Mauro Bertarelli (1992-1996)

Attaccante (2° punta)

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    40 e più anni e non sentirli.
     
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    Bertarelli a "Blucerchiati": "Feeling particolare con i tifosi. Giampaolo grande allenatore"

    Mauro Bertarelli, attaccante del passato blucerchiato la cui carriera in ascesa fu bruscamente interrotta da un grave infortunio, è rimasto nel cuore dei tifosi blucerchiati nonostante il passare degli anni. L'ex blucerchiato ha analizzato il momento attuale della Samp e ha rivissuto i suoi ricordi dell'esperienza sotto la Lanterna nel corso della trasmissione "Blucerchiati", in onda su Antenna Blu con la collaborazione di Sampdorianews.net.

    “Ricordo che rientrai nell'affare Vialli, fui ceduto dalla Juventus insieme ad altri giovani come Michele Serena, Nicola Zanini ed Eugenio Corini. Ho ricordi molto positivi della mia esperienza in blucerchiato, il primo anno era una Sampdoria molto giovane, poi nelle stagioni successive arrivarono giocatori importanti come Gullit e Platt. Era la Sampdoria degli anni d'oro, di campioni e grandi giocatori non eguagliati nelle epoche successive”.

    Sul ricordo lasciato nella tifoseria blucerchiata: “Fa enormemente piacere lasciare dei ricordi importanti dopo tanti anni. Quando posso cerco di partecipare alle feste dei club, per quanto la distanza lo consenta, abitando ad Ancona. C'è un feeling particolare con i tifosi blucerchiati, al di là del giocatore, penso di avere lasciato qualcosa a livello umano ed è questo che mi fa piacere”.

    Sulla Samp di Marco Giampaolo: “E' una buona squadra, ha giocatori importanti e diversi giovani interessanti. Tra i più esperti Quagliarella è tra gli elementi più rappresentativi, poi c'è un Muriel in grande condizione. Giampaolo è un grande allenatore e sta facendo molto bene, la squadra è a metà classifica, ma è giovane e secondo me può migliorare”.

    Sulle prestazioni di Quagliarella: “E' uno di quei giocatori che ogni allenatore vorrebbe avere, al di là del valore tecnico è importante sotto il profilo carismatico. Sono quei giocatori che ogni allenatore vorrebbe avere perché riesce a dare qualcosa in più nell'interpretazione della partita a livello caretteriale. E' un giocatore importante dentro allo spogliatoio, fa gruppo”.

    Sull'infortunio che deviò il corso della sua carriera: “Ci penso ancora perché sono quegli infortuni che capitano, forse il mio è stato più grave anche perché accaduto a 24 anni e non a fine carriera. Poi dopo un anno e otto mesi sono riuscito a ritornare in campo, ma non mi sono più ripreso, non ero più lo stesso giocatore di prima, non potevo più allenarmi ai ritmi di prima. Ancora oggi me lo porto dietro”.

    Sulla Coppa Italia '93-'94: “Nella finale di ritorno segnai su rigore il 5-1, stava prendendo la palla Evani ma la gradinata volle che fossi io a calciarlo”.

    http://www.sampdorianews.net/news-doria/be...llenatore-93203
     
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    Intervista del Maggio scorso

    Polvere di Stelle, Mauro Bertarelli: vecchio cuore blucerchiato

    Mauro Bertarelli, chi lo ricorda? Sicuramente in tanti tra coloro che seguono da vicino la storia della Sampdoria. Oggi quarantottenne, è nato ad Arezzo il 15 settembre 1970, ed è in possesso del tesserino di Allenatore.

    La sua vita calcistica cambia quando nel 1992 viene acquistato dalla Juventus, che lo cede immediatamente alla Sampdoria, assieme ad altri giovani (Eugenio Corini, Michele Serena e Nicola Zanini), quale parziale contropartita per l’acquisto di Gianluca Vialli.

    I tifosi blucerchiati lo ricordano per una rete determinante durante il Derby della lanterna nella stagione 1992-93.

    Purtroppo, quando era già un beniamino della Sud, la sua carriera ha un brusco stop il 29 settembre 1994, quando nel ritorno del primo turno della Coppa delle Coppe (oggi confluita nella Europa Legue) a Genova, contro i norvegesi del BodoGlimt in uno scontro col portiere avversario Westad subisce un grave infortunio al ginocchio sinistro (lussazione della rotula e rottura del legamento crociato) che lo obbligò ad un lungo stop.

    Bertarelli però ricorda con estremo piacere la sua avventura in blucerchiato.

    A chi scrive, ricorda tantissime cose, a partire dal grande presidente Paolo Mantovani: “Ricordo che proprio dopo il mio grave infortunio – dice Mauro – alla presentazione della squadra a Marassi, quando il Presidente chiamò il mio nome, ci fu un autentico boato! Ed ancora oggi mi porto dietro quell’emozione, quel legame che c’è stato con la tifoseria blucerchiata”.

    – Mauro, quella era una splendida squadra con grandi campioni come Platt, Gullit e Jugovic…

    “Sono onorato di aver fatto parte di quel gruppo -dice convinto – ma essendo molto giovane legai molto di con i miei coetanei, e cioè Buso, Serena e Corini, con cui condividevo le uscite insieme alle nostre ragazze. Purtroppo i contatti con questi amici si sono un poco persi con l’andare del tempo, sopratutto per la lontananza…”.

    – Gli allenatori che hai avuto?

    “Tra tutti, devo dire che mi sono trovato benissimo con Eriksson, che considero un grande tecnico ed un gentiluomo; anche con noi era calmo e posato, proprio come nelle interviste rilasciate in tv. Purtroppo non ha avuto il grande Boskov come allenatore, perché nel frattempo era passato alla Roma. Comunque nonostante tutto ha avuto la soddisfazione di vincere la Coppa Italia 1994, ultimo trofeo vinto dalla Samp”.

    – Hai giocato anche in nazionale, seppur giovanile…

    “Si, nel 1992 vinsi anche il Campionato Europeo “Under 21”, quando Ct era l’indimenticabile Cesare Maldini, grande signore pure lui, persona d’altri tempi. Ai raduni ci trattava tutti come fa un padre, un poco come Paolo Mantovani”.

    Hai contatti con la famiglia Mantovani?
    “Si, con molto piacere! Sono rimasto amico di Francesca Mantovani , ogni tanto ci vediamo”.

    – Oggi alleni giovani calciatori: cosa c’è di diverso rispetto ai tuoi tempi?

    “Allenare i giovani – dice Bertarelli – è stata mia scelta; dopo che ho smesso ho preferito così, perché seguire ed allenare i giovani calciatori da grandi soddisfazioni”.

    – Il calcio dei grandi non ti piace?

    “Ne sono rimasto fuori consapevolmente, c’è un ambiente che non mi piace e ben diverso da quello dei miei tempi. Invece con i ragazzi puoi impostare qualcosa di valido non solo per lo sport ma anche per la vita: mi riferisco a correttezza, onestà e sacrificio e poi anche a tecnica e tattica. Soprattutto sulla tecnica cerco di insistere, visto che a livello dei grandi, vedi la Nazionale, non siamo messi molto bene”.

    – Per quanto riguarda la Sampdoria di oggi cosa ne pensi?

    “Direi che Giampaolo è un ottimo allenatore ed una persona seria. La squadra è giovane, gioca bene e penso che dopo un tentativo fatto quest’anno, sia in linea con i programmi la prossima stagione lottare per un posto in Europa; servirebbe a mio parere qualcosa in difesa…”.

    -Chi prenderesti fossi tu nel settore tecnico blucerchiato?

    “Ripeto, rinforzerei la difesa con un centrale e un terzino sinistro: Murru lo vedo un pò acerbo, mentre Strinic si è un poco perso. In società ci sono ottimi dirigenti, Osti su tutti. Faranno sicuramente un buon lavoro”.

    Con questo auspicio di arrivare in Europa, Mauro Bertarelli ci saluta. Lo ringraziamo per la sua cordialità e disponibilità.

    “Mi raccomando, tramite la Vostra Agenzia un calorosissimo abbraccio alla grandinata Sud, che mi rimasta nel cuore!”.

    Sicuramente, caro Mauro, il cuore del tifo contraccambia!

    Danilo Ceccherini

    https://www.ligurianotizie.it/polvere-di-s...8/05/12/296477/
     
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    Bertarelli a "Belin Che Calcio": "Alla Samp ho trovato persone fantastiche. Il rigore in finale di Coppa? Doveva tirarlo Evani, ma..."

    Nella sesta puntata del programma Belin che Calcio, condotto da Marco Benvenuto, Franco Ricciardi e Virginia Scarpellini, è intervenuto come ospite telefonico Mauro Bertarelli. Nativo di Arezzo, classe 1970, Bertarelli ha indossato la maglia blucerchiata, dal 1992 al 1996, per 62 volte con 8 reti. Le altre maglie indossate sono state quelle di Jesi, Rimini, Ancona, Empoli e Ravenna. Della sua carriera in blucerchiato, due ricordi su tutti, uno positivo e uno molto meno: la conquista di quello che è stato poi l'ultimo trofeo vinto, la Coppa Italia del 1994 e il tremendo infortunio occorso l'anno successivo in Coppa delle Coppe contro il Bodø/Glimt. Di seguito un estratto dell'intervista:

    "Arrivai alla Samp nell'ambito del clamoroso trasferimento di Vialli alla Juventus. Il primo impatto fu ottimo, essendo molto giovane ho trovato persone fantastiche, giocatori e ambiente e tifoseria. Su tutti il presidente Mantovani, persona eccezionale. All’inizio feci fatica a trovare spazio, poi piano piano ce la feci, ma c’erano tanti campioni e io ero giovane".

    "L'infortunio me lo ricordo bene come se fosse ora, purtroppo. Capii subito dopo l’impatto con il portiere che l’infortunio era grave con il ginocchio, che qualcosa si era rotto. Era il momento migliore, giocavo sempre, davo una mano alla squadra, avevano capito che ero un giocatore importante per la Samp. È andata come è andata, ma al di là di quello l’importante è aver lasciato un bel ricordo a livello umano.

    Il goal in finale di Coppa? Qui ad Ancona ancora non me lo perdonano, quel rigore lo stava per tirare Evani, poi quando diecimila persone hanno chiamato il mio nome, era giusto lo facessi io. Dovunque sono stato ho cercato il rispetto verso la tifoseria. In quel momento era giusto che il rigore lo tirassi e facessi gol".

    https://www.sampdorianews.net/giocavamo-in...evani-ma-107623
     
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    Mi ricordo che lo chiamavano bertabelli...
     
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    Sono convinto che se non avesse avuto quel brutto infortunio avrebbe avuto una bella carriera.
    Peccato, bravo ragazzo.
     
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