Gianfranco Bedin (1974-1978)

centrocampista

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    Bedin, vita da mediano: "Quando marcavo Pelé e Rivera"

    MILANO, 6 agosto 2009 - Un altro calcio: "Si marcava a uomo: il 2 sull’11, il 5 sul 9, il 3 sul 7. Il 6 faceva il libero». E il 4? «Il 4 andava sul 10. Matematico". Gianfranco Bedin, classe 1945, da San Donà di Piave, in Veneto. Un grande "quattro" - a volte "otto" - dell’Inter, tra Tagnin e Bertini, e prima di Oriali. Se Bedin fosse nato nel ’55, Ligabue l’avrebbe dedicata a lui la canzone sul mediano, che sta sempre lì nel mezzo a recuperar palloni.

    MARCATURE — "Ho marcato Pelé, in due occasioni contro il Santos. Nei derby prendevo Rivera. Nella finale di Coppa Campioni ’65, contro il Benfica, mi appiccicai a Eusebio, che però era una punta. Pigliai Netzer contro il Borussia a San Siro, non nel 7-1 della lattina in testa a Boninsegna. Contro la Juve tallonavo Haller. Ne ho seguiti di fenomeni". Il migliore? "Pelé. Fuori concorso. Uno che faceva sparire la palla così non l’ho più affrontato. In quelle due partite più di una volta mi chiesi: "Vabbé, mi ha saltato, ma il pallone dov’è?". In Italia il numero uno era Gianni Rivera". Che si lamentava delle carezze di Bedin. "Gianni non sopportava di essere toccato e io gli stavo addosso, gli "tiracchiavo" la maglia. Non gli facevo male: lo pizzicavo, lo innervosivo, e lui perdeva lucidità". Astuzie e anticipi. Voce del verbo anticipare: "Ogni mediano sa che il modo migliore per rubare un pallone è arrivare un attimo prima". Marcando marcando, Bedin vinse tre scudetti, una Coppa Campioni e una Intercontinentale.


    BARACCHE — Non ci sono più i "quattro" di una volta. "E’ cambiato il modo di giocare, oggi si marca a zona. E’ raro che ci si incolli a un avversario". La tattica non spiega tutto, però. "No, c’entra la fame. Noi si veniva dalla miseria e il calcio era l’unica maniera per uscire dai ghetti. A San Donà abitavo in una baraccopoli, "Mauthausen" la chiamavano. Se pioveva, il tetto non bastava, ci voleva l’ombrello. Io da ragazzo andavo a fare il cottimista nella fabbrica delle carrozzine: più ruote montavo e più soldi portavo a casa. Il calcio era l’unica possibilità di fuga. Dalle mie parti sono venuti fuori tanti giocatori. Cereser e Salvori, per dirne due cresciuti con me. Negli oratori si giocava fino all’esaurimento, spesso a piedi scalzi per non rovinare l’unico paio di scarpe che ci serviva per andare in giro. Oggi i ragazzi vanno alle scuole calcio, hanno playstation e cellulare. Diverse motivazioni, altre opzioni. Noi eravamo posseduti da una feroce voglia di arrivare. Io i miei numeri "dieci" li avrei inseguiti ovunque: al bagno, a casa".

    ASSICURAZIONI — "Smesso di giocare, mi sono buttato sulle polizze, come il mio amico Facchetti. Agente della Ras, assicuravo calciatori. Arrivai ad averne mille e cinquecento in portafogli, Rummenigge il primo. Ho studiato, ho fatto le medie a 45 anni. L’agenzia l’ho chiusa nel 2005 perché il gioco si era fatto pesante. Cifre insostenibili per me".

    UN ALTRO PELE' — "Così mi sono ributtato a capofitto nel calcio. Faccio l’osservatore per l’Inter, visiono gli avversari e scrivo relazioni che finiscono nelle mani dei collaboratori di Mourinho. Ogni tanto vedo tornei giovanili. Nei giorni scorsi sono stato all’Europeo Under 19 in Ucraina, ho notato tanti ragazzi interessanti nella Serbia". La sua scoperta più bella? "Pelé". Ancora? "Parlo del Pelé portoghese, lanciato dall’Inter due anni fa. Il centrocampista". Da un Pelé all’altro, la vita si marca a uomo. E’ questa la lezione di Bedin, numero quattro per sempre.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Bedin

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    Edited by Tore MB - 10/5/2020, 10:07
     
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    Era mica parente di Maurizio Bedin, ex nostro giocatore da gennaio a giugno 2001?
     
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    Gianfranco Bedin (San Donà di Piave, 24 luglio 1945) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano. Era un mediano dotato di spiccate attitudini difensive, alle quali univa una buona visione di gioco.

    Cresciuto nell'Inter, esordisce in prima squadra l'11 giugno 1964 (nella sconfitta per 4-1 con il Torino nei quarti di Coppa Italia). Il 14 febbraio 1965 esordisce in Serie A, nella vittoria per 3-0 contro la Lazio. Divenne ben presto titolare nel ruolo di mediano, soppiantando Carlo Tagnin. In nerazzurro ha conquistato tre scudetti, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Militò con la squadra milanese sino al 1974, con un totale di 310 presenze e 23 reti. In seguito giocò anche per la Sampdoria, con tre stagioni in Serie A e una in B.

    Nazionale
    Conta 6 presenze in nazionale.

    Dirigente
    Dopo una parentesi come allenatore delle giovanili interiste, ha ricoperto il ruolo di osservatore di giovane talenti. Dal 27 marzo 2012, è il nuovo consulente tecnico per la prima squadra come addetto ai rapporti della prima squadra, ruolo occupato fino al 2010 da Gabriele Oriali.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Bedin
     
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