Violenza ultras: un "cancro" per il calcio

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  1. Tore MB
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    Ragazzi, scriverò cose paradossali, ma leggendo su vari forum (uno su tutti quello di GradinataSud.it) di varie squadre e relativi movimenti Ultras, sono rimasto veramente allibito di come la pensa certa gente. E' evidente che in ognuno di questi gruppi c'è della merda e che in generale chi sta dentro al gruppo non denuncerà mai chi fa casino.

    Per questo, vi pongo una domanda. Il calcio non starebbe meglio senza questa gente che incita la squadra, la segue in trasferta e spende soldi, ma che da un momento all'altro è pronta a fare scontri distruzione di cose pubbliche (stadi, treni, autogrill) e giustifica tutte queste cose con la "mentalità da Ultras"?


    http://it.wikipedia.org/wiki/Ultras

    ...hanno un proprio sistema di valori e una propria ritualità, oltre ad un peculiare modo di vivere lo stadio che non è lo stesso del tifoso comune. In tal senso possono essere intesi il tifo protratto per 90 minuti, la costante presenza al seguito della squadra anche nelle trasferte più lontane, l'utilizzo della violenza contro le tifoserie rivali e l'accettazione di essa anche da parte degli individui meno belligeranti...

    image


    Ed al riguardo ho appena trovato questo articolo che condivido pienamente:

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...zione=&sezione=

    Fare sipario questa volta non è uno scherzo. Se per la prima volta ti chiedi se e quando sarà il caso di riaprirlo. Riaprirlo su cosa? Il cadavere del poliziotto ucciso a Catania è lì a testimoniare che lo spettacolo è altrove. La bomba carta è l'evoluzione criminale del razzo che uccide Paparelli all'Olimpico nel 1979. Quella traiettoria da curva a curva ci ha messo quasi trent'anni per arrivare al punto di non ritorno. Nominare il cuore del problema, è questa la prima chirurgia.

    Il cuore del problema è il tifo organizzato. Dalla metà degli anni 70 a oggi gli stadi italiani sono finiti sotto il controllo dei movimenti ultras. Riserve extraterritoriali dove funziona solo la legge del branco. Entrano allora nelle curve le prime pistole lanciarazzi, i primi fumogeni, petardi, slogan e striscioni violenti. Un'escalation. Trent'anni d'immagini livide, ansiogene, malate, stadi e dintorni degradati a luoghi di desolazione, fisicamente e psicologicamente stuprati. La pazzia non è che questo accada, la pazzia è che a questo non si sia mai data una risposta.

    Tra qualche decennio riguarderemo chissà da dove con grande imbarazzo a questa nostra ignavia. Il modello ultras si è trasformato negli anni. Un mondo complesso che non si può liquidare con l'esecrazione o la fobia, dove l'utopia dell'appartenenza fa miscela con il disagio della marginalità. Degenerando nella collusione politica, diventando in qualche caso lobby economica. Tiene in ostaggio le società, minaccia i giocatori. L'utopia diventa minoritaria, l'odio si sposta dal tifoso della parte avversa al poliziotto.

    S’infiltrano sempre più soggetti deviati, cani sciolti, teste matte. Il poliziotto non è un uomo, è un'uniforme, l'agghiacciante teorema. L'appello è rivolto ai soggetti sani del movimento ultras. Ci sono. Esistono. Abbiamo premiato spesso le loro iniziative sociali. Non lasciate che lo Stato, fin qui incapace di dare una risposta politica, ancora oggi così miope da credere che il problema sia quello di abbassare i toni o costruire stadi sicuri, ceda per impotenza alla tentazione della risposta drastica.

    Voi, capi ultras, se ancora avete un qualche ascendente sulla vostra gente, fatelo valere. Non rischiate di diventare i cattivi maestri della violenza trasferita dalla politica al calcio. Rinunciate alla vostra soggettività, alla vostra missione, il mondo non vi capisce, non vi distingue. Il portatore sano di un virus letale che minaccia la comunità intera sa qual è il suo dovere. Sacrificare se stesso. Un atto di responsabilità. Scioglietevi. Tutti. Da Bolzano a Trapani.

    Sciogliete con una pubblica, straordinaria iniziativa il tifo organizzato. Restituite gli stadi alla gente, alle famiglie, tornate voi stessi allo stadio con le vostre mogli e i vostri figli. L'utopia ultras ha fallito, prendetene atto, non ha saputo controllare le sue deviazioni peggiori. Sostituitela con l'utopia dello stadio in festa. La potete ritrovare nei filmati degli anni 60, negli stadi inglesi, spagnoli e tedeschi di oggi.

    Giancarlo Dotto (La Stampa)

    Edited by Tore* - 4/2/2007, 23:58
     
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