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3 luglio 1985
Serata magica alla quale ho dedicato il mio nick
Primo trionfo visto e vissuto,
una gioia indicibile
Non avevano mai vinto nulla fino ad allora
Grazie sergente di ferro !!. -
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Mi ricordo quella sera con amici, pazzi di gioia a festeggiare la prima vittoria di una Coppa Italia della Samp. Non avevi un gran feeling con Mancini, ma ti ho sempre stimato come persona e come professionista.
Riposa in pace.. -
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Come gia detto in precedenza in un altro post è stato l'allenatore che mi ha fatto assistere alla migliore partita mai giocata dalla mia squadra. Un Sampdoria Fiorentina di oltre 30 anni. fa R.I.P. sergente di ferro! . -
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Post di Maurizio Michieli
Mister, sono tanti anni che vorrei una risposta a questa domanda e adesso che lei è davanti a me non riesco proprio a trattenermi: come fa un allenatore a far giocare Pino Lorenzo al posto di Vialli e Mancini? Lui non si scompose, come tanti saputelli odierni che si indignano alla prima domanda scomoda. Rispose, eccome se rispose, rivelando anche particolari e aneddoti che contribuirono a spiegare perché all'inizio di quella stagione nella Samp il centravanti fosse Pino Lorenzo. Mi convinse e ci convinse che, in quel preciso momento storico, aveva ragione lui. Grazie, Eugenio Bersellini. Ti ricordo così. Oltre che come condottiero di quella prima Coppa Italia che "risarcì" noi giovani sampdoriani di avere fatto, allora, una scelta controcorrente: amare una squadra che sino a quel momento non aveva vinto nulla. A noi bastò quel successo, nel 1985, per essere appagati per sempre. Ciò che è venuto dopo, è stato un meraviglioso e inaspettato di più. Ciao, Berse.. -
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Condoglianze alla famiglia . -
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Notare quando finiva la stagione.. -
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I campioni del Mundial ai funerali di Eugenio Bersellini - Foto
PRATO. C'erano tante vecchie glorie del calcio a dare l'ultimo saluto, nel pomeriggio di oggi, 19 settembre, a Eugenio Bersellini, l'allenatore di Inter, Sampdoria, Torino, Fiorentina e Pisa morto domenica a 81 anni. Bersellini si era da tempo trasferito a Prato insieme al figlio e al funerale celebrato in Duomo erano presenti, tra gli altri, quattro campioni del mondo di Spagna '82, Gabriele Oriali, Alessandro Altobelli, Giuseppe Bergomi e Gianpiero Marini, oltre a Evaristo Beccalossi, Roberto Galbiati e Graziano Bini. Presente anche Diego Rossi, sindaco di Borgotaro, il comune in provincia di Parma dove Bersellini era nato. Tante bandiere e striscioni, tra cui quelle dell'Inter e della Sampdoria, all'esterno della cattedrale. Il mondo del calcio, insomma, nonostante Bersellini fosse da tempo fuori dal giro, non lo ha dimenticato.
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Presenti anche gli UTC
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Eugenio Bersellini (Borgo Val di Taro, 10 giugno 1936 – Prato, 17 settembre 2017[1]) è stato un allenatore di calcio, dirigente sportivo e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
Soprannominato Il sergente di ferro per i suoi duri metodi d'allenamento, ottenne i maggiori successi della sua carriera alla guida dell'Inter, con la quale vinse un campionato italiano (1979-1980) e due Coppe Italia (1977-1978 e 1981-1982). Vinse inoltre un'altra Coppa Italia alla guida della Sampdoria.
Si segnalò come cultore di una «inflessibile» etica lavorativa, soprattutto in allenamento, nonché per una «profonda conoscenza» dei suoi giocatori, sul lato umano prim'ancora di quello professionale. Ne derivò un credo calcistico che fece del «pragmatismo» la sua arma migliore, con formazioni dall'atteggiamento «sparagnino» e dal gioco «muscolare e spigoloso»; nel solco di un calcio all'italiana «ruvido dietro e armonioso davanti», e di cui Bersellini, insieme a colleghi come Osvaldo Bagnoli, Ottavio Bianchi e Giovanni Trapattoni, è riconosciuto tra gli ultimi teorici in panchina.
Il suo debutto come allenatore risale alla stagione 1968-1969, quando venne chiamato a sedersi sulla panchina del Lecce nelle ultime 9 partite del campionato di Serie C. Dopo altre due annate in Salento, Bersellini passa ad allenare il Como in Serie B. Il debutto in Serie A arriva l'anno successivo con il Cesena, dove rimane dal 1973 al 1975, poi passa alla Sampdoria per il successivo biennio. Nel 1977 l'allora presidente dell'Inter, Ivanoe Fraizzoli, lo chiama ad allenare la sua squadra: il lustro trascorso a Milano, rimasto il più vittorioso nella carriera del tecnico, gli frutta uno scudetto (1979-1980) e due Coppe Italia.
Dal 1982 al 1984 allena il Torino e nelle due annate successive di nuovo la Sampdoria, con cui vince la Coppa Italia 1984-1985, primo trofeo nella storia del club blucerchiato. Seguono poi altre stagioni sempre in Serie A, con Fiorentina (1986-1987), Avellino (1987-1988) e Ascoli. Torna a Como (1990-1991) in Serie C1, poi siede sulle panchine di Modena (1991-1992), Bologna (1992-1993) e Pisa (dal febbraio al giugno del 1994) in B, e poi ancora in C1 al Saronno dal 1995 al 1997.
Dal 1998 al 1999 è chiamato a guidare da commissario tecnico la Libia, che lascia nel 2001 per allenare il club libico dell'Al-Ahly Tripoli; nel 2002, passato nel frattempo all'Al-Ittihad Tripoli, vince il campionato libico allenando tra gli altri Al-Sa'adi Gheddafi. Tornato in Italia, nel 2006 gli viene affidato il compito di salvare la Lavagnese, nei bassifondi della Serie D. Sotto la sua guida la squadra si risolleva in classifica e ottiene la salvezza dopo i vittoriosi play-out contro la Narnese. Il suo ultimo incarico fu quello di direttore sportivo del Sestri Levante nella stagione 2006-2007, squadra ligure di D.
Conta 490 panchine nella Serie A italiana (148 vittorie, 197 pareggi e 145 sconfitte).
https://it.wikipedia.org/wiki/Eugenio_Bersellini. -
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Mantovani, nonostante la retrocessione di qualche anno prima, lo rivolle alla Samp perché sapeva che avrebbe fatto molto ed i fatti lo dimostrarono. Credo che in fondo, nonostante lo definirono "sergente di ferro", in fondo avesse un grande lato umano. Grazie Mister! .