Precedenti tra Sampdoria ed Hellas Verona

Un po' di storia, va', in attesa delle decisioni supreme di domani e, perchè no, anche del cda odierno.
Visto che qui si arriva a ventanni fa, mi piace tornare indietro di cinquantadue anni quando molti di voi, e beati voi, non eravate neppure nei più bei sogni dei vostri genitori.
Era il 1968, tornati in A da appena due anni dopo una ingiusta retrocessione (ma quale mai sarà una retrocessione giusta per un qualsiasi supporter?) *
Era un freddo pomeriggio di dicembre, con una pioggia torrenziale; al giorno d'oggi sarebbe partita sicuramente un'allerta di colore cupo, ma il campo di quel tempo era tutta un'altra cosa con la sua schiena d'asino e tutto il resto. Comunque si inzuppò ben bene, ma la partita si disputò ugualmente. Pronti via e lo spilungone Traspedini ci infilò la prima volta; alla mezzora arrivò il due a zero, non ricordo chi segnò. Primo tempo 2 a 0 per loro. Era la Sampdoria di quei tempi senza tante aspirazioni, ma con la sua maglia e calzettoni magici, che erano la nostra ricetta per la gloria. Avevamo giocatori che per noi erano idoli, ma che per la maggor parte, nelle altre squadre, sarebbero stati riserve. Quel giorno tutto lo stadio era animato da una forza d'animo incredibile, aveva tanta voglia insomma, e la trasmise ai giocatori. Vieri, il destro che giocava come un mancino (raramente ne ho rivisto uno con un tale estro) salì in cattedra su quel terreno impossibile e non ce ne fu più per nessuno. Trascinò i nostri ragazzi, Ermanno una forza della natura con le sue sgroppate sulla fascia destra, il colletto della casacca che si alzava e i suoi cross perfetti al centro dell'area, Salvi con le sue giocate di classe, Guidone con la sua potenza a guidare la difesa e a spingersi in avanti, il maestro Frustalupi in regia, perfino un bibino a darci una mano, e tutti gli altri sarebbero da nominare, alla fine avvenne il miracolo. Prima Cristin, poi Vincenzi raggiunse il pareggio e quando ormai stava per arrivare il novantesimo ( allora gli arbitri davano un recupero dai cinque ai dieci secondi) Mario Frustalupi segnò il goal della vittoria. Per noi, abituati a vittorie striminzite e senza sussulti particolari, quello fu un giorno di gloria. A ripensarci mi vengono ancora i brividi. Ricordo ancora i nostri ragazzi all'uscita da un campo che era ormai diventato un pantano, fradici e segnati dal fango, che avevano rinverdito l'immagine degli angeli dalla faccia sporca della nazionale italiana. Un pomeriggio indimenticabile e che mi viene in mente ancora adesso ogni volta che incontriamo il Verona qui. In piccolo, ma molto in piccolo ieri c'è stato un replay e senza l'aiuto del pubblico. Per questo il 2 a 1 di ieri è da tenere nella massima considerazione.
Ecco di fronte a questi ricordi, se penso alle ultime esternazioni di agnelli, mi viene voglia di prendere una mazza da baseball e spaccare tutto.
Ma come è bello essere Sampdoriani?




*La retrocessione del 1966 fu davvero ingiusta.