Hans Peter Briegel (1986-1988)

Esterno sinistro

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  1. sampdoria olè
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    Tecnica quasi zero, grezzo, rude, scoordinato, ma muscoli e quantità fuori dal comune. E’ così che si presenta il diciassettenne Hans Peter Briegel al suo primo provino calcistico con la squadra tedesca dilettantistica del Rodenbach, un paesino a 10 chilometri da Kaiserslautern dove Briegel nasce l’ 11 Ottobre 1955. La sua è una famiglia di agricoltori e fin da piccolo è abituato a correre e saltare nei campi della fattoria di famiglia. Forse è per questo che lo sport a cui si dedica in gioventù non è il calcio ma l’ atletica leggera, con discreti risultati a livello giovanile. La sua specialità è il salto in lungo dove ottiene un record personale di 7 metri e 48 cm ma non se la cava male nemmeno nella velocità dove riesce a fare i cento metri in 10 secondi e 8 decimi.

    Vince 8 titoli tedeschi da juniores, quindi passa al decathlon, riuscendo a vincere la medaglia d’ argento sempre nel campionato juniores. Ad Hans Peter però piace anche il calcio. Abita vicino a Kaiserslautern e quindi il Sabato si reca sempre in città per seguire la squadra locale che gioca nella “Bundesliga”. A 17 anni decide così che il pallone, con meno sacrifici e meno allenamenti è piu’ conveniente da praticare rispetto all’ atletica. I primi a credere nel Briegel calciatore sono i dilettanti del Rodenbach. Squadra nella quale mette subito in mostra una potenza ed una velocità fuori dal comune. Tecnicamente lascia molto a desiderare ma il resto è sufficiente per fargli segnare da centravanti o da ala sinistra una caterva di gol. Dopo tre anni di militanza nel Rodenbach si accorge di lui il Kaiserslautern che nel 1975 lo acquista per circa sei milioni di vecchi lire. Il giovanotto dalla mole imponente (1,87 per 92 chili) non piace per nulla ai tifosi che per le sue caratteristiche lo soprannominano “il Gorilla”, con tanto di cori offensivi: “Vai fuori, gorilla, torna ad arare i campi”. Fino a quando il 20 Ottobre 1976 dopo una gara di coppa uefa contro il Feyenoord, realizza una doppietta, diventando l’ idolo della curva. Nove le stagioni da titolare con i tedeschi con un bottino di 240 partite e 47 reti in campionato (13 solo nella Bundesliga 1981-82). Stagioni grazie alle quali diventa anche punto fermo della nazionale tedesca, dove esordisce il 17 Ottobre 1979 in Germania - Galles 5-1, sostituendo Rummenigge e con la quale ottiene la consacrazione internazionale nell’ estate 1980 con i campionati europei in Italia. Il tecnico Derwall lo utilizza da centrocampista alle spalle di Hansi Muller e Schuster. Scelta che si rivela azzeccata con i tedeschi che, anche grazie alla sua potenza e alla sua velocità, vincono il trofeo continentale battendo, nella finale di Roma, il Belgio per 2-1.

    Divenuto oramai un campione affermato nel 1984 Briegel si trasferisce in Italia: è il Verona di Bagnoli a volerlo e il buon Peter, entusiasta della possibilità, accetta senza indugio. Anche qui l’ accoglienza, soprattutto da parte della stampa, non è delle migliori, convinti che quell’ “omone” non potesse offrire molto di più di una sgraziata prestanza fisica. Giudizi ancora una volta quanto mai affrettati e ribaltati completamente quando alla fine del campionato 1984-85 il Verona conquista uno scudetto tutt’ altro che annunciato con Briegel trascinatore principe della squadra; mister Bagnoli lo utilizza costantemente come mediano e lui ripaga la fiducia offrendo un rendimento costante. Nelle prime 11 giornate la sua media voto è altissima: 6,91. Alla fine saranno 27 le sue presenze con ben nove gol all’ attivo (fa meglio solo il centravanti Galderisi con 11) alcuni dei quali pesantissimi. Il tedesco trascorsa un’ altra stagione in riva all’ Adige (28 presenze e 3 gol), nell’ estate del 1986 si trasferisce alla Sampdoria, squadra in cui milita per due stagioni (1986-87, 1987-88) e con la quale vince una Coppa Italia nel 1988, anno in cui lascia l’ Italia e la Sampdoria (si dice per dissapori con i due “gemelli del gol” Vialli e Mancini) decidendo di abbandonare definitivamente il calcio giocato. Intrapresa la carriera di allenatore (Besiktas 1999-2000, Trabznospor 2001-2002, Albania 2002-2004), Briegel è attualmente commissario tecnico del Bahrain. Ancora oggi è uno dei giocatori piu’ amati dalla tifoseria gialloblù, tanto da essere coronato in un recente sondaggio miglior centrocampista del secolo dell’ Hellas Verona.

    Edited by sampdoria olè - 11/2/2008, 11:43
     
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  2. fabbriz
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    Ci vorrebbe adesso al posto di Pieri uno così....
     
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    CITAZIONE (fabbriz @ 1/2/2008, 19:29)
    Ci vorrebbe adesso al posto di Pieri uno così....

    Ehehehehe, uno così sulla fascia lo trovi difficilmente... oggi giocherebbe sicuramente in una grandissima squadra.
     
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  4. Duncandg
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    mi ricordo poco di Briegel
    a parte che dopo di lui e Carboni per anni non abbiamo avuto un terzino sinistro decente
     
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  5. hellasalcool
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    ehmbe approposito di religione assieme a zigoni e elkjaer forma la trinita' pagana dei tifosi dell'Hellas Verona
     
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  6. Sol_3_7
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    Giu' il cappello davanti all'aratro della fascia sinistra....dove passava lui non cresceva piu' l'erba. In un Sampdoria - Milan del 1986/87 recupero infrasettimanale per gara sospesa per infortunio dell'arbitro di domenica, e vinta dalla Samp per 3-0, dimostrò uno strapotere fisico tale da spaventare gli avversari che si trovava davanti. Uno cosi', sulla fascia mancina, in 20 anni non lo abbiamo ancora visto......
     
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  7. only samp in europe
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    CITAZIONE (Sol_3_7 @ 9/10/2008, 01:01)
    Giu' il cappello davanti all'aratro della fascia sinistra....dove passava lui non cresceva piu' l'erba. In un Sampdoria - Milan del 1986/87 recupero infrasettimanale per gara sospesa per infortunio dell'arbitro di domenica, e vinta dalla Samp per 3-0, dimostrò uno strapotere fisico tale da spaventare gli avversari che si trovava davanti. Uno cosi', sulla fascia mancina, in 20 anni non lo abbiamo ancora visto......

    quotone !! :ok: :ok:
     
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  8. HOLMES14
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    Me lo ricordo quando segnò al Napoli nella prima partita che Maradona giocava in Italia ( era ancora nell'Hellas), aveva quasi sempre i calzettoni abbassati e senza parastinchi , dotato di una buona tecnica , dinamico nonostante la stazza e non eccedeva ( come succede a tanti suoi successori di ruolo oggi) in interventi particolarmente fallosi e cattivi da rosso diretto ,per fermare l'avversario di turno. Pochi come lui .
     
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7 replies since 1/2/2008, 03:54   3329 views
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