CITAZIONE (Carlo46 @ 5/2/2024, 11:55)
Provo a spiegare perchè temo, e molto, il ricorso di Vidal al tribunale di Milano.
Ci vuole un pò di pazienza nel riesaminare l'intera vicenda. Che parte nel dicembre 2020 con la costituzione del Trust che deve apportare finanza per circa 30M€ ai concordati delle aziende semifallite del romano tramite la vendita della Sampdoria. Siamo ancora in piena era Covid, Ferrero ha capito che nel medio termine la sua avventura alla Sampdoria è terminata, anche e soprattutto perchè Garrone gli ha tolto le varie fidejussioni bancarie.
Dal suo punto di vista l'ipotesi di cedere la società per una sessantina di milioni, destinandone una metà circa ai concordati e tenendone per se come mancetta gli altri non è campata per aria.
La Sampdoria dopo essere stata brillantemente salvata da Ranieri l'anno precedente sta conducendo un'ottima stagione, con molti validissimi giocatori di proprietà, che culminerà nei famosi 52 punti promessi da sir Claudio. Insomma il trust è una scommessa spregiudicata, come da personaggio, ma sostanzialmente ragionevole. Trustee viene nominato Vidal.
Passa un anno e la situazione societaria comincia seriamente a deteriorarsi, per la Sampdoria come per molte altre realtà, Ed infine a dicembre l'arresto per le questioni in giudicato a Paola.
E' il dicembre 2021 e tutto comincia veramente a precipitare, a Ferrero succede un CdA di emergenza, che per molti, troppi mesi, si comporta come se un nuovo acquirente fosse alle porte, scelte scellerate (rinnovo contrattuale a Conti esempio emblematico) traghettano la Sampdoria verso il baratro. Intanto Vidal giochicchia con interessati in data room del trust, ma sostanzialmente si fa strada un'amara realtà: nessuno verserà mai quesi famosi 30M€ al trust, men che meno ce ne saranno altrettanti per il mentore della porcheria, l'esimio borgataro.
Quindi non solo la Sampdoria ed i suoi tifosi, ma anche lo stesso nano sono ora prigionieri di questo meccanismo: eh si, progionieri perchè i vari concordati sono stati approvati dal Tribunale di Roma sul presupposto della finanza apportata dal Trust, non si scherza.
La situazione tracolla, il CdA chiede continue ricapitalizzazioni che a più riprese il romano non è in grado, nè desidera, onorare. Il fallimento comincia a configurarsi come ineludibile e sinora nessun reale acquirente, pagliacci e communicated a parte, è alle porte.
Si avvia finalmente la procedura di composizione negoziata dei debiti, ed appare un primo serio investitore, Barnaba. Costui, supportato dalla spada vendicatrice di Garrone che vuole punire Ferrero (cosa sia accaduto negli anni fra i due è ignoto ma sicuramente argomento scottante), vuole azzerare il capitale, qualsiasi ne siano le conseguenze, e procedere ad una immediata ricapitalizzazione. Non sapremo mai come sarebbe andata a finire, fatto certo è che Barnaba e soci occulti non voglio minimamente considerare il trust, il trustee e men che meno il borgataro.
Zero trattative su tutti i fronti.
Finalmente verso la fine di maggio si inserisce subitaneamente la coppia Radrizzani/Manfredi che, come ci spiegherà quest'ultimo molti mesi dopo, era in realtà Manfredi/Radrizzani sin dall'inizio.
Grande novità: sono disposti a trattare con Ferrero. Non ad onorare il trust, non ne parleranno mai nemmeno.
Il romano, che è un delinquente ma è scaltro, annusa la possibilità di raccimolare comunque qualche milioncino e chi se ne frega del trust, dei creditori, del trustee che ormai sono tagliati fuori.
Acconsente, finalmente, alla ricapitalizzazione dei nuovi soci. Attenzione al passaggio: non vende niente delle sue quote, semplicemente dietro a qualche promessa compensatoria, concede le ricapitalizzazioni altrui che nel tempo andranno a diluire la sua quota societaria. Un addio fluido insomma, ben remunerato per quella che può essere ormai nel 2023 la realtà del momento, ben diversa da quella intravvista e sognata tre anni prima.
E Vidal? Ed il trust? E i creditori? Tutto tace, sembrano scomparsi. Ma c'è un Tribunale di Roma di mezzo, non dimentichiamolo.
Luglio 2023. Qualcosa da subito si incrina fra Ferrero e RadMan, forse una prima rata della mancetta promessa non corrisposta, chissà.
Ricorso al Tribunale di Genova del romano, con argomentazioni oggettivamente risibili (non ero in me, ho firmato sotto minacce, idiozie del genere), ovviamente respinto al mittente.
Nel frattempo la nuova società, fra sparizione di Radrizzani e presa progressiva del potere di Manfredi, onora tutti gli impegni assunti con il Tribunale di Genova.
E Vidal? Ed il trust? E i creditori? Tutto tace, sembrano ancora scomparsi.
Gennaio 2024. Vidal annuncia un ricorso al Tribunale di Milano per annullare il trasferimento delle quote societaria da Sport Spettacolo Holding a Blucerchiati.
Attenzione: agisce non per conto di Ferrero, ma in qualità di Trustee del Trust. Che è ancora in auge e lui dovrebbe annullare in quanto è ormai impossibile che apporti anche un solo centesimo ai concordati. Eppure la società è passata di mano, come spiegarlo al Tribunale di Roma ed ai creditori? E' evidente che Vidal è ora esposto a ricorsi giudiziari nei suoi stessi confronti da parte della moltitudine di creditori del nanetto, senza contare azioni giuridiche nei suoi confronti da parte del Tribunale di Roma stesso, anche forse con accuse gravi tipo collusione.
Cerca ovviamente di difendersi e si rivolge al Tribunale di Milano. Che non è Genova.
Ma che soprattutto, sarà chiamato a pronunciarsi sostanzialmente in difesa, apparente o sostanziale cambia poco, di centinaia di creditori del romano che si ritengono defraudati da quanto accaduto. Diversamente dal Tribunale di Genova ove la controparte era un manigoldo che sosteneva tesi sconclusionate.
Ecco perchè temo molto questo ricorso e tirerò un grande sospiro di sollievo il 28 febbraio se il Tribunale non giudicherà necessario il sequestro cautelativo delle azioni, cosa che ahimè ritengo plausibile nello scenario descritto.
E, da ultimo, attenzione perchè secondo me Vidal non si fermerà neppure se un accordo transattivo dovesse intervenire fra Manfredi e Ferrero. Perchè sono i creditori ed il Tribunale di Roma, e non più il suo antico padrone, a fiatargli sul collo.