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Francescodraghi1989.
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Bella foto! . -
Tranks.
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Bella davvero . -
Ale in the Stretch.
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Bella foto, il glorioso passato e molto ma molto meno fastoso presente. . -
sampdoria olè.
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CITAZIONE (Ale in the Stretch @ 15/12/2006, 14:57)Bella foto, il glorioso passato e molto ma molto meno fastoso presente.
E forse più "puro"!. -
kibou77.
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oja...... mi son commossa!!!!!!!! . -
sampdoria olè.
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IL MIO RICORDO DI PAOLO
di Maurizio Michieli
Era il 14 ottobre del 1993 quando Paolo Mantovani moriva lasciando un vuoto incolmabile nell’intera famiglia blucerchiata. Un vuoto fisico, ma non di ricordi, perché quelli sopravvivono nella memoria di chi lo ha conosciuto e amato. Soprattutto nella memoria dei tifosi, la sua seconda famiglia. Ho scritto e raccontato tanto in questi anni di Paolo Mantovani, ma mai cose “intime”, che mi hanno riguardato da vicino. Lo farò qui, in questo luogo e in questa occasione. Con una premessa: ho visto tante persone, dopo la sua morte, professarsi amici di Paolo Mantovani, ma sapevo che non lo erano. E questo mi dava molto fastidio, anzi, mi provocava un certo disgusto. Ecco perché dico subito che non ero amico di Paolo, forse non ne ho avuto il tempo, anche se l’ho conosciuto bene. Ho una bella confidenza con la sua famiglia, Francesca, Enrico, Ludovica e Filippo, che ho visto vivere e lottare per la Sampdoria con un’eredità sulle spalle che avrebbe schiacciato chiunque, non loro, figli e tifosi della stessa, immensa persona. Credetemi, se non avessero accettato questa responsabilità, fatta di onori ma anche di pesantissimi oneri per la piega che aveva assunto il calcio, la Samp avrebbe rischiato di sparire. Conobbi Paolo Mantovani nel 1983. Doveva inaugurare la scuola calcio dell’U.S. A. Baiardo, insieme con Trevor Francis. A bordo della mia Uno andai a nervi a prelevare il leggendario “striker” inglese, che mi accolse sulla porta di casa bevendo un té. Erano le 14. Alle 14,30 avevamo appuntamento con Mantovani e il suo autista Carlo davanti al “Ferraris”. Grazie al cielo, arrivammo puntuali, anche se Paolo ci stava già aspettando. Mi presentai e gli dissi: vi faccio strada, seguitemi. Lui mi rispose: se non le dispiace, vengo con lei. Salì a bordo della mia utilitaria, “costringendo” Francis a sedersi sul sedile di dietro. Alle nostre spalle procedeva, verso la collina di Montesignano, la Mercedes con l’autista. Mentre guidavo, Mantovani mi raccontò che quell’anno, eravamo ai primi di settembre, era particolarmente orgoglioso di un acquisto. Era un giovane terzino prelevato dal Como. Girò la testa all’indietro, verso Francis e gli disse: questo in allenamento non ti farà toccare palla per tutta la stagione. Trevor annuì. Parlava di Moreno Mannini. Un’altra volta, lavoravo già al giornale, Paolo Mantovani si rese protagonista di un gesto clamoroso. Durante una partita con l’Atalanta, abbandonò la tribuna d’onore e si recò nella Sud per sedare una diatriba insorta tra i tifosi blucerchiati per una questione di striscioni. Era un fatto delicato, che coinvolgeva il rapporto con la parte più calda del pubblico sampdoriano. Il mio capo di allora, il mitico e generoso Giorgio Bregante, mi affidò il “pezzo” come si dice in gergo. Lo scrissi con un pizzico di timore. Il connubio Mantovani-ultrà non era facile da gestire, c’era il rischio di raccontare i fatti in maniera incompleta. Cercai di non trascurare nulla, anche gli aspetti più scomodi. Il giorno dopo, durante la visita istituzionale a una banca, Mantovani incontrò il mio capo, che era stato invitato. Non ho mai saputo cosa gli disse, ma so che si parlarono, perché Bregante me lo riferì. So solo che da quell’evento e da quel lunedì non smisi un giorno di scrivere di Sampdoria e diventai in pianta stabile inviato al seguito della squadra, allora guidata da Boskov, insieme con Gianni Massinissa, uno dei miei maestri. Avrei tante di queste storie da raccontare, perché una caratteristica, forse la principale, di Paolo Mantovani consisteva nel non essere mai banale. Come quando, una volta a Bogliasco, mi disse: vuole in regalo un figlio di Luca e Roberto? Non erano Vialli e Mancini ma i suoi cani, bovari delle Fiandre, che avevano dato vita a una bella discendenza. Amo i cani e d’istinto avrei risposto di sì, ma trattandosi di una razza impegnativa, anche morfologicamente, gli replicai: presidente, grazie, ci penso e le dò una risposta. Mi spiace, controreplicò Mantovani, il tempo è scaduto… Beh, è scaduto anche per questo articolo. Ma ho la certezza che il tempo per ricordare ogni tanto Paolo Mantovani non finirà mai.
Da: SAMPLACE il blog di Maurizio Michieli www.primocanale.itCiao Paolo, sempre nel mio cuore!
Edited by sampdoria olè - 15/10/2007, 08:53. -
federer91.
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Paolo Mantovani per sempre nei nostri cuori! . -
Xisco.
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Un GRAZIE al più grande! . -
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un mito per sempre . -
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E stata una delle poche volte che ho pianto nella mia vita.
Mi ricordo che scrissi un pensiero per Il Presidente su una banconota da 1000 lire.
Onore al presidente che mi ha fatto amare la Sampdoria, onore a Paolo. -
Corradoriano 1946.
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PER SEMPRE GRAZIE PRESIDENTE . -
kibou77.
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Io conservo ancora la prima pagina di un giornale sportivo.........
GRAZIE PAOLO!. -
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Anni fa gli dedicai questa pagina: http://doria.altervista.org/storia/mantovani.htm
Altri ricordi sono qui: http://sampdoria.forumfree.net/?t=5069151. -
Xisco.
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Vi è sempre il solito interrogativo ogni 14 Ottobre....Molti di noi saremmo mai diventati tifosi della Samp senza l'avvento di Paolo Mantovani? La risposta dal canto mio è sempre la stessa...NO . -
Ale in the Stretch.
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Noi in quanto popolo blucerchiato non verseremo mai abbastanza parole per ringraziare e ricordare nel modo a lui dovuto questo uomo straordinario.
Grazie di tutto Paolo!!!.