Le squadre che hanno originato la Sampdoria (1900-1946)

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    La foto, come l'ho detto, ne sono sicurissississimo siccome faccio io le ricerche. E' in un "La Domenica Sportiva" di Febbario 1918.
    Quindi, anch'io penso sia neroverde (come il Sassuolo di oggi) la maglia.

    Se no, se vi interessa, anche se solo in francese (ma ci sono sempre le foto...).
    A me interessa tanto la storia della nostra squadra e vorrei tanto farla amare anche ad altri francofoni...
    http://www.tifosamp.com/fr/il-etait-une-fo...sampierdarenese

    jpg
     
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  2. jay kay20
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    Gran bel lavoro schuminator!!
     
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    http://www.tifosamp.com/fr/il-etait-une-fo...sla-pro-liguria

    Se no, qualcuno ha delle foto ''antiche''?
    Della Pro Liguria, Andrea Doria, Sampierdarenese, Liguria, Dominante?
    Me interessano se ne avete.
    Io ne ho recuperato abbastanza della Dominante. Farò creare una "galleria foto" su tifosamp e le metterò sopra mi sà.
     
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    Grazie!
    Siccome ti piace il passato del Doria, ti consiglio i link che ho dato l'altro giorno:
    www.tifosamp.com/fr/scudetto-1991
    Li, hai molte cose sullo Scudetto, giornata dopo giornata...ed hai anche la partita col Lecce in italiano e integralmente.

    E li, quelche articoli su vecchi giocatori della Samp:
    www.tifosamp.com/fr/il-etait-une-fois
    Con spesso degli articoli, tipo su Moro, c'è questo www.tifosamp.com/fr/files/Fiches%20...016-05-1952.jpg
    Alla fine, hai solo bisogno di cliccare un po' dapertutto ed avrai delle cose da veder o leggere :)
     
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  5. Valtellina
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    Penso che questa sia la discussione giusta per raccontare un episodio che mi capitò molti anni fa.
    Era il 19 Maggio 1991, data storica per la Sampdoria. Ero appena uscito dallo stadio dove avevo assistito alla vittoria per 3-0 col Lecce, che ci diede la certezza matematica dello scudetto. La città era in festa e gli autobus erano bloccati dai tifosi. In corso Buenos Aires attesi invano il 44, quindi decisi di ripiegare sul 41 per poi proseguire a piedi da Piazza Ragazzi del 99 a via Posalunga.
    Mentre ero sull’ autobus mia accorsi che un signore molto anziano stava mostrando una tessera della Sampdoria ad un altro passeggero. C’erano altri passeggeri in piedi tra me e lui, ma mi parve di capire che la tessera era un’emissione speciale per ex-calciatori. Quando l’autobus cominciò a svuotarsi cercai di avvicinarmi per parlargli. Mi disse di avere 90 anni, di aver giocato nell’ Andrea Doria negli anni ’20, prima della fusione da cui nacque la Dominante e di aver segnato anche un gol al mitico portiere del Genoa De Prà. Ero quasi incredulo. Non sappiamo quasi nulla delle squadre che hanno originato la Sampdoria e probabilmente anche squadre antiche come il Genoa e il Milan difficilmente potevano vantare la presenza in tribuna di un loro calciatore di quell’ epoca. Invece la giovane Sampdoria aveva ancora tra i suoi tifosi un ex-calciatore, che dopo due terzi di secolo, aveva assistito al trionfo della “sua” squadra.
    Ma quello che più mi colpì fu la sportività e la signorilità di quell’ anziano signore, un vero gentiluomo d’altri tempi. Criticava i tifosi che avevano protestato per un presunto rigore su Vialli. Si vedeva benissimo – diceva – che Vialli si era tuffato e sono cose che non si devono fare. Mi raccontò che un giorno assistette ad una partita circondato dai tifosi del Milan che alla fine gli stinsero la mano.
    Arrivati al capolinea proseguimmo a piedi. Anche lui avrebbe dovuto prendere un altro autobus, il 17 e quindi doveva arrivare a piedi fino a corso Europa. A 90 anni, camminava con passo sicuro; non usava il bastone. Guardando in su indicò una bandiera del Genoa che pendeva da una finestra e mi disse “speriamo che anche il Genoa riesca ad entrare in coppa UEFA”. Gli chiesi se ai suoi tempi c’era rivalità. Mi rispose: “no, allora eravamo tutti amici”.
    Dimenticai di chiedergli il nome, ma pensavo che fosse noto. Aveva una tessera omaggio della Società e quindi qualcuno doveva conoscerlo, ma non trovai nessuno che ne avesse sentito parlare. Eppure avrebbe potuto essere una bandiera del tifo blucerchiato per il suo passato e per il suo fair play così vicino allo spirito del Presidente Paolo Mantovani.
    Anche oggi che Wikipedia ed altri siti danno notizie su tutti i calciatori di quell’ epoca, non si trova un calciatore dell’Andrea Doria degli anni ’20 che fosse sicuramente ancora vivente nel ’91, ma di pochi è documentata la data del decesso. Un nome possibile è Giulio Cesare Cusano o Luigi Borfico Qualcuno li conosce o ne ha sentito parlare?
     
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    CITAZIONE (Valtellina @ 15/10/2014, 00:12) 
    Penso che questa sia la discussione giusta per raccontare un episodio che mi capitò molti anni fa.
    Era il 19 Maggio 1991, data storica per la Sampdoria. Ero appena uscito dallo stadio dove avevo assistito alla vittoria per 3-0 col Lecce, che ci diede la certezza matematica dello scudetto. La città era in festa e gli autobus erano bloccati dai tifosi. In corso Buenos Aires attesi invano il 44, quindi decisi di ripiegare sul 41 per poi proseguire a piedi da Piazza Ragazzi del 99 a via Posalunga.
    Mentre ero sull’ autobus mia accorsi che un signore molto anziano stava mostrando una tessera della Sampdoria ad un altro passeggero. C’erano altri passeggeri in piedi tra me e lui, ma mi parve di capire che la tessera era un’emissione speciale per ex-calciatori. Quando l’autobus cominciò a svuotarsi cercai di avvicinarmi per parlargli. Mi disse di avere 90 anni, di aver giocato nell’ Andrea Doria negli anni ’20, prima della fusione da cui nacque la Dominante e di aver segnato anche un gol al mitico portiere del Genoa De Prà. Ero quasi incredulo. Non sappiamo quasi nulla delle squadre che hanno originato la Sampdoria e probabilmente anche squadre antiche come il Genoa e il Milan difficilmente potevano vantare la presenza in tribuna di un loro calciatore di quell’ epoca. Invece la giovane Sampdoria aveva ancora tra i suoi tifosi un ex-calciatore, che dopo due terzi di secolo, aveva assistito al trionfo della “sua” squadra.
    Ma quello che più mi colpì fu la sportività e la signorilità di quell’ anziano signore, un vero gentiluomo d’altri tempi. Criticava i tifosi che avevano protestato per un presunto rigore su Vialli. Si vedeva benissimo – diceva – che Vialli si era tuffato e sono cose che non si devono fare. Mi raccontò che un giorno assistette ad una partita circondato dai tifosi del Milan che alla fine gli stinsero la mano.
    Arrivati al capolinea proseguimmo a piedi. Anche lui avrebbe dovuto prendere un altro autobus, il 17 e quindi doveva arrivare a piedi fino a corso Europa. A 90 anni, camminava con passo sicuro; non usava il bastone. Guardando in su indicò una bandiera del Genoa che pendeva da una finestra e mi disse “speriamo che anche il Genoa riesca ad entrare in coppa UEFA”. Gli chiesi se ai suoi tempi c’era rivalità. Mi rispose: “no, allora eravamo tutti amici”.
    Dimenticai di chiedergli il nome, ma pensavo che fosse noto. Aveva una tessera omaggio della Società e quindi qualcuno doveva conoscerlo, ma non trovai nessuno che ne avesse sentito parlare. Eppure avrebbe potuto essere una bandiera del tifo blucerchiato per il suo passato e per il suo fair play così vicino allo spirito del Presidente Paolo Mantovani.
    Anche oggi che Wikipedia ed altri siti danno notizie su tutti i calciatori di quell’ epoca, non si trova un calciatore dell’Andrea Doria degli anni ’20 che fosse sicuramente ancora vivente nel ’91, ma di pochi è documentata la data del decesso. Un nome possibile è Giulio Cesare Cusano o Luigi Borfico Qualcuno li conosce o ne ha sentito parlare?

    Bellissimo racconto.
     
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    IL PRIMO CASO DI CORRUZIONE NEL CALCIO: IL GENOA PAGA DUE GIOCATORI DELL’ANDREA DORIA

    L’Andrea Doria disponeva di uomini come Sardi e Santamaria e contava su un vero fenomeno, Fresia, che sapeva giocare in qualsiasi ruolo, da quello di portiere a quello di centrattacco.
    Il primo sintomo che avvertiva nell’aria qualcosa di poco chiaro, lo si ebbe quando cominciarono a circolare voci secondo le quali il Genoa aveva in animo di “rubare” Sardi e Santamaria ai concittadini.
    Si noti che quel tempo non esistevano le cosiddette liste di trasferimento: qualsiasi giocatore era liberissimo di trasferirsi da una squadra all’altra, non c’erano ingaggi. Naturalmente i due giocatori negarono in modo deciso che fosse loro intenzione abbandonare i colori dell’Andrea Doria per quelli dell’odiata rivale. Tuttavia qualcosa nel loro gioco era mutato, parevano – scrissero i cronisti di allora – svogliati e costantemente fuori forma, non partecipavano più lo stesso impegno del passato alle partite.
    Venne il giorno del derby: Sardi e Santamaria (mezzeali) parevano gatti di marmo, non si muovevano, non rincorrevano il pallone, sciupavano sistematicamente le azioni che, dalla sua posizione di centromediano, Fresia continuava a preparare per gli attaccanti.
    Il pubblico di parte doriana cominciò a mormorare, poi a fischiare, ma i due non si svegliarono. Anche gli altri giocatori bianco-blu erano indignati dal loro comportamento. Ad un certo punto si vide Fresia cogliere al volo il pallone che gli veniva passato da un terzino, partire da centrocampo, dribblare tutti i difensori genoani, ingannare il portiere avversario e depositare letteralmente la sfera in fondo alla rete. “Almeno questo è gol !”, gridò alzando le braccia in uno sfogo d’amarezza.
    Naturalmente non fu difficile svolgere un’inchiesta, anche perché Sardi e Santamaria, in luogo di difendersi dalla accusa gridata dal loro pubblico (“Venduti !”) insistevano nel loro atteggiamento assenteista. Vennero a galla brutte notizie: i due s’erano effettivamente lasciati comperare dai genoani con fior di soldi in contanti; la pratica fu passata alla Federazione, l’istruttoria mise in luce tutti i retroscena della corruzione e tanto il Genoa quanto i due giocatori ebbero severe condanne. La società genoana si vide squalificare il campo, e i due giocatori vennero fermati per due anni.
    Ma il malvezzo dei rosso-blu di togliere sistematicamente ai concittadini le loro pedine migliori, non cessò per questo. Da quel momento si comportarono con maggior cautela, ma continuarono. Lo stesso Luigi Burlando, centro mediano, e lo stesso Fresia non resistettero alle lusinghe della società più ricca e passarono dall’altra parte. Fresia, in seguito, venne addirittura acquistato da una squadra inglese, ma in Inghilterra (nonostante l’ottima prova fornita) rimase per poco tempo.
    Giunse il momento triste della prima guerra mondiale, l’attività calcistica subì una battuta d’arresto, e molte società cessarono, o quasi, la loro attività.
    Qui bisogna fare una parentesi per ricordare che, poco prima dello scoppio della guerra, una terza società calcistica era sorta entro l’area della “Grande Genova”. Si trattava della Sampierdarenese, fondata nel 1911.

    www.sampstory.it/il-primo-caso-di-corruzione-nel-calcio/
     
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    1902, L'Andrea Doria campione d'Italia FGNI ex aequo col Milan
    Finale
    31 maggio 1902
    Civica Arena, Milano
    MILAN vs ANDREA DORIA 0-0
    MILAN: Ermolli, Suter, Camperio II, Cederna, Kilpin, Angeloni I, Pedroni I, Rizzi, Pirelli II, Colombo, Dubini - All.: Kilpin
    ANDREA DORIA: Neuberth, Assereto, Lancerotto, Venturini I, Pavesi, Bolognini, Calì II, D’amato, Calì I, Olivari, Venturini II - All.: Calì II
    (foto di repertorio del 1907)

    WALKIN'ON THE FOOT-BALL: FRANCESCO “FRANZ” CALI'

    Legò indissolubilmente il suo nome a quello della Nazionale perchè lui fu il capitano del primo storico incontro che l'Italia giocò contro la Francia nel maggio del 1910, a Milano.
    Calì, però, fu molto altro per il calcio pionieristico nostrano.
    Nato in un paesino in provincia di Catania, a seguito di problemi economici della ditta del padre con la famiglia si trasferì a Zurigo e lì iniziò a giocare al pallone in una squadra locale mettendosi ben presto in luce come promettente attaccante e meritando il trasferimento all'Urania di Ginevra.
    Di quegli anni Ossola e Tavella nel loro Cento anni di calcio italiano riportano una testimonianza di Vittorio Pozzo che incontrò Calì da avversario durante i suoi studi a Zurigo: “Ci andammo addosso l'uno l'altro piuttosto malamente. Rimasti ambedue a terra e sentita una mia parola di scusa in tedesco, giacché lo ritenevo tale, mi rispose, ridendo, in pieno e schietto genovese: 'Con me puoi parlare italiano, io sono de Zena'”
    Ormai era di nuovo tempo di fare i bagagli e rientrare in Italia, a Genova, dove il padre riprese i suoi commerci in vino. Il giovane Calì giocò per un anno nel Genoa, giusto in tempo per perdere la finale del campionato del 1901 e quindi si trasferì nella Società ginnastica Andrea Doria e con la sua passione riuscì ad aprire la sezione calcio ed ad organizzare – come giocatore, allenatore e capitano – la squadra di calcio dell'Andrea Doria, con la quale già nel 1902 vinse a pari merito con il Milan il titolo di campione d'Italia nel torneo calcistico indetto dalla Federazione Ginnastica.

    Da quel momento il nome di Calì fu per sempre legato a quello dell'Andrea Doria, con la quale giocò per dieci anni, sino al 1911. Lui stesso, in un'intervista rilasciata al giornale Genova Sport nel 1932 ricorda la vittoria che con l'Andrea Doria raccolse ai danni della Juventus in occasione della festa patronale di San Secondo ad Asti nel 1902. Al mattino si giocarono le semifinali e al pomeriggio la finale che si protrasse sino a dopo il tramonto senza che nessuna fosse riuscita a segnare. Allora la vittoria fu decisa dall'arbitro a testa o croce e a vincere furono i genovesi: al cronista al quale Calì raccontò questo episodio commentò con un eloquente “Quelli sì ch'erano tempi!”. Tempi eroici, dove ancora il campionato non era il torneo più importante, anzi, non lo era affatto. Ben più seguito ed ambito era un altro trofeo, la Palla Dapples che Calì e compagni riuscirono a strappare al Genoa nel dicembre del 1904, quando, sul campo di Ponte Carrega, l'Andrea Doria vinse 2-0.

    Sicuramente, però, il momento più alto nella carriera di Calì fu, come detto all'inizio, l'aver partecipato al primo incontro della Nazionale italiana, facendolo – per giunta – come capitano. Solo due le sue presenze in Nazionale, ma sempre come capitano: a Milano contro la Francia e a Budapest contro l'Ungheria.
    Appese le scarpette al chiodo, continuò come arbitro e come allenatore, presenziando in numerose Commissioni Tecniche che in vari momenti, tra il 1912 e il 1920, guidarono la Nazionale.

    http://storiedifootballperduto.blogspot.it...i.html?spref=fb


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    GIÙ LE MANI DA GOVI!
    In merito a quanto apparso sull’edizione odierna del Secolo XIX - pagina dedicata al calcio anglosassone - e riguardante la fede calcistica di Gilberto Govi:
    - Ci sembra surreale dover tornare sull’argomento per l’ennesima volta; ma davvero pensate che le vostre bugie, passati alcuni mesi, possano diventare verità?
    - Gilberto Govi, all’anagrafe Amerigo Armando Gilberto Govi (Genova, 22 ottobre 1885 – Genova, 28 aprile 1966) non era appassionato di calcio
    - Gilberto Govi era tesserato all’Andrea Doria, società polisportiva genovese, legata alle tradizioni genovesi, amata dai genovesi (come da foto sotto riportata, fonte Museo Samp Doria - che già in passato si è speso sull’argomento).
    - Mettiamo già le mani avanti: siamo pronti a dimostrare che Cristoforo Colombo, Giuseppe Mazzini, Andrea Doria e Niccolò Paganini non erano né saranno mai riconducibili alla vostra gloriosa schiera. Fatevene una ragione.
    Federclubs

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    1924 Prima Divisione Sampierdarena-Derthona

    www.facebook.com/VintageEBello/posts/1573809919393115
     
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    L'Associazione Calcio La Dominante è stata una società calcistica di Genova, nata il 27 luglio 1927, dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese (le stesse squadre che poi, nel dopoguerra, daranno origine alla Sampdoria).

    www.facebook.com/AntighiZeneixi/

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    1911 Internazionale-Andrea Doria

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    I fondatori della Sampdoria

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    VIII Giornata
    DOMINANTE - ROMA 1-2
    Cornigliano, Stadio del Littorio
    domenica 25 novembre 1928
    Tabellino partita:
    DOMINANTE: Bonadeo, Moruzzi, Cambiaso, Cornazzani, Montaldo, Carzino, Grabbi, Fontana, Repetto, Rossi, Raggio.
    Allenatore: Stanzel
    ROMA: Ballante, Barzan, De Micheli, Ferraris IV, Bernardini, D'Aquino, Benatti, Fasanelli, Volk, Bossi, Chini.
    Allenatore: Garbutt
    Arbitro: Ferro
    RETI: 18' Fontana, 48' Volk, 83' Bernardini (R)

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    Il Borussia Dortmund gioca contro la Sampierdarenese in un tour in Italia, 1922.

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    L'Associazione Calcio La Dominante è stata una società calcistica di Genova, nata il 27 luglio 1927, dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese (le stesse squadre che poi, nel dopoguerra, daranno origine alla Sampdoria).
    Il nuovo club fu costituito per volere del regime fascista, che propugnava in quel periodo una decisa politica delle fusioni tra squadre concittadine, per ridurre le forti rivalità tra gruppi di tifosi della stessa città, e per garantire al maggior numero possibile di città la presenza nel massimo campionato nazionale.
    Per la neonata società venne appositamente costruito lo Stadio Littorio di Cornigliano, e venne creata una divisa completamente nera, colore gradito ai gerarchi fascisti locali, alla quale furono aggiunti risvolti prima bianchi poi verdi. Lo stemma sul petto raffigurava un grifone affiancato da un fascio littorio, mentre il nome scelto era uno degli antichi appellativi della Repubblica marinara di Genova, e voleva rappresentare, con la tipica retorica del tempo, l'appartenenza della squadra all'intera città. I tifosi dei due antichi club dissolti però non gradirono la fusione, e il nuovo sodalizio non fu mai particolarmente amato ed ebbe vita piuttosto breve. La Dominante esordì nel campionato di Divisione Nazionale 1927-1928.

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    SAMPIERDARENESE - ROMA 0-1 rete :9' Mazzoni
    XVII GIORNATA
    24 Gennaio 1937
    Sampierdarenese 1899
    Profumo, Bodini, Rigotti, Lancioni, Battistoni, Tortarolo, Mascheroni, Malatesta, Bollano, Rossi, Biagini
    All.: Meszaros
    Roma
    Masetti, Monzeglio, Gadaldi, Frisoni, Bernardini, Fusco, Tomasi, Serantoni, Di Benedetti, Mazzoni, D'Alberto
    All.: Barbesino

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    IV Giornata
    ROMA - SAMPIERDARENESE 2-0
    Roma, Campo Testaccio
    domenica 21 ottobre 1934
    ore: 15.00
    Tabellino partita:
    ROMA: Masetti, Gadaldi, Allemandi, Frisoni, Bernardini, Tomasi, Costantino, Scopelli, Guaita, Scaramelli, Eusebio.
    Allenatore: Barbesino
    SAMPIERDARENESE: Venturini, Ferrero, Rigotti, Lancioni, Bossi, Malatesta, Paastri, Busini, Comini, Poggi, Perazzo.
    Allenatore: Felsner
    Arbitro: Mastellari di Bologna
    reti: 49' Guaita, 72' Scopelli

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    Domenica 2 ottobre 1927. La prima trasferta assoluta nella storia della Roma coincide con l’esordio casalingo in campionato della Dominante, formazione genovese nata a luglio del 1927 dalla fusione tra Andrea Doria e Sampierdarenese. Sulla tribuna dello stadio di Cornigliano, per l’occasione, sono presenti numerose autorità cittadine mentre una folla imponente di tifosi riempie le gradinate arrivando fino a bordo campo. La festa è però parzialmente rovinata dalla Roma che, pur rimasta in dieci uomini nel secondo tempo, resiste alle offensive avversarie e porta a casa un prezioso pareggio senza reti.
    Un intervento di un difensore della Roma contro la Dominante
    Dominante-Roma 0-0, il match
    Il teatro del match è un impianto, quello di Cornigliano, dallo splendido colpo d’occhio ma con un fondo del terreno che lascia molto a desiderare: «è duro, pietroso ed incredibilmente polveroso» scrive la “Gazzetta dello Sport” all’indomani della gara. Durante la prima azione offensiva dei padroni di casa, addirittura, la polvere sollevata non permette di distinguere gli uomini che si contendono il pallone nell’area giallorossa.
    La Dominante mostra una netta superiorità sulla Roma nell’arco di quasi tutti i 90 minuti, ma gli attaccanti di casa sono imprecisi (il terzino Moruzzi colpisce anche un palo su punizione) oppure vengono fermati dagli interventi del portiere Rapetti che «ha avuto un crescendo di parate veramente eccezionale» (cit. la “Gazzetta dello Sport”). L’estremo difensore romanista resta stoicamente in campo anche quando la mezzala ligure Poggi lo colpisce duramente a una gamba dopo una presa a terra. Rientrato nella Capitale, sarà ingessato e costretto a fermarsi per un mese.
    Partita dura e tifo accesissimo a Genova
    Un paio di giorni dopo il match il quotidiano “L’Impero” evidenzia il clima acceso, in campo e sugli spalti, della sfida tra Dominante e Roma: «Sappiamo che i neri hanno giocato alla maniera forte – si legge sul quotidiano capitolino del 5 ottobre 1927 – tanto da produrre delle serissime contusioni ai giuocatori romani. Il pubblico è stato di una vivacità insolita e l’arbitro ha lasciato correre e, in tanta ardente battaglia, gli uomini di Ferraris non si sono smarriti, si sono difesi sul primo tempo e nel secondo hanno contrattaccato con valore. Il match pari premia altamente una squadra che ha giuocato con entusiasmo e con fede».
    Anche Il Messaggero in edicola il 5 ottobre 1927 sottolinea «le speciali condizioni di nervosismo» in cui i giocatori della Roma si sono trovati «per le esagerate dimostrazioni sonore degli sportivi presenti all’incontro».

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    XIX Giornata
    SAMPIERDARENESE - ROMA 1-0
    Genova, Stadio del Littorio
    domencia 10 marzo 1935
    ore: 15.00
    Tabellino partita:
    SAMPIERDARENESE: Profumo, Ciancamerla, Rigotti, Malatesta, Avalle, Lancioni, Comini, Busini, Cappellini, Poggi, Rebolino.
    Allenatore: Felsner
    ROMA: Masetti, Gadaldi, Bodini, Frisoni, Tomasi, Fusco, Costantino, Scopelli, Guaita, Bernardini, Scaramelli.
    Allenatore: Barbesino
    Arbitro: Scorzoni di Bologna
    RETE: 7' Cappellini

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    Genova 30 Dicembre 1945
    Sampierdarenese-Juventus 2-2
    Sampierdarenese: Bonetti; Parena, Castignani; Bertani, Diotallevi, Sandroni; Ventimiglia, Castelli, Parvis, Fiorini, D'Alconzo;
    Juventus: Sentimenti IV; Varglien, Rava; Tortarolo, Parola, Locatelli; Sentimenti III, Magni, Piola, Coscia, Spadavecchia;
    Arbitro: Sig. Carpani di Milano
    Reti: p.t. Castelli 14' e 25' s.t. Parola 6' Spadavecchia 23'

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    Campionato 1942-43

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    Sampierdarenese-Alessandria

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    Coppa CONI. 12 Giugno 1927. Cremonese-Sampierdarenese

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    29 marzo 1936, Stadio del Littorio di Genova Cornigliano, Antonio Busini capitano della Sampierdarenese.
    Era arrivato nel 1934 alla Sampierdarenese, neopromossa in Serie A

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    Ercole Carzino (Sampierdarena, 9 ottobre 1901 – Genova, 10 gennaio 1980)
    1917-1927
    Sampierdarenese 132 (12)
    1927-1929
    La Dominante 27 (1)
    1929-1931
    Imperia 38 (12)
    1931-1933
    Sampierdarenese 6 (0)

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    Bartolomeo Poggi (Genova, 18 gennaio 1901 – Genova, ...)
    1924-27 Andrea Doria , presenze 60 gol 27
    1927-29 Dominante , presenze 35 gol 9
    1935-37 Andrea Doria , presenze .... gol ....

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    Nella stagione 1937-1938 la Sampierdarenese disputò il quarto campionato di Serie A a girone unico della sua storia, il primo con la denominazione "Liguria", piazzandosi all'undicesimo posto su sedici squadre.

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    Serie A 1938-39
    Approfittando di alcuni tentennamenti delle favorite, alcune delle quali relegate addirittura in zona retrocessione, si portò in testa il sorprendente Liguria. La squadra sampierdarenese condusse senza troppi patemi per alcuni mesi, venendo poi raggiunta dal Bologna e terminando il campionato ad un onorevole sesto posto.

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    Edited by Alexcer395 - 6/1/2018, 03:15
     
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