Salvatore Garritano (1981-1982)

Attaccante

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    Squadre di club

    1971-1972 Morrone
    1972-1975 Ternana 37 (10)
    1975-1978 Torino 20 (2)
    1978-1980 Atalanta 35 (8)
    1980-1981 Bologna 27 (6)
    1981-1982 Sampdoria 31 (4)
    1982-1985 Pistoiese 86 (19)
    1985-1986 Omegna 7 (1)
    1986-1987 Sorrento 14 (4)
    1987-1988 Latina 26 (7)
    1988-1989 Ternana 29 (9)

    Palmares

    Campionato italiano: 1
    Torino: 1975/76
    Vittoria campionato serie B con Ternana 1973/74
    Vittoria campionato serie B con la Sampdoria 1981/82
    Vittoria campionato C2 con Ternana 1988/89

    Salvatore Garritano (Cosenza, 23 dicembre 1955) è un ex calciatore italiano, attivo negli anni 70-80-90 nel ruolo di attaccante.

    Carriera

    Cresciuto nel Morrone, Garritano fece il suo ingresso nel calcio professionistico militando nella Ternana Calcio, Società con la quale esordì in Serie A nel 1974 facendo da riserva a Carlo Petrini e Nicola Traini. In quello stesso anno entrò anche nel giro della Nazionale Under 23 dimostrandosi un giovane con buone prospettive e appetibile dai grandi club. Se lo aggiudicò il Torino con l’intento di disporre di un valido rincalzo per il duo d’attacco Graziani-Pulici. Garritano si adattò al ruolo di comprimario all’ombra della coppia goal granata riuscendo comunque a contribuire con 5 presenze e 1 goal contro il Milan allo storico scudetto granata del 1976 ma con la speranza di poter ambire in prospettiva al ruolo di titolare, auspicio ben presto rivelatosi un’illusione. Nelle due successive stagioni all’ombra della Mole infatti accumulò in campionato solo 15 presenze e una sola rete all’attivo. Nel 1978 passò all’Atalanta per ritrovare continuità di utilizzo ma un grave infortunio alla caviglia lo costrinse a restare fermo per un anno.Guarito dall'infortunio riprese a giocare con più assiduità senza comunque raggiungere i livelli di rendimento che lo avevano portato ad indossare la maglia azzurra come confermarono le successive esperienze Bologna, dove nell'anno del - 5 l'allenatore Radice lo utilizzò prevalentemente in staffetta con Giuliano Fiorini), Sampdoria e Pistoiese).
    Abbandonati gradualmente i grandi palcoscenici, proseguì la sua carriera nelle serie minori (Omegna, Sorrento, Latina) per tornare alle origini nella Ternana prima di lasciare definitivamente il calcio professionistico ed evoluire per pura passione nei Dilettanti militando, all’età di 41 anni, nelle file dell’Alcamo. Oggi sta cercando di uscire dalla leucemia che lo ha colpito 2 anni e mezzo fa.

    Carriera in Nazionale

    Garritano disputò una sola gara nella Nazionale Under 23 nel 1974 in occasione dell’incontro valevole per la Coppa Europa disputatosi a Hertogenbosch contro l’Olanda conclusosi 3-2 in favore degli Olandesi. Fu lui l’autore del secondo goal azzurro. In seguito collezionò 10 presenze nella Rappresentativa Under 21 segnando 4 goal

    Caratteristiche tecniche

    Attaccante di movimento, abile nello svariare su tutto il fronte d’attacco, Garritano aveva nell’opportunismo e nella rapidità di gioco e di movimenti le sue doti migliori.

    L'ombra del doping

    Nel settembre del 2007 Garritano ha rilasciato un'intervista annunciando di essere affetto di leucemia e ipotizzando che la sua malattia possa essere stata determinata alle iniezioni di varie sostanze che gli venivano effettuate durante l'attività agonistica. Una partita a scopo benefico e' stata organizzata a Terni il 29 dicembre 2007 tra vecchie glorie della Ternana il cui incasso e' stato devoluto per le sue cure.

    Bibliografia

    Dizionario del Calcio Italiano (Marco Sappino - Baldini & Castaldi - 2000)
    Il ritorno degli dei granata (Paolo Ferrero - Bradipolibri - 2002)



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    Garritano, troppi morti per farmaci: "Dicevano che era solo zucchero..."


    L’ex bomber di Torino e Bologna da due anni e mezzo lotta contro la leucemia.
    Salvatore Garritano: «Troppi miei compagni forse sono morti per quello che ci davano. Ai giovani dico: state lontani dai farmaci. Il pallone non ascolta il mio dolore»

    La solitudine del bomber: «Tutte le mattine mi sveglio e ringrazio il Signore per tenermi ancora in vita. Io sono un miracolato e per fortuna che Dio è sempre con me, perché il mondo del calcio mi ha abbandonato...».
    Salvatore Garritano, 53 anni, è uno dei tanti reduci di questa palla avvelenata: da 2 anni e mezzo lotta contro un avversario inattaccabile, «ho una leucemia cronica».
    Per curarsi, dalla Spagna dove lavorava come consulente di calciomercato, ha dovuto far ritorno alla natìa Calabria.
    «Sono affetto da una leucemia “capelluta”, della quale mi dicono gli ematologi non si muore, ma non è certo uno scherzo conviverci…». Una sfida sempre più dura, specie quando i mezzi di sostentamento cominciano a scarseggiare. «Sopravvivo a fatica con la pensione di calciatore. Sono 1.400 euro, la maggior parte dei quali però servono per pagare gli alimenti ai miei due figli di 16 e 10 anni che vivono a Terni con la madre. Poi ci sono gli spostamenti continui per le terapie a Firenze. A volte anche tre viaggi al mese e i soldi non bastano mai... Sono stato costretto a mettere in vendita la mia casa di Cosenza, ma con i tempi che corrono non ho ricevuto neppure un’offerta». Con dignità e con la disperazione nel cuore, il bomber si sente ogni giorno più solo. «Ho dato tanto alle squadre in cui ho giocato (Ternana, Torino, Atalanta, Samp, Bologna, Pistoiese) e speravo in un pizzico di riconoscenza in più. Ho anche militato in tutte le selezioni della Nazionale, dall’Under 16 fino all’Under 23, eppure dalla Federazione, tranne il vicepresidente Albertini che si è dimostrato sensibile alla mia situazione, nessuno ha mosso un dito...
    Ho pianto per Stefano Borgonovo (colpito dalla Sla), ma comincio a pensare che finché non ti vedono in quelle condizioni i potenti del calcio fanno finta di di non sentire chi come me soffre e chiede aiuto». Il Milan che per Borgonovo (insieme alla Fiorentina) ha messo subito in campo tutte le risorse necessarie e una straordinaria campagna di sensibilizzazione non sembra ascoltare l’sos di Garritano. «Ho chiesto una mano e mi hanno risposto che non potevo lavorare con loro perché secondo tradizione prendono solo gente che ha vestito la maglia rossonera». Eppure il consulente di mercato rossonero Ernesto Bronzetti a noi non risulta che abbia mai giocato a calcio.
    «Faccio appello ad Adriano Galliani e alla sua memoria: quando lavoravo a Madrid ero sempre a sua completa disposizione, non può aver dimenticato... La famiglia Gattuso si è sempre ricordata del sottoscritto e mi è stata molto vicino, ma per il resto solo porte in faccia da questo mondo in cui credevo di avere tanti amici. Un amico vero comunque si è confermato Ciccio Graziani e posso solo dire grazie al Torino e a quel gran signore del presidente, Urbano Cairo. Su segnalazione di Ciccio l’anno scorso mi ha assegnato l’incarico di osservatore per il Sud.
    Con questa collaborazione mi arrivano altri 600 euro che però divido con mio figlio Francesco (33 anni) che si è trasferito a vivere con me in Calabria e mi aiuta nell’attività di segnalazione di giovani talenti... Ma il contratto di collaborazione con il Toro scade a giugno, e poi?...». Sono tanti i punti interrogativi nella vicenda umana e professionale di Garritano che è stato inserito nel grande fascicolo dell’inchiesta del giudice Raffaele Guariniello: «Mi ha chiamato due anni fa, ma sto ancora aspettando che mi convochi a Torino». La leucemia è una delle patologie più contratte nella tragica formazione delle “morti bianche” del calcio, ed è inevitabile accostarla all’abuso dei farmaci. «Chiamateci pure generazione di ignoranti, perché è vero che prendevamo sempre qualcosa per andare in campo senza neppure domandare cosa fosse. Mi ricordo come tanti miei colleghi che ci davano il Micoren.
    “Prendetelo, serve a rompere il fiato...”, ci dicevano i medici e i massaggiatori di allora. E noi ingenuamente ci fidavamo, convinti che la carriera venisse prima di tutto. Così come non posso negare di aver fatto delle flebo in momenti particolari della stagione quando mi sentivo un po’ fiacco fisicamente. In quel caso dicevano che dentro ci mettevano solo zucchero. Ma vai a capire cosa fosse davvero... Con il tempo i miei dubbi sono aumentati e di conseguenza anche la paura. Come quella che ho adesso: al minimo mal di testa il pensiero mi porta a ripensare a certi episodi un po’ strani, ai quali quando hai vent’anni non dai nessuna importanza. Ai ragazzi di oggi infatti dico: non prendete niente, sudore e allenamento è l’unico farmaco necessario, perché è meglio un anno di meno in campo che dover poi fare i conti tutti i giorni con queste malattie che spesso portano alla morte. Giuliano Fiorini stava con me nel Bologna, era tre anni più giovane: quando ho saputo che era morto mi sono sentito perso.
    Con Giorgio Rognoni abbiamo giocato nella Pistoiese: l’ha stroncato la Sla a 39 anni, la stesa età in cui è morto di leucemia Bruno Beatrice. Adesso so che a Firenze c’è un’inchiesta che potrebbe far luce sulla sua fine... Ma tante sono le storie oscure di calciatori sui quali bisognerebbe andare a fondo». È una delle richieste alle quali Garritano chiede risposte per il 2009, insieme alla possibilità di un volo di sola andata per la Spagna. «Sogno di tornare a Madrid, lì ho vissuto sei anni, conosco lo spagnolo e ho ancora qualche aggancio per rientrare nel giro, ma soprattutto so che c’è un ematologo di fama mondiale che potrebbe essere molto utile alla mia salute. Mi occorre però un piccolo aiuto finanziario per tornare a una vita normale e continuare ad offrire il mio contributo al calcio che mi ha dato tanto, compreso il dolore di questi anni».
    «A 53 anni sono malato e sopravvivo con la pensione da calciatore. I club in cui ho giocato mi hanno chiuso la porta, solo Cairo mi sta dando una mano. Troppi miei compagni forse sono morti per quello che ci davano. Ai giovani dico: state lontani dai farmaci»


    Massimiliano Castellani (Avvenire)

    Edited by Blue-Ringed - 8/1/2009, 18:06
     
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  2. only samp in europe
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    a quei tempi in gradinata si cantava :
    conosco un tipo strano, vedrai ti piacerà, si chiama Garritano e ci porta in serie A ....
    contribuì anche lui alla nostra risalita verso il calcio che conta, anche se non era certo un fuoriclasse in campo si faceva valere per la sua rapidità ed il suo carattere mai domo ..
    lo ricordo con piacere :ok:
     
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  3. Ale in the Stretch
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    Uno degli artefici della risalita in A, comunque leggendo i tabellini non un grande goleador e più attaccante di B che di Serie A.
     
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    Non sapevo della sua malattia e ne rimango intristito.
    La Samp del 1981-1982, complice la mia età preadolescenziale, è stata la Samp più intensa dal punto di vista emozionale.
    Quell'anno i miei genitori mi hanno lasciato andare per la prima volta da solo allo stadio, anche perchè si fidavano di un amico di famiglia sì quindicenne, ma molto responsabile.
    Mi sono ripromesso di inserire, tempo permettendo, tutte le schede di quella squadra.

    P.s.: l'unico rammarico, nel frequenatare questo forum, è non trovare sufficienti coetanei con i quali condividere quella stagione irripetibile (irripetibile- discorso un po' leopardiano- per le giustificate speranze di 'sederci finalmente al tavolo delle grandi'). Per fortuna trovo gente più giovane che coltiva, come me, la memoria storica senza trasformarla in leggenda: lasciamo questo esercizio ai genoani ^_^
     
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    Prima ti dopano, poi ti cacciano'
    di Eleonora Trotta

    Malato di leucemia, l'ex bomber Salvatore Garritano accusa: "Da quando ho rivelato ai pm quello che ci davano negli spogliatoi, il mondo del pallone mi ha cancellato. Tutti spariti, è incredibile"
    (10 novembre 2010)

    Da ragazzo, quando sei poco consapevole di quello che stai facendo, ti pompano con ogni tipo di sostanza. Da adulto, quando ti sei malato e hai bisogno di aiuto, per loro sei già morto. Escluso, mobbizzato, cancellato. Nessuno ti telefona, e se li chiami si negano. E' la durissima denuncia di Salvatore Garritano, 55 anni a giorni, che i tifosi di calcio non più ragazzini ricorderanno benissimo: giovane promessa nei primi Anni Settanta (con qualche passaggio nella Nazionale under 21), fu la terza punta dell'ultimo Torino vincente, quello della coppia Graziani-Pulici, per poi attraversare la serie A con altre squadre, dalla Sampdoria al Bologna, fino agli ultimi calci con la Ternana.

    Da tre anni Garritano ha scoperto di essere malato: leucemia. Come tantissimi altri giocatori in campo in quegli anni, alcuni dei quali deceduti, come Bruno Beatrice e Fabrizio Gorin. Garritano sta lottando, pervicacemente, e conta di farcela («Negli ultimi tempi grazie a Dio sto meglio, ma la malattia va sempre monitorata e solo tra un anno e mezzo saprò se posso guarire definitivamente»). Ma nel frattempo ha scoperto un altro male: quello dell'omertà del mondo del calcio, in cui ha lavorato tutta la vita e da cui è stato espulso appena ha iniziato a parlare della sua malattia e del fondato timore che possa essere stata causata dalla «molte punture che ci facevano negli spogliatoi». Racconta l'ex bomber: «Da un giorno all'altro mi si sono chiuse tutte le porte. Specie da quando, un anno e mezzo fa, ho iniziato a raccontare come andavano le cose nel calcio al pm di Torino Raffaele Guariniello, che sta conducendo un'inchiesta sul doping».

    Un'inchiesta ancora in corso e di cui non si conoscono i possibili esiti: «Sono in attesa di novità, per ora mi hanno solo detto che come me ci sono tantissimi altri ex giocatori». Dei quali si sa poco o nulla: «In Italia si conosce solo la vicenda di Borgonovo, perché Stefano è in condizioni molto gravi. Un dramma enorme che vive anche sui giornali e nel calcio. Chi è come me, invece, per molti non esiste. E mi riferisco soprattutto al calcio».

    Quel mondo, che fino a poco tempo gli apparteneva - «lavoravo come osservatore sportivo a grandi livelli anche insieme al mediatore di mercato spagnolo Ernesto Bronzetti» - lo ha cancellato nel modo più umiliante: nessuno lo chiama, e tutti si dissolvono quando li cerca lui. Il no più bruciante, per uno che ha contribuito allo scudetto granata del '76, è quello di Urbano Cairo: «Il presidente mi ha preso in giro. Inizialmente, quando ha scoperto della mia malattia, si è mostrato solidale, poi però mi ha scaricato. Ma non è il solo ad avermi abbandonato. Provo quotidianamente a contattare dirigenti di club con i quali ho giocato. Proprio qualche giorno fa ho parlato con il dg della Sampdoria Sergio Gasparin. Ho provato anche con il Milan, ma mi hanno risposto che prendono nel loro club solo ex glorie rossonere. Non riesco a trovare lavoro neanche alla Ternana, dove i tifosi mi adorano. Vivo solo con 1.400 euro di pensione e nessuno mi dà la possibilità di lavorare quando potrebbe essere la medicina più utile».

    Anche la Figc gli ha chiuso le porte in faccia: «Ho potuto contare solo sul contributo dell'Associazione italiana calciatori, mentre la Federazione mi ha totalmente ignorato, nonostante abbia vestito la maglia azzurra nelle Nazionali giovanili. Tengono un sacco di gente che non ha nessuna esperienza di campo, io invece sono escluso perché considerato "pericoloso" dopo quello che ho detto sul doping. Eppure conosco bene il calcio e credo che la mia esperienza da talent scout potrebbe essere utile. Ma nessuno vuole neppure parlare con un ex che ha detto la verità sul doping».

    In tutto questo, però, Garritano tiene a citare qualche eccezione: «Ciccio Graziani, Gigi Del Neri, Cesare Prandelli e la famiglia Gattuso. Ecco, loro cercano di aiutarmi e io voglio ringraziarli pubblicamente».
     
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    ciao Buster
    d'accordo con Te un anno irrepetibile perche' sapevamo che con Paolo saremmo andati lontani... e pensare che tutto inizio' con il treno speciale per Brescia.... quell'anno penso che feci almeno 7 trasferte !
     
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    "Conosco un tipo strano vedrai ti piacerà, si chiama Garritano e ci porta in serie A" Il nostro Garrincha. Giocatore generoso e fragile, ma a dir la verità un poco sopravvalutato.
     
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6 replies since 8/1/2009, 13:29   3390 views
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