Football Leaks, gli affari segreti del calcio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,767
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Football Leaks: la frammentazione del cartellino di Oblak e le malefatte di Lerby e D’Onofrio. Le ultime rivelazioni

    Qualche giorno di attesa e poi via, verso un’ondata di nuove rivelazioni: il nostro Espresso (che commette anche qualche errore, vedi alla voce Deportivo Maldonado o Joorabchian) pubblica solo di domenica, ma nel resto d’Europa i componenti del gruppo investigativo EIC continuano a pubblicare a spron battuto le nuove rivelazioni provenienti dagli archivi di Football Leaks. Dall’olandese NRC, al danese Politiken, al portoghese Expresso, allo spagnolo El Mundo: articoli su articoli, dei quali vi andiamo a riassumere le parti salienti nel nostro pezzo odierno.

    DALL’OLANDA: LE MALEFATTE DI SØREN LERBY, L’AGENTE DI SNEIJDER CHE SCHIVA LE REGOLE FEDERALI- E in particolare è attivo il portale olandese NRC che, oltre ai nomi ”minori” di Lestienne (notoriamente implicato coi fondi, il suo cartellino è di proprietà dell’Al-Arabi), Babel e Brenet, spalanca insieme a Politiken il calderone delle malefatte di Søren Lerby, l’agente che cura tra gli altri gli interessi di Sneijder. Lerby, e questo è ormai risaputo, è da anni un deus ex machina in casa-Ajax, coi migliori talenti ajacidi che finiscono sotto le sue mani: ma Football Leaks svela come questo accada non per le doti del danese o per un particolare potere d’attrazione, bensì attraverso una ”leggerissima” violazione del regolamento. Lerby ha infatti ottenuto dal presidente dell’Ajax l’autorizzazione a prendere in procura i talenti olandesi già a 15 anni, quando in realtà la FIFA stabilisce che le procure debbano partire per legge al compimento del 16° anno d’età: naturale che a quel punto, un ragazzino di 15 anni che non sa neppure cosa significhi ”procuratore” si affidi a quello indicato dal club, che puntualmente finisce con l’essere Lerby. Che così si è accaparrato tra gli altri Sneijder, Klaassen, El Ghazi e il pescarese Muric, ed ha avviato una sorta di TPO sui cartellini dei suoi assistiti, cosa assolutamente vietata dai regolamenti internazionali: Lerby vanta infatti il 6,25% del cartellino di Klaassen, il 7,5% di quello di El Ghazi e il 15% di quello di Muric, giocatore pagato dall’Ajax 2.4mln, cifra assurda rispetto a ciò che ha dimostrato, proprio per gonfiare le tasche del Søren nazionale, che guadagnerà così da ogni futura cessione dei suoi gioielli, e si intascherà milioni oltre al 7% sull’ingaggio già garantito per legge. Il tutto, ovviamente, al di fuori del regolamento, così come al di fuori del regolamento è l’affare ”in famiglia” che ha portato Sneijder al Galatasaray, club che ha per manager Arlette van Meulen: sorvoliamo sull’inconsuetudine di un manager olandese in un club turco, e ci soffermiamo invece sul fatto che Arlette sia nientemeno che… la moglie di Lerby, e co-proprietaria dell’Essel Sports Management, la società olandese attraverso la quale l’agente gestisce i suoi assistiti. Quindi, ricapitolando: Lerby strappa un contratto multimilionario per Sneijder al Galatasaray (con tanto di 7.5mln all’Inter) trattando con la moglie, che incassa una commissione in quanto co-proprietaria dell’azienda che intermedia l’affare e al contempo firma il contratto da rappresentante del Galatasaray. Tutto in famiglia, per un affare a dir poco ”sporco”.

    L’ONNIPRESENZA DEL BELGA D’ADOZIONE LUCIANO D’ONOFRIO, L’AGENTE ”INCARCERATO” CHE GUADAGNA ANCORA DAL CALCIO (ECCOME SE GUADAGNA…)- Ma le nuove rivelazioni di Football Leaks vanno a colpire anche Luciano D’Onofrio, un personaggio che naviga nel mondo del calcio ormai da anni, prima come agente e poi come dirigente. E qui, dobbiamo fare un rapido excursus su D’Onofrio: il 61enne italobelga, figlio di emigrati nel paese del Benelux per cercare lavoro, inizia da calciatore e poi, al termine di una carriera non soddisfacente, intraprende la professione d’agente, acquistando sempre più potere. È lui l’uomo di fiducia del presidente dell’Olympique Marsiglia Dreyfus, quello dei grandi successi e dei grandi colpi dell’OM (poi deceduto, lasciando la società nelle mani della moglie Margherita), e proprio con Dreyfus il buon Luciano, che era partito come dirigente di Inter e Porto (prima di diventare agente e gestire per anni un certo Zinedine Zidane), viene condannato a due anni di carcere, 200mila euro d’ammenda e due anni d’interdizione da ogni attività legata al calcio in Francia a causa delle note violazioni fiscali (e non solo) dell’OM dei (finti) miracoli. Una condanna che arriva nel 2007, e che non gli impedisce di continuare a svolgere il ruolo di vicepresidente, deus ex machina e plenipotenziario-ombra dello Standard Liegi (club del quale è anche azionista di minoranza, e che ha avuto il fratello Dominique come dt) che aveva intrapreso nel 1998 ed ha abbandonato nel 2011, ma soprattutto di continuare a guadagnare dal calcio e dai trasferimenti. Un guadagno che arriva in modo totalmente illegale, dato che D’Onofrio non potrebbe neppure svolgere la professione d’agente in virtù della sua fedina penale sporca (le leggi FIFA sono queste), e invece gestisce e sposta giocatori come un Mendes qualunque: non appena abbandona lo Standard Liegi, infatti, D’Onofrio apre insieme all’amico Delmenico la Kick International Agency, che ha sede in Olanda e verrà usata dall’italobelga per incassare le elevati commissioni ricevute dai trasferimenti di alcuni suoi ”assistiti”. E quando la Kick viene scoperta, ecco che nasce l’IAM con sede in Liechtenstein (che paga gli 1.5mln di multa per il riciclaggio finanziario operato ai tempi dello Standard), e poi, quando anche quest’ultima viene scoperta, ecco la Danubio, azienda direttamente facente capo a D’Onofrio che opera come un piccolo fondo d’investimento.

    Ma quali sono i trasferimenti che hanno ingrassato le tasche di D’Onofrio? Si parte dai 4mln guadagnati dal passaggio di Eliaquim Mangala (ex Standard Liegi) dal Porto al Manchester City, per arrivare agli 1.2mln di commissione guadagnati dal trasferimento di Giannelli Imbula (gestito anche da Doyen, con cui D’Onofrio ha una sorta di rapporto di lavoro) al Porto, e al milione guadagnato nel trasferimento dello stesso allo Stoke City: una curiosità riguardo a Imbula, i documenti del contratto da firmare con lo Stoke arrivano direttamente a D’Onofrio, che dà il suo placet e non fa saltare l’affare. Perchè D’Onofrio, da buon ex dirigente e amico di lunga data del presidentissimo Pinto da Costa sr., è di casa coi Dragões, come dimostrano le svariate operazioni di Danubio col club lusitano: la strana coppia acquista in compartecipazione la meteora Kayembe, e Danubio intermedia l’acquisto dell’attaccante classe ’97 Tony Djim, che arriva guarda caso (ma è un caso, eh) dallo Standard Liegi. Ma non è finita qui, perchè Danubio mantiene il 30% del cartellino (il Porto potrà riscattarlo per 2,5mln: tantino, per una punta da 1 gol in stagione col Porto B) e si assicura il 50% sulla cessione, qualora avvenga prima di tre anni. Un affare che è l’esempio del potere di D’Onofrio nel Porto, che diventa realtà nel trasferimento di Carlos Eduardo all’Al-Hilal: il centrocampista è in prestito al Nizza, che a fine stagione punta a riscattarlo in virtù della prelazione contenuta nell’accordo precedente e offre una discreta somma. Ma il signor Luciano dice no e chiude l’affare con gli arabi dell’Al-Hilal, che pagano meno del Nizza e di più a lui: la sua parola, da gestore di metà cartellino, vale più di quella del Porto, e i francesi (che avevano minacciato di denunciare) vengono ”compensati” col prestito del difensore Ricardo Pereira.

    TPO, PERCENTUALI E SUDDIVISIONI: LA FRAMMENTAZIONE DEL CARTELLINO DI JAN OBLAK, E MENDES…- Provengono invece dall’attivissimo El Mundo le rivelazioni riguardo al passaggio di Jan Oblak all’Atletico Madrid per 16mln, una cifra che allora aveva suscitato parecchie perplessità ed è stata poi giustificata dalle grandi prestazioni dello sloveno una volta che è diventato il titolare della porta dei colchoneros: i 16mln del trasferimento facevano infatti di Oblak uno dei 10 portieri più cari della storia, un dato insolito, per un portiere di soli 21 anni che aveva giocato un solo anno da titolare nel Benfica dopo qualche prestito (l’ultimo al Rio Mendes, ops, Rio Ave), ma la cifra è solo una delle tante stranezze del passaggio avvenuto nell’estate del 2014. L’Atletico infatti accelera su Oblak dopo aver sentito dell’interesse del Real per il talentino sloveno, e sigla il 6 luglio 2014 un accordo segreto con la Players Promotion Spa, l’azienda svizzera che cura gli interessi del giovane Jan ed ha nello sloveno Mlakar il suo rappresentante: con questa somma, stabilita da un contratto firmato tra le parti, Oblak s’impegna attraverso la Players Promotion a ”comunicare al Benfica che vuole firmare con l’Atletico, fare tutto il necessario affinchè il trasferimento vada in porto, usando ogni mezzo, e non trattare con nessun altro club”.

    Un autentico impegno ad andare contro il Benfica, magari facendo anche diminuire il prezzo della cessione, che 10 giorni dopo si attesta a 16 milioni appunto: e qui arrivano nuovi sviluppi legati ad un’acclarata TPO, dato che il Benfica finisce con l’incassare solo 9,46mln in virtù di ”precedenti accordi con terze parti che avevano investito sul giocatore”. Terze parti di una certa importanza, dato che solo un anno prima il Benfica aveva ceduto il 20% del cartellino a Mendes e Gestifute, rendendo ancor più frammentato un cartellino che vedeva già il 6,5% a Mlakar e il 5% all’Olimpia Lubiana, club in cui Oblak è cresciuto. Un guazzabuglio tipico del calcio portoghese, ma anche l’Atletico alla fine si fa trascinare nel ramo delle TPO (i colchoneros lavorano da sempre con Mendes e coi fondi): Mlakar infatti, nel contratto che gli garantisce 1,9mln per l’intermediazione e l’aiuto nell’affare, ottiene anche il 12,5% dalla futura cessione di Oblak, che siamo sicuri avverrà a peso d’oro.

    L’ennesimo caso di malaffare svelato da Football Leaks, nel quale compare anche Jorge Mendes all’improvviso: e le rivelazioni certamente non si fermeranno qui, c’è ancora tanto da scoprire…

    http://www.agentianonimi.com/football-leak...me-rivelazioni/
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,767
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Football Leaks: Galliani e Doyen, sono affari di famiglia

    Che fra Doyen Sports Investments e Adriano Galliani i rapporti fossero molto stretti era cosa nota. Se ne ha notizia da luglio 2013, quando in un hotel di Taormina si raduna un gruppo del calcio italiano e non solo. A fare gli onori di casa sono Antonino Pulvirenti e Pablo Cosentino, rispettivamente presidente e vicepresidente del Catania Calcio, che soltanto due anni dopo saranno travolti dall’inchiesta della procura catanese “I treni del gol”, con annessa parentesi di permanenza nelle patrie galere. Assieme a loro si danno convegno: il non-radiato Enrico Preziosi, presidente del Genoa; il presidente e proprietario della Lazio, Claudio Lotito (basta la parola); l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, immortalato dalle compiacenti narrazioni mentre era fa il morto in piscina; e il senhor Nelio Lucas, amministratore delegato di Doyen. Ulteriore prova del legame fra Galliani e il fondo maltese si è avuta nell’estate del 2015, con l’annuncio di una partnership che dovrebbe favorire la cessione del Milan a mai identificati acquirenti asiatici rappresentati dal broker thailandese Bee Taechaubol. Quella partnership si rivela un disastro, e ciò dà alla famiglia Berlusconi il pretesto per scioglierla, dato che dalle parti di Arcore l’irruzione del fondo maltese e del suo CEO non è vista di buon occhio nemmeno per un istante. E adesso giungono le rivelazioni di Football Leaks, pubblicate dal consorzio European Investigative Collaborations (EIC) che in Italia ha come referente il settimanale L’Espresso.
    Il numero in edicola domani, ma disponibile agli abbonati già da ieri sera, pubblica un lungo articolo firmato da Vittorio Malagutti e Stefano Vergine che descrive nel dettaglio il Sistema Doyen. Nel quale il valore della famiglia è centrale non meno di quanto non lo sia nel caso della menzionata dinastia di Arcore. Il tutto arricchito da storie boccaccesche, e smentite dai protagonisti, sulle calde notti dei nuovi padroni del calcio mondiale.

    LA FAMIGLIA ARIF - Per chi ha la bontà di seguire ciò che Calciomercato.com scrive da anni a proposito di Doyen, il nome di Tevfik Arif come socio forte di Doyen non è una novità. L’articolo firmato da Malagutti e Vergine, sulla base della vasta e circostanziata documentazione acquisita da Football Leaks, allarga il raggio all’intera famiglia Arif. Quattro fratelli kazaki che hanno conosciuto il potere dell’ex Urss, e che dopo la dissoluzione dell’impero sovietico hanno saputo ricollocarsi nell’arena dell’economia globale giungendo a realizzare affari con Donald Trump. Sì, proprio il neo-eletto presidente Usa. Che all’inizio degli anni 2000, epoca in cui non era ancora sfiorato da ambizioni politiche, entra in affari con Tevfik Arif attraverso la società Bayrock. Il business di Bayrock è quello del “property developing”, e quanto alla provenienza dei denari vengono segnalati ambienti russi poco rassicuranti. La vicenda imprenditoriale di Bayrock finirà malissimo, quella della famiglia Arif e del rampollo Tevfik continuerà a andare benissimo. Soprattutto in Turchia, il centro strategico del Doyen Group, dove a dare una mano provvedono gli ottimi rapporti con Recep Tayyp Erdogan, l’attuale presidente della repubblica. A dire il vero, proprio in Turchia capita a Tevfik Arif un infortunio devastante: uno scandalo sessuale che lo coinvolge assieme a un gruppo di businessmen russi e ha come scenario lo yacht Savarona, di proprietà dello stato turco (fu utilizzato dal padre della patria Kemal Ataturk), che viene concesso in affitto per la modica cifra di 50 mila dollari al giorno. Gli articoli di stampa pubblicati all’epoca parlano di un blitz della polizia che svela la presenza di dieci escort russe e ucraine, di cui due minorenni. Tevfik Arif respinge immediatamente quelle accuse, e verrà scagionato nel 2011. L’altro dei fratelli Arif fortemente coinvolto in Doyen è Refik, che ha avuto anche l’onore di essere menzionato nei Panama Papers. Stando a quanto riferito dall’Espresso, gli Arif avrebbero investito 72 milioni di euro nel business dei calciatori, lungo un periodo che va dal 2011 al 2015. Un discreto pezzo del patrimonio di famiglia affidato in gestione al senhor Nelio Lucas. No comment.

    GALLIANI PADRE E FIGLIA - C’è tanta famiglia anche nel caso di Adriano Galliani. L’Espresso parla della figlia Micol, che per il mondo del calcio non è certo un nome nuovo. Ricorderete la profusione di articoli in cui venivano raccontate le abitudini post-partita del Milan allenato da Carlo Ancelotti, ai cui giocatori venivano serviti gli spaghetti subito dopo la conclusione delle partite. Ebbene, a occuparsi del catering era la “Micol Enterprise”. Che non ha nulla a che fare con Star Trek, perché è una società diretta da Micol Galliani. Fra i clienti della “M Enterprise” c’era anche Expogoal, la fiera sul calcio organizzata dalla Gea World negli anni pre-Calciopoli. Ne è testimonianza l’intercettazione di una telefonata fra Tommaso Cellini e Riccardo Calleri, datata 18 ottobre 2004, in cui viene detto che il catering di Expogoal bisogna farlo fare alla Galliani junior “anche a condizioni peggiori” rispetto a quelle proposte dalla concorrenza. L’Espresso riferisce che Micol Galliani ha lavorato come consulente di Doyen a partire da ottobre 2013, cioè tre mesi dopo il meeting di Taormina. Gli avvocati di Galliani smentiscono, ma il settimanale riferisce che le carte di Football Leaks testimoniano di un “contatto costante con top manager del gruppo, come Matthew Kay e Simon Oliveira”. Inoltre, da quelle carte si apprenderebbe che Micol Galliani si è occupata, per conto di Doyen, delle relazioni con la Panini (quella delle figurine) e di un progetto immobiliare a Beverly Hills. Inoltre, Galliani padre e figlia erano fra i 200 invitati che a gennaio 2014 hanno festeggiato a Londra il compleanno di Nelio Lucas.

    MA QUANTO MIAMI? - Del rapporto fra Adriano Galliani e Doyen vengono riferite altre cose. Una trattativa sfumata per il trasferimento di Adem Ljiajic dalla Fiorentina al Milan. E soprattutto il quadretto hardcore che si è acceso intorno ai tentativi di cedere Geoffrey Kondogbia nell’estate del 2013 (sempre quella del meeting taorminese). Il centrocampista, che adesso è la disperazione dei tifosi interisti, appartiene allora in quota dei diritti economici a Doyen. Prima di cederlo al Monaco, grazie ai buoni uffici di Jorge Mendes e realizzando una plusvalenza del 524%, il fondo maltese prova a piazzare Kondogbia presso club dell’elite europea. E per raggiungere lo scopo non risparmia sui mezzi. Riferisce L’Espresso: “(…) nel disperato tentativo di trovare un compratore, il gran capo di Doyen aveva organizzato un party a Miami con ospite d’onore Florentino Perez, il patron del Real Madrid. Un party con fiumi di champagne e belle ragazze invitate per l’occasione. Quel giorno, il 6 agosto 2013, anche l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani si trovava a Miami, dove il club rossonero era impegnato in un torneo amichevole, l’International Champions Cup”. Gli autori dell’articolo riferiscono di avere interpellato l’ad milanista, che ha smentito di avere partecipato a quella festa e d’avere mai trattato Kondogbia nell’estate del 2013 (lo farà, con l’aiuto di Doyen e esiti pessimi, l’estate successiva). Analoga smentita è giunta da Florentino Perez. Di quella vicenda rimane la strana traiettoria del denaro incassato da Doyen per il trasferimento del centrocampista al Monaco, con una parte della cifra stornata a Denos, una società degli Emirati. E restano soprattutto i dettagli sulla preparazione di quella notte a Miami, in uno scambio fra Nelio Lucas e Arif Efendi del quale il sito francese Mediapart (altro partner del consorzio EIC) dà conto senza censure.

    http://m.calciomercato.com/news/football-l...-famiglia-75465
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,767
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Football Leaks, “quel festino con le ragazze” per portare Kondogbia al Real Madrid

    MILANO – Un festino a luci rosse con un numero imprecisato di ragazze. Così, rivela L’Equipe approfondendo le carte dell’inchiesta Football Leaks, la Doyen Sports avrebbe cercato di convincere il patron del Real Madrid Florentino Perez a comprare il giocatore allora in forza al Siviglia Geoffrey Kondogbia. Nel caso specifico a organizzare tutto secondo l’Equipe sarebbe stato il numero uno della Doyen (uno dei colossi mondiali nella compravendita dei calciatori) Nelio Lucas. Scrive il sito Goal.com: Lucas, approfittando del fatto che Perez si trovava a Miami per assistere al match della sua squadra, impegnata nell’International Champions Cup, avrebbe avuto a disposizione, grazie ad un rampollo della famiglia Doyen, Arif Efendi, un appartamento di 650 metri quadri. A quest’ultimo avrebbe riferito: “Ho portato i dirigenti del Real e Perez nella tua casa ieri sera e forse lo farò anche oggi”. Inutile dire che Florentino Perez non l’ha presa affatto bene e parla di chiacchiere che “ledono la mia dignità e il mio onore”. L’inchiesta che ruota attorno alla Doyen, però, tra festini stravaganti e milioni di euro in paradisi fiscali, sempra essere appena all’inizio. - See more at: http://www.blitzquotidiano.it/sport/footba...h.RP7NioZ0.dpuf

    http://www.blitzquotidiano.it/sport/footba...madrid-2606195/
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,767
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Football Leaks, la Fifa se ne lava le mani

    Arresti, tangenti e poi dimissioni a catena, tra cui quella dell'inossidabile presidente Sepp Blatter. La Fifa, l'organo di governo mondiale del pallone, arriva da due anni terribili, in cui un'ondata di scandali ha messo seriamente in pericolo la credibilità della più ricca e potente tra le federazioni mondiali dello sport.

    Adesso le rivelazioni di Football Leaks alzano il velo sugli affari sporchi del pallone: i traffici milionari dei grandi agenti di calciatori, i sospetti di evasione fiscale, il ricorso ai paradisi offshore da parte di celebrate star come Cristiano Ronaldo o l'allenatore José Mourinho.

    Gianni Infantino, 46 anni, doppia cittadinanza italiana e svizzera, ha preso le redini della Fifa come presidente dallo scorso febbraio, ereditando la guida di un'organizzazione quanto mai in crisi di credibilità. In questa intervista concessa ai giornalisti del network Eic, European investigative collaborations, di cui fa parte anche l'Espresso, il capo dell'”Onu del pallone”, ammette che la Fifa: «ha attraversato una fase estremamente delicata, un periodo molto buio» e promette trasparenza e chiarezza per «ricostruire l'immagine» della Federazione.

    Sui traffici finanziari sospetti, in cui appaiono coinvolti in primo luogo gli agenti dei calciatori, Infantino dice che compito della Fifa è quello di «garantire una maggiore trasparenza e di attribuire maggiore responsabilità a tutte le parti coinvolte». In concreto, però, la palla viene rilanciata nel campo delle autorità statali. Tocca a loro, dice il numero uno della Fifa, intervenire sulle questioni fiscali. «Noi dobbiamo cercare di garantire in ogni modo che questi trasferimenti di denaro, questi miliardi di euro o di dollari che circolano ogni anno, arrivino nel posto giusto. Dobbiamo puntare soprattutto sulla trasparenza».

    La questione dello strapotere degli agenti, come dimostra l'inchiesta Football Leaks, è però quella che sembra più complessa da affrontare. E la decisione della Fifa, che nel 2015 ha rinunciato a esercitare ogni forma di controllo sugli intermediari del calciomercato, non ha certo contribuito a migliorare la situazione. Anche in questo caso, secondo Infantino, tocca ai governi nazionali intervenire per mettere ordine e sottoporre gli agenti a controlli più stringenti.

    «Esisteva un sistema che imponeva agli agenti di superare un esame, ma come si può sottoporre a un esame il mondo intero? È una cosa davvero complicata e molto difficile. Per far questo, servirebbe il sostegno dei governi allo scopo di regolare la professione di agente in modo da poter dare ai giocatori le necessarie garanzie».

    Insomma, Infantino promette trasparenza. Assicura che il rinnovamento procede, ma sulle questioni concrete, quelle che riguardano i traffici sospetti che circondano il mondo del pallone, il presidente scarica altrove la responsabilità dell'intervento. Di questo passo la strada verso la trasparenza sembra davvero ancora lunga e impervia.

    http://espresso.repubblica.it/inchieste/20...e-mani-1.291432
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,767
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Football Leaks, la storia di Geoffrey Kondogbia: il bidone girato come un bond

    Prendete un tifoso dell’Inter e fategli il nome di Geoffrey Kondogbia. I più timidi abbasseranno gli occhi o guarderanno altrove, tentando di cambiare discorso. Gli altri, quasi tutti, esprimeranno la loro delusione con una sfilza di aggettivi irripetibili. In effetti, dopo mesi di prestazioni altalenanti (eufemismo), solo pochi ottimisti riescono a vedere in Kondogbia le qualità da fuoriclasse di cui era accreditato nell’estate del 2015, quando l’Inter lo comprò dal Monaco per 40 milioni di euro e uno stipendio annuo, come conferma il contratto che l’Espresso ha potuto leggere, di 3,5 milioni al netto delle tasse.

    Semmai l’Inter deciderà di cedere il centrocampista francese, le probabilità che riesca a recuperare la somma investita sono prossime allo zero. Per altri invece Kondogbia si è trasformato in una miniera d’oro. C’è il Monaco, controllato dal russo Dmitry Rybolovlev, che nel 2015 è riuscito a rivendere il giocatore al doppio del prezzo a cui l’aveva acquistato ad agosto del 2013.

    SPECIALE TUTTI I NOMI DEI FOOTBALL LEAKS

    L’operazione si è quindi chiusa con un rendimento del 50 per cento annuo. Ma questo è niente in confronto alla performance ottenuta da Doyen, la multinazionale del management sportivo guidata da Nelio Lucas. A conti fatti l’investimento di Doyen su Kondogbia ha fruttato il 524 per cento in 13 mesi. Fenomenale. Un colpo da far invidia a un lupo di Wall Street. Questo è quanto emerge dai file di Football Leaks, che l’Espresso ha potuto visionare insieme agli altri partner della rete di giornalismo investigativo EIC.

    Sì, perché quando ad agosto del 2013 il Siviglia cedette il calciatore al Monaco per 20 milioni, la metà di quella somma andò proprio a Doyen, che l’anno prima aveva finanziato per metà l’acquisto di Kondogbia da parte del Siviglia. All’epoca, nel ruolo di venditore c’era il Lens, una squadra transalpina, e l’operazione venne conclusa per 3 milioni. I conti sono presto fatti: Doyen sborsò 1,5 milioni nel luglio 2012 e 13 mesi dopo, come risulta dai documenti, incassò al netto delle spese, 9 milioni 358 mila euro con un profitto di quasi 8 milioni pari a un rendimento 524 per cento. Insomma, per Doyen il titolo Kondogbia è andato alla grande.

    Un rialzo strepitoso. E pensare che Lucas, solo a luglio del 2013, temeva che l’intera operazione andasse in fumo. In base al contratto stipulato con il Siviglia, il club iberico era obbligato a vendere se fosse arrivata un’offerta di almeno 20 milioni per Kondogbia. E nel disperato tentativo di trovare un compratore, il gran capo di Doyen aveva organizzato un party a Miami con ospite d’onore Florentino Perez, il patron del Real Madrid . Un party con fiumi di champagne e belle ragazze invitate per l’occasione. Quel giorno, 
il 6 agosto 2013, anche l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani si trovava a Miami, dove il club rossonero era impegnato in 
un torneo amichevole, l’International Champions Cup.

    Interpellato dall’Espresso, Galliani dichiara di non aver partecipato alla festa di Lucas e smentisce anche di aver trattato l’acquisto di Kondogbia durante quel soggiorno negli Stati Uniti. Anche Perez nega di essere stato a quel party e neppure lui si è fatto convincere a comprare il giocatore francese.

    A salvare la situazione è spuntato il Monaco. Che ha acquistato Kondogbia e un altro giocatore della scuderia Doyen. Un calciatore del calibro del centravanti Radamel Falcao, colombiano, pagato addirittura 43 milioni. Quest’ultimo affare ha fruttato circa 5 milioni di profitti per Doyen, dieci volte meno rispetto a Kondogbia. La vicenda però non si chiude qui. Una parte del denaro incassato è volata lontano, negli Emirati Arabi Uniti dove ha sede la società Denos. Tra i file di Football Leaks c’è un contratto in cui Doyen si impegna a girare a Denos il 10 per cento dei profitti incassati con la cessione di Kondogbia e altri due calciatori, il già citato Falcao e Miguel de las Cuevas. Vale la pena ricordare che negli Emirati Arabi Uniti vige il più ferreo segreto bancario e societario. Difficile stabilire con certezza, quindi, il destinatario di quei soldi.

    http://espresso.repubblica.it/inchieste/20...n-bond-1.291107


    Football Leaks, chi sono gli oligarchi che controllano il calcio

    Hanno comprato decine di giocatori. Sono diventati proprietari occulti di intere squadre. Hanno sconvolto in una manciata d’anni un mondo che sembrava impermeabile a ogni mutamento esterno. Sono i nuovi burattinai del pallone. Eppure, fino a oggi, son riusciti a rimanere nell’ombra.

    D’altra parte l’imbarazzo sarebbe stato enorme se qualcuno avesse scoperto che c’erano loro dietro Doyen, il colosso del management sportivo. Per loro stessi, innanzitutto, terrorizzati dall’idea di poter perdere ogni proprietà. Ma anche per chi li ha appoggiati, per chi ci ha fatto affari insieme. Personaggi eccellenti. Dal presidente kazako Nursultan Nazarbaev all’omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Fino al nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

    Dopo sette mesi d’inchiesta giornalistica, l’Espresso e le altre testate del network EIC sono in grado di rivelare con certezza chi si nasconde dietro Doyen. Si chiamano Arif, sono quattro fratelli kazaki. Oligarchi. Gente che ha fame di soldi e non si accontenta. No, controllare la ACCP, una delle più grandi fabbriche chimiche al mondo, non bastava. Il Kazakistan stava stretto agli Arif, in particolare a Tevfik e Refik, i fratelli più attivi della famiglia. Per loro non era sufficiente nemmeno essere tra i più grandi imprenditori della Turchia.

    Gli Arif volevano di più. Ed ecco allora l’idea: il calcio. Già, chi l’ha detto infatti che con il pallone non si guadagna? Certo, bisogna creare società offshore, assoldare agenti e giocatori, influenzare presidenti e manager delle più famose squadre. Gli Arif hanno fatto tutto quanto necessario per raggiungere il successo. Hanno investito, fra il 2011 e il 2015, la bellezza di 72 milioni di euro. Affidato ad Arif, il giovane figlio di Tevfik, il compito di gestire gli affari. E scelto un frontman come Nelio Lucas, portoghese, agente di calciatori giovane, ambizioso e poliglotta. L’unico volto noto di Doyen, finora.

    La società si presenta come un’agenzia di rappresentanza per sportivi. Nel ricco book di atleti ci sono stelle come Usain Bolt e David Beckham, Neymar e Boris Becker. Ma anche calciatori legati alla serie A, dall’ex juventino Alvaro Morata all’interista Marcelo Brozovic. Doyen dice di gestire i loro diritti d’immagine. I documenti di Football Leaks dimostrano però che, almeno fino all’anno scorso, il business della società è stata la compravendita dei diritti economici dei giocatori. Tra quelli targati Doyen, oltre al francese Geoffrey Kondogbia, troviamo il laziale Felipe Anderson, l’interista Gabigol e Radamel Falcao del Monaco. E poi le squadre che hanno ricevuto prestiti in cambio di una percentuale sui cartellini dei giocatori: Atletico Madrid, Getafe, Sporting Gijon, Siviglia, Santos, Porto.

    D’altra parte Doyen può vantare contatti di prim’ordine. Anche in Italia, dove la società ha più volte incrociato la strada del Milan, per esempio durante il negoziato per la vendita (sfumata) della squadra rossonera all’imprenditore thailandese Bee Taechaubol. Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, ha dichiarato a l’Espresso, tramite il suo avvocato, che «non ha nessun rapporto con il gruppo Doyen». Dalle carte di Football Leaks emerge però un particolare che collega direttamente il gruppo degli Arif alla famiglia Galliani. A partire dall’ottobre del 2013, Micol Galliani, figlia dello storico collaboratore di Silvio Berlusconi, ha lavorato come consulente per Doyen Sports.

    Documenti interni a Doyen che l’Espresso ha potuto visionare mostrano che la primogenita di Galliani è stata in contatto costante con top manager del gruppo, come Matthew Kay e Simon Oliveira, e ha seguito alcuni dossier per conto di Doyen, come le relazioni con Panini (l’azienda delle figurine) e un progetto immobiliare a Beverly Hills. L’avvocato di Galliani ha dichiarato a l’Espresso, che Micol Galliani «non ha mai avuto rapporti contrattuali o di collaborazione con Doyen». Le carte di Football Leaks confermano inoltre che già nel 2013 a Galliani furono presentate da Doyen operazioni di mercato, tra cui una con al centro Adem Ljajic, allora alla Fiorentina. Inoltre Galliani e la figlia compaiono nell’elenco degli oltre 200 invitati alla cena di compleanno di Lucas del gennaio 2014 a Londra.

    Per capire come hanno fatto degli anonimi fratelli kazaki a diventare i protagonisti del calcio europeo, bisogna tornare ai tempi del collasso dell’Urss. Tevfik e Refik Arif lavorano nell’amministrazione sovietica. Burocrati trasformatisi improvvisamente in imprenditori. A metà degli Novanta la famiglia Arif si ritrova a capo della ACCP, una delle più grandi fabbriche chimiche al mondo per la lavorazione del cromo. I file di Football Leaks, ottenuti dal settimanale tedesco Der Spiegel e condivisi con le altre testate del network EIC, non dicono com’è stato possibile. Di certo la ACCP non avrebbe potuto trasformarsi nella macchina da soldi attuale (profitti per 386 milioni di dollari solo fra il 2004 e il 2014) se non avesse trovato la collaborazione della ENRC, colosso minerario controllato da Alexander Mashkevitch, Alijan Ibragimov e Patokh Chodiev. È il cosiddetto “Trio Kazako”: miliardari già coinvolti in casi di corruzione internazionale, considerati vicinissimi all’uomo forte del Kazakistan, Nazarbaev.

    Sfruttando i profitti della chimica gli Arif spiccano il volo. Tevfik è il primo a lasciare l’Asia Centrale, destinazione Turchia. Il grande salto arriva però nei primi anni 2000, quando emigra negli Usa per fondare Bayrock, società che insieme al tycoon Donald Trump realizza hotel e appartamenti a New York. Le cose non filano lisce. Alcuni investitori sostengono di essere stati ingannati e denunciano i costruttori. Il direttore finanziario di Bayrock, in una testimonianza scritta, sostiene che l’azienda ha investito soldi della mafia russa. Le denunce non hanno portato a condanne, anche se gli Arif hanno preferito ritirarsi dal mercato immobiliare Usa.

    Pochi anni dopo, nel 2010, un altro scandalo. Sul Savarona, lo yacht un tempo appartenuto al fondatore della Turchia laica, Kemal Atatürk, la polizia turca scopre un giro di prostituzione gestito proprio da Tevfik. Ragazze dell’Est Europa destinate a parecchi uomini, fra cui Mashkevitch, Ibragimov e Chodiev. Dal processo gli Arif escono indenni, ma la vicenda porta a galla i loro legami più importanti. Quelli con Erdogan, allora premier turco. E con il “Trio Kazako”, appunto. È allora che Tevfik e fratelli decidono di entrare segretamente nel calcio.

    Per i cinque anni successivi gli affari vanno a gonfie vele. Merito dei Tpo , i meccanismi che permettono a società e fondi d’investimento di comprare quote di calciatori. Gli Arif macinano profitti e li trasferiscono in società offshore tra Malta, Emirati Arabi e British Virgin Islands. Il gioco, però, si interrompe presto. All’inizio del 2015 la Fifa vieta i Tpo definendoli «una forma moderna di schiavitù». Sembrerebbe la fine degli Arif. Sebbene l’acquisto diretto di quote di calciatori sia oggi illegale, la Fifa continua però a permettere a società e fondi di investire nelle squadre. Si chiamano Tpi (Third-party investments) e la sostanza non cambia: il club garantisce la restituzione del prestito con la vendita di alcuni suoi giocatori. I documenti di Football Leaks mostrano che a novembre 2015 Doyen ha compilato una bozza di contratto con il club spagnolo del Cadice. La proposta? Un prestito da 1,5 milioni di euro in cambio del 20 per cento di tutti i giocatori della squadra. Chissà com’è andata a finire.

    http://espresso.repubblica.it/inchieste/20...calcio-1.291131
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Doriano MB
    Posts
    33,767
    Location
    Genova - Marassi

    Status
    Anonymous
    Football Leaks, il mistero dell'Apollon Limassol: spunta anche Maksimovic

    Fra i tanti dossier messi a disposizione dalla seconda ondata di Football Leaks ve n’è uno particolarmente corposo. Riguarda l’Apollon Limassol, club cipriota che negli ultimi anni si segnala per il possesso dei diritti economici di calciatori mai passati da lì e smistati in giro per l’Europa. A trattare il tema si ritrova da tempo in prima linea il giornalista rumeno Costin Ştucan, componente a pieno titolo dell’European Investigative Collaborations (EIC), il consorzio di testate europee che diffonde i leak calcistici. In un lungo articolo (http://theblacksea.eu/index.php?idT=88&idC...0&recType=story) pubblicato dal sito The Black Sea, Ştucan e il suo collega Michael Bird hanno illustrato gli strani giri innescati attorno a un club pressoché ignoto agli appassionati europei di calcio, ma molto amato da uno fra i grandi pupari del calcio globale: l’israeliano Pini Zahavi. Accanto a Zahavi manovra con gran lena Fali Ramadani, uno dei più abili allievi dell’israeliano così come lo è Kia Joorabchian, tanto da essersi ormai ritagliato ampi spazi d’autonomia. Altro elemento da valutare: l'Apollon è la squadra del cuore di Marios Lefkaritis, che ne è stato anche presidente. Costui non è un personaggio qualsiasi. È componente dell'Esecutivo Uefa dal 1996 (www.fifa.com/about-fifa/committees/people=26894/index.html) e attualmente vicepresidente e tesoriere della confederazione europea, oltreché componente del Consiglio Fifa dal 2009. Inoltre, Lefkaritis è un uomo d'affari ricco e influente. Il suo Lefkaritis Group controlla Petrolina (www.petrolina.com.cy/en-gb/HOME), compagnia petrolifera con sede a Larnaca il cui board è pieno di individui che di cognome fanno Lefkaritis (www.petrolina.com.cy/en-gb/OUR-COMPANY/BOARD-OF-DIRECTORS). A occhio, si tratta di un club intoccabile. Ciò che rende più agevole operare sul mercato dei trasferimenti di calciatori con modalità parecchio sospette. L'articolo di Costin Ştucan e Michael Bird mette in fila i nomi di sette calciatori trasferiti attraverso l'Apollon. Illustriamo i loro casi.

    Luka Jovic – Attaccante 1997, una delle maggiori promesse del calcio serbo. A gennaio 2015 l'Apollon ne acquisisce il 70% dei diritti economici dalla Stella Rossa per 1,6 milioni di euro, ma lo lascia a giocare in Serbia. Nel contratto fra il club cipriota e quello serbo c'è anche una clausola che consente all'Apollon di acquisire il restante 30% per 400 mila euro. Non è dato sapere se questa clausola sia stata azionata. Qualora ciò sia avvenuto, la Stella Rossa avrebbe portato in cassa non più di 2 milioni per uno dei massimi talenti serbi della generazione emergente. Il 1° febbraio 2016 Jovic viene ceduto al Benfica per 6,65 milioni. Il club cedente risulta essere l'Apollon, che potrebbe aver realizzato una plusvalenza di 4,65 milioni. Gli autori dell'articolo riferiscono anche dettagli su chi ha condotto la trattativa per conto della Stella Rossa. Si tratta di Zvezdan Terzic, montenegrino di nascita, ex calciatore e ex presidente della federcalcio serba con alle spalle un avventuroso curriculum giudiziario (https://en.wikipedia.org/wiki/Zvezdan_Terzi%C4%87). La sorella di Terzic, Sonja, è sposata con Nikola Damjanac, ex portiere dell'Hajduk Spalato diventato agente. Nella trattativa per il trasferimento di Jovic al Benfica, Damjanac ha trattato per conto del club portoghese portando a casa una commissione da 100 mila euro. Un ultimo dettaglio: l'ex portiere dell'Hajduk, nonché cognato di Terzic, è anche socio dell'agenzia Lian Sport assieme a Fali Ramadani e Marc Rautenberg.

    Mijat Gacinovic – Si tratta di un centrocampista cresciuto nel Vojvodina, classe 1995. Il 3 agosto 2015 l'Apollon acquisisce per 1,25 milioni i suoi diritti economici. Dal club di Novi Sad? No, da due società con sede legale in Delaware (Usa) e Canada. Pochi giorni dopo Gacinovic viene ceduto dall'Apollon all'Eintracht Francoforte per la medesima cifra di 1,25 milioni. Dal contratto di trasferimento risulta che l'Apollon ha diritto al 50% di una futura cessione, e che l'Eintracht non può lasciarlo andare per meno di 2,5 milioni di euro, a meno di riscattare per quella cifra il 50% cui l'Apollon ha diritto.

    Nikola Maksimovic – Si tratta del caso più noto al pubblico italiano. L'Apollon lo rileva dalla Stella Rossa a settembre del 2012 con impegno di trasferirlo a Cipro nel gennaio del 2013. Cosa che non avviene. A luglio 2013 il difensore si trasferisce in prestito al Torino, che versa all'Apollon 350 mila euro. Ma qui arriva la prima stranezza. Benché si trovi al Toro in prestito, Maksimovic firma col club granata un contratto quinquennale. Quelle menzionata è soltanto una delle bizzarrie che possono essere riscontrate nell'affare fra Torino e Apollon. Che è caratterizzato da una complessa serie di clausole contrattuali sulla futura cessione, la cui consultazione è possibile in questo articolo (http://www.theblacksea.eu/index.php?idT=86...2&recType=story).

    Pavlovski, Manea, O'Neill – Passano tutti dal Belgio. Marko Pavlovski era calciatore dell'OFK Belgrado quando il presidente del club si chiamava Zvezdan Terzic, lo stesso che ha il ruolo di uomo forte alla Stella Rossa nei giorni in cui veniva ceduto Luka Jovic. Il 28 agosto 2013 Pavlovski viene ceduto all'Apollon e soltanto due giorni dopo è spedito in prestito al Porto, dove gioca due stagioni non memorabili. Nell'estate del 2015 va al Muscron Peruwelz, club passato sotto il controllo di Pini Zahavi (http://www.calciomercato.com/news/pippo-ru...-mouscro-996513). Non lascia il segno nemmeno lì, e allora l'Apollon continua a darlo via in prestito: a gennaio 2016 lo rimanda all'OFK Belgado, e la scorsa estate lo piazza allo RNK Spalato. Approda al Mouscron anche il romeno Cristian Manea, difensore esterno destro classe 1997, cresciuto nell'accademia di George Hagi e transitato dal Viiorul Constanta che ne è di fatto una dependance. Anche in questo caso, il giro di commissioni e agenzie offshore è di tutto rilievo, con l'Apollon a reggere le fila (http://www.theblacksea.eu/index.php?idT=88...2&recType=story). Il terzo calciatore trasferito al Mouscron Peruwelz è Shane O'Neill, un irlandese che si è formato calcisticamente negli Usa. L'Apollon lo rileva e nell'estate 2015 lo manda in Belgio dove il giocatore marca una presenza irrilevante. A gennaio 2016 il club cipriota lo presta al Cambridge United, e la scorsa estate lo appioppa agli olandesi del NAC Breda.

    Nikola Aksentijevic – Difensore classe 1993, assistito da Lian Sport, nell'estate 2012 viene ceduto in prestito dal Partizan Belgrado al Vitesse Arnhem, club olandese posto sotto la sfera d'influenza del Chelsea (e dunque, indirettamente, anche di Zahavi e Ramadani). In quegli stessi giorni il Partizan ne cede i diritti all'Apollon. Non un grande investimento. Aksentijevic torna in Serbia all'onnipresente OFK Belgrado, poi nell'estate 2015 tocca anche a lui fare le valigie per raggiungere il Mouscron Peruwelz. Adesso è al Vojvodina. In prestito dall'Apollon, che continua a detenerne i diritti economici. Ma i tifosi del club cipriota lo sanno?

    http://www.calciomercato.com/news/football...anche-mak-27157
     
    .
  7. Philippus.
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mah, non capisco lo stupore... Si sa che il calcio tutto è meno che regolare(come tutti gli sport in generale).
    Se volete leggere cose serie sul tema, consiglio i libri di Petrini.
     
    .
21 replies since 3/12/2016, 12:45   754 views
  Share  
.