Claudio Garella (1978-1981)

portiere

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    Claudio Garella (Torino, 16 maggio 1955) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere. È sposato con Laura e ha due figlie, Claudia (classe 1975) e Chantal (classe 1985).

    Caratteristiche tecniche
    Nonostante la mole fisica robusta, era un portiere agile. Alternava parate coreografiche (in un Udinese-Cremonese parò con una sorta di rovesciata, mentre in un Verona-Udinese effettuò una parata con il sedere) a grossolani errori detti "garellate" da stampa e tifosi. Famoso per le sue parate con i piedi piuttosto che con le mani, si guadagnò una battuta dell'avvocato Gianni Agnelli, privilegio non da tutti, che disse: «Garella è il più forte portiere del mondo. Senza mani, però». Il suo stile era talmente peculiare che a carriera finita disse di se stesso: «sono stato un portiere anomalo, nessun allenatore ha cercato di cambiarmi. Istinto? Non solo, avevo un mio codice. Ricordo ciò che disse Italo Allodi, il manager che mi portò al Napoli: "L'importante è parare, non conta come"».

    Carriera
    Debuttò in Serie A nel corso del campionato 1972-1973 con la maglia del Torino (gara contro il Lanerossi Vicenza). Seguirono due stagioni con il Casale in Serie D e Serie C con un gol all'attivo segnato su rigore. Dopo un anno al Novara fu tesserato dalla Lazio con la quale rimase per due anni: nel primo fu sempre in panchina perché chiuso da Felice Pulici, mentre l'anno successivo divenne titolare, totalizzando 29 presenze, grazie alla fiducia accordatagli dal tecnico biancoceleste Luís Vinício. Dopo due prestazioni condite da papere a Lens nelle coppe europee e in campionato contro il Vicenza, Garella fu contestato per gli svarioni commessi da parte della tifoseria biancoceleste, che cominciò anche a soprannominarlo "Paperella".

    Fu ceduto, quindi, alla Sampdoria in Serie B, dove militò per tre stagioni, totalizzando in totale 113 presenze e 97 gol subiti in maglia blucerchiata. Dopo l'esperienza sotto la Lanterna passò all'Hellas Verona allenato da Osvaldo Bagnoli, con il quale partecipò alla storica conquista dello scudetto nella stagione 1984-1985. Garella risulterà decisivo in più partite ma di particolare rilevanza fu Roma-Verona del 21 ottobre 1984, dove mise in mostra una sorta di campionario delle sue caratteristiche parate, fronteggiando l'attacco giallorosso e meritandosi, forse per la prima volta, il soprannome "Garellik".

    Nell'estate del 1985 passò al Napoli col quale vinse un altrettanto storico scudetto e la Coppa Italia 1986-1987. Dopo una "rivolta" mai ben chiarita, che lo vide protagonista insieme a Ferrario, Salvatore Bagni e Bruno Giordano contro l'allenatore Ottavio Bianchi, venne ceduto all'Udinese in Serie B. Si ritirò dopo il campionato 1990-1991 giocato in cadetteria con la maglia dell'Avellino, collezionando 2 presenze e subendo 2 reti, per un brutto infortunio subito nell'autunno del 1990. In carriera ha totalizzato complessivamente 245 presenze in A e 218 in B.

    Allenatore
    Prima allena a Torino l'U.S.D. Barracuda, squadra di Prima Categoria. Nel 2011 ricopre l'incarico di preparatore dei portieri del Pergocrema.[11] Nella stagione 2012-2013 diventa allenatore della squadra giovanile juniores del Cit Turin. Il 26 settembre 2013 subentra come allenatore della prima squadra del Barracuda in Prima Categoria.

    Dirigente sportivo
    È stato direttore sportivo di una squadra dilettantistica di Pecetto Torinese, in provincia di Torino, militante in Promozione, e successivamente osservatore della Canavese, compagine di Serie D. Nel 2015 è dirigente dell'U.S.D. Barracuda.

    wikipedia.it

    113 presenze ed appena 97 reti subite in serie B (in anni in cui i gol erano comunque pochi) nei suoi 3 campionati di serie B.

    Sampdoria_1980-81,_Claudio_Garella_e_Giancarlo_Galdiolo

    Edited by Tore MB - 18/5/2020, 18:35
     
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    Claudio Garella, la rivincita di garellik

    Il portiere che parava con piedi, pancia e chiappe. Claudio Garella, il più originale dei numeri uno. Vinse scudetti in città che mai ne avevano vinto (Verona e Napoli). Fu prescelto da Diego Maradona. Si guadagnò una battuta dell'Avvocato Agnelli, privilegio a non molti riservato: «Garella è il più forte portiere del mondo. Senza mani, però». Oggi, il pane è un po' duro. Garella lavora per il Canavese, serie D girone A. Fa l'osservatore, si occupa di mercato. Passione a pacchi, denaro quanto basta per campare.«Vivo dimenticato - si sfoga -. Il grande calcio si è scordato di me e non so perché. Sono direttore sportivo diplomato a Coverciano e da anni aspetto una telefonata che non arriva. Spiegazioni? Non mi sono inginocchiato davanti a nessuno, non frequento i giri giusti».
    Beppe Viola era un giornalista Rai degli anni Settanta, si divertiva a miscelare parole e a lui si deve il primo neologismo dedicato a Claudio. «Garellate», sentenziò Viola una domenica per sottolineare un paio d'errori del nostro, che stava alla Lazio. A Roma sono feroci e in un amen eruttarono l'appellativo: «Paperella!», strillò un laziale, e sembrava l'inizio della fine. Garella, però, restò in alta quota e a Verona convinse un giornalista dell'«Arena» a cambiargli il nome d'arte: «Garellik», scrissero sul giornale locale per lodare certe parate non contemplate dai sacri testi, e cominciò un'altra carriera, così diversa che Diego Maradona convinse Ferlaino presidente del Napoli a prendere Garella. La raccomandazione del «Pibe», altro attestato per pochi.

    «Sono stato un portiere anomalo - riconosce il protagonista della storia -, nessun allenatore ha cercato di cambiarmi. Istinto? Non solo, avevo un mio codice. Ricordo ciò che disse Italo Allodi, il manager che mi portò al Napoli: "L'importante è parare, non conta come"».
    E Garellik parava. Di piede, come all'oratorio? Embé? Ai ragazzi piaceva perché incarnava il portiere in teoria alla portata di tutti. Le uscite basse erano spettacolari, Claudio allargava le manone avvolte in guanti enormi e poi deviava il pallone con la trippa o la punta di una scarpa o il lembo di un orecchio. Maradona lo testava sulle punizioni, in allenamento: «Ogni tanto qualcosa prendevo, non so come, e Diego se la rideva. Sono orgoglioso della mia carriera, sono stato il portiere del più grande». Un rammarico: mai una presenza in Nazionale. «A quei tempi la concorrenza era forte. Galli, Zenga, Tancredi. Non so se mi spiego. Oggi c' è Buffon e stop».
    Garella gioca ancora, nella Wineland, rappresentativa messa su per fare beneficenza e reclamizzare i prodotti enogastronomici dell'Astigiano e del Monferrato, che assieme alle Langhe rappresentano il cuore contadino del Piemonte. E' un po' ingrassato, ma non è che sia mai stato un figurino. Al momento i suoi sono gli orizzonti di un treno interregionale: «Noi del Canavese (squadra di San Giusto, paese vicino a Ivrea, ndr) lottiamo col Savona per la promozione in C2. Siamo secondi in un girone di ferro, con Casale e Alessandria». Tutto sommato non c'è da lamentarsi, poco tempo fa Garella era d.s. del Pecetto, Torino, in Promozione. Dategli una chance, che Garellik se la caverà. A modo suo, è chiaro.


    LA SCHEDA:Claudio Garella (Torino, 16 maggio 1955) Debuttò in Serie A nel corso del campionato 1972-73 con la maglia del Torino (gara contro il Vicenza). Seguirono due stagioni con il Casale in Serie D e C con un gol all'attivo segnato su rigore.Dopo un anno al Novara fu tesserato dalla Lazio con la quale rimase per due anni (sempre in panchina il primo, con trenta presenze il secondo).Fu ceduto, quindi, alla Sampdoria in B dove militò per tre stagioni. Dopo l'esperienza con i blucerchiati passò al Verona allenato da Osvaldo Bagnoli con il quale fu protagonista della storica conquista dello scudetto nella stagione 1984/85.Nell'estate del 1985 passò al Napoli col quale vinse un altrettanto storico scudetto e una Coppa Italia nella stagione 1986-87. Dopo una "rivolta" mai ben chiarita, che lo vide protagonista con Ferrario, Salvatore Bagni e Bruno Giordano contro l'allenatore Ottavio Bianchi, venne ceduto all'Udinese allora militante in Serie B.Si ritirò dopo il campionato 1990-91 giocato in B con la maglia dell'Avellino.Dotato di buone doti fisiche, è stato costantemente discusso nella sua carriera per lo stile decisamente poco ortodosso del suo suo gioco. Uscite spericolate, uso costante dei piedi per parare, scatti di riflessi prodigiosi, le parate eccezionali (in un Verona-Udinese parò con il sedere e in un Udinese-Cremonese in rovesciata) alternate a errori clamorosi (le cosiddette garellate) lo resero un personaggio popolare, sul quale i giudizi degli appassionati erano estremamente discordanti, così come i soprannomi con cui era noto: "Paperella" per i suoi critici, ma anche il ben più gratificante "Garellik" da parte dei suoi estimatori.

    www.storiedicalcio.altervista.org/claudio_garella.html
     
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    Qui da noi non fece molto bene. Mai avrei pensato potesse vincere 2 scudetti.
     
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    Si è spento a Torino, all’età di 67 anni, Claudio Garella, portiere della Sampdoria dal 1978 al 1981.

    Nato nel capoluogo piemontese il 16 maggio 1955, arrivò a Genova dalla Lazio, difendendo i pali blucerchiati in 125 occasioni complessive tra Serie B e Coppa Italia e continuando la grande tradizione doriana di numero 1. Stazza imponente, poco estetico e ortodosso, Garellik divenne famoso per il suo modo insolito di parare con ogni parte del corpo. Anche e soprattutto per le sue esperienze successive tra Verona e Napoli – con due storici Scudetti all’attivo – si prese un posto nella storia del calcio per le spericolate uscite basse, molto spesso decisive.

    Alla famiglia Garella le più sentite condoglianze da parte del presidente Marco Lanna e della società. .............Condoglianze
     
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    Che grande dispiacere lo adoravamo tutti Garella in gradinata, così sgraziato ma altrettanto efficace. Un grande abbraccio Claudio, tra l’altro anche più giovane di me di un anno
     
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    Mi dispiace tantissimo per Garella ...persona gradevole e simpaticissima lo avevo incontrato nel 2010 in un programma che feci con Sandro Scarrone a Telegenova...
    "Tutti pazzi per il calcio" era molto ingrassato...
    Mi dispiace tantissimo
    Sentite condoglianze alla Famiglia 🙏che la terra ti sia lieve
     
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    Mi dispiace è il portiere che ricordavo con più affetto
     
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    Rip mi spiace tanto
    Ricordo con affetto quando da ragazzini giocavamo e se eravamo in porta e paravamo coi piedi esclamavamo “come Garella!!”
     
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    CITAZIONE (doriano82 @ 12/8/2022, 20:57) 
    Rip mi spiace tanto
    Ricordo con affetto quando da ragazzini giocavamo e se eravamo in porta e paravamo coi piedi esclamavamo “come Garella!!”

    È vero. Non era uno dei migliori portieri, ma aveva questo stile assai originale. E comunque era un talismano. Primo e uno scudetto Hellas e primo storico scudetto Napoli. Ha scritto la storia.
     
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    Mitico Garellik. A volte faceva dei prodigi, seppur con stile singolare. Carriera notevole e credo record come vincitore di primi scudetti con 2 maglie diverse, almeno nel calcio moderno. Mi spiace.
     
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