Bundesliga e coppe tedesche 2018/19

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    ​Bundesliga | Polemiche e Var: cosa sta succedendo?

    Poteva iniziare meglio il secondo anno del Var in Bundesliga. Ci sono state infatti due partite profondamente segnate dall’uso, errato, della tecnologia. La prima, quella più evidente, nell’opening match di venerdì sera tra Bayern Monaco ed Hoffenheim. Al 78’ Nordtveit entra in scivolata su Ribery. L’arbitro assegna immediatamente calcio di rigore, e già questo suscita parecchi dubbi. L’intervento ricorda molto quello che nel 2006 fece guadagnare a Fabio Grosso il rigore decisivo contro l’Australia. Quindi, diciamo così, non nettissimo.

    Ma il Var non interviene, perché non considerato come errore evidente, visto che l’arbitro ha giudicato il fallo e concesso rigore. Ma l’errore probabilmente c’è stato, e il Var sarebbe dovuto intervenire.

    Il rigore viene battuto. Sul dischetto va Lewandowski, che sbaglia. Sulla ribattuta c'è Robben che la mette in rete: due a uno per i bavaresi. Fermi tutti però: adesso il Var interviene. C’è chi ha pensato per il fallo, ma non poteva essere. Secondo il Var (che in Germania ha una control room a Colonia) c’erano troppi giocatori in area nel momento del rigore. Così l’arbitro fa ribattere a Lewandowski dal dischetto che questa volta non sbaglia e porta davvero in vantaggio il Bayern. Una cosa davvero unica e mai vista prima. Ma i dubbi rimangono. E Nagelsmann, allenatore dell’Hoffenheim, non la prende benissimo: “Perché non riescono a prendere le decisioni a Colonia? Perché l'arbitro deve decidere dal campo di fronte a 70mila spettatori? Così la cede centrale di Colonia che senso ha?”.

    Ma c’è stata un’altra decisione che ha creato diverse polemiche in Germania. Stiamo parlando della partita tra Wolfsburg e Schalke 04, vinta dalla squadra di casa per due a uno nel finale. Dopo l’espulsione di Nastasic per lo Schalke, al 69’ l’attaccante del Wolfsburg Wout Weghorst è stato protagonista di un episodio molto curioso con il giocatore avversario Burgstaller.

    Weghorst colpisce Burgstaller intenzionalmente a palla lontana, facendo un fallo di reazione piuttosto goffo. Inoltre, cadendo, si tocca la testa come se fosse stato colpito da Burgstaller, cosa in realtà mai avvenuta. L’arbitro mostra all’attaccante del Wolfsburg un cartellino rosso, poi però interviene anche il Var che cambia la decisione dell’arbitro. Così arriva solamente un cartellino giallo per entrambi i giocatori. Decisione molto dubbia.

    Weekend complicatissimo per il Var in Germania. E siamo solo all’inizio…

    https://gianlucadimarzio.com/it/bundesliga...-sta-succedendo
     
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    In Germania vincono i tifosi: niente partite di lunedì in pay tv

    La vittoria dei tifosi
    “No al calcio moderno, no alla pay tv”. In Germania i tifosi ci sono riusciti anche perché è probabilmente l’unico campionato europeo dove i tifosi non sono considerati clienti ma proprietari a tutti gli effetti. E allora sparirà dalla stagione 2020/2021 il Monday night alla tedesca mal digerito dai tifosi. A guidare la rivolta sono stati i tifosi del Borussia Dortmund. Quelli del muro giallo diserteranno la trasferta a Norimberga. I sostenitori dell’Eintracht Francoforte in occasione della sfida con il Lipsia del 20 febbraio, avevano dato vita ad una singolare protesta caratterizzata da migliaia di fischietti, diversi striscioni e dal lancio sul manto verde di dozzine e dozzine di palline da tennis, al fine di impedire il regolare svolgimento della partita. Quelli del Borussia Dortmund hanno negato la possibilità di assistere allo spettacolo del rinomato “Muro giallo” del Signal Iduna Park.

    Modello tedesco
    Il fronte comune dei tifosi dei diciotto club di Bundesliga ha convinto la Dfl (Deutscher Fußball-Bund, la Federcalcio locale) a rivedere l’attuale contratto valido fino alla fine di giugno del 2021. Una vittoria dei tifosi. Dopo la vittoria dei Mondiali 2014 da parte della Germania, si è iniziato a sentir parlare con insistenza del “modello tedesco” che permette una percentuale di riempimento medio altissima. Si va dagli 80mila delle squadre top ai 40mila spettatori fissi di squadre di fascia media che non competono per un trofeo da anni. In serie B la media è oltre i 27mila spettatori. Ben oltre i 15mila di alcune squadre di serie A. La media della Bundesliga (44mila) è quasi il doppio di quella della Serie A (23mila), che è invece molto più vicina alla seconda serie tedesca (16mila). Più che high-tech, gli stadi tedeschi sono relativamente nuovi, ma soprattutto manutenuti e funzionali. Gli spettatori siedono quasi a bordocampo e i settori popolari sono formati non da seggiolini ma da Standing Areas, tutti in piedi ma in piena sicurezza. Ma la differenza la fanno i prezzi.

    Abbonamenti ridotti
    In media, un abbonamento nelle curve italiane costa 254 euro, in Germania 182: sono 70 euro che fanno tutta la differenza del mondo. E parliamo solo di settori popolari. I tifosi, più che clienti, si sentono proprietari. La “regola del 50%+1” garantisce che tutte le squadre tedesche siano controllate dai tifosi, tranne quelle che avessero un singolo investitore da più di 20 anni. In Germania il tifoso è coinvolto attivamente nella vita del club. Ogni squadra tedesca ha un ufficio di relazioni coi tifosi, lo Slo, che si impegna attivamente nel recepire idee, critiche e proposte. In Germania ogni squadra può contare su tre tipi di gruppi di tifosi. I gruppi “ultras”, cioè quelli del tifo organizzato, che sono spesso più inclusivi e aperti rispetto a quelli italiani; i gruppi indipendenti, cioè associazioni di tifosi con rappresentanti democraticamente eletti che collaborano con la società proponendo progetti e mettendosi a disposizione per iniziative; e i Fanabteilungen, veri e propri gruppi di tifosi-soci

    https://www.ilnapolista.it/2019/02/in-germ...nedi-in-pay-tv/
     
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