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Giacomo Calò sfida il suo passato. Il centrocampista triestino domenica si ritroverà di fronte il club con il quale ha concluso il suo percorso giovanile ed è approdato tra i grandi. Da quando ha lasciato la Sampdoria, il calciatore ha compiuto varie esperienze tra Serie C e Serie B. I blucerchiati restano comunque la sua prima casa a certi livelli. Con il club doriano non è però mai riuscito a debuttare in Serie A. Nel 2016 si è affacciato in panchina per due volte, in trasferta, al termine della stagione. Convocato da Vincenzo Montella, contro Palermo e Juventus, tuttavia, non è riuscito a provare la gioia del debutto nella massima serie. È il suo piccolo rammarico in una carriera decollata proprio nel momento in cui la Sampdoria lo ha posto fuori dai suoi progetti. I blucerchiati, infatti, nel campionato successivo lo hanno girato in prestito in Serie C, al Pontedera. E con la compagine toscana, tra i 19 e 20 anni, il play triestino ha accumulato 33 presenze tra campionato, Coppa Italia e Coppa Italia di Lega Pro. A quel punto, il suo percorso ha preso un nuovo indirizzo perché l’anno successivo è ripartito a titolo definitivo dalla Juve Stabia, con cui nel primo campionato ha incontrato qualche difficoltà, partendo molto spesso dalla panchina. Qui, comunque, ha incontrato Caserta, un po’ l’uomo della provvidenza nella sua parabola calcistica. Dopo un primo torneo di apprendistato, il giocatore è diventato nevralgico nel progetto tattico dell’allenatore di Melito Porto Salvo e i due, insieme, hanno centrato la promozione in Serie B nel torneo successivo. Come allora, pure in questo avvio di stagione, il tecnico reggino ha rilanciato le quotazioni di Calò dopo una stagione in cui le sue prestazioni hanno risentito di una preparazione inadeguata. Ora, con Caserta, è tornato ad essere universale, ricamando la manovra, sfruttando i suoi velenosi calci piazzati, ma contribuendo anche al lavoro sporco.
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