Giovanni Milanesi (1983-1985)

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    volti e risvolti del calcio che fu....

    Gli occhi belli li ha e viene da Forlì ma non e' l' Eulalia Torricelli, bensì Giovanni Milanesi classe 1966 ed ex speranza del nostro calcio che oggi fa' il geometra per il comune forlivese.
    Di lui negli almanacchi troverete poco e niente, un paio di panchine in serie A con la maglia blucerchiata, un altro paio di presenze nella trionfale (per la Sampdoria) Coppa Italia edizione 1984/'85, una presenza in serie B nel Bologna del sor Carletto Mazzone e nove gare in C2 nella squadra della sua citta'. La sua e' la storia di tanti ragazzi che, vuoi per un motivo vuoi per un altro non sono riusciti ad emergere nel calcio dei grandi, sono arrivati ad un passo..l' hanno accarezzato e poi sono finiti in mondi completamente differenti.
    Lo disturbo un Sabato mattina, lui, avvisato telefonicamente la sera prima, aspetta la mia chiamata..io tra il ritiro delle nuove porte per la casa e l'acquisto di materiale edile di vario genere mi ritaglio una mezz'oretta per parlare del calcio che fu indossando le cuffie e litigando con semafori e segnaletica stradale in genere!
    Il telefono suona, io freno e il Milanesi risponde :
    Io : " Buongiorno Giovanni, eccomi pronto a torturarti con una sfilza di curiosita'.."
    G : " Ci sono, comincia pure eh eh...rispondero' a tutto!"
    Io : " Andiamo all'inizio, come comincia l'avventura tra te ed il pallone?"
    G : " Ho cominciato negli esordienti in una piccola societa' di Forlì, poi dopo tre anni sono passato nel settore giovanile del Forlì ed ho fatto tutta la trafila fino ad arrivare alla prima squadra."
    Io : " E lì arriva l'esordio nella vecchia C1..."
    G : " Esatto, quella partita fu' vista dal grande Paolo Borea che lavorava gia' alla Sampdoria, giocai alla grande ed al termine della stessa lui ando' dal mio presidente, il mitico "Vulcano" Bianchi, e gli comunico' la volonta' di portarmi nella primavera blucerchiata."
    Io : " Non male come inizio, la squadra era forte e poteva contare su calibri come Della Monica, Schincaglia, Deogratias ecc. ma retrocesse in C2...come mai?"
    G : " Mah non saprei, diciamo che forse non c'era l'ambiente ideale e tutto ci giro' storto...c'era pure Galdiolo a fine carriera, Gabriele Pin e il figlio di Chinesinho, non eravamo niente male."
    Io : " Hai detto Chinesinho e ti chiedo la prima curiosita', era bravo oppure era lì solo per il cognome?"
    G : " No no, credimi era davvero forte..aveva dei numeri fuori dal comune e pure una gran corsa, alternava prestazioni maiuscole ad altre in cui risultava avulso dal gioco"
    Io : " Pero' si e' perso..."
    G : " Be', diciamo che non conduceva proprio una vita da atleta..genio e sregolatezza eh eh. Ho comunque di lui un ottimo ricordo, un gran simpaticone."
    Io : " Da Forlì arrivi a Genova, i primi ricordi?"
    G : " Indelebili, mi ricordo quando per la prima volta mi trovai sotto la sede della Sampdoria al fianco di Brady, Francis, Scanziani..calciatori veri, un' emozione fantastica!"
    Io : " E così ha il via l'avventura con la primavera di un certo Marcello Lippi, che tipo era?"
    G : " Era gia' molto carismatico, aveva la stoffa del grande..durissimo con noi giocatori ma molto leale, e poi ti diceva chiaro in faccia quello che doveva, fossero complimenti per la prestazione o rimproveri. Inoltre tatticamente era gia' all'avanguardia..."
    Io : " Sentiamo..."
    G : " Ci faceva fare degli schemi talmente difficili che a volte eravamo obbligati ad ammettere di non riuscire a capirli, secondo me era un passo avanti a tanti colleghi di serie A; inoltre teneva tantissimo alla disciplina e veniva pure a Pieve Ligure di sera per verificare che alle 22 fossimo in hotel."
    Io : " Bè, in mano aveva una squadra di ottimi elementi, Ganz, Zanutta, Buda, Gambaro...tutti che hanno fatto i professionisti.."
    G : " Gia' la squadra era composta da ottimi giocatori, e poi eravamo proprio un bel gruppo."
    Io " C'era pure un certo Stefano Del Piero..."
    G : " Il fratello di Alex, con lui avevo instaurato un ottimo rapporto era un bravissimo ragazzo..pensa che quando veniva giu' la famiglia portavano il piccolo Alessandro e noi lo facevamo giocare eh eh...era un bambino, chi lo poteva sapere che sarebbe divenuto un fenomeno..."
    Io " Intanto mister Ulivieri ti porta in panchina a Catania...primo contatto con la serie A, che ricordi?"
    G : " Mi pare finì 1-1 con gol di Mancini per noi e Pedrinho per loro, il campo versava in condizioni pietose..praticamente sembrava un orto, non si stava in piedi; di quel giorno ricordo uno scambio di parole nel tunnel col Patron Massimino, fu' molto simpatico."
    Io : " Un mese dopo arriva una panchina prestigiosa, al "Comunale" di Torino Juventus - Sampdoria 1-2"
    G : " Uno dei giorni piu' belli della mia vita, quella Domenica Mancini fece il diavolo a quattro, era incontenibile. E poi, pur non giocando mi tocco' il premio partita di un milione eh eh, mica poco.."
    Io : " Ulivieri come lo ricordi?"
    G : " Un tecnico preparatissimo e che teneva in modo maniacale all' educazione, guardava molto se lo salutavi e se conducevi una vita da atleta; molto serio e grandissimo intenditore di calcio, non maniaco degli schemi."
    Io : " Un aneddoto?"
    G : " La vigilia della partita con la Juventus, ero in camera con Luca Pellegrini e lui venne a spiegargli come marcare Tardelli che rientrava da un infortunio, fu' quasi maniacale..gli spiego' ogni minimo dettaglio e gli ordino' di non superare la meta' campo; Luca obbedì e infatti vincemmo noi."
    Io : " Il tuo rapporto con i senatori? Vierchowod, Chiorri ecc. erano abbastanza carismatici.."
    G : " Mi volevano tutti bene ero un buono, mi facevo voler bene, scherzavano ma con molto rispetto. Mi aveva preso in simpatia Marocchino, il quale mi spiegava i movimenti e un sacco di trucchi; ma pure Mancini e Pari avevano un occhio di riguardo per noi giovani."
    Io : " E il "Marziano" Chiorri ?"
    G : " Genio e sregolatezza, purtroppo era chiuso da Mancini e Zanone e non gioco' molto."
    Io : " Chiusa la parentesi del primo anno arriva Bersellini per la tua seconda stagione blucerchiata, che tecnico era?"
    G : " Un vero sergente di ferro! Preparatissimo e molto esigente, un tecnico vecchio stampo di cui ho un ottimo ricordo."
    Io : " Per te nel secondo anno zero convocazioni in campionato ma due presenze nella vittoriosa edizione della Coppa Italia"
    G : " Eh già, la Coppa italia fu un' emozione fortissima..l'esordio al "Via del Mare" di Lecce stupendo, sfiorai la rete con un tiro da fuori che si alzo' di poco sopra la traversa; l' altro scampolo lo giocai al "Ferraris" contro la Cavese, gara vinta agevolmente per 8-1"
    Io : " La senti anche tua quella coppa?"
    G " Certamente, il mio piccolo contributo l'ho dato eh eh, la ritengo un poco anche mia.."
    Io : " Anno nuovo e destinazione Bologna in serie B, agli ordini di un guru come Mazzone..come ci arrivi?"
    G : " Mi mandarono lì per maturare, avevo bisogno di giocare con continuità per poter crescere.."
    Io : " Pero' a fine anno conti solo una presenza ed una quindicina di panchine, come mai?"
    G : " Effettivamente era una grossa squadra, Marocchino, De Vecchi, Sorbi e Nicolini non erano semplici comparse..ed io, devo ammetterlo, ero troppo "buono"..mi mancava la cattiveria che a quell'eta' aiuta ad emergere; pensa che in allenamento Ottoni e Pradella mi facevano entrate al limite proprio per tirarmi fuori il carattere.."
    Io : " 13/04/1986 Bologna-Triestina 1-0 e tu entri nel finale per Marocchino, ricordi?"
    G : " Una grossa emozione, anche per poco entrare al "Dall'Ara" e' stato qualcosa di davvero speciale"
    Io : " E Mazzone che tipo era? "
    G : " Un lavoratore pazzesco, conosceva tutto di tutti e pretendeva il massimo da ognuno di noi; e poi ti metteva addosso una carica incredibile.."
    Io : " Ti aspettavi di più dalla stagione bolognese?"
    G : " Devo dire di sì, pensavo potesse essere un buon trampolino di lancio ed invece.."
    Io : " E così nell'anno nuovo te ne torni nella tua Forlì in C2.."
    G : " Esattamente, tornai a casa pensando di poter risalire velocemente le categorie, invece ando' tutto malissimo.."
    Io : " Raccontaci.."
    G : " Incontrai un allenatore di stampo "Sacchiano" che metteva in atto un gioco basato esclusivamente sul massacro fisico, corsa, corsa e ancora corsa; non mi trovai da subito e così passai l'anno tra acciacchi e tribune totalizzando solamente 9 presenze.."
    Io : " Che contribuirono a farti decidere di smettere immagino.."
    G : " La voglia di giocare mi era davvero passata, non mi divertivo più e molto onestamente non ero tagliato per poter affrontare una carriera interamente svolta nelle serie inferiori."
    Io : " volevi il massimo?"
    G : " Bè, avevo toccato la serie A, non nascondo che in qualcosa di più speravo davvero.."
    Io : " Cosa ti e' mancato per diventare un calciatore da A ? "
    G : " Come dicevo prima ero un buono, poco cattivo in un gioco dove la cattiveria agonistica e' molto importante; e poi qualche acciacco al momento sbagliato come quando ero alla Samp..."
    Io : " Comunque qualche bel ricordo lo hai messo da parte; il piu' bello?"
    G : " I vari esordi sicuramente, ma pure la vittoria a Torino contro la Juve...vissuta in panchina, ma per me che da bambino ero juventino fù stupendo!"
    Io : " Domande finali, il giocatore più forte che hai visto?"
    G : " Sicuramente Roberto Mancini, quando era in giornata vinceva le partite da solo."
    Io : " Ed invece il compagno che poteva essere un campione e non lo e' stato?"
    G : " Te ne dico due, il primo Gazzaneo e' Gazzaneo con cui ho giocato a Bologna, poteva fare molto di più; l'altro e' un mio ex compagno della Samp, Roberto Groppi, davvero un motorino che non ha avuto fortuna."
    Io : " Oggi segui ancora il calcio?"
    G : " Si, ma molto marginalmente.."
    Io " E che cosa fai?"
    G : " Lavoro presso il comune di Forlì come responsabile alla viabilita',aiuto mia moglie che ha aperto una lavanderia in città ed ho ottenuto negli anni la laurea in archeologia, una passione che ho sempre coltivato, ecco..questa e' un'altra grossa soddisfazione!".
    Io : " Bravo Giovanni, e grazie davvero..è stata una piacevolissima chiacchierata."
    G : " Grazie a te, mi hai fatto rivivere un periodo bellissimo della mia vita."
    Giovanni Milanesi, una delle tante meteore del firmamento calcistico nazionale che può vantarsi di aver lavorato con Lippi, Mazzone, Ulivieri e Mancini..mica male no?

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    Edited by Tore MB - 6/6/2020, 22:34
     
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    Pazzesco, dopo Samp e Bologna si ritirò a soli venti anni dopo una stagione al Forlì in C2.
     
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