Renzo Ulivieri (1981-1984)

Allenatore

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  1. federer91
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    Amarcord: Renzo Ulivieri ti ricordi quand'eri giovane alla Samp?

    L'allenatore della Reggina ritrova l'amico Mazzarri ma anche una piazza che fu sua negli anni '80.

    Da quando si è insediato alla guida degli amaranto, la sua Reggina è ancora imbattuta. Con due preziosi pareggi contro Napoli e Fiorentina - comunque stretti ai calabresi - e una cruciale vittoria a spese del Genoa, Renzo Ulivieri, decano dei tecnici italiani con i suoi sessantasette anni alle porte, e maestro di Walter Mazzarri, si è riseduto alla grande su una panchina di massima serie dopo quattro stagioni d'astinenza, riassestando e rianimando una formazione data quasi per spacciata. Renzaccio da San Miniato, d'altronde, in tema di sostituzioni di colleghi esonerati non è quasi secondo a nessuno - lo batte soltanto Nedo Sonetti, più “giovane” di lui di soli 23 giorni, recordman con addirittura 13 “rimpiazzi” - e a subentrare in corsa pare particolarmente avvezzo. Lo fece già nell'Empoli, C2 '73-74, per la prima panchina assoluta da professionista; lo fece nel Parma portato in Champions nel 2001; lo fece soprattutto nella Sampdoria, Serie B '81-82, quando il presidente Paolo Mantovani (dalla Svizzera) e il suo plenipotenziario Claudio Nassi lo chiamarono dopo cinque giornate al posto di Riccomini. Il giovane e sostanzialmente inesperto Ulivieri, storico iscritto al Pci, reduce da un flop perugino, non si lasciò scappare l'occasione. E i risultati gli diedero ragione.

    Era il Doria operaio della corsa di capitan Ferroni, delle geometrie di Nano Roselli e della quantità di Pat Sala, della generosità di Gianfranco Bellotto e del carisma di Sandro Scanziani, della vivacità di Garritano e della straordinaria potenza di Mazinga Guerrini, della tecnica discontinua di Nick Zanone e della piacevolissima conferma del baby Luca Pellegrini. Era il Doria che, sapientemente organizzato da quel toscanaccio alto, baffuto e un po' stempiato accovacciato in quella che oggi si chiama “area tecnica”, raggiunse la semifinale di Coppa Italia e riconquistò la Serie A al quinto tentativo, posizionandosi al secondo posto in classifica alle spalle del Verona e a pari-merito col Pisa.

    Un Doria, quello del compagno Ulivieri, che si permise il lusso di recitare il ruolo di matricola terribile anche nel massimo campionato. Memorabile si rivelò infatti l'avvio di stagione 1982-83 con la Juve scudettata di Platini e dei freschi Campioni del Mondo, l'Inter di Hansi Müller e Altobelli e la Roma di Pruzzo e Falcão, futura vincitrice del titolo, regolate di misura da Ferroni e compagni. I compagni che Mantovani e il nuovo diesse Paolo Borea avevano aggiunto al gruppo della promozione erano sì di prim'ordine - il centravanti della nazionale inglese Trevor Francis, il regista irlandese neo-scudettato bianconero Liam Brady, l'astro nascente del pallone nostrano Roberto Mancini: campioni che a Marassi non si erano ammirati se non con maglie differenti - ma nessuno avrebbe attesa una partenza tanto fulminante. Va da sé che il prosieguo della stagione non poté mantenersi su quei livelli: l'inesperienza alla categoria (Mancini, Pellegrini), l'incostanza (Chiorri) e alcuni guai fisici (Francis su tutti, ma anche Rosi, Zanone e Vullo) non consentirono ai blucerchiati di entrare nelle piazze che contano ma permisero di conquistare un comunque onorevole settimo posto.

    Fu così che Ulivieri si guadagnò la riconferma per un'altra stagione '83-84, l'ultima al Doria. L'ultima perché nonostante gli acquisti (Vierchowod, Pari, Bordon, Galia, Marocchino) ed un passivo di mercato di 3 miliardi e mezzo di lire, Mantovani, assolto dai guai giudiziari e di ritorno dall'esilio elvetico, non fu soddisfatto del sesto posto finale in coabitazione con Milan e Verona. Per volontà del presidente, le strade di Renzaccio e della Samp si separarono allora senza rancori. E le seguenti, ironiche ma sincere parole di Ulivieri (“Ho imparato molto da Paolo Mantovani: come gestire la squadra, i rapporti con l'ambiente e con i tifosi. Da un certo punto di vista avrei dovuto io... pagare lui”) non fecero altro che dimostrarlo appieno.

    Fonte: Il Giornale

     
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    Una promozione in A, un 7° ed un 6° posto in A, direi che Ulivieri alla Samp fece grandi cose. Erano comunque gli albori della squadra che poi (a parte un cattivo piazzamento nell'85/86) fece grandissime cose fino al'apice dello Scudetto '91 e la finale di Champions '92.
     
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  3. sampdoria olè
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    wikipedia/Renzo_Ulivieri
    Dopo una breve carriera da calciatore trascorsa giocando per cinque anni come centromediano nelle giovanili della Fiorentina, retrocedendo poi nel 1966 in quarta categoria (l'attuale serie C2) con il Cuoiopelli, Ulivieri, laureato all'ISEF e già patentato a 22 anni, esordisce come allenatore nella stessa squadra ad appena 24 anni. Allenerà successivamente nel 1967-68 il San Miniato, dal 1968 al 1971 la Primavera del Prato e, nel 1971-72 il Fucecchio.

    Nel 1972, passa ad allenare l'Empoli in serie C1, poi dal 1976 al 1978 fa parte dello staff tecnico delle giovanili della Fiorentina, per passare poi alla Ternana in serie B. Dopo un buon campionato con il Vicenza, sempre in B, esordisce in serie A nel campionato 1980/1981 sulla panchina del Perugia, venendo sostituito dopo 15 giornate.

    Allena la Sampdoria, portandola dalla B alla A nella stagione 1981/1982; nelle stagioni successive la Sampdoria ottiene il 7° e il 6° posto; dopo due campionati deludenti a Cagliari, è coinvolto nel secondo scandalo del calcio scommesse e bollato da una squalifica di tre anni che riteneva di non meritare: chi gli fu vicino in quel periodo racconta di un Ulivieri "detective" improvvisato per raccogliere prove a sua discolpa.

    Tornato in panchina ha allenato il Modena (1989/1990) poi ancora il Vicenza (1991/1994) che passò sotto la sua guida dalla C1 alla B. Nel 1994 torna alla serie C, col Bologna che in due anni riconquista la serie A. Nel 1998 passa in B al Napoli ed è esonerato a 3 giornate dalla fine del campionato. Nella stagione 1999/2000 subentra sulla panchina del Cagliari alla quinta giornata ma non può evitare la retrocessione in B.

    Nella stagione successiva è chiamato dal Parma alla penultima giornata d'andata dopo le dimissioni a sorpresa di Arrigo Sacchi. Il Parma finisce quarto qualificandosi per i preliminari di Champions League. Dopo l'eliminazione ad opera del Lilla e i deludenti risultati in campionato Ulivieri lascia la guida del Parma il 31 ottobre del 2001. La stagione successiva viene chiamato dal Torino al posto dell' esonerato Giancarlo Camolese, ma la sua avventura sulla panchina granata dura solo 14 partite, sostituito dalla coppia composta da Giacomo Ferri e Renato Zaccarelli. Alla fine comunque il Torino non riesce ad evitare la retrocessione in Serie B.

    Nel febbraio 2004 è ingaggiato dal Padova, in serie C1, portandola al 6° posto finale. Nell'estate successiva torna a Bologna: licenziato all'inizio del 2006, viene riammesso dalla dirigenza tre mesi dopo. Nella stagione 2006-2007 è confermato alla guida dei felsinei, ma viene esonerato il 14 aprile 2007, all'indomani della sconfitta per 3-0 a Genova contro il Genoa, nell'anticipo della 34° giornata del campionato di Serie B.

    Il primo novembre 2007 viene ingaggiato dalla Reggina sotto consiglio del suo ex allievo ed ex tecnico della squadra amaranto Walter Mazzarri. Renzo Ulivieri subentra a Massimo Ficcadenti esonerato dopo il ko interno per 3-1 contro il Livorno.


    Carriera
    Giovanili: Fiorentina, Cuoiopelli

    Carriera da allenatore
    1967-1968 San Miniato
    1968-1971 Prato (Primavera)
    1971-1972 U.S.Fucecchio
    1972-1976 Empoli
    1976-1978 Fiorentina (Giovanili)
    1978-1979 Ternana
    1979-1980 Lanerossi Vicenza L.R. Vicenza
    1980-1981 Perugia
    1981-1984 Sampdoria
    1985-1987 Cagliari
    1989-1990 Modena
    1991-1994 Vicenza
    1994-1997 Bologna
    1998-1999 Napoli
    1999-2000 Cagliari (subentrato alla 5° giornata)
    2000-2001 Parma
    2002-2003 Torino
    2004-2005 Padova
    2005-2007 Bologna (esonerato alla 34° giornata)
    2007-2008 Reggina(subentrato alla 10° giornata)


    Curiosità

    * Ulivieri è attualmente Presidente dell'AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio), dove ha preso il posto di Azeglio Vicini, nominato Presidente onorario.
    * Iscritto al PCI negli anni '60, consigliere comunale ed assessore, iscritto attualmente ai DS, ha spesso dichiarato di non aver avuto problemi o subito discriminazioni per la sua posizione politica, anomala nel mondo del calcio. A un intervistatore di Football Illustrated che gli chiedeva un commento su calcio e politica, rispondeva di considerare un obbligo di cittadino fare, parlare di politica e aggiungeva: "Avere delle opinioni è necessario, è doveroso".
     
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    E´ invece ottimista Renzo Ulivieri, che allenò la Sampdoria, portandola dalla B alla A nella stagione 1981/1982. «La Samp non meritava di perdere il derby. Vediamo quanto peserà sui giocatori l’aver subito un gol al 51’, ma non credo che sia ancora condannata».

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    Ulivieri e la Sampdoria: «In blucerchiato anni meravigliosi, la promozione una grande gioia»
    venerdì 15 novembre 2019 14:51

    «Se penso alla Sampdoria, la prima cosa che mi viene in mente è la maglia: meravigliosa, come meravigliosi sono stati i miei tre anni a Genova da allenatore blucerchiato. Sono stato un sampdoriano sfegatato, la Samp me la sento addosso». Sono passati più di 35 anni ma Renzo Ulivieri non può dimenticare.

    Gioia. Chiamato dal presidente Paolo Mantovani dopo le prime cinque giornate del campionato cadetto 1981/82, ci riportò in Serie A al termine di una cavalcata non proprio agevole. «Dopo la sconfitta di Varese sembrava tutto perso, invece ottenemmo la promozione alla penultima in casa con il Rimini – ricorda al media ufficiale -. Fu una grande gioia e poi la festa della gente: restai in disparte per le strade della città a godermi lo spettacolo».

    Carezza. «Anche l’ultima volta che tornai al “Ferraris” da avversario fu un’emozione grandissima – rivela Renzaccio -, allenavo la Reggina e fui espulso. La mia uscita dal campo fu accompagnata da un lungo applauso di tutto lo stadio: quella carezza dei tifosi la porterò sempre con me perché fu qualcosa di spontaneo, genuino, come il rapporto che si era instaurato tra me e loro».

    https://www.sampdoria.it/ulivieri-e-la-sam...a-grande-gioia/

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  7. migly
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    Un grandissimo.
     
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    Renzo Ulivieri ha fatto il punto sul calcio italiano: «Siamo in contatto con Gravina, c’è la volontà di proseguire il campionato. Va ancora fatta una valutazione del protocollo da parte del Governo. Se decideranno per la chiusura, per noi non sarà così. Sarebbe una sospensione. Il motivo è sportivo, si deve considerare quello che è stato fatto finora. Ci sono squadre tedesche che rischiano grosso dal punto di vista economico, figuriamoci in Italia».

    «Non tutti sono privilegiati nel nostro mondo, vogliamo ripartire nel rispetto della sicurezza. I calciatori dovranno fare una visita di idoneità prima di cominciare, e chi è stato malato si sottoporrà a test specifici. Comunque vada, auguro alla Sampdoria e al Genoa di salvarsi. Anche se sono doriano sfegatato», ha concluso il presidente dell’Associazione Italiana Allenatori ai microfoni di Primocanale.

    https://www.sampnews24.com/ulivieri-auguro...iato-sfegatato/
     
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    Undici campionati di Serie B e quattro promozioni in A. È il bilancio della Sampdoria nel torneo cadetto. La prima e l’ultima volta la risalita è stata immediata. Nel 1967 con Gipo Poggi allenatore e Fulvio Bernardini direttore tecnico. Nel 2012 ai playoff con Beppe Iachini, subentrato a Gianluca Atzori. Le altre nel 2003 con Walter Novellino, all’inizio dell’era Garrone, e nel 1982 con Renzo Ulivieri.

    «Si veniva da 5 anni di B: fu una liberazione - rammenta il presidente dell’Associazione italiana allenatori - la sera della promozione girai tutta la notte in macchina tra le strade di Genova per vedere i tifosi in festa». Il ritorno in A aprì la strada all’ascesa della Sampd’oro. «Quando ai corsi per allenatori mi chiedono chi mi ha insegnato di più nella vita dico sempre: un professore di filosofia, un prete e Paolo Mantovani - rivela Ulivieri - il presidente mi ha fatto scuola, venivo da San Miniato, dalla campagna, mi ha fatto capire come stare al mondo, come allenare un club così importante».

    In carriera “Renzaccio” ha ottenuta due promozioni in A: «Con Samp e Bologna, l’ho conquistata sul campo. A Genova subentrai dopo poche giornate, partimmo forte, poi a 10 dal termine sembrava finita, fu decisiva la vittoria a Bari. Fu un successo di popolo, gente, società, calciatori: ognuno fece la sua parte per l’impresa. La nostra forza? Giocatori bravi che stavano bene insieme. In B devi sapere che il momento difficile arriva per forza, la differenza la fa la gestione, venirne fuori senza intaccare i valori e l’unità del gruppo, deve emergere l’animo da cooperativa. Col ritorno in A iniziò un’epopea irripetibile nel calcio moderno ma spero che si possa tornare ai tempi in cui vincevano Samp, Fiorentina, Cagliari, Verona».


    Per la panchina c’è Grosso in pole: «In realtà pure io sono libero... no scherzo, ho 82 anni e poi tifo per i ragazzi che fanno il corso a Coverciano - chiude Ulivieri - di Fabio apprezzo l’equilibrio, oggi non basta sapere di calcio e comunque lui ne sa molto come ha dimostrato a Frosinone. Lui alla Samp e Gilardino al Genoa: sarebbe bello. A Genova è sempre derby, anche se sei in categoria diverse. Sono sampdoriano sfegatato ma non riesco a essere anti-genoano. Forse perché il mio vero derby era tra San Miniato Basso, dove c’eravamo noi, operai, contadini contro San Miniato Alto, la borghesia, la nobiltà, sono rimasto a quello (ride)».

    www.ilsecoloxix.it/sport/2023/06/2...tU2doalVpa3c1Zg..
     
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    Grande Mister, con lei allenatore ho visto la più bella Sampdoria.
     
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9 replies since 29/11/2007, 18:59   1087 views
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