-
.
E' notizia di oggi il cattivo stato di salute di Giancarlo Salvi. Giancarlo ha significato molto per tanti Sampdoriani, vuoi per le 291 presenze in casacca blucerchiata, vuoi per i cinquanta gol fatti per i nostri colori. Simbolo di un calcio che non c'è più, gli sono occorse dodici stagioni per raggranellare le quasi trecento presenze, in un'epoca dove le partite erano solo quelle di campionato, non c'erano coppe e la coppa italia spesso finiva ai primi turni. Eppure una delle sue prime segnature, quella a San Siro nello spareggio con il Modena, rischiò di allontanarlo da noi in tenera età. Dopo un anno al Milan eccolo ancora alla Sampdoria.
Insieme ad altri mille aneddoti e ricordi, Salvi viene ricordato con devozione da un'intera generazione di tifosi Sampdoriani. Correva l'anno 1973, il campionato di serie A che cominciava in autunno avrebbe visto tra i partecipanti anche il Genoa, cosa che non accadeva dall'anno 1964/65. Nonostante quasi dieci anni di cadetteria con una puntatina nell'amata serie C, in città il mito e la prosopopea del grifone e della gradinata nord sono fortissimi, la cavalcata trionfale in serie b dell'anno precedente gonfia ancor più di boria i gonfaloni bicolori.
Inoltre ci sarà il derby, assente dal 4 Aprile del 1965 quando la vittoria rossoblù non impedì la retrocessione a fine anno. Si giocherà in casa del Genoa il 25 Novembre. L'attesa è spasmodica, l'allora predominanza cittadina rossoblù si fa sentire, i Sampdoriani andranno alla partita pensando di essere vittime sacrificali. Per molti giovani questo sarà il primo derby. Poi inizia la partita, e dopo soli venti minuti i nodi vengono al pettine: calcio d'angolo di Badiani sotto la nord, Rossinelli troppo avanzato per colpire di testa allunga una gamba all'indietro e tocca la palla di tacco mandandola verso il centro dell'area, dove Salvi arriva al volo e spara un missile nella porta di Spalazzi, sfondando rete pali traversa e facendo venire giù tutto, dalla mitica gradinata nord al "cielo rossoblù" a "undici grifoni in volo li comanda Sandokan" e a tutte le cazzate e le balle che si sono inventati negli anni quando andavano a giocare col Montevarchi e con la Maceratese. Poi un'autorete di Maselli chiuderà i giochi, ma il gol di Salvi avrà per sempre quel sapore di rivalsa contro l'oppressione che si viveva a Genova, che da quel giorno comincerà a scemare.
Per questo il nostro pensiero va particolarmente a Giancarlo in questo momento.
www.facebook.com/Doriantici-209380696094750/?fref=photo
Edited by Tore MB - 22/4/2020, 16:23. -
.
Una certa somiglianza con Eder in quella foto. . -
.
Addio a Giancarlo Salvi: segnò quasi 60 gol con la maglia blucerchiata
Genova - Si è spento nella notte, a 71 anni, l’ex calciatore Giancarlo Salvi: nato a Dego, in provincia di Savona, ha giocato oltre 300 partite con la maglia della Sampdoria fra gli anni Sessanta e i Settanta, segnando quasi 60 gol.
Questo il ricordo della società blucerchiata, affidato a una nota pubblicata online: «A noi piace ricordarlo così (con la foto che si vede qui sopra, ndr). Giovane e bello, come gli eroi meritano di essere ricordati. Maglia blucerchiata addosso, 19 anni compiuti da poco e il sorriso di chi sa di avere fatto qualcosa d’importante pur non essendone pienamente consapevole. Decine di braccia portano in trionfo Giancarlo Salvi nel cielo grigio di San Siro. È il 7 giugno 1964, la Sampdoria ha appena battuto il Modena nello spareggio per restare in A e il suo gioiello savonese – acquistato bambino dalle giovanili del Cengio – ha sigillato la pratica sul 2-0 dopo il vantaggio di Paolo Barison. Una partita, una trasferta, una pagina di storia che resta nella memoria collettiva di generazioni di sampdoriani al pari del suo eroe, che, breve parentesi milanista a parte, da quel momento si consacrerà con i colori più belli di tutti, difendendoli in 328 occasioni e andando a segno 56 volte complessive. Dodici stagioni sul fronte offensivo, da ala o da regista, o persino da centravanti “di manovra”, fanno di Salvi un autentico alfiere dei nostri colori, seguiti sempre con amore nonostante la residenza vicentina».
La Samp ricorda anche che «proprio a Vicenza, città che lo accolse nel ’76 dopo la separazione con la Samp, Giancarlo si è spento nella notte. Il presidente Massimo Ferrero e la Sampdoria porgono alla moglie Olga, alle figlie Monica e Cristina e a tutta la famiglia Salvi le più sentite condoglianze».
http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2016/05/...cerchiata.shtml. -
.
Video . -
.
Mi dispiace veramente tanto....riposa in pace. . -
lo sciacallo di sestri p..
User deleted
Dispiace moltissimo. Un altro pezzo di storia se ne va . -
.
Addio grande Giancarlo una bandiera della samp; spero domenica nel minuto in sua memoria . -
.
La mia prima partita fù decisa da lui 1-0 contro il Palermo e anche il mio primo derby (vinto 2-0) segnò lui.
Era uno legato alla maglia, lo ricordo con affetto.
ri.p.. -
Oasis95.
User deleted
Ciao Giancarlo grazie di tutto,sarai sempre nei nostri cuori.
Condoglianze a tutta la sua famiglia e a tutti i suoi cari.
Conosco una canzone della Sampdoria in dialetto genovese dove il suo nome è menzionato più volte.Senza dubbio è da dedicare a lui e che da lassù possa vigilare su di noi insieme a papà Paolo,nonno Vuja e tutti gli altri....ne abbiamo davvero bisogno.. -
.
Uno degli eroi della mia gioventu'. Peccato che se ne sia andato cosi' presto. . -
.
Il piu bel ricordo di Giancarlo Salvi Che ho é il gol di Salvi nel derby al Genoa sotto la Nord su tacco di Rossinelli tiro al volo in semi rovesciata se non sbaglio era il 25Novembre del 1973 era il Mio primo derby non lo potró mai dimenticare... la Samp alla Fine vinse 2-0 . -
.Il piu bel ricordo di Giancarlo Salvi Che ho é il gol di Salvi nel derby al Genoa sotto la Nord su tacco di Rossinelli tiro al volo in semi rovesciata se non sbaglio era il 25Novembre del 1973 era il Mio primo derby non lo potró mai dimenticare... la Samp alla Fine vinse 2-0
Non per niente è la foto che ho messo nella mia presentazione. Il mio primo capitano con le gambe a X. -
.
1946: Giancarlo Salvi, un predestinato alla Samp. Fosse nato in un'altra epoca...
Fosse nato in un'altra epoca, non in quella delle grandi mezzali, Giancarlo Salvi, savonese di Dego, sarebbe finito in pianta stabile in azzurro. Non me lo ha mai tolto dalla testa nessuno, fin da quando lo andavo a veder giocare a biliardo in coppia con Marcello Lippi, di pomeriggio, dietro i vetri del Bar King di Via Fieschi.
Questo pensavo quando se ne è andato il 6 maggio dell'anno scorso, lasciando un vuoto non colmato, anche tra chi lo aveva esecrato per la favole delle mutandine linde nelle partite sotto la pioggia.
Un predestinato arrivato alla Sampdoria dai Pulcini del Cengio: 100 mila lire per uno che vince anche il Viareggio nel 1963 e finisce sotto l'occhio attento di Angelo Moratti che si lascia andare e chiede “Quanto costa ?” Ma ci sono Mazzola e Corso e cosa volete...
Se esordisci ancora prima dell'allora maggiore età e segni contro il Messina (3-1 il 15 settembre 1963), vuol dire che poi hai anche diritto di scrivere la storia doriana segnando il gol del 2-0 nello spareggio per la salvezza a Milano il 7 giugno 1964: il sigillo della vittoria.
Ma su di lui c'è il Milan e, in onore di quelle che poi l'epica contabile farà diventare “plusvalenze”, viene ceduto ai rossoneri: ma lì c'è Rivera e la storia si ripete. E quando accade la prima volta è farsa, la seconda è tragedia. Due sole gare in quella stagione milanese: per lui stravede il Barone Liedholm, lo avversa Gipo Viani. Finisce subito l'avventura e Salvi fa ritorno alla Sampdoria dove Fuffo Bernardini lo sposta all'ala. Eresia? Macchè il ragazzo di Dego segna 11 goal e non gli accadrà mai più: gli altri attaccanti si defilano e lui fa la parte del Re Leone.
La Samp retrocede e nella serie cadetta arriva la consacrazione definitiva in termini di reti e di assist dalla destra per il rapace Francesconi da Russi che, al termine del torneo, timbrerà per 20 volte il cartellino dei marcatori. A destra, a sinistra, centravanti di manovra e giocate pregevoli. Come tutti i giocatori di genio, spacca tifoserie e giudizi. Così i verdetti su Giancarlo Salvi girano vorticosi come le palline del “semenaio” nell'urna.
L'ultimo anno non va più bene e intorno a lui c'è il vuoto tecnico, complice anche qualche acciacco fisico di troppo. E' tempo di separazioni e di saluti: con la dirigenza, non certo con il cuore della tifoseria che poi gli tributerà, nel momento dei giusti, il giusto saluto.
Nel 1976 si accasa al Vicenza, dove vive l'esaltante avventura del toboga biancorosso. Il primo anno la promozione, la seconda l'incredibile marcia del Vicenza di G.B Fabbri, di Pablito Rossi e di Giancarlo Salvi. Alla terza stagione il giocattolo si rompe ed è solo il baratro sportivo. Ancora un anno al Varese, in C1, dove conquista una promozione prima di diventare dirigente biancorosso.
Per lui il dopo calcio è un'avventura imprenditoriale con Paolo Rossi, che piangerà lacrime sincere dedicandogli una toccante orazione funebre al momento del saluto estremo. Sarà anche calcioscommesse per lui con una condanna, da dirigente vicentino, a tre anni di squalifica.
Il giorno dei suoi funerali, a 71 anni, il social blucerchiato si veste a lutto per l'ultimo saluto. Quello che ci piace pensare è che il Paradiso degli eroi sia un tappeto dove srotolare passione e sapienza. Un ragazzino di Dego gioca con gli angeli, senza più giudizi e senza più ostacoli.
https://www.sampdorianews.net/giocavamo-in...tra-epoca-98907. -
.1946: Giancarlo Salvi, un predestinato alla Samp. Fosse nato in un'altra epoca...
Fosse nato in un'altra epoca, non in quella delle grandi mezzali, Giancarlo Salvi, savonese di Dego, sarebbe finito in pianta stabile in azzurro. Non me lo ha mai tolto dalla testa nessuno, fin da quando lo andavo a veder giocare a biliardo in coppia con Marcello Lippi, di pomeriggio, dietro i vetri del Bar King di Via Fieschi.
Questo pensavo quando se ne è andato il 6 maggio dell'anno scorso, lasciando un vuoto non colmato, anche tra chi lo aveva esecrato per la favole delle mutandine linde nelle partite sotto la pioggia.
Un predestinato arrivato alla Sampdoria dai Pulcini del Cengio: 100 mila lire per uno che vince anche il Viareggio nel 1963 e finisce sotto l'occhio attento di Angelo Moratti che si lascia andare e chiede “Quanto costa ?” Ma ci sono Mazzola e Corso e cosa volete...
Se esordisci ancora prima dell'allora maggiore età e segni contro il Messina (3-1 il 15 settembre 1963), vuol dire che poi hai anche diritto di scrivere la storia doriana segnando il gol del 2-0 nello spareggio per la salvezza a Milano il 7 giugno 1964: il sigillo della vittoria.
Ma su di lui c'è il Milan e, in onore di quelle che poi l'epica contabile farà diventare “plusvalenze”, viene ceduto ai rossoneri: ma lì c'è Rivera e la storia si ripete. E quando accade la prima volta è farsa, la seconda è tragedia. Due sole gare in quella stagione milanese: per lui stravede il Barone Liedholm, lo avversa Gipo Viani. Finisce subito l'avventura e Salvi fa ritorno alla Sampdoria dove Fuffo Bernardini lo sposta all'ala. Eresia? Macchè il ragazzo di Dego segna 11 goal e non gli accadrà mai più: gli altri attaccanti si defilano e lui fa la parte del Re Leone.
La Samp retrocede e nella serie cadetta arriva la consacrazione definitiva in termini di reti e di assist dalla destra per il rapace Francesconi da Russi che, al termine del torneo, timbrerà per 20 volte il cartellino dei marcatori. A destra, a sinistra, centravanti di manovra e giocate pregevoli. Come tutti i giocatori di genio, spacca tifoserie e giudizi. Così i verdetti su Giancarlo Salvi girano vorticosi come le palline del “semenaio” nell'urna.
L'ultimo anno non va più bene e intorno a lui c'è il vuoto tecnico, complice anche qualche acciacco fisico di troppo. E' tempo di separazioni e di saluti: con la dirigenza, non certo con il cuore della tifoseria che poi gli tributerà, nel momento dei giusti, il giusto saluto.
Nel 1976 si accasa al Vicenza, dove vive l'esaltante avventura del toboga biancorosso. Il primo anno la promozione, la seconda l'incredibile marcia del Vicenza di G.B Fabbri, di Pablito Rossi e di Giancarlo Salvi. Alla terza stagione il giocattolo si rompe ed è solo il baratro sportivo. Ancora un anno al Varese, in C1, dove conquista una promozione prima di diventare dirigente biancorosso.
Per lui il dopo calcio è un'avventura imprenditoriale con Paolo Rossi, che piangerà lacrime sincere dedicandogli una toccante orazione funebre al momento del saluto estremo. Sarà anche calcioscommesse per lui con una condanna, da dirigente vicentino, a tre anni di squalifica.
Il giorno dei suoi funerali, a 71 anni, il social blucerchiato si veste a lutto per l'ultimo saluto. Quello che ci piace pensare è che il Paradiso degli eroi sia un tappeto dove srotolare passione e sapienza. Un ragazzino di Dego gioca con gli angeli, senza più giudizi e senza più ostacoli.
www.sampdorianews.net/giocavamo-in...tra-epoca-98907
Bellissimo pensiero di Benve per un vero Blucerchiato! Era sull'aereo che presi per andare a Wembley e cantò anche lui le canzoni durante il viaggio.
Lo ricordo così, Sampdoriano!. -
.
Ciao enorme Giancarlo, eroe della mia fanciullezza. RIP. .