c’è pure Quagliarella che gioca con la “27” in onore di Niccolò Galli che lei aveva portato all’Arsenal…
    «Pochi giorni fa è stato l’anniversario della sua morte. Quando mi dissero dell’incidente non volevo crederci. Che dolore. Ragazzo d’oro e di gran talento».

    Come si capisce se un giovane farà carriera?
    «Servono fisico, velocità, tecnica e soprattutto testa. Ho visto tanti perdersi perché non avevano la giusta mentalità. E ho visto altri con meno tecnica fare grandi carriere grazie al carattere».

    La scoperta di cui è più orgoglioso?
    «Ashley Cole: ha giocato più di 100 partite in nazionale, per anni è stato il più forte nel suo ruolo».

    E qualcuno simile a Brady?
    «Fabregas. E poi Wilshere: Jack è stato sfortunato con gli infortuni, ma spero torni presto al top».

    In Italia i giovani fanno fatica.
    «Il problema è che da voi chi governa il calcio non pensa al bene di questo sport ma ai suoi interessi. Io ricordo Trapattoni che nella Juve lanciò Galdersi a 17 anni: bene, dopo tre partite già faceva la differenza...».

    La Samp, invece, quest’anno sta soffrendo.
    «Lo so, i miei amici di Arenzano mi aggiornano. Spero si riprenda presto. I tifosi blucerchiati sono sempre stati caldi con me, anche quando sono andato all’Inter hanno continuato a volermi bene. Ricambio l’affetto, spero di venire presto a trovarvi».

    http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2016/02/...o_giocava.shtml
     
    .
  5.     +4   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,728
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Ieri sera presente al Ferraris

    22688427_1515813755181083_1568225554061202836_n
     
    .
  6.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    4,956
    Location
    Genova

    Status
    OFFLINE
    Grande personaggio Liam! Di un calcio che purtroppo non esiste più.
     
    .
  7.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    3,646
    Location
    GenoVa

    Status
    OFFLINE
    CITAZIONE (tequila61 @ 22/10/2017, 10:52) 
    Grande personaggio Liam! Di un calcio che purtroppo non esiste più.

    Grande! Professionista serio ed esemplare, fra tutti i ricordi, il rigore che regalava lo scudetto alla rubentus pur sapendo che sarebbe stato sotituito da platini e durante un derby fu trattenuto tante volte per la maglia da un bibino (credo un certo Corti) che ad un certo punto fece il gesto di sfilarsela per regalargliela.... :)
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    1,305

    Status
    OFFLINE
    La Sud con le bombette in testa......
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    4,956
    Location
    Genova

    Status
    OFFLINE
    Certamente nel calcio di oggi avrebbe difficoltà, perché lui giocava in modo compassato e non era rapidissimo, ma il suo lancio col contagiri, poche volte l'ho visto.
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Sospesi & Bannati
    Posts
    41,212
    Location
    Roma Nordest

    Status
    OFFLINE
    Grande Liam
     
    .
  11.     +4   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,728
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    BRADY E GLI ANNI BLUCERCHIATI: «HO RICORDI BELLISSIMI, È SEMPRE UN PIACERE TORNARE QUI»

    «Non mi commuovo spesso ma rientrare a Marassi e rivedere la Sampdoria dopo tanti anni è stata una grande emozione». Liam Brady ha rivisto Genova dopo tanto tempo e con la memoria ripercorre la sua breve ma intensa esperienza in blucerchiato. «All’inizio non fu facile accettare la cessione dalla Juventus – racconta a Samp TV l’ex fuoriclasse irlandese, 71 presenze e 6 gol doriani dal 1982 al 1984 -, ma quando incontrai il presidente Paolo Mantovani capii subito la sua ambizione. Partimmo alla grande, battendo proprio i bianconeri all’esordio, e ci togliemmo molte altre soddisfazioni. Ho ricordi bellissimi e i tifosi mi vogliono ancora bene: ecco perché è sempre un piacere tornare qui».


    Video

    http://www.sampdoria.it/brady-e-gli-anni-b...re-tornare-qui/
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fondatore
    Posts
    103,668
    Location
    Cagliari

    Status
    OFFLINE
    Arrivato nell'Estate 1982 (con Mancini e Francis), ha fatto parte di quella crescita tecnica voluta da Mantovani, che ha portato poi ai grandi successi degli anni seguenti. Per lui 71 presenze, 7 gol (4 su rigore) e 9 assist nelle due stagioni con la Samp.

    La sua storia blucerchiata: www.manicomioblucerchiato.it/willi...oria/
     
    .
26 replies since 22/8/2008, 15:00   1745 views
  Share  
.