Pietro Vierchowod (1983-1995)

difensore centrale

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    Auguri Zar.

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    Il difensore italiano più decisivo


     
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    Auguri Zar! È nato il 6 aprile anche Amedeo Carboni.
    E pure io, solo che io ero meglio di entrambi: a tavola!
     
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    "Ho appena compiuto sessant'anni, purtroppo! (ride, n.d.r.). Non ho visto la gara con la Roma, ma quel che voglio dire è che si tratta di un campionato mediocre, perché non è mai successo che una squadra, a così tante partite dalla fine, abbia più di venti punti dalla seconda. Poi tutte la compagini fino alla Sampdoria compresa possono ancora arrivare in coppa: c'è davvero un livellamento verso il basso. Mi sarei aspettato che una squadra come la Sampdoria, che ha il miglior attaccante della Serie A, fosse tra le prime, anche considerando la già citata mediocrità del campionato.

    Ieri ricordavo con Tacconi proprio il gol che gli feci in quel derby prima di Natale. Il derby è una gara strana, non sempre vince il più forte, e molto dipenderà da come si affronterà mentalmente la partita. Sulla carta comunque la Sampdoria è nettamente più forte del Genoa. Il Derby di Genova è il migliore: ne ho provati tanti, ma la tensione e il coinvolgimento di tutta la città di Genova è il massimo. La settimana prima non si pensa ad altro che a vincere il derby.

    Non so nulla su un arrivo di Vialli alla presidenza del Doria, ma magari diventasse presidente: con Vialli si tornerebbe ad un certo tipo di presidenza, di cui la storia della sampdoria ne è storicamente connottata. Quando Vialli sarà presidente tornerò a Genova".
     
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    Capitolo Sampdoria. Si parla in modo ricorrente della possibile vendita del club, con Vialli pronto a fare il Presidente. Sarebbe la cosa più giusta?

    "Spero che venga ceduta. Una squadra che ha una tradizione importante merita di più. Mi auguro che subentri Vialli, anche per i tifosi".

    https://www.calciomercato.it/news/345509/j...ante_difficolta
     
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    Pietro Vierchowod (in russo: Пётр Ивáнович Верхово́д?, traslitterato: Pëtr Ivanovič Verchovod; Calcinate, 6 aprile 1959) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, campione del mondo nel 1982 con la nazionale italiana. Ritenuto uno dei migliori difensori italiani di sempre, è stato uno dei massimi interpreti del ruolo negli anni 1980 e 1990. Il padre Ivan Lukjanovič Verchovod era un soldato dell'Armata Rossa originario di Kiev, che fu prigioniero a Bolzano, Pisa e Modena; terminata la seconda guerra mondiale si rifiutò di tornare in patria e si stabilì a Spirano, in provincia di Bergamo. Le origini ucraine hanno valso al giocatore il soprannome di Zar, un appellativo che peraltro ben si adattava alle sue doti caratteriali.

    Stopper tenace e grintoso, Vierchowod aveva nella velocità in campo aperto, retaggio di un passato nell'atletica leggera, la propria caratteristica distintiva: infatti, pur non essendo fulmineo nello scatto breve, risultava difficilmente eguagliabile sulle lunghe distanze — «facevo i cento metri in meno di 11 secondi: ero un missile» —; Enzo Bearzot lo riteneva «il difensore più rapido del mondo».

    Le principali rivalità sportive
    Nel corso della sua lunga carriera, Vierchowod si confrontò con varie generazioni di attaccanti — «ho giocato contro Boninsegna e Ševčenko» —, alcuni dei quali, ad esempio Gabriel Batistuta, Gary Lineker e Fabrizio Ravanelli, espressero giudizi lusinghieri su di lui, descrivendolo come il marcatore più difficile da affrontare. Le maggiori rivalità sportive, caratterizzate da un acceso ma leale agonismo, furono però quelle vissute con Diego Armando Maradona e Marco van Basten: l'argentino restò impressionato dalla forza fisica del difensore, tanto da ribattezzarlo Hulk; l'olandese, dal canto suo, nel 1992 manifestò il proprio disappunto per non aver mai segnato su azione contro lo Zar, un tabù peraltro sfatato il giorno successivo.

    Oltre ai succitati Maradona e van Basten, considerati da Vierchowod i più forti avversari mai incontrati, il difensore annoverò Alessandro Altobelli e Franco Selvaggi tra i giocatori capaci di metterlo maggiormente in difficoltà: il secondo, in particolare, gli diede spesso del filo da torcere in virtù della sua agilità — «mi faceva girare la testa, era imprendibile» —, tanto da segnare diverse reti contro di lui. Degna di nota fu, inoltre, la menzione di Giampaolo Montesano, funambolico centrocampista che diede a Vierchowod numerosi grattacapi a inizio carriera, quando i due si affrontarono in Serie B. Tra gli attaccanti marcati in tarda età, Vierchowod spese parole d'elogio per Ronaldo, ritenendo che il brasiliano, potenzialmente, avrebbe potuto metterlo alle strette anche se l'avesse affrontato all'apice del suo vigore fisico.

    Ispiratosi a Tarcisio Burgnich, era uno specialista della marcatura a uomo, molto temuto in tal senso dagli attaccanti avversari, ma seppe adeguarsi anche alle sopravvenute innovazioni zoniste tanto da trovare posto, seppur a fasi alterne, nella nazionale di Arrigo Sacchi. Dapprima piuttosto grezzo nel tocco di palla, grazie a una spiccata etica del lavoro riuscì ad abbinare progressivi miglioramenti sul piano tecnico e tattico alle doti innate di personalità e prestanza fisica. Sebbene non fosse particolarmente alto, riusciva a vincere la maggior parte dei contrasti aerei in virtù di una notevole elevazione e di un grande senso dell'anticipo Era inoltre avvezzo alle sortite offensive e al gol, soprattutto di testa: con 38 reti in Serie A, è nel novero dei difensori più prolifici nella storia del massimo campionato italiano. Di grande longevità sportiva, mantenne elevate prestazioni atletiche anche in età avanzata, ritirandosi a 41 anni senza aver mai accusato grossi problemi fisici, ad eccezione di tre casi di pneumotorace.

    Dopo le giovanili nello Spirano e un provino al Milan dove fu scartato, esordì nella Romanese, squadra bergamasca di Serie D, ma crebbe calcisticamente nel Como[36] con cui disputò cinque campionati ottenendo una doppia promozione dalla Serie C1 alla Serie A. Esordì nella massima serie nella stagione 1980-1981, nella sconfitta interna contro la Roma (0-1), e contribuì alla salvezza della formazione lariana.

    Acquistato nel 1981 dalla Sampdoria del presidente Paolo Mantovani, che al tempo militava in Serie B, il 15 luglio venne prestato alla Fiorentina (con cui giunge secondo in campionato dietro alla Juventus). Il 14 luglio 1982 fu nuovamente ceduto in prestito, stavolta alla Roma, e proprio coi giallorossi vinse il suo primo scudetto, nella stagione 1982-1983: membro di un reparto difensivo che aveva in Di Bartolomei, Nela e Maldera tre interpreti fortemente votati al gioco d'attacco, Vierchowod svolse un importante ruolo equilibratore, rivelandosi uno dei protagonisti dello scudetto giallorosso; l'ottimo rendimento gli valse inoltre la vittoria del Guerin d'oro.

    Dalla Roma tornò alla Sampdoria, nel frattempo salita in Serie A. Confermandosi fin dal primo anno tra i difensori più affidabili in circolazione (una giuria di esperti lo elesse miglior centrale della stagione 1983-1984), restò per dodici stagioni consecutive nella formazione più vincente della storia blucerchiata: a Genova vinse quattro Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, uno scudetto e una Supercoppa italiana, mentre gli sfuggì la Coppa dei Campioni, persa in finale a Wembley contro gli spagnoli del Barcellona. Vierchowod diventò uno dei leader e bandiera della compagine doriana, rifiutando più volte il trasferimento ad altre squadre.

    Il 16 giugno 1995, a 36 anni, si trasferì alla Juventus per 500 milioni di lire, insieme ai compagni di squadra Attilio Lombardo e Vladimir Jugović. Approdato a Torino con l'obiettivo dichiarato di vincere la Champions League, contribuì con ottime prestazioni alla conquista del trofeo, ottenuto sconfiggendo in finale gli olandesi dell'Ajax. A fine stagione, chiuso dai nuovi arrivi Montero e Iuliano, e lasciato libero dal club piemontese per ragioni anagrafiche, si accordò inizialmente col neopromosso e ambizioso Perugia di Luciano Gaucci; tuttavia, a causa di sopravvenuti dissidi con l'allenatore Giovanni Galeone, rescisse il contratto coi grifoni prima dell'inizio del campionato. Stante il sopraggiunto infortunio di Franco Baresi, il 3 settembre firmò quindi con il Milan dove rimase per una stagione, tuttavia avara di gioie.


    Il 5 settembre 1997 si accasò al Piacenza, disputandovi tre annate e contribuendo a due salvezze; segnò il gol-salvezza nella sfida all'ultima giornata contro la Salernitana, nel campionato del 1998-1999, all'età di oltre quarant'anni, rete che sancì la retrocessione della squadra campana. Degni di nota, nella stagione 1997-1998, furono i suoi duelli contro alcuni dei più temibili attaccanti della Serie A di allora: prossimo ai 39 anni, Vierchowod si prese la soddisfazione di negare il gol a molti di loro.

    Si ritirò dall'attività agonistica nel 2000, a quarantuno anni, dopo la retrocessione dei piacentini in Serie B. In tutto ha giocato in Serie A 562 partite, settimo assoluto dietro Paolo Maldini, Gianluigi Buffon, Francesco Totti, Javier Zanetti, Gianluca Pagliuca e Dino Zoff; al momento del suo ritiro, era secondo solo a Zoff per presenze nella massima serie. Avendo segnato un gol all'età di 40 anni e 47 giorni (il 23 maggio 1999 contro la Salernitana), è il terzo marcatore più anziano nella storia della Serie A, dopo Alessandro Costacurta e Silvio Piola.

    Nazionale
    Esordì in nazionale il 6 gennaio 1981 nell'incontro Paesi Bassi-Italia 1-1 a Montevideo (Uruguay) durante il Mundialito.[10] Fece parte dei 22 convocati da Enzo Bearzot per il vittorioso campionato del mondo 1982 in Spagna in cui, tuttavia, non fu mai impiegato, anche a causa di un infortunio alla caviglia.[12] Entrò quindi in pianta stabile tra gli Azzurri e disputò da titolare il campionato del mondo 1986 in Messico, dopo il quale il nuovo CT Azeglio Vicini lo escluse dalle convocazioni.

    Reduce da un periodo di ottima forma,[56] ritornò in nazionale dopo quattro anni, il 21 febbraio 1990 per un'amichevole, e venne convocato per il campionato del mondo 1990 organizzato dall'Italia, senza trovare molto spazio. Fallita la qualificazione al campionato d'Europa 1992, rimase nel gruppo anche con il CT Arrigo Sacchi, che tuttavia gli preferì spesso Alessandro Costacurta, più avvezzo ai movimenti difensivi richiesti dal tecnico. Vierchowod ottenne la sua ultima presenza il 14 aprile 1993, in una partita contro l'Estonia valida per le qualificazioni al Mondiale 1994, al quale preferirà non prendere parte, visto il ruolo di riserva prospettatogli da Sacchi: «Dissi no, perché non mi andava di sperare negli infortuni dei compagni. E pensare che poi si fece male Baresi...».

    Con l'Italia conta 45 presenze e 2 reti, l'ultima delle quali, realizzata a 33 anni, 11 mesi e 18 giorni (il 24 marzo 1993 in Italia-Malta), lo ha reso per diversi anni il marcatore più anziano nella storia della nazionale.

    Allenatore
    Il 19 dicembre 2001 ha esordito sulla panchina del Catania, in Serie C1: chiamato a sostituire Aldo Ammazzalorso. Il 22 aprile 2002 viene esonerato a due giornate dal termine, con gli etnei in zona play-off. L'11 agosto viene ingaggiato dalla Florentia Viola, nata sulle ceneri del fallimento societario della Fiorentina, per il campionato di Serie C2; il 29 ottobre viene nuovamente esonerato, dopo nove giornate, a causa dei risultati negativi ottenuti dalla squadra toscana, e sostituito da Alberto Cavasin. Il 13 settembre 2005 è stato designato come nuovo allenatore della Triestina, in Serie B, incassando il terzo esonero consecutivo il 21 novembre dello stesso anno.

    Il 13 giugno 2014, a distanza di nove anni dalla precedente esperienza in panchina, viene assunto dai magiari dell'Honvéd in sostituzione del connazionale Marco Rossi,[64] venendo poi esonerato il 6 ottobre. Il 31 maggio 2018 viene nominato allenatore della squadra albanese del Kamza.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Vierchowod
     
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    Io penso con mia estrema convinzione che sia stato il più forte stopper di tutti i tempi e di tutto il mondo. Se qualcuno si oppone, lo sfido a duello.
     
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    CITAZIONE (fralele @ 26/5/2020, 23:57) 
    Io penso con mia estrema convinzione che sia stato il più forte stopper di tutti i tempi e di tutto il mondo. Se qualcuno si oppone, lo sfido a duello.

    Secondo me lo è stato nella sua epoca, non avrei fatto a cambio assolutamente con nessuno finché è stato alla Samp. Almeno tra quelli che si vedevano in Italia, dove comunque avevamo sempre i migliori difensori. Dopo il calcio è cambiato tanto e ci sono stati altri grandi difensori centrali nella difesa ormai a zona, con marcature meno ferree.
     
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    CITAZIONE (fralele @ 26/5/2020, 23:57) 
    Io penso con mia estrema convinzione che sia stato il più forte stopper di tutti i tempi e di tutto il mondo. Se qualcuno si oppone, lo sfido a duello.

    Lo penso anche io. Poi, come tutti gli umani, aveva (molto raramente!) dei giocatori che pativa o la giornata mezza storta ma che diamine, era una forza della natura!
    E poi ti piazzava sempre qualche gol ogni campionato. Fortissimo di testa in attacco, un pelo meno in fase difensiva, velocità supersonica, forza e tempra da vendere. Un mito!
     
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  12. LCV.11
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    CITAZIONE (Tore MB @ 27/5/2020, 08:19) 
    Secondo me lo è stato nella sua epoca, non avrei fatto a cambio assolutamente con nessuno finché è stato alla Samp. Almeno tra quelli che si vedevano in Italia, dove comunque avevamo sempre i migliori difensori. Dopo il calcio è cambiato tanto e ci sono stati altri grandi difensori centrali nella difesa ormai a zona, con marcature meno ferree.

    Concordo, anche relativamente al periodo. Dopo, ci sono stati altri grandi interpreti della difesa a zona, ad esempio Alessandro Nesta.
    Comunque, in un modo o nell'altro, difensori di un valore e capacità che il calcio attuale, forse ancora nuovamente cambiato, pare faticare ad esprimere (almeno in Italia).
     
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    CITAZIONE (LCV.11 @ 27/5/2020, 09:08) 
    Comunque, in un modo o nell'altro, difensori di un valore e capacità che il calcio attuale, forse ancora nuovamente cambiato, pare faticare ad esprimere (almeno in Italia).

    Come spesso affermato dal grande Pietro, credo che sarebbe opportuno che una robusta base di marcatura a uomo fosse insegnata a tutti i difensori.
    E poi, la zona è bellissima e dà grandi vantaggi, ma in alcuni frangenti (tipo calci piazzati o calci d'angolo) a me fa una molta paura e mi pare aumenti considerevolmente i rischi.
     
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    Se penso che abbiamo perso la semifinale di Italia 90 contro l'Argentina perche' Vicini non lo schierò in marcatura su Maradona...
     
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    CITAZIONE (Samp46 @ 27/5/2020, 16:53) 
    Se penso che abbiamo perso la semifinale di Italia 90 contro l'Argentina perche' Vicini non lo schierò in marcatura su Maradona...

    In realtà non abbiamo perso, ma pareggiato prendendo gol su una errata uscita di Zenga. In nazionale spesso gli veniva preferito Ferri perché costituiva un trio ben affiatato con Zenga e Bergomi. Non c'è controprova che se avesse giocato Vierchowod avremmo vinto quella partita.
     
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