Gianluca Pagliuca (1986-1994)

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    CITAZIONE (lo sciacallo di sestri ponente @ 1/11/2017, 18:03) 
    Sul web ho letto che è mancata la mamma di Pagliuca. Condoglianze alla famiglia

    Me la ricordo quella signora bionda e piuttosto in carne che partecipava spesso a "quelli che il calcio " con Fazio.
     
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    U.C. Sampdoria‏Account verificato @sampdoria 2 min2 minuti fa
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    📷 Visita gradita a #CasaSamp. Gianluca #Pagliuca in posa davanti alla sua gigantografia nella Residenza Academy U.C. #Sampdoria. 👍🏼

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    Pagliuca: 'Cuore Bologna, ma la Samp mi fa uno strano effetto. Al derby mio figlio stava per diventare tifoso'

    Non chiedete a Gianluca Pagliuca di scegliere tra la Sampdoria e il Bologna. Il club rossoblù è la squadra della città in cui vive, quella in cui è pure nato il 18 dicembre 1966. Il Bologna è anche la società che gli ha visto muovere i primi passi da calciatore, e inevitabilmente l’ex portiere è rimasto legatissimo al suo primo amore.

    La Sampdoria invece è stato forse il momento più alto della sua carriera, e Pagliuca un blucerchiato lo è diventato d’adozione. Ecco perché alla domanda “A chi sei rimasto più legato”, il numero uno dello scudetto cerca di svicolare: “Mi potrei salvare in corner, come ho fatto per tanti anni. Non sarò allo stadio, perchè io lavoro per il Bologna, sono il responsabile di tutti i portieri del settore giovanile. Sarei ipocrita se dicessi che non tifo Bologna. Però vi assicuro, Sampdoria e Inter mi sanno uno strano effetto, quando ci sono loro vacillo” ha confessato a La Repubblica. “Se vince la squadra di Donadoni sono contento, ma se invece sanno risultato gli uomini di Giampaolo va bene lo stesso. Non riesco proprio a tifare contro la Samp. Se dovessero segnare, mi sa che ci scappa pure l’esultanza, come del resto ho fatto di recente. Quando? Al derby, sabato 4 novembre". Un derby che ha pure seguito dallo stadio: "Una coincidenza pazzesca, con la Primavera del Bologna al pomeriggio giocavamo a Bogliasco. Così mi sono fermato a Genova. L’avvocato Romei mi ha invitato a vedere Casa Samp, una struttura pazzesca, bellissima. E poi mi ha detto: perchè stasera non viene al derby? Sono andato a Marassi con mio figlio Mattia, 15 anni, che gioca nel Bologna Under 16, e con il mio grande amico, l’avvocato Rispoli. Mattia è rimasto incantato dal tifo, dalle coreografie, per poco non mi diventa sampdoriano. Al gol di Ramirez non ho capito più niente”.

    Venendo al possibile pronostico, Pagliuca ha le idee piuttosto chiare: “Sarà una partita aperta. Spettacolare non lo so, perchè il Bologna non gioca benissimo. La squadra di Donadoni però ha le armi per mettere in difficoltà la Samp, visto che ama aspettare e ripartire. Giampaolo non ha bisogno di consigli, ma credo che il lato debole siano le corsie esterne della retroguardia, più Masina a sinistra. La Sampdoria con la Juve mi ha impressionato, credo che quello di sabato sia un esame verità”. La rosa blucerchiata lo ha impressionato favorevolmente: “Sull’organico posso solo dire cose buone: Zapata e Quagliarella sono irresistibili, i piccoletti del centrocampo fanno paura, Ramirez, se è in giornata, vince le partite da solo e la difesa è organizzata alla grande. Quando facevo il corso da allenatori – conclude Pagliuca - andai a Siena seguire per due giorni gli allenamenti di Giampaolo. Già allora dissi: questo allenatore mi sembra un fenomeno”.

    http://www.calciomercato.com/news/pagliuca...tto-al-de-89742
     
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    Pagliuca: “Mancini? Ci siamo mandati spesso a quel paese. Quando giocavo nell’Inter…

    MANCINI ALLA SAMPDORIA – “Mi ha fatto arrabbiare molte volte, è vero. Come credo di averlo fatto arrabbiare spesso anch’io. Ci si mandava a quel paese, ma l’affiatamento cresce anche così. E il nostro era un gruppo molto affiatato e molto frizzantino. Litigavamo, ma eravamo amici. E lo siamo rimasti. Quando sono arrivato alla Samp, era il leader tecnico e dello spogliatoio. E si scontrava per forza con tante personalità. Aveva in mano tutto, era il cocco di Paolo Mantovani, che stravedeva per lui, come fosse un figlio“.

    SCUDETTO – “Quella dello scudetto è stata un’annata memorabile, ricordo ogni momento. C’era un grande equilibrio, 6-7 squadre potevano vincere il campionato. Adesso sai già chi lo vince e non è un bel segnale perl’interesse generale. Anche se certo non è colpa della Juve“.

    SFURIATA DI MANCINI – “Certo che me la ricordo, perché il fallo glielo feci io, che giocavo nell’Inter. Cercai di calmarlo, ma diede in escandescenze e prese una lunga squalifica. Aveva ragione lui, il contatto c’era stato“.

    http://www.fcinter1908.it/ultimora/pagliuc...cavo-nellinter/
     
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    Gianluca Pagliuca ha ricordato esperienze ed episodi vissuti da calciatore in occasione di un'intervista ai taccuini di itasportpress.it:

    Lei ha giocato in squadre che hanno lasciato un segno importante nelle rispettive storie societarie: dalla Sampdoria scudettata all’Inter vincitrice in Europa e al Bologna del settimo posto nel 2002. C’erano punti in comune tra i vari gruppi? “Non credo, c’erano mentalità diverse. Alla Samp il gruppo si era consolidato negli anni e si verificavano pochi cambiamenti. Ogni anno arrivavano al massimo 2 o 3 giocatori nuovi perché avevamo l’idea di migliorare gradualmente. All’Inter invece c’era più pressione e bisognava vincere subito. Anche se si arrivava in zona Uefa la stagione non era considerata del tutto positiva. Si pretendeva il massimo perché non era ammesso un risultato diverso dalla vittoria. Invece il Bologna somigliava alla Samp. Non si doveva lottare per vincere, ma si lavorava per migliorare anno dopo anno. E siamo riusciti a disputare ottimi campionati.

    Erano gruppi molto professionali. Certo, non mancavano i momenti di divertimento. Alla Sampdoria i punti di riferimento erano Vialli e Mancini, mentre all’Inter lo ‘Zio’ Bergomi e Ronaldo, oltre a me perché ero tra i senatori”.

    E chi era il re degli scherzi? “Difficile trovarne uno in particolare. Sicuramente era pericoloso Vialli (ride ndr.): a volte ti tagliava calze e mutande negli spogliatoi. Dovevi stare attento con lui”.

    https://www.sampdorianews.net/giocavamo-in...-scherzi-114262
     
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    Gianluca Pagliuca, ex portiere della Sampdoria, dello Scudetto, commenta l’impresa di Gianluca Vialli e Roberto Mancini. Le parole alla Gazzetta dello Sport.

    DEDICA – «Quando ho sentito la dedica di Roberto ai Sampdoriani e a Paolo Mantovani, il presidente che gli ha insegnato come si può voler bene anche nel calcio.Equando ho visto lui e Luca avvinghiarsi e piangere insieme. Ho messo la foto in tutti i miei social: meravigliosa. In quell’abbraccio c’era un pezzo di storia della nostra vita, non solo della carriera. C’era tutta quella Samp, ricordi indimenticabili. Ecco, mi piace credere che in quei trenta secondi anche a loro siano tornati in mente: non solo il ricordo della sconfitta a Wembley con il Barcellona, anche se avete pensato tutti a quella».

    WEMBLEY SAMPDORIA– «Credo che se anche quella sera avessimo battuto il Barcellona non sarebbe cambiato molto per lui: di sicuro non la sua voglia di vincere. Quella partita per la Sampdoria era un punto di arrivo, ma dopo aver perso un’occasione irripetibile è diventata anche una ripartenza. El ui è ripartito un sacco di volte, da giocatore e poi da allenatore».

    STAFF SAMPDORIANO – «E’ stato bravo anche in quello. Lui ha bisogno di avere vicino solo quelli di cui si fida ciecamente, sceglie di circondarsi di persone che anzitutto lo capiscano. Nella vita, ma anche nel calcio: Chicco, Attilio, Fausto, Giulio, Massimo sono con lui da una vita, non può sbagliarsi. Roberto ricorda tutto e d è molto generoso con chi ha rispetto di lui: quando decide che uno per lui è amico, è amico».

    FAMIGLIA SAMPDORIA – «Spesso si dice “come una famiglia”, ma è una frase fatta. Non per noi: in quella Samp ci si voleva bene come fratelli, ci si rispettava come parenti.E ci si ritrovava sempre nella stessa casa, noi del nucleo storico: io, Mannini, Vierchowod, Pellegrini, Lombardo, Mancio, Vialli. E quando arrivava qualcun altro gli aprivamo la porta. Toppo idilliaco? Rispetto, amicizia, ma ognuno aveva il suo carattere. La sua personalità, soprattutto: quasi tutte forti. Si vedeva anche in campo: chiamiamole incomprensioni, scambi di opinione, ma ci si mandava proprio a quel paese».

    FUORI DAL CAMPO – «Anche litigi brutti:non roba da mettersi le mani addosso, ma quasi. Uno pesantissimo fra me e Vierchowod, uno del Mancio sempre con Pietro. Ma faceva bene anche scazzarsi, ogni tanto. Come scherzare, e lo facevamo spesso. Vialli aveva la personalità più forte, poteva permettersi di farci quasi qualunque cosa. Ma il più matto era Lombardo: anche oggi credo».

    MANCINI DIVERSO – «Gli piaceva ridere, ma era più timido, stava più sulle sue. Robi parlava poco e pesava molto. Cambiato? Molto non so, ma è cambiato: più tranquillo, pacato, disponibile. In campo succede raramente di vederlo nervoso, una volta succedeva il contrario: era un’eccezione quando non lo era, aveva il suo caratterino. Tanto se esagerava ci pensava lo zio Vuja».

    BOSKOV – «Era quello che ci teneva tutti attaccati. Il numero uno assoluto nella gestione del gruppo, a modo suo: grande rispetto per i giocatori più esperti, faceva finta di dare la colpa ai più giovani ma poi coccolava pure loro. Sempre tranquillo, l’aplomb di chi ha in mano il controllo della situazione. E funzionava».

    MANCINI COME BOSKOV – «Da Boskov ha imparato che avere un gruppo forte e saperlo gestire bene può essere la tua arma migliore. Mancini alla sua Nazionale ha dato grande tranquillità e ha insegnato il senso della forza di essere tutti dalla stessa parte. Ho visto anche qualche allenamento della squadra: clima splendido, tutti sereni, uniti. Anche in questo Roberto è stato perfetto».

    NAZIONALE – «Ha sempre avuto in testa di allenare la Nazionale ed è sempre stato sicuro della forza del suo lavoro: sapeva di arrivare lì nel suo momento migliore, con tanta esperienza nei club alle spalle, e aveva visto prima come sarebbero diventati certi giocatori».

    30 ANNI DOPO – «Un po’ più vecchi, ma sempre uguali, con la stessa voglia di stare insieme: è una cosa rara, ma quella Samp era una cosa rara. Ci ritroviamo a cena ogni tre-quattro mesi e ci siamo sempre quasi tutti, poi quando non ci vediamo ci scriviamo. Abbiamo anche noi una chat su whatsapp, immagine del profilo lo stemma della Samp. Già da prima dell’Europeo scriviamo a Roberto alla vigilia delle partite, a un certo punto è diventata una scaramanzia: primo messaggio di uno, tutti a ruota, e non c’è stata una volta che lui non abbia risposto. Mai. Anche domenica, nonostante credo avesse sul telefonino 7-800 messaggi: ci ha ringraziato con dei cuori».

    https://www.sampnews24.com/sampdoria-pagli...ioni-euro-2020/
     
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    Bella intervista 🙂
    Pagliuca era veramente uno dei portieri più forti del mondo...
     
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    CITAZIONE (Kuomintang @ 14/7/2021, 11:49) 
    Bella intervista 🙂
    Pagliuca era veramente uno dei portieri più forti del mondo...

    Non so, a posteriori devo dire che l'ho un pò ridimensionato. In questi anni lavorando sull'archivio ho visto una serie di gol presi con sua forte responsabilità e talvolta autentiche papere clamorose. Roba che se vi fosse stato allora il forum lo avremmo crocifisso in poco tempo.
     
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    Le papere le hanno fatte tutti Tore. Ai suoi tempi anche Zenga ne combinava (una sua uscita a farfalle ci è costata un mondiale...), ricordo papere grossolane anche di Buffon, Dida e altri, tutti top del ruolo.
    Pagliuca era mostruoso come riflessi, esplosivita' e mezzi atletici.
     
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