Nicola Pozzi (2009-2014)

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    Tanto cuore e poca tecnica. Aveva comunque fiuto del goal e 2 piedi. Uno dei pochi giocatori tifosi.
     
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    Riparte dal Pro Piacenza

    www.alfredopedulla.com/185281-2/#M5OTVDX9yAwyaI0f.99

    P.S. Sabato corso era presente in Gradinata Sud

    Edited by Alexcer395 - 28/10/2016, 10:47
     
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    in bocca al lupo
     
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    In bocca al lupo Nicola!!!!
     
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    Di blucerchiato tingi i sogni..

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    Esclusiva: Pro Piacenza, domani Nicola Pozzi firma e si allena

    Lo scorso 27 ottobre vi avevamo anticipato che Nicola Pozzi, dopo l’accordo totale raggiunto con il presidente Burzoni, sarebbe diventato un nuovo giocatore del Pro Piacenza, aggiungendo che la firma sarebbe arrivata entro i primi due giorni di questa settimana. Tabella di marcia rispettata: l’attaccante classe 1986 ex Sampdoria, reduce da un periodo all’Isokinetic per recuperare il pieno vigore fisico, nella giornata di domani metterà nero su bianco con il Pro Piacenza. Dopodiché si metterà a disposizione di Pea per il primo allenamento.

    http://www.alfredopedulla.com/esclusiva-pr...qU6pGKzsfFRG.99
     
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    http://www.tuttomercatoweb.com/lega-pro/uf...-attacco-896754
     
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    ESCLUSIVA SN - Pozzi: "Combatterò finchè starò in piedi. Samp conosciuta in Italia e in Europa. Alla Pro Piacenza per rimettermi in discussione"

    Uno dei giocatori più amati nella storia recente della Sampdoria, un ragazzo genuino, un professionista esemplare, un uomo vero, un cuore doriano capace di lottare in campo anche nei periodi più bui onorando al meglio la maglia dai colori più belli del mondo. Sampdorianews.net ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Nicola Pozzi, invitato domani sera alla festa del club La Milano Blucerchiata, con il quale abbiamo effettuato un viaggio tra passato, presente e futuro in ottica personale e doriana:

    Nicola, come stai fisicamente? “Sto cercando di ritrovare il top della condizione. Oggi sono tornato in panchina, abbiamo vinto 3-0, la gara si è già incanalata lungo il binario migliore. Sono a completa disposizione del mister, che mi impiegherà quando lo riterrà più opportuno, pian piano mi auguro di accumulare il minutaggio sufficiente per essere nella forma ideale”.

    La decisione di scendere in Lega Pro. “Alla Pro Piacenza posso rimettermi in gioco, sono felice della scelta fatta, qui ho trovato gente molto umile, mi ha fatto piacere rivedere mister Pea, conosciuto ai tempi della Sampdoria, fece molto bene con la Primavera vincendo anche lo scudetto. L'avevo poi incrociato ai tempi dei play-off quando guidava il Sassuolo, all'epoca era un allenatore in rampa di lancio, poi non ha avuto la fortuna necessaria. Mi ha parlato e mi ha trasmesso il suo entusiasmo, sono pronto per dare una mano”.

    Dopo la fine dell'esperienza blucerchiata la mala sorte ti ha spesso accompagnato tra infortuni e vicissitudini societarie. “Sono partito per ragioni di causa maggiore, furono compiute scelte diverse dalla società, quando non si fa più parte di un progetto tecnico è giusto che le strade si separino, non si può restare in un posto quando chi ha potere decisionale prende decisioni opposte. Senz'altro non ero felice, ho vissuto un periodo non semplice, fosse dipeso da me sarei rimasto anche morto a Genova, ma purtroppo era giunto il momento. Ho accettato la destinazione Parma, col senno di poi non avrei potuto fare una scelta più sbagliata, riecco la sfortuna con vari infortuni, la rottura del crociato, tutto tornò nuovamente in salita. Prima del fallimento del Parma va ricordata la breve ma positiva esperienza al Chievo, guidato da un grande tecnico come Maran, un altro ambiente molto familiare. Rimasto svincolato post fallimento avevo avuto moltissime richieste in serie B, alla fine accettai il Vicenza che fece di tutto per convincermi con un biennale, ma poi non fece nulla per farmi trovare la condizione migliore e mettermi nella situazione ideale per ritornare a certi livelli, inevitabile la scelta di rescindere il contratto dopo il primo anno e aspettare la giusta destinazione. Alla Pro Piacenza ho la possibilità di ripartire con serenità, ho trovato un ambiente umile, familiare, persone davvero umane capaci di trasmettere gioia, allegria, oltre a compagni eccezionali con grande voglia di lavorare in piena serenità”.

    Recentemente hai provato il brivido di tifare Sampdoria nel cuore della Sud. “Da diversi anni alcuni miei amici mi invitavano a vedere le partite in Sud, ma essendo tesserato non sarebbe stato corretto. Qualche settimana fa è arrivato un nuovo invito proprio in occasione del derby, viverlo e comprenderlo dentro la Sud è stata una grandissima emozione, adesso so cosa significa un goal sotto la Sud quando si è in mezzo ai tifosi. Ho trascorso una bellissima giornata, abbiamo preso parecchia pioggia, ma abbiamo vinto, una vittoria che ha tutto un altro sapore rispetto a qualsiasi altra gara”.

    Che impressione ti ha fatto la formazione guidata da mister Giampaolo? “La Sampdoria mi piace, gioca a calcio, è stato giusto confermare la fiducia a Giampaolo, in quanto ha idee chiare, concetti precisi come la difesa molto alta, mette in campo una squadra bella da vedere, con una precisa identità tattica. Il più grande merito per un tecnico è proprio quello di trasmettere una ben definita identità alla propria compagine, in precedenza erano stati persi alcuni punti anche a causa di episodi sfavorevoli come contro Roma e Milan. In occasioni extra calcistiche ho avuto l'occasione tempo fa di conoscere Giampaolo di persona, ho toccato con mano la sua grande passione calcistica, trasmette concetti mai banali, va sempre alla ricerca della qualità, è stato un grande piacere ascoltarlo. L'ho seguito con piacere anche ad Empoli, la piazza che mi ha lanciato nel grande calcio, dove ha fatto benissimo”.

    Soffermandoci sugli attuali attaccanti blucerchiati, pare essere la stagione della possibile esplosione di Luis Muriel, mentre Quagliarella resta un esempio per i più giovani in termini di abnegazione. “Quando è in giornata Muriel ti fa innamorare, dispone di un talento incredibile, un potenziale spaventoso, gli auguro davvero di trovare quanto prima la continuità di rendimento che pare avere quest'anno. A chi non è un addetto ai lavori potrebbe passare inosservato il grosso lavoro sporco per la squadra realizzato in campo da Quagliarella, il quale ha finora raccolto meno di quanto seminato. Fa sempre a sportellate con la retroguardia avversaria, fa reparto, rincorre ovunque il proprio marcatore, compie determinati movimenti in modo tale che si possono aprire spazi per l'inserimento dei centrocampisti. Anche quando non segna è imprescindibile, infatti a lui Giampaolo non rinuncia mai, risulta fondamentale, gli auguro di segnare il maggior numero possibile di goal”.

    Essendo ora lontano da Genova che idea ti sei fatto della nuova proprietà?
    “Da osservatore esterno non è facile avere un'idea ben precisa, completa, non sarebbe corretto. Certamente posso affermare che la gestione societaria da me conosciuta, ovvero quella della famiglia Garrone, è stata ottima. L'attuale società fa riferimento ad un personaggio un po' particolare, ma in generale si spera con il cuore che ogni proprietà possa fare il meglio per la Sampdoria, una società nota nella storia per valori e stile che da sempre l'hanno contraddistinta, oltre ad un club glorioso che merita rispetto. Leggevo di Recco e Chiavari, posso rispondere che la Sampdoria è ben conosciuta in Italia e in Europa, del resto per anni ha viaggiato tanto nel continente come noi ben sappiamo”.

    Domani sera sarai premiato alla festa del club di Milano Blucerchiata, l'ennesima dimostrazione di un rapporto speciale destinato a restare intatto in eterno. “Con la tifoseria blucerchiata si è creato un legame non costruito ad arte, a tavolino, bensì nato e cresciuto in maniera naturale. Si pensa sempre a noi calciatori soltanto come professionisti che devono pensare esclusivamente al lavoro, ma quando in una certa piazza si vivono anni incredibili, si condividono gioie e dolori, allora a quel punto si crea un legame che non cambierà mai, esattamente come avvenuto tra me e l'ambiente doriano. Se anche a distanza di anni la gente ha ancora un bel ricordo del sottoscritto, non posso far altro che ringraziarla, contraccambio con grande affetto, ogni volta che mi è possibile sono sempre a disposizione dei club di tifosi a Genova e in giro per l'Italia, sarò felice e orgoglioso di poterli incontrare. Domani dopo l'allenamento a Piacenza mi metterò in viaggio per Milano per partecipare alla festa di Milano Blucerchiata. Ringrazio pubblicamente i ragazzi del club, si tratta di un grande motivo d'orgoglio”.

    Parlavi di gioie e dolori. Inevitabile parlare di un biennio nel quale in campo e sugli spalti si è vissuto l'impensabile. Disperazione ed euforia. “Ancora oggi se penso a quella retrocessione è impensabile trovare una spiegazione, fu una stagione iniziata male con la beffa contro il Werder Brema e finita peggio, a prescindere da numerose vicissitudini quell'organico sulla carta non era assolutamente da retrocessione, purtroppo è andata come tutti sappiamo. L'anno dopo avevamo l'obbligo di vincere, ma anche e soprattutto in B non si vince sulla carta, nulla è scontato, fu un'annata sofferta, abbiamo compiuto una grande rimonta per arrivare al sesto posto e staccare il pass per i play-off, quella lotteria andò nel migliore dei modi, a nessuno era mai capitato in precedenza di conquistare la promozione una volta raggiunto l'ultimo posto utile. Nemmeno per un secondo voglio pensare a cosa sarebbe accaduto se non avessimo raggiunto l'obiettivo. I superstiti della retrocessione avevano un debito morale nei confronti della tifoseria, personalmente me lo sentivo addosso”.

    I tuoi obiettivi futuri. “Non penso a tornare a grandi livelli, le mie recenti vicissitudini fisiche probabilmente non me lo consentirebbero, il mio obiettivo era ed è tuttora di tornare a divertirmi, sono soddisfatto di quanto fatto finora in carriera, sono contento di quanto ho ricevuto. Non ho avuto alcun tipo di problema a scendere in Lega Pro per rimettermi in discussione, alla Pro Piacenza ho trovato un ambiente familiare, penso esclusivamente a giocare a calcio, a dedicarmi alla mia passione. Combatterò finchè starò in piedi, poi deciderò cosa fare, se restare o meno nel mondo del calcio, ma adesso il mio unico scopo è tornare a divertirmi giocando a calcio”.

    www.sampdorianews.net/primo-piano/e...scussione-92553
     
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    Grande Nick Pozzi, cuore blucerchiato!!
     
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    Nick Pozzi uno di noi!!! :wub:
     
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    Stasera è a sporitalia... E' sempre un piacere rivederlo.

    30 anni e 5 operazioni :( Ora prova con la Pro Piacenza
     
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    Dal calvario al ritorno al gol col Pro Piacenza, la seconda vita di Nicola Pozzi

    Da una settimana Santarcangelo di Romagna, comune di circa 22.000 abitanti fra i più suggestivi dell’incantevole entroterra riminese, è finita sotto i riflettori dei principali quotidiani e media online generalisti per l’exploit inatteso del 18enne studente Valerio Braschi, diventato il più giovane vincitore di Masterchef. C’è stato un tempo in cui l’enfant prodige di questo paese della Valmarecchia (che ha dato i natali al celebre poeta Tonino Guerra e ai comici Fabio De Luigi e Daniele Luttazzi) era un calciatore: Nicola Pozzi, il primo santarcangiolese a vestire ad appena 18 anni la maglia del Milan e a giocare e segnare da protagonista in Serie A con le maglie di Empoli e Sampdoria (attualmente in A ci è arrivato anche un altro santarcangiolese, Vasco Regini, difensore della Samp, ndr).

    104 minuti giocati in 3 anni e mezzo ma zero voglia di arrendersi

    Talento cristallino, martoriato dagli infortuni: Pozzi ha fatto una carriera inferiore rispetto a quella che molti si aspettavano da un ragazzo che a 18 anni col Milan segnò a San Siro alla Juventus nel Trofeo Berlusconi e per cui, nel gennaio 2004, il club rossonero investì 2,5 milioni di euro per prelevarlo dal Cesena e strapparlo alla concorrenza. Negli ultimi 3 anni e mezzo Nicola ha vestito le maglie di tre club (Parma, Chievo e Vicenza), ha recuperato dalla rottura del legamento crociato sinistro, vissuto da vicino l’assurda vicenda del caos Parma, ingoiato rospi ed è sceso in campo appena 7 volte totalizzando appena 104 minuti. La scorsa estate, a 30 anni si è trovato per la prima volta senza squadra, lontano dallo spogliatoio e dal clima del ritiro, un caposaldo dell’estate di ogni calciatore. In quel momento nella mente di uno che col calcio ci vive, si stagliano tanti pensieri anche quello di gettare la spugna…

    " Non partecipare al mio 16esimo ritiro estivo è stata dura, non lo nego. Stare a casa mi ha dato la possibilità di fare il papà e godermi l’affetto delle mie bimbe ma inevitabilmente mi ha permesso anche di pensare tanto, guardarmi dentro interrogarmi su quello che era giusto fare. Dopo sei interventi alle ginocchia in tanti al mio posto avrebbero deciso di smettere da un pezzo. Io però sento ancora dentro di me una passione per il calcio travolgente, la stessa che mi circola nelle vene da quando avevo 2 anni e mi divertivo solo se prendevo a calci un pallone. Ho lavorato per farmi trovare in attesa della chiamata giusta: è arrivata a ottobre da mister Fulvio Pea, un tecnico che conoscevo ai tempi della Samp e che allena il Pro Piacenza. Mi ha chiesto se mi andava di riprovare a rimettermi in gioco, in una squadra gestita da un presidente d’altri tempi veramente appassionato e genuino come Alberto Burzoni, uno che gestisce la squadra e tratta calciatori e i collaboratori come fossero membri della famiglia. Ho respirato fiducia, passione e ritrovato quei valori sani che ti permettono di andare al campo felice, sereno e di dare il massimo. Ormai sono tre mesi che sono parte di questo gruppo e do il massimo per ritrovare la condizione e dare una mano alla squadra. Sono arrivato che eravamo in piena lotta per la retrocessione, nelle ultime 9 giornate grazie a 6 vittorie e due pareggi siamo risaliti fino in zona playoff e oramai ci mancano solo una manciata di punti per blindare la salvezza."

    Nelle ultime due gare a contribuire alla vittoria ci ha pensato anche Pozzi, che subentrando dalla panchina ha tenuto in apprensione le difese avversarie e sabato scorso, sul campo della Viterbese, ha ritrovato anche quel gol che mancava da 175 settimane (1224 giorni per la precisione), esattamente dal 3 novembre 2013 quando a Marassi segnò nel match Sampdoria-Sassuolo 3-4.

    " Nei precedenti due spezzoni di partita che avevo giocato contro Olbia e Prato i portieri mi avevano negato la gioia della rete con due interventi degni da Serie A. Sabato invece ho creduto nel possibile errore del portiere, sono andato a pressarlo l’ho mandato in tilt e costretto a rinviare il pallone sui miei piedi: mi sono trovato con la porta sguarnita e il pallone solo da spingere in rete. E’ stato bello perché tutti si sono precipitati in campo per abbracciarmi. Per un attaccante il gol è vera linfa, non segnare da così tanto tempo mi pesava anche se su questo digiuno pesavano tanto gli infortuni. Alla fine fra il gol mio e quello di Muriel che ha regalato alla Sampdoria il successo nel derby di Genova per me è stato davvero il sabato perfetto. Anche se ho giocato in tante squadre: il mio cuore è blucerchiato. Il legame coi tifosi, le soddisfazioni che mi sono tolto con quella maglia, il rispetto e l’affetto che la gente ogni volta che torno mi riserva, sono cose che mi hanno segnato. Non so se le nostre strade un giorno si rincontreranno mai, sarebbe bello, ma io continuerò a tifare Samp."

    Se il presente si chiama Pro Piacenza, il futuro di Pozzi è un qualcosa di cui al momento non si preoccupa troppo…

    " Prendo la vita giorno per giorno. L’obiettivo è allenarmi bene, dare il massimo e lavorare sodo per mettere più minuti nelle gambe e magari nelle ultime 5-6 giornate di campionato provare a giocare dal primo minuto (Pozzi non scende in campo dal 1° minuto dall’8 dicembre 2013, Sampdoria-Catania 2-0, ndr). A giugno poi ci sarà il tempo di fare tutte le valutazioni del caso. L’importante è stare bene ed aver ritrovato l’entusiasmo di allenarsi e giocare col sorriso."

    http://it.eurosport.com/calcio/lega-pro/20...336/story.shtml
     
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    Vai Nick. Sei sempre un guerriero!
     
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    ESCLUSIVA SN - Pozzi più forte degli infortuni: "Torno al goal e la Samp vince il derby: un sabato perfetto. Noi calciatori passiamo, la Sampdoria resta"

    Sono pochi i giocatori, gli uomini che possono rientrare nell'èlite nel cuore di un tifoso. Bisogna trasmettere emozioni, brividi, dimostrare con i fatti, con i gesti spontanei della quotidianità quanto si ami veramente una maglia, una squadra. Spesso la sfortuna prova a condizionare l'andamento di una carriera a suon di infortuni, ma l'Uomo si dimostra più forte di ogni avversità ed esce sempre vincitore, sempre a testa alta. Nel mondo blucerchiato sicuramente Nicola Pozzi rientra in quella ristretta nicchia sentimentale, il tempo passa, ma i ricordi, gli affetti, un legame restano indissolubili. E quando capita non ci ricordiamo soltanto i goal, ma i sorrisi, la grinta, la voglia di non arrendersi mai di chi non si è mai dato per vinto, nemmeno nel periodo più buio in cadetteria. Sampdorianews.net ha avuto il piacere di intervistarlo in esclusiva proprio pochi giorni dopo il ritorno al goal, a Viterbo indossando la maglia della Pro Piacenza, 1224 giorni dopo Sampdoria – Sassuolo 3-4 del 3 novembre 2013:

    Nicola, partiamo inevitabilmente da una giornata impossibile da dimenticare: “E' stato un sabato perfetto, sono tornato al goal e la Sampdoria ha vinto il derby, una bellissima giornata. In tv ho visto un'ottima squadra con un'identità ben precisa, il lavoro di mister Giampaolo ha dato i suoi frutti, un gioco importante, non soltanto bello da vedere, ma pure efficace. La Sampdoria ha trovato anche continuità, siamo dinanzi ad un progetto tecnico importante, testimonianza di come un grande gruppo abbia seguito e messo in pratica alla perfezione quell'idea calcistica.

    Nelle due precedenti partite i portieri avevano compiuto degli autentici miracoli per negarmi la gioia del goal, questa volta invece a Viterbo il loro estremo difensore ha compiuto un errore e sono stato pronto a sfruttarlo. La soddisfazione più grande è stato ricevere al momento del goal l'abbraccio di tutti i miei compagni, anche chi era in panchina è subito scattato in campo. È stato un abbraccio collettivo, mi hanno dimostrato ancora una volta tutto l'affetto nei miei confronti. I compagni e mister Pea mi hanno fatto tornare la voglia di divertirmi e rimettermi in discussione, è stata un'emozione non inferiore a precedenti goal realizzati in carriera, perchè ha avuto un significato particolare”.

    Chi ti ha impressionato maggiormente nella Sampdoria targata Giampaolo? “Oltre ai tanti giovani talenti arrivati in estate sono davvero molto felice per Muriel. Lo conosco bene, sta riuscendo a togliersi grandi soddisfazioni, gli mancava soltanto maggiore continuità, ora ci sta davvero facendo divertire. Non dimentichiamo mai Quagliarella, il cui ruolo passa talvolta inosservato, ma risulta fondamentale, fa il lavoro sporco fondamentale per la squadra. Non ha smesso di fare goal pesanti, è riuscito ad uscire da un periodo davvero difficile a livello personale. Schick sta mostrando di possedere mezzi tecnici davvero straordinari, ha ulteriori margini di miglioramento. Sicuramente poter giocare in un contesto simile, in un progetto tecnico di tale portata agevola sicuramente il giovane nell'esprimere le proprie qualità”.

    La Samp vola, i giovani talenti si confermano autentici trascinatori ed ecco arrivare le prime indiscrezioni di mercato che mettono un po' in allarme i tifosi. “Da tifoso spero che la società riesca ad agire nel modo migliore per mantenere e costruire una squadra di ottimo livello, del resto l'ha detto anche il Presidente, confido nel lavoro svolto da grandi dirigenti. Non bisogna mai scordare che noi calciatori passiamo, ma la Sampdoria resta e prosegue sempre il suo percorso. Conosciamo come funziona il mercato, non è mai semplice trattenere profili giovani che hanno la prospettiva di approdare nelle big, ma spero che possano restare il più lungo possibile in blucerchiato”.

    Emiliano Viviano e Cristian Puggioni. La Sampdoria si ritrova davvero in ottime mani. “Sono felice per Puggioni, il quale è subentrato con ottimi risultati nonostante la pressione nell'indossare quella maglia da Sampdoriano, ha fornito un ottimo rendimento. Da sempre ritengo Emiliano tra i tre più forti portieri in Italia, chiunque estremo difensore può compiere qualche errore, ma a livello di rendimento complessivo si è sempre dimostrato ben al di sopra della media”.

    Un saluto ad un pubblico che ti adora. “Tra il sottoscritto e i tifosi blucerchiati esiste un legame indissolubile che resterà all'infinito. A questa tifoseria voglio un mondo di bene e mi rende orgoglioso il fatto di sapere che si tratta di un affetto reciproco”.

    www.sampdorianews.net/primo-piano/e...ria-resta-95135
     
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    Con quella grinta, quei gol un pò rocamboleschi, e quelle esultanze forsennate da giocatore - tifoso è stato il nostro Filippo Inzaghi. A giocatori così ci si lega per forza.
     
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    La stanza condivisa con Maldini, i consigli dell'idolo Inzaghi, l'amore per la Samp. Pozzi: "Piacenza è una sfida"

    "Un ragazzo d'oro e un attaccante di razza, ricordo con affetto Nicola: è un peccato non sia arrivato ai livelli che meritava". Se lo dice un certo Giuseppe Iachini che ha svezzato fenomeni come Dybala e Icardi c'è da crederci. Nicola Pozzi, proprio il campioncino che nel 2004 stregò il Milan, ha deciso di ripatire la dove tutto cominciò, in serie C1, l'attuale Lega Pro. Appena 4 gare, 62 minuti di gioco, e già la differenza: 2 gol e un assist. L'ultimo ieri, il gol partita in occasione di Racing Roma - Pro Piacenza. "E' una scommessa con me stesso" dichiarò Nicola ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com. Piange un po' il cuore vedere un giocatore dagli indiscussi mezzi tecnici come Pozzi ricominciare dal basso. Ma è la sua grande sfida:

    "Vorrei tornare a divertirmi e sentirmi nuovamente giocatore" - riprende Nicola -"Ho scelto di farlo in una realtà come la Pro Piacenza, gestita come una famiglia. Mi hanno trasmesso la giusta voglia e la carica necessaria per mettermi di nuovo in discussione. Per questo ringrazio il presidente e il mister Pea. Si respira un'aria serena, si lavora molto bene e ci si concentra solo sugli allenamenti. Io volevo vedere se sono in grado di tornare a buoni livelli, è una sfida con me stesso".

    A 16 anni Nicola già bruciava le tappe: "Venivo da una famiglia di giocatori, di allenatori e di grandi appassionati di calcio, quindi il mio approccio con il pallone è stato naturale. Ho mosso i primi passi nel Santarcangelo che all'epoca giocava in serie D e adesso gioca in Lega Pro. Poi passai alle giovanili del Cesena, la mia squadra del cuore. I mieimodelli erano sì bianconeri, ma di un'altra città: Del Piero, Inzaghi e poi Trezeguet. A 16 anni ero già nel mondo dei grandi? Sì, ma a quell'età sei incosciente, non ti rendi conto di quello che ti sta accadendo. Pensavo solo a giocare, passai dagli allievi direttamente alla prima squadra, praticamente non avevo fatto la Primavera. Sapevo che era una grande occasione da sfruttare ma l'ho vissuta in modo spensierato. Anche se ero tifoso del Cesena e trovarmi di colpo dagli spalti al campo per me è stata indubbiamente una grande gioia, un'emozione indescrivibile".

    Nicola non passa inosservato... Appena un anno e si aprono le porte di Milanello: "C'era da stupirsi ogni giorno perché la rosa era formata da 25 campioni, tra i migliori del mondo per ogni ruolo. La cosa che ricordo con più piacere era che all'inizio condivisi la stanza con Paolo Maldini e ho potuto apprezzare l'eccezionale persona che è anche fuori dal campo. Ho poi vissuto da vicino un grande nel mio ruolo come Filippo Inzaghi, che aveva il mio stesso procuratore, Tullio Tinti: mi aiutò molto a inserirmi. Come Massimo Ambrosini: anche lui passò dal Cesena al Milan da giovanissimo".

    Ma sono altri i club che hanno segnato la carriera di Nicola. Il primo l'Empoli: "Ricordi bellissimi,di una società perfetta per un giovane, che ti dà il tempo di sbagliare, di crescere di maturare. Sono rimasto molto legato a Empoli, perché 4 anni sono tanti. Dai magazzinieri ai fisioterapisti al presidente Corsi, avevo un bellissimo rapporti con tutti. Mi hanno dato la possibilità di giocare con continuità in serie A, di esordire in Europa, di fare quel poker in massima serie". Poi un brutto infortunio... : "Non è stato decisivo perché dopo la rottura del crociato rientrai dopo 6-7 mesi e tornai a giocare e segnare con regolarità. Purtroppo l'Empoli retrocesse e mi trovai in serie B. Alla fine è andata bene perché quell'anno segnai 12gol che mi permisero poi di andare alla Sampdoria".

    E la "Samp" è diventata anche la squadra del cuore: "Mi sono tolto delle bellissime soddisfazioni. Mi vollero Marotta e Asmini. Sono stati 5 anni fantastici, pieni di gioie, ma anche di dolori. Passammo dallaChampions alla retrocessione nel giro di un anno. Poi ci fu la promozione e due campionati di A di buon livello.Purtroppo nel quinto è arrivata una separazione forzata, ma non cancella la mia storia con la Sampdoria. Quell'alternanza di emozioni ha creato un legame unico, straordinario. Cassano? Con lui ho unl rapporto normale, ultimamenteci siamo persi un po' di vista"

    Con "FantAntonio" ha condiviso l'esperienza peggiore della sua carriera. "In quel momento lì la dirigenza della Sampdoria mi aveva fatto capire, tra virgolette, di togliere il disturbo. E così ho fatto, non volevo rimanere dove non ero ben voluto, anche se avevo un contratto lungo. E' stato chiaramente un periodo di sofferenza per me, perché andar via dalla squadra che ho amato più di tutte in carriera mi ha fatto male. Però in quel momento la scelta più giusta era separarsi. L'orgoglio e l'invito di quei dirigenti forse mi hanno fatto prendere una scelta affrettata, Parma. Non dovevo andare in una società in quella situazione e da un allenatore come Donadoni che probabilmente non mi voleva. Ma adesso è passato...". Già, il presente dice Piacenza, a caccia di gol e di un rilancio che Nicola cercherà con gli occhi della tigre.

    http://gianlucadimarzio.com/it/la-stanza-c...a-e-una-sfida-1

    Ieri ha segnato al 90°.
     
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