Umberto Calcagno (1990/1991)

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    CITAZIONE (Puta Barca @ 13/3/2008, 16:53)
    La chimera Calcagnio

    Si chiama Umberto Calcagno.

    Si è ritirato nel 2005 chiudendo nella Paganese. Per il resto ha giocato sempre in serie B e soprattutto C al sud Italia, ma potrà sempre fregiarsi di aver giocato nella Samp campione d'Italia.

    Edited by Tore MB - 15/6/2020, 17:10
     
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    CITAZIONE (Tore* @ 13/3/2008, 17:04)
    CITAZIONE (Puta Barca @ 13/3/2008, 16:53)
    La chimera Calcagnio

    Si chiama Umberto Calcagno.


    Si è ritirato nel 2005 chiudendo nella Paganese. Per il resto ha giocato sempre in serie B e soprattutto C al sud Italia, ma potrà sempre fregiarsi di aver giocato nella Samp campione d'Italia.

    Sono contento che abbia proseguito ad un certo livello,dopo l'apparizione con la Samp,(era giovanissimo e ricordo che si vociferava che potesse promettere bene per il futuro)mi ero dimenticato di lui fino ad oggi.

    Mi pare di ricordare avesse giocato a Lecce se non sbaglio ben figurando quando avemmo tutti gli squalificati dopo la gara col Torino persa in casa 1-2
     
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    Una breve storia blucerchiata: auguri a Umberto Calcagno

    Ha vinto uno Scudetto a poco più di vent’anni, ritagliandosi un paio di presenze in campionato e quattro gettoni in Coppa Italia. Il suo nome, tuttavia, compare nella massima serie soltanto nella stagione 1990/1991, alla quale seguirà un peregrinare in serie minori, senza mai smarrire l’entusiasmo e l’amore per la propria professione.

    Umberto Calcagno entra a far parte degli allievi della Samp quando Renzo Uzecchini lo nota tra le fila della Caperanese. Nato a Chiavari da Lorenzo, proprietario di una ditta nel campo dell’irrigazione, e Jole, ex dirigente statale tifosa dell’altra squadra cittadina, il giovane Umberto affronta la sua grande occasione senza perdere di vista gli studi, sfruttando gli spostamenti in treno e autobus per restare al passo con i compagni.

    Dopo un campionato in prestito al Trani, Calcagno torna a Genova e viene aggregato alla prima squadra. I campioni da cui imparare sono molti e in particolare cerca di carpire i segreti di Dossena e Lombardo, che ricoprono il suo ruolo. Provato titolare in campionato nella trasferta di Lecce, unica sconfitta esterna della stagione, trova maggiore spazio in Coppa Italia, competizione in cui la Samp si arrenderà solo in finale contro la Roma.

    L’anno seguente il centrocampista milita in C1 nel Baracca Lugo, mentre la stagione successiva ritorna al Trani. Più sfortunata l’esperienza con la maglia del Barletta, in cui si ritrova svincolato per via della cancellazione della squadra dai professionisti. Sul finire degli anni ’90 si alterna tra C1 e C2 con le casacche di Castrovillari e Giulianova, conseguendo nel frattempo la laurea in giurisprudenza e diventando consigliere dell’Associazione Calciatori.

    Nel 1999 realizza 14 reti in 32 presenze nel Rimini, per poi rifare i bagagli e continuare la carriera di calciatore girovago tra Benevento, Avellino, Martina, Gualdo e Paganese.

    La breve storia blucerchiata di Calcagno è stata l’apice di una carriera attraverso la penisola, alla scoperta di un calcio lontano dal vertice, fatto di sacrifici, ma anche di soddisfazioni. Assaporata la serie A, non ha perso il gusto di giocare a calcio anche in realtà non di primo piano e il suo spirito rappresenta un insegnamento genuino per tutti.

    www.sampdorianews.net/i-colori-dei-...-calcagno-12929

    Umberto_Calcagno__Sampdoria_

    Edited by Tore MB - 15/6/2020, 17:11
     
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    Purtroppo in quegli anni il passaggio dalle giovanili alla prima squadra era praticamente inconcepibile. Ci riuscirono un fenomeno come Enrico Chiesa e pochi altri.
     
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    CITAZIONE (Tore MB @ 18/2/2017, 18:59) 
    Purtroppo in quegli anni il passaggio dalle giovanili alla prima squadra era praticamente inconcepibile. Ci riuscirono un fenomeno come Enrico Chiesa e pochi altri.

    Beh anche Bellucci ed Amoruso non erano tanto male. ....
     
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    CITAZIONE (tequila61 @ 18/2/2017, 22:07) 
    Beh anche Bellucci ed Amoruso non erano tanto male. ....

    Sì, ma la loro carriera l'hanno fatta altrove, non nella Samp da titolari. Chiesa ci fece almeno un anno stellare.
     
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    Anche Lanna dalle giovanili arrivò in prima squadra.....
     
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    CITAZIONE (ilconte81 @ 20/2/2017, 01:13) 
    Anche Lanna dalle giovanili arrivò in prima squadra.....

    Campione italiano e finalista della prima edizione di Champions League. Oltre al resto ovviamente, 1 Coppa Coppe, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa italiana.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Lanna
     
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    Calcagno: «Nel mio derby di famiglia tifo Sampdoria. Boskov? Era il top»

    Genova - «E poi Boskov mi disse: “Campo, palla e porte sempre uguali: a Trani come in serie A”. E la paura scivolò via». Con la Samp è cresciuto e ha vinto lo scudetto. A Benevento ci ha giocato sei mesi, ma ha trovato l’amore. Quella del “Vigorito”, per Umberto Calcagno, sarà una sfida speciale. Oggi è avvocato e vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ma nella rosa del Doria tricolore c’era anche lui, classe ‘70, ligure di Chiavari, moglie sannita e cuore blucerchiato: «Sarà un derby in famiglia, ma io tifo Doria».

    Da Chiavari a Bogliasco, come andò?

    «Primi calci nella Caperanese, arrivo alla Samp nell’85: due anni di Allievi con mister Uzzecchini, due di Primavera, una stagione a Trani in C, e il ritorno alla base nel ‘90. Avevo richieste ma Borea mi disse: “Fai il ritiro con noi e poi vediamo”».

    E rimase alla Samp.

    «Ero un’ala destra, alla Lombardo. Attilio aveva una tendinite: così giocai tutte le amichevoli estive e la prima in Coppa Italia, col Brescia. Avevamo tanti impegni. E Boskov mise il veto: “Tu resti qui”».

    Quante partite giocò?

    «In campionato due: a Lecce, da titolare, e con la Fiorentina a Marassi. In Coppa Italia 4-5. Il giorno del debutto in A ero nervoso, ma Boskov mi calmò con le sue frasi. Vuja è l’uomo più intelligente e scaltro mai conosciuto: controllava lo spogliatoio senza essere invasivo. Il suo calcio era tutto duelli individuali. Salvo portiere e libero, ognuno aveva il suo rivale da battere: “Chi te tocca, te tocca”. Il suo concetto era: “Noi abbiamo Vialli, Mancini e tanti campioni, se vinciamo 7-8 duelli vinciamo la gara”. Aveva ragione, perché gente come Vierchowod ti mangiava».

    A chi è rimasto più legato?

    «Cerezo. Toninho era spesso infortunato, lavorava da solo il pomeriggio, allenato dal mitico Narciso Pezzotti, e io gli facevo da sparring-partner: grazie ai suoi consigli ho affinato la tecnica».

    E i famosi cani di Cerezo?

    «C’erano sempre, due schnauzer: quante guerre col carlino di Vierchowod, si odiavano (ride). Ogni tanto qualche bisognino in campo lo beccavi ma ci divertivamo. Toninho veniva al campo in bici, spuntava dalla salita e Boskov lo sgridava: “Ma che fai? Tu no “biciclista”».

    l ricordo più bello?

    «Il giorno dello scudetto, il Ferraris in festa. Non fui determinante tecnicamente, ma fu il coronamento di un sogno magnifico. La mia famiglia era genoana, ma la Samp mi ha formato come calciatore, sento il blucerchiato sulla pelle. Ho ancora la maglia in lana della Primavera, la Phonola: mitica».

    La sua carriera, però, la portò lontano da Genova.

    «Sì, prevalentemente in C. L’anno migliore a Rimini, 15 gol. Quello dopo, il 2000, andai a Benevento, dove ho conosciuto mia moglie, Francesca, e ho vissuto 7 anni, anche se dopo 6 mesi passai all’Avellino. La mia prima figlia,Alessia, è nata lì, mentreBenedetta e Iole sono nate a Rimini dove viviamo ora».

    Come la vede la sfida del Vigorito?

    «Stimo De Zerbi, il Benevento ha gambe e idee: prevedo un primo tempo frenetico. Per la Samp non sarà facile ma ha più qualità. E il gioco di Giampaolo è una garanzia: l'Europa è possibile, ma come diceva Vuja, per stare in alto devi vincere 5-6 partite in cui non meriti. A casa mia saremo divisi: mia moglie per le Streghe, io per il Doria».

    Il suo presidente, Tommasi, si è candidato per la Figc: cosa può portare?

    «L’obiettivo è rimettere al centro l’interesse per il progetto sportivo. L’altro giorno eravamo da Wyscout, ho fatto vedere a Gozzi la foto della mia Primavera Samp con Chiesa, Breda e tanti altri. Bisogna ripartire da lì: valorizzare i giovani italiani, puntare sulle squadre B come in Spagna, e tornare a insegnare tecnica individuale e marcatura a uomo».

    Ma con Boskov ct l’avremmo battuta la Svezia?

    «Non so ma avrebbe dato più tranquillità all’ambiente. Però dietro Boskov c’era una società che lo aiutava. Ventura è stato abbandonato, le colpe sono anche di chi non lo ha tutelato».

    www.ilsecoloxix.it/p/sport/2018/01/..._famiglia.shtml

    20180104PHOTO00000013_H180106120523

    Edited by Alexcer395 - 6/1/2018, 12:59
     
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    Bella intervista, sempre fantastico rivivere certi ricordi...
     
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    Umberto Calcagno (Chiavari, 6 settembre 1970) è un ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista, attuale vicepresidente dell'AIC e consigliere della FIGC.. Cresciuto nelle giovanili della Sampdoria, fa una breve esperienza in prestito nel Trani. Ha giocato nella Sampdoria l'anno dell'unico scudetto blucerchiato, collezionando 2 presenze in campionato e 4 in Coppa Italia. In quella stagione il debutto lo fa giocando addirittura da titolare in una gara che la Sampdoria perde a Lecce il 13 gennaio 1991 (unico ko esterno in campionato). Era la stellare squadra allenata da Vujadin Boškov nella quale militavano campioni come Gianluca Vialli, Roberto Mancini, Marco Branca, Toninho Cerezo e altri ancora.

    Ha giocato poi in serie C1 nel Baracca Lugo e di nuovo nel Trani per altre due stagioni in serie C2. Nel 1994/95 gioca in C1 nel Barletta, mettendo a segno 4 gol in 27 presenze. A fine stagione il Barletta viene cancellato dai professionisti e quindi si svincola. Disputa un ottimo campionato in C2 con la maglia di Castrovillari, con cui mette a segno 10 reti in 32 partite. Un ruolino che gli vale la "promozione" nella categoria superiore. Viene ingaggiato dal Giulianova con cui disputa due campionati di serie C1. Nel 1999 scende in C2 trasferendosi al Rimini dove realizza 15 reti in 32 presenze. Poi milita ancora C1 con Benevento e Avellino. Nel 2001/02 conquista una promozione in C1 con il Martina, mentre dal 2002 al 2004 disputa due campionati di C2 con il Gualdo. Nel 2004/05 gioca nella Paganese tra i dilettanti con cui colleziona 12 presenze e 3 reti.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Calcagno
     
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    Il suo acquisto nel Luglio 1985.
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    CALCAGNO RICORDA LO SCUDETTO BLUCERCHIATO: «UN SOGNO AVER FATTO PARTE DI QUELLA SQUADRA»
    domenica 06 settembre 2020 12:58

    Due presenze in Serie A con la maglia più bella del mondo posson bastare… per laurearsi campione d’Italia. Nel giorno del suo 50° compleanno, Umberto Calcagno ci racconta la sua storia blucerchiata con sfumature tricolore. «Alla Sampdoria arrivai all’età di 15 anni – racconta l’attuale presidente presidente dell’AIC – e dopo la trafila nelle giovanili e una stagione in prestito al Trani in C2, il direttore sportivo Paolo Borea decise di aggregarmi alla prima squadra alla vigilia del campionato 1990/91. Sembrava già un sogno far parte di quel gruppo di campioni, che pochi mesi prima aveva vinto la Coppa delle Coppe ma lo Scudetto fu un’emozione indescrivibile. La Samp è la mia mamma calcistica e, pur vivendo a Rimini e tornando a Genova di rado, continuo a seguirla da lontano».



    https://www.sampdoria.it/calcagno-ricorda-...quella-squadra/
     
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