Nenad Sakic (1998-2004 e 2013-2015)

Difensore centrale / laterale, vice allenatore

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  1. Tore MB
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    Sakic: "La gioia più grande in 6 anni alla Samp? Aver indossato sei anni quella maglia"
    di Diego Anelli per www.sampdorianews.net

    6 anni alla Sampdoria non si dimenticano, non si possono dimenticare, come del resto i tifosi doriani non possono evitare di affezionarsi a chi ha messo anima, corpo e cuore in campo per il bene dei nostri colori. Ci stiamo ovviamente riferendo a Nenad Sakic, il quale ha indossato la maglia più bella del mondo dal 1998 al 2004, vivendo sulla propria pelle la retrocessione in serie B, le promozioni mancate per un soffio con Ventura e Cagni, l’incubo del fallimento e la C1 evitata a Vicenza alla penultima giornata, la vittoria del campionato con Novellino e il ritorno sui campi della massima serie.

    In vista della sfida in programma domenica a Lecce, Sampdorianews.net ha avuto l’onore di realizzare un’intervista esclusiva a Nenad Sakic, teoricamente in versione doppio ex, in pratica uno che la maglia blucerchiata la sente ancora addosso:

    Nenad, iniziamo con una domanda tanto scontata, quanto obbligata. A qualche anno di distanza ormai, quali sono i ricordi che ti sono rimasti della lunga esperienza alla Sampdoria?
    “Ho vissuto 6 anni alla Samp, ho ricordi molto belli, anche se in campo sono stati anni molto duri, soprattutto per la retrocessione in B. In generale ricordo tutto alla grande, mi sono trovato benissimo a Genova, alla Samp, ho incontrato gente stupenda e una bella società, i tifosi sampdoriani sono stupendi, sono fiero e orgoglioso di aver fatto parte di quella squadra”.

    In 6 anni hai conosciuto benissimo i tifosi blucerchiati, che rapporto hai avuto con loro?
    “Ho sempre avuto un rapporto molto bello, hanno riconosciuto quanto ho dato sul campo, colgo l’occasione per salutarli tutti”.

    Nella lunga esperienza in blucerchiato, se qualcuno ti chiedesse quale è stata la gioia più grande provata e la più cocente delusione, cosa risponderesti?
    “La gioia più grande in 6 anni alla Samp? Aver indossato sei anni quella maglia. La cosa più brutta è stata sicuramente la retrocessione in serie B, poi peccato per l’anno dopo, nel quale abbiamo buttato via una grande occasione con mister Ventura per tornare subito in A, eravamo primi, poi giocammo a Bergamo, a pochi minuti dalla fine vincevamo 3-1, alla fine è finita 3-3, siamo stati per sei, o sette partite senza vincere, raccogliendo solo due o tre punti. Ricordo benissimo Bologna – Samp che ci costò la serie B, sono stato io il protagonista di quel rigore, ma non c’era, si è visto, ma sono cose che purtroppo nel calcio possono capitare e non si può far nulla per evitarle. Qualche anno più tardi un pareggio contro la Samp costò al Bologna la permanenza in serie A… nel calcio, come nella vita, tutto ritorna al proprio posto…”.

    Sulla tua pelle hai vissuto la maledetta stagione 2001 – 2002, nella quale la Sampdoria rischiò sia il fallimento, che la retrocessione in C1, evitata poi al fotofinish…
    “E’ un brutto ricordo, la società era messa in brutte condizioni, ma i tifosi ci sono stati molto vicini, allo stadio ci hanno sostenuto dandoci una grossa mano, si sono dimostrati dei veri tifosi”.

    Sei rimasto dispiaciuto dover lasciare la Sampdoria dopo essere tornati nella massima serie?
    “La società decise di non confermarmi più in serie A, non me l’aspettavo, pur giocando poco, non avevo mai pensato di dover lasciare Genova, avrei voluto finire la carriera alla Sampdoria. Anche se con lui non avevo molto spazio, il mio rapporto con Novellino era ottimo, lui non centrava, è stata una decisione della società. Motivazioni? Non le ho chiesto, mi ero limitato ad allenarmi regolarmente, ho fatto sempre il mio dovere, ognuno fa le proprie scelte, sono rimasto dispiaciuto, ma le decisione vanno rispettate”.

    Dopo la Sampdoria, come è proseguita la tua carriera nel mondo calcistico?
    “Sono rimasto a casa per sei mesi, poi mi è ritornata voglia di giocare e sono tornato in Belgio in una squadra che militava in serie B dove avevo iniziato. Una volta smesso di giocare, ho fatto per un anno e mezzo il direttore sportivo al Napredak che fu promosso in serie A, poi ho frequentato il corso da allenatore, ho preso il patentino di serie A e ho cominciato ad allenare, prendendo la squadra a Gennaio ultima con 13 punti, alla fine ci siamo salvati con 39 punti, è stata una bellissima esperienza, la prima da allenatore in serie A”.

    Adesso alleni in Grecia?
    “No, alleno le giovanili under 15 e 17 della Nazionale Serba, siamo adesso in Grecia soltanto per disputare alcune amichevoli”

    Sei ancora in contatto con i tuoi ex compagni della Sampdoria?
    “Con Zivkovic mi sento spesso, c’è occasione per vederci, siamo i rispettivi testimoni di nozze. Mi sento con Flachi, quando sono andato a Coverciano, sono passato presso la sua paninoteca a Firenze e ho potuto chiacchierare un po’ con lui. Ho contatti anche con Valtolina e Volpi”.

    Domenica la Sampdoria va nella tana del Lecce, la tua prima squadra italiana. Quanto è stata importante la tua esperienza in giallorosso?
    “Anche Lecce è stata una bellissima esperienza, venivo dalla Stella Rossa, era il primo anno in uno dei campionati più belli e più duri del mondo, fu una bella sfida anche umana, non conoscendo nemmeno la lingua italiana. Anche in Salento sono stato trattato benissimo, ho conosciuto gente molto calda e accogliente”.

    Il Lecce ha bisogno di punti per uscire dalla zona calda, mentre la Sampdoria, tra il “Caso Cassano” e l’astinenza da goal e successi, sta vivendo un periodo piuttosto delicato. Che partita ti aspetti?
    “Vivo in Serbia, ma seguo il campionato italiano, vedo tutte le partite. La Sampdoria è un po’ in crisi, Cassano è stato messo fuori rosa, domenica sarà molto dura, ma credo che la squadra possa riuscire a conquistare un risultato positivo, anche se sta segnando molto poco e tutto sembra girare storto. Potrebbe uscire un pareggio, che potrebbe andare bene a tutti, forse meno al Lecce giocando in casa. Avendo giocato sei anni per la Samp, spero in una sua vittoria, o almeno in un pareggio”.

    Una domanda che esula dal mondo blucerchiato. A Genova è stata scritta una brutta pagina di cronaca in occasione della sfida tra Italia e Serbia. Da ex giocatore e soprattutto da cittadino serbo, cosa hai provato in quella serata da incubo?
    “Ero in tribuna, ero venuto a vedere uno spettacolo, una bella partita che invece non c’è stata per colpa di quei ragazzi che hanno fatto casino. Mi sono sentito molto male, tutto questo è accaduto poi nello stadio in cui giocavo con la Sampdoria”.

    Nenad, hai l’occasione per rivolgere il tuo saluto ai tifosi blucerchiati e ai sempre più numerosi lettori di Sampdorianews.net.
    “Saluto tutti i tifosi blucerchiati, sto seguendo sempre la Sampdoria, sei anni con quella maglia non sono pochi. Dentro di me un ricordo bellissimo della gente doriana. Spero che sto periodo sfortunato finisca il prima possibile, un saluto a tutti voi”.

    Edited by Tore MB - 4/3/2016, 12:19
     
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