Francesco Morini (1963-1969)

difensore centrale

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    Francesco Morini (San Giuliano Terme, 12 agosto 1944) è un ex calciatore italiano che giocava nel ruolo di difensore. Esordì nella Sampdoria nel 1963 e passò nel 1969 alla Juventus per poi andare a chiudere la carriera in Canada, con i Toronto Blizzard; collezionò 377 partite in Serie A, e caso singolare senza segnare alcun gol, l'unico che aveva effettivamente realizzato, gli fu annullato. Con la maglia bianconera della Juventus vinse ben cinque scudetti, la Coppa Italia del 1978-79, la Coppa Uefa del 1977.

    Esordì in nazionale nel 1973 e prese parte ai mondiali del 1974, per un totale di 11 partite in maglia azzurra. Attualmente collabora come opinionista nell'emittente televisiva privata Telelombardia.

    Wikipedia

    Edited by Tore MB - 22/4/2020, 16:36
     
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    Grande Morini!!! Era la bestia nera di Riva. Un difensore centrale classico nella difesa a uomo.
     
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  3. Blue-Ringed
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    Potete aggiungere gli anni che ha giocato nella Samp nel titolo che mi sono dimenticato di metterli? grazie ^_^
     
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    Che carriera strana: tanti anni alla Samp, poi tantissimi alla Juve e l'esperienza canadese. Nessun gol segnato in A.
     
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    era devvero un bel mastino e poi non era tanto falloso
     
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  6. Blue-Ringed
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    CITAZIONE (Tore* @ 26/3/2009, 14:50)
    Che carriera strana: tanti anni alla Samp, poi tantissimi alla Juve e l'esperienza canadese. Nessun gol segnato in A.

    L'unico gol che ha fatto gliel'hanno annulato... :icon_asd.gif:
     
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    QUOTE (Tore* @ 26/3/2009, 23:50)
    Che carriera strana: tanti anni alla Samp, poi tantissimi alla Juve e l'esperienza canadese. Nessun gol segnato in A.

    In quell'era i difensori centrali si sganciavano meno in avanti di quelli laterali. Facchetti divenne il prototipo del terzino goleador. Delfino segno' dei gol da difensore laterale dell'epoca nella Sampdoria.

    Morini era molto concentrato nella marcatura a uomo e si preoccupava poco dell'azione d'attacco della sua squadra.

    Per me lui rimane il secondo miglior difensore che abbiamo avuto dopo Vierchowod che era giocatore di caratura mondiale.
     
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    CITAZIONE (Australian @ 27/3/2009, 07:01) 
    CITAZIONE (Tore* @ 26/3/2009, 23:50)
    Che carriera strana: tanti anni alla Samp, poi tantissimi alla Juve e l'esperienza canadese. Nessun gol segnato in A.

    In quell'era i difensori centrali si sganciavano meno in avanti di quelli laterali. Facchetti divenne il prototipo del terzino goleador. Delfino segno' dei gol da difensore laterale dell'epoca nella Sampdoria.

    Morini era molto concentrato nella marcatura a uomo e si preoccupava poco dell'azione d'attacco della sua squadra.

    Per me lui rimane il secondo miglior difensore che abbiamo avuto dopo Vierchowod che era giocatore di caratura mondiale.

    Grande colpitore di testa, era l' emblema della marcatura ad uomo, di quelli che seguivano il " loro " centravanti anche al gabinetto...concordo sul fatto che sia stato uno dei migliori difensori centrali che abbiamo mai avuto
     
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    in quei tempi il difensore che faceva gol della samp era sabadini che era un terzino sinistro
     
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    CITAZIONE (micsamp @ 17/8/2014, 15:34) 
    Grande colpitore di testa, era l' emblema della marcatura ad uomo, di quelli che seguivano il " loro " centravanti anche al gabinetto...concordo sul fatto che sia stato uno dei migliori difensori centrali che abbiamo mai avuto

    Possiamo aggiungere grande colpitore di figa. A quei tempi avevo 10/11 anni e oltre ad andare allo stadio, andavo al mare al Lido. Lo vedevo sempre girare con dei pezzi di fi.. da paura. Oltre ad essere un grande giocatore con un fisico perfetto per quei tempi, era anche un gran bel ragazzo. Lo considero dopo lo Zar il miglior centrale che abbiamo avuto negli ultimi 50 anni.
     
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    CITAZIONE (mexicosamp @ 24/3/2016, 08:06) 
    in quei tempi il difensore che faceva gol della samp era sabadini che era un terzino sinistro

    Sabadini era destro.... Sabatini sinistro-mediano. Sabadini passo' poi al Milan.
     
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    Grande difensore, cattivo ed al tempo stesso pulito, un perfetto mix di agonismo e stile. Mi sovviene un aneddoto curioso, durante un Sampdoria Palermo credo del 69 l'attaccante siciliano Troja fece un brutto fallo su Morini. In quell'istante si alzò in piedi di scatto un tifoso al mio fianco che gli urlò :" Troja non sei tu, è tua madre!!" e mio padre cercò di tapparmi le orecchie nella curvetta della sud :-)
     
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    “Anche stando in panchina o ai bordi del campo c’è tutto da imparare; se hai occhio critico impari anche se fai la riserva. Nella mia vita ho sempre cercato di imparare guardando per fare tesoro delle prestazioni di chi era più bravo di me. Ho sempre cercato di superare i limiti che sapevo di avere, di essere sempre all’altezza, anche per rispetto dei tifosi”.

    In questa affermazione è cristallizzata l’umiltà, la caparbietà e la forza di volontà di Francesco Morini, glorioso difensore della Juventus degli anni ’70 (e della Nazionale) che ho avuto il piacere di incontrare ed intervistare invitata dall’Associazione Sportiva della Deltratre, azienda leader nelle digital solution per grandi eventi sportivi (dalla Champions ai Mondiali di calcio sino al Superbowl ecc.).

    Di lui, nei giorni precedenti, ho letto soprattutto di leggendari “duelli” in campo con Gigi Riva (che non è mai riuscito a segnare contro Morini), iniziati nel 1969 all’Amsicora di Cagliari e proseguiti per anni tra rispetto ed ammirazione reciproca che non bada di certo ai diversi colori di appartenenza. Ho letto di quel nomignolo, Morgan, che un giornalista gli ha affibbiato per la sua caratteristica di giocare “depredando” l’avversario come il pirata dell’omonimo film, sicuramente però meno irrispettoso del bandito dei mari visto che raramente commetteva fallo.

    “Sono figlio di contadini della provincia pisana – ci racconta durante la nostra chiaccherata – e il mio primo campo da calcio è stata la parrocchia. A questi tempi non c’erano le partite da seguire in tv, non avevo una squadra o un campione del cuore, non esistevano le scuole calcio; avevo soltanto un pallone da calciare. Un istinto da seguire. Una passione da coltivare”. Arriva alla Sampdoria nel 1963, ventenne, inizialmente come ala e si mette in luce con diverse azioni di livello; ma la sua consacrazione con il ruolo di stopper avverrà con la Juventus, squadra nella quale ha militato come calciatore dal 1969 al 1980 e in seguito come direttore sportivo sino al 1994.

    Nonostante le sue 372 presenze, la conquista di cinque Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, Morini non ha mai segnato un gol (se non in un’amichevole in Inghilterra): “E’ sicuramente un record anche questo – ci dice divertito – i miei stessi compagni mi arrestavano al momento giusto portandomi via la palla per evitare che perdessi questo primato! Scherzi a parte, penso che il mio gol lo facevo quando impedivo all’uomo che marcavo di segnare, di andare in vantaggio su di noi”.

    Mentre annoto questo passaggio, mi sono chiari altri due aspetti della personalità di Morini: la positività sempre e comunque e un piacevolissimo senso dell’ironia. Come quando ci racconta con enfasi della multa da 100.000 lire se al termine di una partita si regalava ad un tifoso la maglia (“Non ci davano mai maglie, da tenere un anno come una reliquia”) o di quando, a Belgrado nel 1973 durante la finale di Coppa Uefa persa dalla Juventus contro l’Ajax, pressati ed incalzati dagli avversari lui disse ai compagni: “Contiamoli, mi sa che sono in sedici!”.

    A proposito di avversari, Morini cita tra i più ostici per lui sicuramente Graziani, Boninsegna e Giordano: “Con lui ricordo una partita disputata a Roma contro la Lazio, Giordano riesce a stoppare la mia palla e a fare gol. In ogni caso marcare l’avversario è fondamentale per evitare di andare in svantaggio con la conseguenza che per recuperare si deve amministrare un sacco di campo e di fatica in più. La mia forza era l’anticipo che è terribile per l’avversario. Come dicevo: ‘Munizione che non arriva, cannone che non spara’. Ho sempre avuto i piedi di gesso, per così dire, ma ero sveglio a recuperare. In generale ai miei tempi rispetto ad oggi andavamo tutti come razzi”.

    Nel suo viaggio della memoria condiviso con noi, un posto d’onore lo occupa il ricordo dell’Avvocato: “Un vero e proprio innamorato del calcio, cultore in particolare di Sivori e di Platini, esaltava quest’ultimo non solo come campione sportivo ma soprattutto come uomo di carattere ed intelligenza”. Quando chiedo a Francesco quale è il ricordo più bello della sua carriera agonistica mi risponde: “La cosa più bella è stato l’esordio in Serie A ma in realtà anche tutte le partite che ho giocato e il miglioramento che rincorrevo e vedevo in ognuna di esse; ho sempre avuto il massimo rispetto per il calcio e per le persone che mi hanno permesso di concretizzare il mio sogno, ho fatto vita sana e sono stato costante per continuare a giocare il più a lungo possibile”.

    Perchè per Francesco non è mai esistita la noia del pallone. Solo un’incontenibile ed inarrestabile letizia.

    https://www.golditacco.it/francesco-morini...alcio-italiano/
     
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    Francesco “Morgan” Morini, nato in una frazione del comune di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, il 12 agosto 1944, era uno stopper. Mosse i primi passi sul campetto dell’Oratorio di San Jacopo a San Giuliano, e iniziò a giocare, grazie a don Carlo Valenti, parroco di Metato, nella squadra dell’Aquila Bianca. Iniziò da ala sinistra, perché unico nella squadra a saper usare entrambi i piedi. Un giorno si ruppe il braccio e decise di mettersi a giocare in difesa. Lo notò un tesserato del Vecchiano che lo convinse a diventare lo stopper titolare.

    Nel 1959 fu notato da un osservatore della Sampdoria e iniziò la trafila nelle giovanili della squadra genovese. Nel 1963 vinse il torneo di Viareggio: la Samp primavera era una così bella squadra che l’allora presidente dell’Inter, Angelo Moratti, offrì un miliardo di lire per comprarla in blocco. Per fortuna di Morini (e della Juve) l’allenatore della Samp, Ernst Ocwirk, convinse il proprio presidente, l’armatore Glauco Lolli Ghetti a mantenere i giocatori: tra questi c’era anche Mario Frustalupi, futuro campione d’Italia con Inter e Lazio. Lo stesso anno, l’esordio in serie A, sempre con i blucerchiati, in punta di piedi: il primo anno 16 partite, per poi diventare titolare inamovibile dall’anno seguente.

    Dopo sei anni alla Samp, con 165 presenze, di cui 31 nel vittorioso campionato di serie B 1966-67
    , venne individuato dalla dirigenza bianconera nel 1969 per rinnovare il parco difensori. La coppia centrale Bercellino-Castano, diventò col tempo Morini-Salvadore, per poi divenire Morini-Scirea, che tante vittorie e trionfi hanno portato alla squadra bianconera.

    www.juveatrestelle.it/francesco-morini/
     
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    CITAZIONE (Tore MB @ 22/4/2020, 16:40) 

    Se Silvia Sanmory si levasse le mutande bianconere, senza farci vedere niente, per carità, farebbe proprio bene. Sarà stata un'intervista di parte, ma ignorare gli anni della formazione di Francesco con la maglia blucerchiata è un peccato mortale. E lei lo ha commesso, ma in Italia è troppo facile tifare per chi vince.
    Non posso dimenticare gli anni passati con Francesco Morini, un giovane di 23 anni che viveva da solo a Genova. Frequentava il Garden, al Lido e, inevitabilmente, diventammo amici assieme al resto della compagnia, sia sampdoriani che altri. Finiti gli allenamenti, era un appuntamento fisso quello di trovarci là. Nel tempo, lo seguirono anche Mario Frustalupi ed Ermanno Cristin ed è curioso come in tre persone si racchiudessero tre mondi completamente differenti. Ma tutti bravi ragazzi. Gli sguardi femminili erano tutti per lui e molte avrebbero voluto essere al mio posto quando finite le partite lo portavo a casa assieme a Vieri, un altro fenomeno eanche lui un altro mondo.
    E poi se ne è andato a Torino per confermarsi e ancor meglio affermarsi e così fece, ma sono rimaste nella mente e nel cuore le sue grandi partite con la nostra maglia.
     
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23 replies since 25/3/2009, 23:42   1730 views
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