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Verona - Il Chievo riparte dal suo recente passato: Mimmo Di Carlo, dopo una stagione sfortunata alla Sampdoria, è nuovamente seduto sulla panchina della squadra che aveva guidato con successo per due campionati. Con tanta voglia di ricominciare, e qualche sassolino da togliersi in riferimento a quella traumatica esperienza a Genova, conclusasi con la retrocessione in B della squadra del presidente Garrone.
Di Carlo, giacca chiara, sorridente, si è presentato oggi davanti ai taccuini dei cronisti, partendo subito da un paio di dichiarazioni sull’annata negativa con la Samp: «Mi dispiace per quello che è accaduto a Genova - ha detto -. Penso che il progetto Sampdoria sia stato stravolto. Peccato, ma quell’esperienza mi ha insegnato tanto, ha fatto crescere me e tutto il mio staff. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con grandi campioni. Ora è un piacere incontrare di nuovo il Chievo, la sua gente, il suo spirito». Il tecnico di Cassino, 47 anni, ha ringraziato il presidente Campedelli e il direttore Giovanni Sartori per questa «grande opportunità» che è stata offerta a lui e al suo staff. «Voltare pagina subito, dopo un anno difficile - ha osservato - e´ di grande stimolo per noi. Ci dà, se possibile, ancora più motivazioni. Per me il Chievo è una famiglia e mi sento orgoglioso di far parte di questo progetto ancora una volta».
Di Carlo parla a ruota libera, gli argomenti sono tanti: «qualcosa è cambiato. Ho visto il nuovo centro sportivo a Peschiera, con me non c’era. L’ho trovato bellissimo, ottime strutture, degno di una grande squadra. Voglio anche ringraziare e fare i complimenti a Pioli. Ha fatto un grande lavoro che cercherò di portare avanti con altrettanto entusiasmo».
«Qui al Chievo - ha ricordato - mi conoscono bene, sanno che il mio credo è solo lavoro, lavoro e lavoro. Vorrei vedere in campo una squadra duttile, dinamica. Bisognerà essere sempre molto corti, in questo modo aiuteremo anche i nostri attaccanti». L’obiettivo - ha ammesso - resta «come sempre la salvezza», ma non è vietato pensare ad un Chievo che possa arrivare «il più in alto possibile». «Avevo una gran voglia - ha proseguito - di accettare un’altra sfida, farlo qui al Chievo mi riempie d’orgoglio. Ho il vantaggio di conoscere l’ambiente e il mondo Chievo, ma è nel mio dna ripartire ogni stagione da zero, ed è quello che farò».
La Sampdoria è definitivamente alle spalle, l’amarezza dell’esonero sembra dimenticata. «Il calcio - ha concluso - è la metafora della vita, bisogna sapersi rialzare e ripartire. Se poi, come nel mio caso, si ha la fortuna di farlo ritrovando una sorta di famiglia attorno a sé, penso che tutto sarà più facile».
Secolo XIX. -
Campus90.
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il capro espiatorio di una situazione raccapricciante e imprevedibile... a livello umano mi dispiacerà sempre tantissimo per come sia finita (sarà che sono troppo sentimentale) a livello tecnico per me poteva andarsene dopo la disfatta col napoli... detto ciò gli auguro che l'esperienza genovese lo abbia arricchito tanto come dice. in bocca al lupo! . -
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sotto il profilo umano senza dubbio un ottima persona, ma sotto quello tecnico anche con cassano e pazzini tolta la partita di ritorno contro il werder un pessimo calcio ma pessimo davvero...comunque in bocca al lupo . -
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bè,chiaro che tutte le conseguenze dello sciagurato mercato di Gennaio sono ricadute su di lui,senza che lui ne fosse responsabile,anche se da lui mi sarei asspettato le dimissioni o comunqeu una presa di posizione forte prima della disfatta di Napoli,proprio perchè era chiaro che ci si stava incanalando in un tunnel senza uscita.Certo,con lui non è che avessimo mai incantantato per il gioco,però ricordo che pur senza Cassano,dopo la vittoria col Bari,eravamo quinti in classifica ad un punto dal quarto posto,quindi i risultati tanto negativi non erano . -
B2bAlive.
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Sotto il profilo umano brava persona, ma professionalmente uno che ha preferito ancorarsi alla panchina e dire di sì a tutto senza l'orgoglio e la dignità di dimettersi dopo il mercato di gennaio.
Sotto il profilo tecnico un allenatore da lotta per non retrocedere che torna giustamente nel suo ambiente naturale e che non avrebbe mai dovuto sedersi sulla nostra panchina per la quale si è dimostrato abbondantemente inadeguato.
Gli farei il mio in bocca al lupo ma sarei ipocrita, la verità è che se fossi uno scommettitore mi guarderei in giro per vedere a quanto è data la retrocessione del Chievo.
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non credo che il Chievo retroceda,ha un buon organico con alcuni elementi che sono sprecati per lottare per la salvezza,tipo Mantovani,sorrentino,Pellissier,Constant . -
B2bAlive.
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non credo che il Chievo retroceda,ha un buon organico con alcuni elementi che sono sprecati per lottare per la salvezza,tipo Mantovani,sorrentino,Pellissier,Constant
Però trova la salvezza nelle ultime giornate, quando hai una squadra che arriva sempre a ridosso della zona retrocessione prima o poi l'annata storta con infortuni e/o fisiologici cali di rendimento dei migliori la becchi e allora bye bye, perchè poi francamente impianto di gioco ne hanno proprio poco per sopperire, e non sarà Di Carlo a darglielo temo. Saranno mica e sempre solo i nostri a farsi due mesi minimo di infermeria ogni maledetta stagione
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peter65.
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Verona - Il Chievo riparte dal suo recente passato: Mimmo Di Carlo, dopo una stagione sfortunata alla Sampdoria, è nuovamente seduto sulla panchina della squadra che aveva guidato con successo per due campionati. Con tanta voglia di ricominciare, e qualche sassolino da togliersi in riferimento a quella traumatica esperienza a Genova, conclusasi con la retrocessione in B della squadra del presidente Garrone.
Di Carlo, giacca chiara, sorridente, si è presentato oggi davanti ai taccuini dei cronisti, partendo subito da un paio di dichiarazioni sull’annata negativa con la Samp: «Mi dispiace per quello che è accaduto a Genova - ha detto -. Penso che il progetto Sampdoria sia stato stravolto. Peccato, ma quell’esperienza mi ha insegnato tanto, ha fatto crescere me e tutto il mio staff. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con grandi campioni. Ora è un piacere incontrare di nuovo il Chievo, la sua gente, il suo spirito». Il tecnico di Cassino, 47 anni, ha ringraziato il presidente Campedelli e il direttore Giovanni Sartori per questa «grande opportunità» che è stata offerta a lui e al suo staff. «Voltare pagina subito, dopo un anno difficile - ha osservato - e´ di grande stimolo per noi. Ci dà, se possibile, ancora più motivazioni. Per me il Chievo è una famiglia e mi sento orgoglioso di far parte di questo progetto ancora una volta».
Di Carlo parla a ruota libera, gli argomenti sono tanti: «qualcosa è cambiato. Ho visto il nuovo centro sportivo a Peschiera, con me non c’era. L’ho trovato bellissimo, ottime strutture, degno di una grande squadra. Voglio anche ringraziare e fare i complimenti a Pioli. Ha fatto un grande lavoro che cercherò di portare avanti con altrettanto entusiasmo».
«Qui al Chievo - ha ricordato - mi conoscono bene, sanno che il mio credo è solo lavoro, lavoro e lavoro. Vorrei vedere in campo una squadra duttile, dinamica. Bisognerà essere sempre molto corti, in questo modo aiuteremo anche i nostri attaccanti». L’obiettivo - ha ammesso - resta «come sempre la salvezza», ma non è vietato pensare ad un Chievo che possa arrivare «il più in alto possibile». «Avevo una gran voglia - ha proseguito - di accettare un’altra sfida, farlo qui al Chievo mi riempie d’orgoglio. Ho il vantaggio di conoscere l’ambiente e il mondo Chievo, ma è nel mio dna ripartire ogni stagione da zero, ed è quello che farò».
La Sampdoria è definitivamente alle spalle, l’amarezza dell’esonero sembra dimenticata. «Il calcio - ha concluso - è la metafora della vita, bisogna sapersi rialzare e ripartire. Se poi, come nel mio caso, si ha la fortuna di farlo ritrovando una sorta di famiglia attorno a sé, penso che tutto sarà più facile».
Secolo XIX
Ohh si é dimenticato di menzionare una delle sue parole preferite: intensitá. Deve essere che l´ha lasciata a Genova o l´ha persa per strada. O magari ha cambiato disco.. -
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Che il progetto sia stato stravolto è una verità. Resta comunque il fatto che Di Carlo, a campionato ormai inoltrato, sembrava aver perso il timone della nave. La squadra sembrava non seguirlo... e lui non è riuscito a scuoterla. Vai a pensare poi... che col traghettatore Cavasin si sarebbe andati peggio 
beh...
Comunque auguro al mister di rifarsi presto. Avrà fatto sicuramente tesoro di quest'esperienza. -
ESULE BLUCERCHIATO.
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Indubbiamente una brava persona, ma non basta per giustificarne l'operato.
Tecnicamente non è mai riuscito a dare un vero gioco alla squadra ed ha palesato enormi difficoltà nella gestione dello spogliatoio.
La maggiore responsabilità è però da imputare alla mancanza di carattere. La capacità di dire NO ad una società che lo stava privando dei principali valori tecnici. Carenze caratteriali che ne hanno sancito la fine alla guida tecnica.
Un in bocca al lupo al mister. Spero abbia compreso che assecondare costantemente la proprietà, non sempre è sinonimo di garanzia del posto di lavoro.
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Allenatore non adatto agli impegni che avevamo l'anno scorso. Personalmente non lo considero in assoluto un cattivo allenatore, la sua carriera conforta tale ipotesi.
Non ha avuto appoggio da parte della società, da parte sua ci ha messo poco carisma ed i giocatori hanno preso il sopravvento, si è avuta l'impressione che con il Cesena la squadra abbia addirittura "remato contro".
Se fosse restato alla guida ed i dirigenti si fossero imposti, probabilmente non saremmo finiti in serie B.
Da parte mia un " in bocca al lupo" per questa nuova esperienza in serie A.
Chissà che tra un paio di anni non ci si ritrovi da avversari.....
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Se fosse rimasto lui secondo me ci saremmo salvati. In extremis ma ci saremmo salvati. Cavasin era il peggio del peggio del peggio del peggio per sostituirlo. E si sapeva prima che venisse. . -
sfcalcio.
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quoto il pensiero di chi sostiene che con Di Carlo, perlomeno, saremmo rimasti in A. Cavasin è stata una scelta sbagliata nel merito (un uomo fuori dal calcio) e nei tempi (a quel punto si doveva finire la stagione con Mimmo). Detto questo non mi è mai piaciuto come utilizzava i giocatori, il suo modo di giocare e il suo scarso carisma. La società ha chiamato un tecnico reduce dalla lotta per la salvezza per guidare una squadra ai preliminari di CL, il progetto non è stato stravolto, non c'è mai stato. . -
.quoto il pensiero di chi sostiene che con Di Carlo, perlomeno, saremmo rimasti in A. Cavasin è stata una scelta sbagliata nel merito (un uomo fuori dal calcio) e nei tempi (a quel punto si doveva finire la stagione con Mimmo). Detto questo non mi è mai piaciuto come utilizzava i giocatori, il suo modo di giocare e il suo scarso carisma. La società ha chiamato un tecnico reduce dalla lotta per la salvezza per guidare una squadra ai preliminari di CL, il progetto non è stato stravolto, non c'è mai stato.
meglio de "u fenomeno ?
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Come uomo nulla da dire. .
Domenico Di Carlo (2010/2011)allenatore |
