Empoli-Sampdoria 0-2

Serie A - 31° giornata

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  1. sampdoria olè
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    CITAZIONE (Tore* @ 31/3/2008, 09:20)
    Concordo al 100%, dando un grandissimo merito all'allenatore.

    31 marzo 2008

    Effetto Mazzarri, jolly Delvecchio


    Paolo Giampieri Il Secolo XIX
    Si vince così. Sembra di essere a San Siro, non ci sono le luci (notturne) e il clima è un’altra cosa: sole e caldo («atroce» dice Palombo). Proprio come lassù contro il Milan, qui a Empoli, dopo una manciata di minuti, sedici e non 25, la Sampdoria è due a zero (Sammarco e autorete di Marzoratti). Poi, siccome l’Empoli non è il Milan, i blucerchiati non fanno nemmeno fatica a tenere il risultato e la partita finisce così. Mazzarri fa uno ”sgarbo” alla città che lo aveva accolto calciatore, che gli ha fatto conoscere la moglie, dove ha scelto di vivere. Al Castellani, la Sampdoria aveva vinto una sola volta, il 13 febbraio 1999.

    La storia che stanno vivendo i blucerchiati è una storia speciale. Nessuno se l’aspettava così bella: «Siamo al di sopra – ha detto a fine gara l’amministratore delegato Beppe Marotta – delle nostre aspettative. Il merito va dato all’allenatore». Che ha dato una svolta impressionante proprio nel momento che pareva più complicato: già infortunato Bellucci, ecco che arriva la squalifica di Cassano. La Sampdoria, senza i suoi due uomini migliori (Bellucci riesce a dare un contributo importantissimo solo contro il Catania), e senza Campagnaro in difesa, vince quattro partite e pareggia la quinta: tredici punti su quindici, il percorso sulla strada 2007/2008 diventa un volo che adesso fa sognare.

    Segreti? Tanti. La costante delle quattro vittorie è la presenza in campo di Gennaro Delvecchio, ”sangue e vita”, ”l’atleta di Dio”, quello che ”serve più ignoranza”, decidete un po’ quale delle sue frasi è la migliore. In queste ultime cinque partite c’è stato tutte le volte che si è vinto, è mancato soltanto contro il Cagliari a Marassi, unico pareggio. Anche ieri, buona partita del centrocampista prestato all’attacco (ha sempre giocato da trequartista dietro all’unica punta Bonazzoli), tanto movimento, tanta copertura, un gol mangiato sul due a zero (quindi ininfluente), ma grande scena dello stesso che si rivolge alla gradinata chiedendo scusa. Applausi a scena aperta per l’uomo di Barletta.

    Delvecchio non basta a spiegare il volo cerchiato nel blu. Maggio, si è detto più volte. E Maggio, infatti, ha segnato tanto e ha creato tanto. Ma, nelle ultime due gare, è stato bene imbrigliato dagli allenatori avversari che ne hanno studiato le mosse e hanno adottato contromosse: ieri Antonini (ex sampdoriano) lo ha braccato bene per tutta la partita, impedendogli di partire e mettendolo in difficoltà nella fase difensiva.

    Allora vogliamo parlare di Palombo in mezzo al campo, perno del gioco sampdoriano. Anche ieri Angelo, dopo un avvio un po’ con il piede pesante, nel senso che i primi lanci andavano un po’ lunghi, ha impostato con giudizio e ottime idee. Ma con Volpi al suo posto (Milano) e lui spostato sul centro-sinistra, la Sampdoria ha vinto la sua partita più importante della cinquina.

    Si potrebbe andare avanti ancora, magari citando Lucchini, mancato pure lui soltanto contro il Cagliari. Ma la cosa giusta, probabilmente, l’ha detta Beppe Marotta dopo la vittoria casalinga della Sampdoria sul Catania: «Il merito è dell’allenatore – disse l’amministratore delegato doriano – che ha dato alla squadra un impianto di gioco ben preciso nel quale i giocatori riescono a inserirsi in maniera anche abbastanza facile». E’ un impianto di gioco con postulati ma anche con variabili che permettono adattamenti rapidi alla bisogna del momento. Esempio di ieri: Maggio viene bloccato costantemente nelle sue proposizioni offensive? Si taglia con i centrocampisti, soprattutto Sammarco e Franceschini: il primo va in gol al settimo minuto, il secondo colpisce di testa provocando l’autorete di Marzoratti che vale il due a zero. Ancora: il primo potrebbe fare il tre a zero al sesto minuto della ripresa, ma Bassi gli devia il tiro con gran parata; il secondo potrebbe segnare otto minuti dopo perché si trova davanti al portiere ma, durante lo stop, la palla gli rimbalza sul braccio e l’arbitro fischia il fallo.

    Sono solo alcuni esempi, ve ne sarebbero altri. Ciò che rimane costante è l’attenzione di Mazzarri, e di conseguenza della Sampdoria, alla fase difensiva. In questo, la presenza di Delvecchio ha sicuramente aiutato. Essendo centrocampista, Gennaro è più portato ad aiutare i compagni quando la palla la prendono gli altri. E’ uno dei motivi del maggiore equilibrio della squadra anche se, a scorrere i dati, si vede che soltanto a Empoli la Sampdoria non ha preso gol, mentre nelle precedenti quattro gare del filotto (con tre vittorie consecutive esterne, non accadeva da due anni e mezzo) ha subito un gol a partita. E’ di nuovo questione di ”quadra”, come la chiama Palombo: basta fare un gol più dell’avversario.

    Da domenica torna Antonio Cassano e potrebbe farlo anche Claudio Bellucci, e già Mazzarri pensa alla formazione: la sensazione è che l’allenatore non voglia cambiare l’impianto che tante gioie gli ha dato. Proviamo: gioca Cassano (che ieri ha chiamato i compagni per fare i complimenti; altra telefonata entusiasta è arrivata dal presidente Garrone, ndr) al posto di Bonazzoli, al suo fianco ancora il jolly nonché Atleta di Dio Gennaro Delvecchio. «Vorrei avere tutte le volte problemi come quello di far giocare Cassano» ha detto Mazzarri. Molti altri non ce ne sono: detto di Bellucci, Campagnaro resterà ancora fuori, Montella pure, gli altri sono abili e arruolati, compreso Pieri che rientra dopo il turno di stop per squalifica.
     
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