Lazio-Sampdoria 2-1

Mazzarri: «Troppe leggerezze, le abbiamo pagate care»

Il tecnico della Samp arrabbiato dopo la sconfitta di Roma: «Non ci sono dubbi su chi meritasse la vittoria, ma i gol bisogna farli...».
Ci resti male se perdi una partita come Lazio-Samp. Da tifoso, figurarsi da allenatore. Walter Mazzarri non è uno che le mandi a dire, soprattutto è uno che la cultura del lavoro la coltiva e la segue passo passo. Ovvia dunque la delusione del tecnico blucerchiato, specie dopo l'analisi - identica a caldo come a freddo - dell'incontro.

Poca attenzione. Un incontro, quello dell'Olimpico, che i blucerchiati hanno condotto dall'inizio alla fine, buttandolo via per dettagli. Che nel calcio, però, sono importanti quanto i gol. «Ci abbiamo messo del nostro oggi per perdere questa partita - comincia il mister della Samp -, siamo arrabbiati perché si è gettato via un risultato positivo a causa di poca attenzione da parte di tutti. Purtroppo non siamo stati lucidi in zona gol e alla fine certe leggerezze si pagano care».

Serve il cinismo. Con la sconfitta, che tra l'altro, è l'ottava sulle undici trasferte fin qui disputate in campionato. Il Doria ha cambiato certamente mentalità lontano da Marassi nelle ultime uscite, non correggendo però gli errori di scarsa concretezza che continuano a frenare la marcia di una squadra con un ottimo potenziale. «I gol purtroppo bisogna farli - prosegue Mazzarri -, non basta creare delle buone trame di gioco. Credo che a livello di prestazione, non ci fosse dubbio su chi avrebbe meritato di vincere la gara tra noi e la Lazio. I miei ragazzi si sono espressi su livelli importanti, comandando le trame dall'inizio alla fine. Ma è un errore grave non capitalizzare episodi come ad esempio quello di Bellucci ad inizio ripresa, sull'1-1. E' ancora più grave infine distrarsi, come nel finale di partita, quando abbiamo regalato alla Lazio il gol-beffa. Usciamo dall'Olimpico con tanti rimpianti, ma anche con la consapevolezza di aver commesso ingenuità evitabili».
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Bellucci: «Fuori casa continua a mancare la concretezza»

Il numero 11 della Samp deluso dopo la sconfitta di Roma e l'occasione sprecata: «Ho calciato con tutta la forza che avevo, quelle immagini mi ronzano nella testa».
Sconfitta difficile da mandar giù per la Samp, sconfitta difficile da mandar giù per Claudio Bellucci, oggi coi galloni di capitano dopo l'uscita di Sergio Volpi. Il numero 11 blucerchiato avrebbe voluto bagnare con un risultato positivo la sua prima con la fascia al braccio in maglia Doria, il destino però gli ha lasciato soltanto il rimpianto di un'occasione incredibile ad inizio ripresa.

Delusione. Resta anche il fantasma del decimo gol stagionale - per pareggiare il suo record in A -, ancora da raggiungere. «E' davvero difficile commentare una gara simile - commenta Claudio a botta calda, nella pancia dell'Olimpico -, abbiamo giocato bene come capita ormai da diverse trasferte, non raccogliendo nulla. Il rammarico è grande, logico, anche perché la prestazione è stata senza dubbio positiva».

Occasione sfumata. Che cosa manca alla Sampdoria lontano da Marassi, alla luce dell'ennesima occasione buttata? La risposta di Bellucci. «Manca la concretezza, è inutile negarlo. Come ho già detto, giochiamo bene, addirittura imponiamo il nostro ritmo, come è accaduto anche oggi, e non raccogliamo nulla. Bisogna lavorare sodo su quest'aspetto perché alla lunga un limite simile lo si paga carissimo». Certo che se fosse entrata l'occasione sui piedi di Bellucci ad inizio ripresa... «Io ho tirato con tutta la forza che avevo in corpo - conclude l'attaccante romano -, Ballotta è stato bravo e fortunato perché il pallone gli è picchiato sulla faccia ed è uscito. Poi se mi chiedete se l'immagine di quel gol mancato mi ricorre in testa, vi dico di sì. Probabilmente se fossimo andati in vantaggio saremmo qui a parlare di ben altra situazione...».

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Palombo: «Potevamo vincere, resta solo la delusione»

Il veterano del centrocampo blucerchiato deluso dopo il ko con la Lazio: «Una sconfitta incredibile, ma adesso bisogna limare i difetti che sono usciti fuori».Angelo Palombo di trasferte Samp, ormai, ne ha viste un bel po'. Più di quasi tutti in rosa, solo capitan Volpi tiene il passo in quanto ad anzianità. Da veterano, il centrale di Ferentino non si sarebbe aspettato un epilogo simile, anche perché sul prato dell'Olimpico biancoceleste è stata la Sampdoria a far vedere le cose migliori. In assoluto.

Incredibile. E tornare a Genova senza niente, dopo aver sfiorato il tutto, fa male. Malissimo. «E' veramente incredibile trovarsi a commentare una partita così - comincia Angelo negli spogliatoi dopo Lazio-Samp -, non so davvero che dire. Potevamo vincere, invece usciamo dal campo con una sconfitta. E' il bello e il brutto del calcio, lo sappiamo e andiamo avanti come abbiamo sempre fatto. Certo che, a guardare la prestazione, resta il rammarico».

Difetti e delusione. Resta anche la delusione all'interno del gruppo. Può essere uno stimolo in più per il futuro? Ecco che ne pensa Palombo. «Che ci sia delusione è normale dopo un risultato del genere, che possa rappresentare uno stimolo anche. Anzi, deve. Da ora in poi avremo più tempo per lavorare sereni, senza gli impegni delle coppe e delle partite ogni tre giorni. Ci alleneremo seguendo la settimana tipo e prepareremo con più serenità le partite, cercando di limare i difetti che escono fuori dopo prestazioni come quella di Roma». I più significativi, secondo Palombo. «Penso sia mancata un po' di attenzione, un po' di cattiveria al momento giusto anche. Metteremo a posto gli errori, vedrete. Ora conta solo riscattarci domenica contro il Napoli, vogliamo prenderci ciò che avremmo meritato già oggi».

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Franceschini: «Una sconfitta veramente allucinante»

L'ex biancazzurro non si dà pace: «La partita l'abbiamo fatta noi, la Lazio ha vinto con due tiri in porta in tutti 90'... Siamo stati poco cattivi».
Per Daniele Franceschini la partita contro la Lazio non è mai una partita come le altre. Lui, cresciuto nel vivaio biancoceleste e lì affermatosi tra i professionisti, esordì nel massimo campionato proprio con la maglia della Lazio, curiosamente, a Marassi contro la Sampdoria. Un incrocio di destini indicativo per il numero 19 blucerchiato, che - tra l'altro - attraversa un periodo di forma esaltante.

Sconfitta allucinante. Dopo la grande stagione dell'anno passato da esterno sinistro nel 4-4-2 di Novellino (stagione condita da ben 6 reti, record personale in A), Franceschini si sta imponendo anche sulla linea mediana nel 3-5-2 di Mazzarri. Sintomo di intelligenza e duttilità, di voglia di far bene, indipendentemente da schemi ed allenatori. Le stesse qualità messe in mostra anche oggi sul prato dell'Olimpico, dove ancora una volta la Sampdoria non ha trovato i punti. «E' stata una sconfitta allucinante - attacca Franceschini in sala stampa -, la Lazio ha fatto due tiri in porta ed ha vinto la partita. Purtroppo nel calcio succede anche questo e bisogna accettarlo, ma è chiaro che la delusione e la rabbia siano alte: la partita l'abbiamo condotta sempre noi».

Troppo buoni. Sotto il profilo del gioco, grande Samp. Personalità, voglia, buone trame. E' mancata però la cattiveria sottoporta, unita alla lucidità. «Purtroppo è così - ammette il centrocampista romano -, avremmo dovuto finalizzare al meglio le occasioni create e concedere meno sotto il punto di vista dell'attenzione. Perdere così equivale ad una beffa».