-
.
La stampa dovrà pur scrivere qualcosa..... . -
.Per me aveva senso che, essendo uno spettacolo, il campionato andasse avanti quando le persone normali hanno le ferie, e quindi più tempo libero.
Spero che, almeno, facciano coincidere il mercato invernale con la pausa. Non ha molto senso che ci siano partite a mercato aperto.
Appunto perché magari la gente è in vacanza e nella casa in montagna non hanno sky-dazn-mediaset premium o magari il segnale non prende bene.. -
.
Secondo me per abolire i pareggi-torta soprattutto a fine campionato dovrebbero mettere i calci di rigore al termine di un pareggio con 2 pt a chi vince e 1 pt a chi perde, come fecero tanti anni fa nei turno a girone in coppa Italia. Darebbero un po' più di spettacolo e verrebbero gli spettatori fino alla fine.. . -
.
Il Decreto Crescita può aiutare il calcio italiano
Il cosiddetto “Decreto Crescita”, approvato dal governo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 aprile, avrà tra le altre cose importanti ripercussioni anche sui bilanci delle società calcistiche. L’articolo del decreto che interessa ai fini del nostro discorso è il numero 5, denominato “Rientro dei cervelli” e volto a favorire l’approdo in Italia di lavoratori residenti all’estero (sia italiani che stranieri) tramite agevolazioni fiscali.
Prima di vedere gli effetti pratici, in particolare sul calciomercato delle squadre di Serie A, è importante approfondire cosa cambia con le nuove norme.
Come funziona la nuova legge
Nel primo dei cinque commi di cui si compone l’articolo 5 sono contenute le modifiche all’articolo 16 del decreto legislativo del 14 settembre 2015, che già aveva affrontato l’argomento del cosiddetto “Regime fiscale speciale per lavoratori impatriati”, allargandone notevolmente la platea dei possibili beneficiari. A partire dal primo gennaio 2020, infatti, saranno compresi a pieno titolo anche calciatori e allenatori.
Nella nuova stesura, il Decreto Crescita prevede infatti che “i redditi di lavoro dipendente, i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e i redditi di lavoro autonomo prodotti in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato ai sensi dell’articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 30 per cento del loro ammontare al ricorrere delle seguenti condizioni: a) i lavoratori non sono stati residenti in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il predetto trasferimento e si impegnano a risiedere in Italia per almeno due anni; b) l’attività lavorativa è prestata prevalentemente nel territorio italiano”.
Rispetto alla vecchia versione, oltre all’abbassamento dal 70 al 30% della quota di reddito totale percepito dalla quale ricavare l’imponibile IRPEF sul quale calcolare la tassazione, sparisce la parte del testo che ne restringeva l’applicabilità ai “lavoratori che rivestono ruoli direttivi ovvero sono in possesso di requisiti di elevata qualificazione o specializzazione come definiti con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di cui al comma 3” nei quali non erano comprese le categorie che a noi interessano, ovvero calciatori e allenatori.
Non solo, per alcune regioni italiane (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), l’imponibile IRPEF scende ulteriormente al 10% del totale dei redditi percepiti. Una norma volta a favorire la creazione di posti di lavoro nel sud Italia ma che avrà l’effetto di permettere a Napoli, Cagliari, Lecce e alle altre società di quelle otto regioni di avere maggiori agevolazioni fiscali sugli stipendi dei giocatori rispetto agli altri club.
Questo regime fiscale potrà essere sfruttato da calciatori e allenatori provenienti dall’estero per cinque anni, che potranno estendersi di ulteriori cinque, nei quali si calcolerà l’imponibile IRPEF sul 50% del reddito totale percepito in presenza di un figlio minorenne o nel caso diventino proprietari di una casa, e addirittura solamente sul 10% del reddito totale percepito in presenza di tre figli minorenni.
Quanto risparmieranno i club?
Una volta chiarito l’aspetto tecnico della legge, è possibile quantificare i vantaggi che sui prossimi bilanci avranno le società di calcio, che in sede di contrattazione offrono sempre ai giocatori uno stipendio netto accollandosi interamente la tassazione, rappresentata quasi integralmente proprio dall’aliquota sull’imponibile IRPEF.
In primo luogo va sottolineato che i vantaggi fiscali scatteranno dal 1° gennaio 2020 per chi sposterà la residenza in Italia dopo quella data. Aspetto non irrilevante, visto che la sessione più importante dell’anno è quella estiva che si svolgerà nell’estate del 2019. Per la prossima stagione sportiva, quindi, sarà possibile ottenere uno sgravio dimezzato (da gennaio a giugno 2020) rispetto a quanto accadrà dal 2020 in poi e sarà necessario usare l’accortezza di spostare la residenza legale del nuovo acquisto proveniente dall’estero non prima dell’inizio dell’anno solare 2020.
Inoltre il decreto richiede che chi rientri mantenga la sua residenza in Italia per almeno due anni, pena il venir meno dei benefici fiscali e di conseguenza l’eventuale necessità per il club che ha beneficiato della detrazione per quel tesserato di versare all’erario quanto fino a quel momento risparmiato.
Fatte queste precisazioni, è il caso di affrontare alcuni esempi numerici che rendono più chiaro il vantaggio della nuova tassazione rispetto alle annate precedenti.
Attualmente uno stipendio di 5 milioni netti costa alla società circa 9,3 milioni lordi. Se questa estate un club decidesse di investire 9,3 milioni lordi sull’ingaggio di un calciatore, questo vorrebbe dire garantire allo stesso uno stipendio di 6,5 milioni netti per la stagione 2019/20 e addirittura di 8 milioni netti per le quattro successive, quando il decreto sarà totalmente in vigore. Per le società appartenenti alle regioni ulteriormente favorite, la stessa cifra permetterebbe di offrire uno stipendio di 7 milioni netti per il 2019/20 e di 8,9 milioni netti per le quattro successive.
È evidente, quindi, che il potere contrattuale delle società di Serie A grazie a queste norme crescerà rispetto al passato in confronto a quello di quelle estere. Se invece i club volessero approfittarne per diminuire i propri costi, mantenendo la somma degli stipendi netti sullo stesso livello di quest’anno, è possibile calcolare i vantaggi economici di questo tipo facendo il calcolo inverso: uno stipendio di 5 milioni netti non costerà più alle società 9,3 milioni lordi, bensì 7,5 milioni lordi per la stagione 2019/20 e dal 2020 in poi solo 5,7 milioni lordi, con l’ulteriore vantaggio per i club delle regioni agevolate di costare 7,2 milioni lordi nel 2019/20 e 5,2 milioni lordi dal 2020 in poi.
Se le nuove norme fossero applicate oggi
Concludiamo facendo qualche esempio su alcuni dati reali. Se il Decreto Crescita fosse stato approvato nella scorsa stagione, la Juventus avrebbe risparmiato circa 10 milioni di euro sullo stipendio di Cristiano Ronaldo nel 2018/19 e 20 negli anni successivi, garantendogli comunque l’ingaggio attuale di 31 milioni di euro netti. Ramsey, già acquistato dalla Juventus e che dovrebbe guadagnare 6 milioni netti a stagione, non costerà più alle casse bianconere 11,1 milioni lordi di stipendio come adesso, ma ne costerà circa 9 nel primo anno di contratto e circa 7 nei successivi.
A Conte se, come sembra, tornerà a sedersi su una panchina italiana, potrà essere garantito uno stipendio di 9 milioni di euro netti mettendone a bilancio 13,5 lordi quest’anno e 10,3 lordi dall’anno prossimo, cifre che precedentemente avrebbero permesso un ingaggio netto di “soli” 7,3 e di 5,5 milioni di euro.
È un discorso che potrebbe interessare anche allenatori dagli stipendi altissimi, fino a oggi inavvicinabili dalle squadre italiane, come Klopp (14 milioni di euro netti al Liverpool) e Guardiola (20 milioni di euro netti al Manchester City). Il tedesco dal 2020 costerebbe di ingaggio 16 milioni lordi e lo spagnolo poco meno di 23, cifre importanti ma non lontanissime dai 14 milioni lordi (pari a 7,5 netti) che ha percepito in questa stagione Allegri alla Juventus.
Forse bisognerà prendere in considerazione anche questa variabile quando fantasticheremo quest’estate con il calciomercato, che da quest’estate sarà un po’ più dolce anche per i club italiani.
www.ultimouomo.com/decreto-crescita-serie-a-calciomercato/. -
..
-
.
A me piacerebbe il doppio sorteggio. . -
.
Non so se è il topic giusto, nel caso spostate pure dove più appropriato.
Serie A, plusvalenze per 717 milioni nel 2018-2019
di Redazione -
3 Luglio 2019
(Foto Cesare Purini / Insidefoto)
Plusvalenze Serie A 2018-2019 – Tra il 1° luglio 2018 e il 30 giugno 2019, i club di Serie A hanno fatto registrare qualcosa come 717 milioni di plusvalenze. E’ quanto emerge da un’analisi sui conti del calcio italiano pubblicata da Repubblica.
Oltre un terzo della cifra, come anticipato recentemente da Calcio e Finanza, l’hanno prodotta due club soltanto: Juventus (clicca qui per i dettagli sui conti bianconeri) e Roma (qui il dettaglio delle plusvalenze giallorosse), rispettivamente con 113 e 132 milioni, che nel bilancio appena chiuso frutteranno una vera e propria boccata d’ossigeno.
«E non è un caso», scrive Repubblica, «la Juventus è il club che spende di più per pagare gli stipendi ai propri tesserati, la Roma è tra quelle che spendono di più sul mercato, appesantendo il bilancio di costi altissimi per i cartellini. D’altronde, più vendi, per lucrare plusvalenze, più dovrai comprare. Più compri, più appesantisci i conti. Un circolo vizioso che si autoalimenta fino a che la bolla non esploderà».
Pure il Napoli, che nel 2018 aveva chiuso con soli 6 milioni di passivo, ha prodotto quest’ anno 86 milioni di plusvalenze.
Plusvalenze Serie A 2018-2019, la politica degli scambi
La via naturale della plusvalenza è il sacrificio tecnico di un gioiello del club: indebolisci la squadra ma salvi i conti.
Ci sono però altri metodi – si legge ancora su Repubblica – per ottenere gli stessi benefici a bilancio senza depauperare la rosa. Uno è lo scambio. L’ altro è la cessione e il futuro riacquisto di uno stesso giocatore.
Soltanto in questo mercato estivo, i club hanno scambiato calciatori per un valore totale di 150 milioni.
Spinazzola a Roma e Luca Pellegrini a Torino, Manolas a Napoli e Diawara a Roma, Brazao all’ Inter e Adorante al Parma, Sala al Sassuolo e Sensi in nerazzurro, Lazzari alla Lazio e Murgia alla Spal.
Di questo mare di quattrini però si sono mossi realmente soltanto 40 milioni. In pratica, un euro su 4 è stato speso davvero.
Il paradosso è Sensi, il cui prestito è stato coperto interamente da un ragazzino come il 20enne Marco Sala, 34 presenze in C con l’Arezzo nell’ultimo anno. Lo scorso anno i nerazzurri fecero lo stesso per Politano e al Sassuolo andò Odgaard, la Roma ricalcò l’operazione per Cristante.
Plusvalenze Serie A 2018-2019, il diritto di riacquisto
Quella della cessione dei ragazzini per sistemare i conti è una prassi all’Inter, osserva ancora Repubblica.
Dal 2014 a oggi, i nerazzurri hanno messo a bilancio 121 milioni di euro di plusvalenze vendendo prodotti del vivaio. Un unicum permesso dai risultati delle formazioni giovanili (24 titoli in 9 anni) ma anche da una rete di rapporti consolidata.
Che permette operazioni come quella che ha portato al Genoa Pinamonti in cambio di 18 milioni. Il Genoa li verserà obbligatoriamente tra un anno ma a bilancio vanno subito.
E a margine del contratto, si parla apertamente di un “impegno” a riacquistare il calciatore entro due anni (se nel frattempo il Genoa non l’ avrà rivenduto) a una cifra leggermente superiore.
È già successo con Dimarco (andata e ritorno dal Sion), Gravilon (triangolato tra Benevento e Pescara) e Radu, proprio col Genoa. Il ragazzo ha mosso in due anni 28 milioni per andare e tornare: giocherà in prestito ai rossoblù.
Plusvalenze Serie A 2018-2019, il nuovo diritto di “recompra”
La tecnica è stata per un anno legittimata da una norma della Federcalcio: la famosa recompra , sul modello spagnolo, che permette al club, quando cede un calciatore, di fissare già il prezzo per riacquistarlo.
La Figc ha fiutato l’aria e ha modificato la norma: ora la cessione con recompra non produce benefici finché non c’ è l’ esercizio o la rinuncia al diritto. E la recompra, misteriosamente, non la utilizza più nessuno.
https://www.calcioefinanza.it/2019/07/03/p...-calciomercato/. -
.
Interessante. Sarebbe divertente se l'Inter e la Juve fossero costretti a smettere con simili giochetti.
Probabilmente non occuperebbe più stabilmente le posizioni più nobili della classifica.. -
.Interessante. Sarebbe divertente se l'Inter e la Juve fossero costretti a smettere con simili giochetti.
Probabilmente non occuperebbe più stabilmente le posizioni più nobili della classifica.
L’Inter avrebbe più problemi.. -
.
Oggi dovrebbero decidere in merito al doppio sorteggio del calendario di Serie A. È da tempo che spero venga introdotto e potrebbe essere la volta buona . -
.
Serie A, niente calendario asimmetrico. E si studiano Francia e Spagna
Niente calendario “asimmetrico”, almeno per la prossima stagione. L’assemblea di Lega ha confermato il tradizionale metodo “a specchio”, con il ritorno semplicemente a campi invertiti rispetto alle partite dell’andata. Sarà effettuato in vista della prossima stagione uno studio sull’impatto dell’ipotesi del girone di ritorno sfalsato, già adottato dalla Liga in Spagna e dalla Ligue 1 in Francia, con un rimescolamento anche delle partite all’interno di ogni turno, mentre la Premier League cambia solamente l’ordine dei turni di ritorno rispetto a quello dell’andata, senza cambiarne però il programma.
https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/08-...ener_a823d4d0sU. -
..
-
.
Calcio italiano: la grande bolla delle plusvalenze
Bomba a orologeria
È una bomba a orologeria che rischia di esplodere, perché l'aumento delle plusvalenze con le quali spesso si coprono le perdite di gestione gonfia anche i costi nei bilanci, attraverso l'incremento degli ammortamenti sui diritti dei calciatori. Con gli ammortamenti viene spesato in più anni il costo dei cartellini.
Ammortamenti più pesanti
Nell'ultima stagione la voce ammortamenti e svalutazioni è aumentata da 696 a 777 milioni per l'intero calcio professionistico, per la serie A da 628,7 a 712,6 milioni. In entrambi i casi gli ammortamenti finiscono per coincidere con il valore delle plusvalenze, anche questo è un sintomo di patologia dei conti.
ReportCalcio
La fotografia dei bilanci del calcio è contenuta nel ReportCalcio 2019, il nono studio annuale sul mondo del pallone, curato dall'ufficio studi della Figc in collaborazione con l’Arel di Enrico Letta e con PricewaterhouseCoopers (PwC). Il rapporto, riferito alla stagione sportiva che si è chiusa il 30 giugno 2018, è stato presentato ieri al Senato, alla presenza del presidente Figc Gabriele Gravina e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti.
10 luglio 2019
Arel
PricewaterhouseCoopers
Gabriele Gravina
FIGC
Enrico Letta
Salva
Commenta
(© Christian Ohde/imageBROKER)
SERIE A
Calcio italiano, nel 2018 plusvalenze tornate al livello della “bolla” del 2002
di Marco Bellinazzo
I più letti
1
ARCHITETTURA ED EDILIZIA
Aria condizionata ormai superata, le nuove case hanno la ventilazione meccanica
2
LAVORI IN CORSO
Chiude l’aeroporto di Linate: tutto quello che c’è da sapere
3
LA CLASSIFICA
Il miglior posto dove vivere e lavorare? La Svizzera
4
STUDIO ALIX PARTNERS
Auto elettriche, allarme analisti: gli investimenti porteranno a un «deserto del profitto»
5
DIETRO LA NARRAZIONE
Chernobyl, la serie tv: tutto quello che è vero e verificato
La radiografia di PwC
L’analisi delle cifre del profilo economico-finanziario, curato da PwC, mostra che stanno peggiorando i conti complessivi del calcio. Il rapporto mette insieme i bilanci di tutte le squadre e fa un unico bilancio complessivo aggregato, con la somma algebrica di tutte le voci. Il campione comprende 85 delle 99 squadre delle prime tre serie e tutte le 20 squadre di serie A (in B solo 19 su 22). Poiché le plusvalenze vengono realizzate quasi tutte con la compravendita di giocatori tra squadre italiane, se si facesse un bilancio consolidato di tutti i club della serie A le plusvalenze, essendo “infragruppo”, andrebbero eliminate, a meno che non realizzate con la vendita a club stranieri, cosa che avviene raramente. Pertanto la perdita effettiva del sistema calcio in realtà è molto più alta di quella che appare dal bilancio aggregato, perché bisogna fare la somma algebrica tra perdita netta e plusvalenze (con segno però negativo).
Ricavi della serie A cresciuti del 6,6 per cento
Guardiamo la serie A. Nella stagione chiusa a giugno 2018 i ricavi operativi, escluse quindi le plusvalenze che non sono veri e propri ricavi ma entrate straordinarie, ammontavano a 2.358,3 milioni, in crescita del 6,6% rispetto ai 2.212,1 milioni della stagione terminata il 30 giugno 2017. Il costo del lavoro è aumentato da 1.392,7 a 1.473,9 milioni (+5,8%), con un’incidenza del 66,63% sul totale dei ricavi.
Il rosso della serie A è 776 milioni
Le plusvalenze, al netto delle minusvalenze (salite da 24 a 35 milioni), sono pari a 678 milioni, rispetto ai 669,4 milioni del 2016-2017. Secondo il ReportCalcio la perdita netta ufficiale della serie A nella scorsa stagione è stata pari a -98 milioni, rispetto ai -29,5 milioni del 2016-2017. Ma eliminando le plusvalenze nette, che sono state realizzate pressoché per intero all’interno della serie A, emerge che la perdita totale effettiva è stata di -776 milioni, rispetto ai -698,9 milioni dell'anno precedente. C’è un forte deterioramento rispetto alle due stagioni precedenti, che mostravano una perdita effettiva (perdita netta meno plusvalenze) pari a -683,9 milioni al 30 giugno 2015 e a -590,8 milioni al 30 giugno 2016.
L’escalation delle plusvalenze
Che ci sia una bolla lo dimostra anche il forte incremento delle plusvalenze negli ultimi anni, avvenuto senza un innalzamento dei valori sportivi, perché i club italiani a livello internazionale non hanno ottenuto successi. E la nazionale non è neppure riuscita a qualificarsi per il mondiale in Russia del 2018. Nella stagione 2014-2015 le plusvalenze totali del calciomercato in serie A erano pari a 331,7 milioni (al lordo di 27 milioni di minusvalenze), nel 2015-2016 erano salite a 376 milioni (35 milioni di minusvalenze). Ma poi sono esplose, quasi raddoppiate: 693,4 milioni nel 2016-2017 e 713,1 nel 2017-2018.
Perché l’impennata dei valori
Come mai quest’impennata di valori? Probabilmente, secondo alcuni osservatori, per coprire le perdite della gestione operativa molti club vendono calciatori a prezzi gonfiati. Del resto il pagamento avviene spesso non con denaro liquido, ma con la contro-cessione di altri giocatori, come in veri e propri scambi.
I più letti di Sport24
1
I CONTI DEL PALLONE
Calcio italiano: la grande bolla delle plusvalenze
2
INDUSTRY
Primo «mattone» per il nuovo stadio di San Siro: investimenti da 1,2 miliardi
3
REPORTCALCIO FIGC
Alla Juventus lo scudetto della Borsa: prima in Italia e terza in Europa
4
TENNIS
Wimbledon, palcoscenico troppo grande: Berrettini si inchina a “re” Federer
5
GRANDE SLAM
Wimbledon, vincono Fognini e Berrettini: tre italiani (con Fabbiano) al terzo turno
La «recompra»
Altro fenomeno che si sta diffondendo è il diritto di riacquisto, detto anche «recompra» dallo spagnolo. Qusta clausola può mascherare una vendita a un prezzo più elevato del reale valore di mercato, se accompagnata da un impegno (ufficialmente definito “diritto”) del venditore a ricomprare lo stesso giocatore dopo alcuni anni a un prezzo già concordato, più alto di quello della prima vendita.
Aumentano i debiti
A conferma del peggioramento dello stato di salute dei conti c’è l’aumento dei debiti. I debiti totali della serie A sono passati dai 2.974 milioni del 30 giugno 2015 a 3.883 milioni del 30 giugno 2018, il 30% sono debiti finanziari. Solo nell’ultima stagione i debiti sono aumentati di 258 milioni.
Ricapitalizzazioni
C’è stato anche un maggior impegno degli azionisti a ricapitalizzare le squadre. Il patrimonio netto aggregato di tutte le società di serie A era negativo a giugno 2015 (-13 milioni), quindi positivo per 75 milioni a giugno 2016, valore salito a 301 milioni a giugno 2017 e a 429 milioni a giugno 2018. Ma rispetto ai debiti il patrimonio rimane molto basso.
I conti di tutto il calcio professionistico
Il “bilancione” aggregato di tutto il calcio professionistico (serie A, B e C) ha un andamento simile, essendo largamente influenzato dalla serie A. I ricavi operativi totali, escluse le plusvalenze, sono saliti nell’ultima stagione da 2.601 a 2.774 milioni. Il costo del lavoro è aumentato da 1.693 a 1.792 milioni, pari al 64,6% dei ricavi operativi.
La perdita totale è 992 milioni
Il risultato netto aggregato è pari a una perdita di -215 milioni (-156 milioni nel 2016-2017). Ma anche in questo caso, se si eliminano le plusvalenze del calciomercato, la perdita effettiva totale è molto più alta, è pari a -992 milioni nella stagione al 30 giugno 2018. C'è stato un peggioramento del 9,6% rispetto ai -905 milioni della stagione al 30 giugno 2017.
I debiti di serie A, B e C
I debiti totali del sistema professionistico sono saliti nell’ultima stagione censita da PwC da 4.009 a 4.266 milioni. Il patrimonio netto dei club è passato da 358 a 490 milioni.
Figc: il calcio paga 1,2 miliardi di tasse e contributi
Di fronte a una situazione complessiva che dal punto di vista economico-finanziario sembra difficilmente sostenibile, la Figc ha fatto un commento con toni positivi. Viene sottolineato che il sistema calcio professionistico versa quasi 1,2 miliardi l’anno di contribuzione fiscale e previdenziale, «con un’incidenza del 70% rispetto al gettito fiscale complessivo generato dal comparto sportivo italiano». Quest’anno nel rapporto viene calcolato, con un algoritmo, l’impatto socio-economico del calcio, che risulta pari nel 2017-2018 a circa 3,01 miliardi tra «risparmio economico generato dai benefici prodotti dal calcio», «risparmio della spesa sanitaria», «contributo diretto all’economia».
www.ilsole24ore.com/art/la-bolla-p...61&refresh_ce=1. -
.
SERIE A TIM: LE DATE DEL CAMPIONATO 2019/20
La Lega Serie A ha comunicato le date per il campionato di Serie A TIM 2019/20.
Inizio: domenica 25 agosto 2019.
Turni infrasettimanali: mercoledì 25 settembre 2019, mercoledì 30 ottobre 2019, mercoledì 22 aprile 2020.
Soste: domenica 8 settembre 2019, domenica 13 ottobre 2019, domenica 17 novembre 2019, domenica 29 dicembre 2019, domenica 29 marzo 2020.
Fine: domenica 24 maggio 2020.
www.sampdoria.it/serie-a-tim-le-date-del-campionato-2019-20/. -
.
Serie A, lunedì 29 luglio il sorteggio del calendario 2019/20
https://www.calcioefinanza.it/2019/07/24/d...ie-a-2019-2020/.