Romeo Benetti (1969/1970)

centrocampista

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    I 70 anni di Benetti in 70 cose essenziali

    Settanta cose essenziali su Romeo Benetti, che oggi compie 70 anni.

    1) Benetti è nato ad Albaredo d'Adige (Verona) ed era l'ultimo di otto fratelli. Un parto gemellare. A lui venne dato il nome di Romeo, a sua sorella quello di Giulietta.

    2) Da ragazzo Benetti rimase in collegio a Venezia fra gli 8 e i 16 anni.

    3) E' stato per vent'anni docente ai corsi per allenatori a Coverciano.

    4) Antonio Conte e Massimiliano Allegri sono stati suoi allievi.

    5) Il suo primo lavoro: tipografo.

    6) La fama di calciatore cattivo nasce in un Milan-Bologna del 1971, quando con un intervento durissimo rompe un ginocchio a Franco Liguori, grande promessa del calcio italiano.

    7) Nella sua carriera è stato espulso tre volte.

    8) Nereo Rocco decise di portarlo al Milan dopo averlo visto da avversario con la maglia della Sampdoria: in uno scontro in area riuscì a tenere il pallone, lasciando a terra Trapattoni, Cudicini e Schnellinger.

    9) Gianni Brera lo chiamò Maultier, che in tedesco significa mulo, ed era il nome dato ai cingolati usati dall'esercito tedesco nella seconda guerra mondiale.

    10) In nazionale Benetti ha giocato 55 partite e ha marcato pure Pelè.

    11) Il suo primo ingaggio: 10mila lire al mese, a Bolzano.

    12) Quando con il Palermo vinse il campionato di serie B, giocava nel ruolo di seconda punta.

    13) Ha raccontato di aver fatto crescere i baffi perché una mattina era in ritardo agli allenamenti e non aveva il tempo per radersi.

    14) Nel libro "Nereo Rocco" di Gigi Garanzini, Alberto Bigon racconta: "Ogni volta che Benetti non dico superava ma soltanto pestava la riga di metà campo lui cominciava a urlare Romeo, sta indrio, Romeo sta indrio".

    15) Con la maglia della Juventus ha segnato una tripletta in Coppa Italia contro la Sampdoria.

    16) I gol complessivi nella sua carriera sono stati 80.

    17) In nazionale ha debuttato a ventisei anni, in amichevole, contro il Messico a Genova. Entrò al posto di De Sisti.

    18) In maglia azzurra ha finito per giocare 55 volte, in due edizioni dei Mondiali e in una degli Europei.

    19) Ai Mondiali del '74 in Germania prese la maglia con il numero 4, ai Mondiali del '78 in Argentina aveva invece il numero 10.

    20) Nella sua vita Benetti ha fatto 16 traslochi.

    21) Nella sua carriera Benetti ha giocato per 8 squadre diverse: Bolzano, Siena, Taranto, Palermo, Juventus, Sampdoria, Milan, Roma.

    22) Da allenatore Benetti ha guidato 3 squadre: la Primavera della Roma, la Cavese e la Carrarese.

    23) Sulla panchina della Roma Primavera ha vinto lo scudetto nel 1984. In quella squadra giocavano Giannini, Desideri e Baldieri.

    24) Durante la sua carriera da calciatore, Benetti allevava canarini. Vinse anche un concorso, a cui partecipò su insistenze di un amico.

    "Erano allegri, avevano un bel canto; osservarli e nutrirli era un passatempo semplice, autentico, col sapore di altri tempi. Su tutti i giornali si costruì una leggenda: “Il Benetti dai tackle duri ha anche un cuore tenero”. In realtà, il mio era solamente un modo per occupare il tempo libero". (frasi tratte da due interviste, una a Repubblica, l'altra a Libero)

    25) Nella sua Cavese giocava un ventiquattrenne Gianluca Signorini.

    26) Fu suo il cross (di sinistro) per il celebre colpo di testa in tuffo di Bettega in Italia-Inghilterra, qualificazione per i Mondiali del '78.

    27) Dalla Juventus fu costretto ad andar via una prima volta perché i senatori della squadra non lo apprezzavano abbastanza.

    28) Fu Benetti a definire Nils Liedholm, suo allenatore alla Roma, "un napoletano nato in Svezia".

    29) Secondo Gianni Brera, l'erede naturale di Benetti era Salvatore Bagni. Scrisse: "Magari gioca anche meglio, però, attenzione, ha anche meno freni inibitori, e gli arbitri lo sanno". Nel suo primo articolo su Repubblica aveva invece scritto: "Per quanto ne so io, Benetti viene molto rimpianto da Bearzot: ma quanto a cattivi istinti, non è che lo debba invidiare molto Baresi II. Del resto, senza un boia, o due, o tre, una squadra non può dirsi tale".

    30) La sua ultima partita in nazionale fu la finale per il 3° posto degli Europei 1980, a Napoli, contro la Cecoslovacchia. Tirò anche uno dei rigori della serie finale e lo segnò.

    "Non sono stato campione del mondo nel 1982 solo per colpa dell'anagrafe" (in un'intervista rilasciata ad Avvenire)

    31) Benetti ha vinto due scudetti con la Juventus nel '77 e nel '78.

    32) Ha vinto cinque volte la Coppa Italia, e con tre squadre differenti: Juve, Milan e Roma.

    33) Ha vinto due Coppe europee: la Coppa delle Coppe con il Milan nel '73 e la Coppa Uefa con la Juventus nel '77

    34) Per riaverlo, la Juventus diede Capello al Milan su richiesta del nuovo allenatore Trapattoni. Nella sua autobiografia "Non dire gatto", Trapattoni racconta di aver convinto così Boniperti: "Io Benetti l’ho allenato, so di che cosa sto parlando. E’ fortissimo. Fortissimo. Se lo prendiamo vinciamo subito tutto”. Lui mi guardò in modo strano come se pensasse di nuovo: “Questo è pazzo”.

    35) Nel torneo di Viareggio 1983, la Roma di Benetti allenatore affrontò il Milan di Capello allenatore.

    36) Furino ha raccontato che per via di vecchie ruggini in un Juve-Milan decise di prendersi cura di Benetti con Capello e Salvadore. Ma dopo un fallo subito, Benetti si rialzò, batté il piede e proseguì come nulla fosse. Non subì più falli.

    37) Benetti era finito nel mirino della Juventus la prima volta grazie ai buoni rapporti che c'erano con il Palermo (da lì sarebbe venuto anche Furino, e al Palermo la Juve aveva ceduto un giovane Burgnich).

    38) Il Palermo lo aveva comprato dal Taranto per quasi 50 milioni di lire e lo rivendette alla Juventus per circa 300, ma non esistevano ancora le plusvalenze.

    39) Il suo allenatore alla Sampdoria fu Fulvio Bernardini, che negli anni successivi lo avrebbe convocato anche in nazionale.

    40) Per il fallo su Liguori, Benetti venne denunciato alla Procura di Milano.

    41) Liguori definì l'azione di Benetti un "fallo da ergastolo".

    42) Sette anni fa il giornale inglese Sun stilò la classifica dei calciatori più cattivi di tutti i tempi mettendo Benetti al quarto posto. Lui commentò così con la Gazzetta dello sport: “Mi sono incazzato: meritavo il primo posto. Io ero un vero cattivo”.

    43) Nel suo "Viaggio nel calcio" Sergio Zavoli mise a distanza di anni Benetti e Liguori faccia a faccia. Liguori disse: "Vorrei chiedergli perché l'ha fatto". Benetti rispose: “Non sono pentito, posso provare del rammarico”.

    44) Di lui si dice che fosse tifoso del Livorno.

    45) Il calciatore che ha ammirato di più è stato Rivera. Raccontò di non essere mai riuscito a fargli fallo nemmeno in allenamento.

    46) Nel libro "Attaccante nato", Stefano Borgonovo ha definito Rivera e Benetti come "acqua di colonia mischiata al sangue".

    47) Benetti accolse così la notizia della sua cessione dalla Juventus alla Roma: "Una squadra come la Juve deve pensare ai giovani".

    48) In una intervista di qualche anno fa, Benetti dichiarò di rivedersi in Gattuso.

    49) Angelo Rovelli lo definì in un suo articolo "impavido e roccioso".

    50) In “Il tempo materiale” Giorgio Vasta ha scritto di lui: “In Romeo Benetti c’è una dignità asciutta, non italiana e addirittura anti-italiana, un nitore che lo rende, sul campo, vertice e nucleo. Giuseppe Garibaldi che gioca a pallone, ma senza il berretto”.

    51) In "Vivi da morire", Piero Melati e Francesco Vitale descrivono Benetti come "il martello degli dei, calciatore di rara grinta e asprezza sportiva".

    52) Per il colore dei capelli, per i baffi, e non solo per quelli, Loris Boni venne ribattezzato dai tifosi della Roma "il Benetti dei poveri".

    53) Su "L'Europeo" Arrigo Benedetti definì Romeo Benetti "la roccia umana".

    54) In "L'abatino, il pupone e altri fenomeni", Furio Zara e Nicola Calzaretta fissano in Rommel il soprannome ufficiale di Benetti.

    55) In "Malerba", la sua vita raccontata a Carmelo Sardo, Giuseppe Grassonelli rivela che sognava di fare il calciatore. “Ero tifosissimo della Juve: i miei miti erano Romeo Benetti e Pietro Anastasi. Giuravo a me stesso che un giorno sarei diventato come loro”.

    56) Romeo Benetti, a Coverciano, è stato allievo anche di Sandro Gamba, ex ct del basket invitato da Italo Allodi a tenere delle lezioni.

    57) In "Tempi supplementari" Darwin Pastorin attribuisce a Romeo Benetti "un agonismo ferrigno".

    58) In “Il sogno cattivo”, Francesca d’Aloja mette Romeo Benetti nell’elenco dei nomi e delle cose che richiamano gli anni ’70. Insieme con gli Squallor, Napo Orso Capo, Sabina Ciuffini, il battitappeto e il fiordifragola.

    59) Ne “il destino è un tassista abusivo” di Luca Manzi, Romeo Benetti fa parte di un’orchestra che in una visione-sogno esegue la musica di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Benetti suona il violoncello.

    60) In "Democristiani immaginari" Marco Damilano paragona Romeo Benetti a Franco Marini.

    61) Romeo Benetti ha giocato tutt'e quattro i derby che alla sua epoca era possibile giocare in serie A: Torino, Milano, Genova e Roma. Non ha fatto in tempo a giocare quello della sua Verona.

    62) Ne “Il paese delle meraviglia” Giuseppe Culicchia descrive un muro su cui sono attaccati uno vicino all’altro i poster di Fonzie, Che Guevara, John Travolta, i Bee Gees, gli Inti Illimani e Romeo Benetti.

    63) In nazionale Benetti ha segnato due gol: il primo nel '77 alla Finlandia, partita di qualificazione ai Mondiali, e il secondo l'anno dopo al Mundial argentino contro l'Ungheria.

    64) Romeo Benetti occupa il 33esimo posto nella classifica degli azzurri con più presenze.

    65) Il suo bilancio in nazionale è di 29 vittorie, 13 pareggi e 14 sconfitte.

    66) Nello stesso paese d'origine di Benetti, Albaredo d'Adige, è nato lo scrittore Dino Coltro.

    67) Nella sua lunga carriera in nazionale, Benetti non ha mai affrontato un'avversaria africana o asiatica.

    68) Prima di essere compagni di squadra alla Juventus, Benetti e Boninsegna avevano dato vita nei derby di Milano a scontri molto fisici.

    69) In un romanzo Harmony di Melanie Milburne, "Sotto il cielo di Roma", un personaggio porta il suo nome.

    «Rilassati, Anna. Romeo è un bravo ragazzo che...»
    «Romeo?» Anna si accigliò.
    «È un bel nome italiano.»
    «Non è questo il punto. Jenny non ha esperienza con i Romei del mondo.»
    «Romeo Benetti lavora come ragioniere nella mia società.»

    70) Oggi Benetti vive in Liguria.

    http://carotenuto.blogautore.repubblica.it...ose-essenziali/

    Ex Milan e Juve: Romeo Benetti denunciato per abuso edilizio

    Guai in vista per l'ex centrocampista di Milan, Juventus, Sampdoria e Nazionale Romeo Benetti.

    Il mediano degli anni '70, da diversi decenni residente a Leivi, piccolo comune collinare alle spalle di Chiavari, è stato infatti denunciato da un suo vicino di casa per aver ostruito una via comunale. Secondo l'esposto giunto anche in consiglio comunale, Benetti nel costruire la strada d'accesso alla propria abitazione avrebbe ridotto in parte l'ampiezza del tracciato pubblico di un antico sentiero, bloccandone parzialmente la percorribilità. Tale opera inoltre impedirebbe l'accesso carrabile ad un rustico presente su di un fondo di proprietà del denunciante.

    Benetti, a sua volta, avrebbe contro denunciato il vicino per passaggio abusivo su un terreno di sua proprietà.

    www.calciomercato.com/news/romeo-be...-edilizio-98470

    Benetti1

    Edited by Tore MB - 1/5/2020, 19:50
     
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    Giocatore che ho sempre ammirato per il suo temperamento e anche per la sua schiettezza. Ricordo in particolare 2 episodi visti da bambino e dal vivo. Un suo goal contro il Verona con una sassata tremenda da fuori area che ci permise di raggiungere la salvezza e il suo esordio in nazionale una sabato pomeriggio a Marassi in una partita vinta per 2-0 contro il Messico, subito dopo i mondiali del 70.
     
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    Romeo Benetti (Albaredo d'Adige, 20 ottobre 1945) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo mediano o interno. Nato in provincia di Verona e poi cresciuto a Bolzano, si è infine stabilito a Leivi, nella provincia di Genova. Anche suo fratello Bruno è stato un calciatore.

    Mosse i primi passi nel mondo del calcio con il Bolzano, in Serie D, arrivando alla massima serie dopo una lunga gavetta in Serie C e B con le maglie di Siena, Taranto e Palermo. Nella stagione 1965-1966 il Foggia perfezionò il suo acquisto, ma all'ultimo momento il presidente Rosa non volle ufficializzarlo poiché Benetti doveva partire per il servizio di leva, lasciandolo al Taranto che ne promise per l'anno successivo l'approdo tra le file dei rossoneri; la stagione successiva questo accordo non venne tuttavia rispettato dagli ionici, che lo vendettero al Palermo. Coi siciliani, che lo acquistarono per 50 milioni di lire, rimase solo per la stagione 1967-1968, collezionando 35 presenze e segnando 2 reti in un campionato cadetto che vide primeggiare i rosanero; a Palermo, per il centrocampista, anche 2 presenze e un gol in Coppa Italia.

    Debuttò in Serie A nella stagione 1968-1969 con la maglia della Juventus, a cui fu venduto per più di 300 milioni, per passare l'anno dopo alla Sampdoria nell'ambito dell'operazione che portò a Torino Francesco Morini e Roberto Vieri. A Genova, nella stagione 1969-1970 disputò 27 partite corredate da 2 gol in Serie A, e 3 partite e 2 reti in Coppa Italia. Nel 1970 fu acquistato dal Milan, dove rimase per le successive sei stagioni. Coi meneghini collezionò numerosi piazzamenti di rilievo in campionato. Giunse per tre volte secondo nel suo primo triennio in rossonero, compresa l'edizione 1972-1973 della Serie A, persa rocambolescamente all'ultima giornata nella cosiddetta Fatal Verona. Oltre alle vittorie in Coppa Italia del 1971-1972 e 1972-1973, annata quest'ultima in cui sollevò anche la Coppa delle Coppe (pur non giocando la finale), disputo un'altra finale di Coppa delle Coppe e una di Supercoppa UEFA nella stagione 1973-1974, e ancora due finali di Coppa Italia nelle edizioni 1970-1971 e 1974-1975.

    Durante la militanza in rossonero, il 10 gennaio 1971, per un fallo su Francesco Liguori del Bologna, il quale riportò un serio infortunio al ginocchio destro e vide la propria carriera stroncata,[6] fu denunciato alla Procura di Milano e il commissariato di Pubblica Sicurezza del quartiere "Bolognina" inviò un rapporto sull'incidente alla Pretura di Bologna.[7] Nell'ultima sua stagione a Milano, a causa del temporaneo ritiro dall'attività agonistica di Gianni Rivera, vestì la fascia di capitano della squadra. Nell'estate 1976 fu scambiato con Fabio Capello della Juventus: il friulano approdò a Milano, mentre Benetti fece ritorno, dopo sette anni, a Torino. Considerato in fase calante, in maglia bianconera Benetti vinse, invece, autorevolmente i due scudetti del 1976-1977 e 1977-1978, un'altra coppa nazionale e la Coppa UEFA 1976-1977, primo trofeo confederale del club piemontese.

    Lasciò la Juventus nel 1979 per approdare alla Roma, dove giocò per due stagioni aggiudicandosi due altre Coppe Italia.

    Nazionale
    Esordì in nazionale il 25 settembre 1971, nella gara contro il Messico, divenendo presto titolare e rimanendovi per tutto il successivo decennio. Chiuse la carriera con la maglia azzurra disputando la sua ultima partita al campionato d'Europa 1980, dopo aver preso parte ai Mondiali di Germania Ovest 1974 e Argentina 1978, collezionando 55 presenze e 2 gol.

    Allenatore
    Inizia la carriera di allenatore nella stagione 1981-1982, subentrando a Saul Malatrasi alla guida della formazione Primavera della Roma e rimanendo in panchina per tre stagioni. Con i giallorossi vince il torneo di Viareggio 1983 e il Campionato Primavera 1983-1984. Dopo questi successi con i giovani romanisti, nella stagione 1984-1985 gli venne affidata la panchina della prima squadra della Cavese, appena retrocessa dalla Serie B alla C1.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Romeo_Benetti
     
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