Franco Caccia (1979/1980)

centrocampista

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    A un passo dal mito: chi inventò la trivela? Sua maestà Franco Caccia

    L'avvento di Sua Maestà Franco Caccia a Messina è paragonabile, fatte le debite proporzioni, a quello di Maradona a Napoli.
    Un arrivo in sordina in riva allo Stretto a 31 anni nel 1983/84 proveniente dalla Sambenedettese. Un giocatore che si presentò al tecnico Spelta in notevole sovrappeso e oggettivamente demotivato, migliorò un po con il sergente di ferro Seghedoni ma la sua prima annata fu oggettivamente molto deludente e sembrava che la sua storia in giallorosso fosse finita la.

    Era l'ultimo anno di Alfano presidente, la società Acr entrò in crisi e la rilevò uno sconosciuto catanese fratello del famoso Angelo, storico presidente del Catania: Turi Massimino.

    La prima scelta del pittoresco presidente fu Franco Scoglio, bizzarro personaggio che aveva fatto molto bene ad Agrigento e che a Messina, nel suo primo passaggio, non entusiasmò.

    Nessuno nella città peloritana immaginava che dalle macerie della vecchia gestione sarebbe nato un ciclo formato da uomini prima che calciatori, plasmato dal tecnico "liparoto" (come amava definirsi) che ben presto sarebbe diventato famoso come "il professore".

    Scoglio portò da Agrigento due giocatori: Romolo Rossi e Beppe Catalano. Il primo era una forza della natura e divenne ben presto idolo della curva Sud, il secondo era un fine dicitore discontinuo con un grande futuro dietro le spalle in Serie A a Pistoia.

    Divennero le colonne, con i vari Napoli, Bellopede, Mancuso e Schillaci, di quella stagione del riscatto.

    La filosofia carismatica dei professore Scoglio vedeva nei calci da fermo, schematicamente provati centinaia di volte, una opportunità unica per vincere le partite: le famose palle inattive di cui si parla tutt'oggi.

    Caccia sembrava destinato a un mesto addio, ma il tecnico eoliano si oppose alla sua cessione all'Ancona e, innamorato di quel sinistro fatato e del suo dribbling ubriacante lo fece rimanere.

    Dopo una tremenda dieta dimagrante e allenamenti sfiancanti, Caccia si presentò nel 1984/85 in gran forma. Mai aveva giocato così bene nella sua carriera e forse, se avesse conosciuto il Professore prima, avrebbe avuto una carriera completamente diversa.

    I suoi doppi passi, punizioni imprevedibili e i calci piazzati di esterno sinistro (la prima trivela della storia) divennero una manna per i compagni che sfiorarono la promozione in B al primo anno (beffati da Palermo e Catanzaro, vere corazzate dell'epoca), e la centrarono nella seconda stagione.

    La cadetteria ripresa sul campo purtroppo fu vanificata da una assurda squalifica per calcio scommesse nel 1986. Caccia era in ritiro a Città della Pieve quando scoppiò lo scandalo che portò alla squalifica e alla fine di un sogno (5 anni di stop e fine carriera).

    Franco Caccia rifiutò la combine ma fu messo in una centrifuga mediatica tale da essere comunque condannato. Ma a Messina nessuno ha mai dubitato di lui.

    La sua andatura caracollante, i suoi calzoncini abbassati e le botte prese, e quel sinistro regale portarono tantissimi punti e gioie a i tifosi che affollavano all'epoca il "Giovanni Celeste" di Messina.

    Nato a Gandino (provincia di Bergamo) il 5 maggio 1952, era cresciuto nell'Atalanta senza mai debuttare in prima squadra. Dopo un periodo alla Ternana e due trienni a Genova, con la Sampdoria, e a San Benedetto del Tronto, con la Sambenedettese, passò al Messina nel 1983 con il quale chiuse la carriera.

    Adesso vive ad Ancona dove per anni ha gestito una tabaccheria e la sua riservatezza proverbiale ci ha impedito di avere ulteriori notizie. E' uscito dal mondo del calcio che ha odiato dopo la squalifica. Non ha mai perdonato colleghi e Federazione per quello che è successo e si è sentito vittima di una vera ingiustizia.

    Dopo aver maturato un progressivo distacco da quel mondo dorato in apparenza, ora è un signore sovrappeso con i capelli riccioli bianchi ancora folti. Ma dentro di se ha il cuore di un re.

    http://gazzettafannews.it/calcio/serie-b/u...-franco-caccia/

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    Edited by Tore MB - 21/5/2020, 09:18
     
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    Campionato di B ed ogni domenica a Marassi, avevo vicino un signore che non appena gli vedeva toccare palla cominciava una sequela di bonari borbottii sulle capacità calcistiche del medesimo. E pensare che ad oggi, è l'unica cosa che mi ricordo di Lui! :D :D :D
     
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    Ricordo una partita solo dove fece il fenomeno, Sampdoria Monza arbitrata da Menegali, arbitro veramente infimo che ci costo' la squalifica del campo per invasione di campo dopo la rottura della rete di protezione in gradinata sud. Se non ricordo male c'erano ancora rimasugli di neve ghiacciata, in quella partita successe di tutto. Se qualcuno ha dei ricordi più nitidi.... Comunque Caccia giocò una partita memorabile (se non ricordo male).
     
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    Sicuro giocasse? ho controllato il tabellino e non c'è :) arrivò la stagione successiva.

    Edited by Alexcer395 - 2/7/2019, 21:34
     
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    CITAZIONE (Alexcer395 @ 2/7/2019, 19:41) 
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    Sicuro giocasse? ho controllato il tabellino e non c'è :) arrivo la stagione successiva.

    E no, sicuro no, sicuramente sbaglio anno e partita.... :( Comincio a perdere colpi.
     
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    Francesco Caccia detto Franco (Gandino, 5 maggio 1952) è un ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Cresciuto nelle giovanili dell'Atalanta, senza peraltro riuscire a giungere alla prima squadra, disputa i primi anni della sua carriera fra Serie D e Serie C con Pergolettese e Anconitana. Nel 1976 passa alla Ternana con cui disputa tre campionati di Serie B, quindi alla Sampdoria (sempre fra i cadetti, nella stagione 1979-1980), e nell'estate 1980 scende nuovamente in Serie C1 per vestire la maglia della Sambenedettese.

    Con i marchigiani centra l'immediato ritorno in Serie B, per poi ottenere, nella stagione 1981-1982, il record personale di reti, con 7 marcature in 38 incontri disputati. Disputa a San Benedetto del Tronto anche la stagione successiva (31 presenze e 3 reti), quindi si trasferisce al Messina, dove disputa tre campionati di C1. A Messina, grazie alla sua classe e alle azioni che stregano lo Stadio "Celeste", viene soprannominato "Sua Maestà". Celebri i suoi dribbling ripetuti sul medesimo giocatore o i calci d'angolo e di punizione battuti con l'esterno destro del piede. L'ultimo campionato di C1 1985 - 1986 si chiude con la vittoria nel girone B e conseguente promozione in B. Caccia tuttavia viene coinvolto nello Scandalo del calcio italiano del 1986, subendo una squalifica di cinque anni che ne causa la fine dell'attività agonistica.

    In carriera ha collezionato complessivamente 173 presenze e 17 reti in Serie B.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Caccia
     
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    A vedere queste immagini comunque aveva delle belle giocate in canna:

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