Alviero Chiorri (1975-1981 e 1982-1984)

attaccante (2° punta)

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  1. brigidun
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    Intervista ad Alviero: che mito.

    Abito a L'Avana dal 1994, la mia vita ormai e' laggiu'. Quando ho smesso con il pallone ci sono andato in vacanza per 15 giorni; mi e' piaciuta e ci sono tornato per tre mesi. Alla fine ho deciso di stabilirmi a L'Avana: ora ho una figlia di 4 anni, Nicole, una bellissima bambina mulatta.

    - Perche' un distacco cosi' dall'Italia?
    Nausea del calcio, stress e bisogno di scappare da un mondo nel quale non mi sono mai pienamente riconosciuto.

    - A Cuba che lavoro fa?
    Nessuno. Ozio.

    - La serie A la guarda mai?
    Seguo solo la mia Sampdoria ogni domenica mattina. Mi sta stupendo: mai avrei pensato di vederla cosi' in alto. Ha buoni giocatori, un ottimo allenatore e un bel gioco, ma non vedo un campione. Temo che questo, pero', sia il problema del calcio di oggi.

    Io non giocavo ne' per i miei compagni, ne' per l'allenatore.

    - Per se' stesso?
    Non ci siamo, non ha proprio capito: giocavo per il pubblico, solo per il pub-bli-co. Godevo quando riuscivo a far divertire la gente, a stupire i tifosi con la giocata piu' difficile, quasi impossibile.


    - Parliamo di look: calzettoni giu', maglietta fuori. Perche'?
    Per pigrizia, poi e' diventato un modo di apparire: ero un simbolo per molti ragazzini. Ma il mio segreto erano le scarpe. La sinistra era sempre estiva, a 13 tacchetti in gomma, la destra sempre invernale, a 6 tacchetti in ferro.
    Volevo essere ben piantato sulla gamba d'appoggio, ma libero di fare giochetti e calciare con facilita' con il mio piede preferito...

    - Torniamo alle giovanili della Samp. Prime soddisfazioni e primi guai?
    La nazionale Juniores. A Coverciano mi dissero: Alviero, sei convocato per i Mondiali in Tunisia. E io: voi siete pazzi, io devo andare al mare con i miei amici, non vengo!

    - Risultato?
    Allodi e l'allenatore Acconcia su tutte le furie: Via Vattene da qui!!! Mi sono allontanato scortato da due carabinieri: da quel giorno, addio alla maglia azzurra...

    - Bel caratterino. Scusi perche' ride?
    Bersellini mi chiama per il mio primo raduno in prima squadra. Una di quelle presentazioni ufficiali in cui si arriva in divisa, eleganti e precisi. Mi presento e...

    - ...E?
    Tre orecchini, catenona d'oro, bermuda e sandali. Venivo direttamente dalla spiaggia...

    Non capivo che ero un professionista. Avevo una testa diversa, volevo solo divertirmi, e lo facevo, in campo e fuori. Alla Samp eravamo un bel gruppo, frequentavamo un bar dove suonavano i New Trolls, presto siamo diventati amici...

    - Un anno in prestito al Bologna, poi il ritorno alla Samp per due anni e l'addio.
    La squadra cresceva, ma io non stavo al ritmo dei compagni. Mi chiama Mantovani con le lacrime agli occhi: Alviero, ti devo cedere. Sei Stato la piu' grande delusione della mia vita: con la tua tecnica chissa' dove saresti potuto arrivare...

    - Rimpianti?
    A Genova stavo bene, mi ero sposato e avevo un figlio. I tifosi impazzivano per me e quella squadra, pochi anni dopo, sarebbe arrivata allo scudetto. Ma io ero troppo immaturo: me ne sono andato alla Cremonese, in cambio di Vialli...

    - Dal presidente Luzzara.
    Aveva da poco perso un figlio e mi rivedeva in quel ragazzo, mi coccolava e mi aiutava. Mi hanno cercato tanti grandi club, ma non me la sono piu' sentita di lasciarlo... Di quegli anni mi ricordo Lombardo. Guardi qui la figurina, aveva ancora i capelli: li ha persi perche' correva troppo veloce!!!

    - Il gol piu' bello in grigiorosso?
    Col Messina ero in panchina, ultimi secondi di gioco, punizione dal limite per noi. L'accompagnatore si butta ai miei piedi e mi strappa la tuta, mentre il mister mi butta in campo senza riscaldamento. Mi ritrovo in campo senza accorgemene, sistemo il pallone e pum: palla oltre la barriera e gol!

    - La stagione piu' brutta?
    1988/89: non sto piu' bene. Stanco, svogliato, nervoso: non ho entusiasmo, vorrei smettere, litigo con tutti. Depressione, esaurimento nervoso.
    Prima rifiuto i medicinali, ma alla fine mi devo ricoverare in clinica.
    Quattro mesi di cure, psicofarmaci, e il cortisone che mi ha gonfiato e sono sovrappeso di 15 chili.
    Agli spareggi vengo convocato: sfida con la reggina che vale la promozione e finisce ai rigori. Il mister mi manda in campo per i tiri dagli undici metri: tocca a me, prendo la rincorsa ma mi tornano in mente la depressione, la clinica e tutto il resto. Il tiro e' sbilenco, fuo-ri. Mi crolla tutto addosso, ci risiamo... Sto piangendo di rabbia quando arriva Rampulla: Tranquillo Alviero, ci penso io! Va in porta: tiro, parata; tiro, parata.
    Cremonese in serie A, io rinato.

    - L'avversario piu' duro?
    Gorin. Una volta dopo 10 secondi mi ritrovo gia' a terra: era un suo tackle. Ma era un ragazzo corretto: quando ci incontravamo per strada mi ripeteva: Scusa Alviero, ma questo e' il mio ruolo...

    - Il difensore con cui si e' divertito di piu'?
    Coppa Italia a Firenze: mi marca Roggi. Io scatenato, in una di quelle giornate: finte, controfinte, dribbling, tiri, passaggi impossibili.
    Finche' sento una voce alle spalle: Ragazzino, ci hai rotto le palle. O la smetti o ti fermiamo con le cattive. Era Antognoni che difendeva il suo compagno....

    - Ha fatto una cazzata in carriera?
    Tutta la mia carriera e' stata una cazzata...
    Mi piacerebbe riprovarci con la testa di adesso: ci sarebbe da divertirsi...!

    -------------------

    Da un'intevista sul Lavoro, (prima di una partita della cremonese a marassi contro una squadra cadetta (se non ricordo male - nota del mio amico Gianni). Il giornalista chiede ad Alviero, "ma lei è ancora un tifoso della Samp?", e Lui risponde: "Io non sono un tifoso della Samp, Io sono un Ultras della Sampdoria!"

    Edited by Tore MB - 12/5/2020, 20:09
     
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    Si, vecchia intervista ma sempre divertente.

    Nella Samp ha giocato 148 partite di serie A e B segnando 30 reti. Non ho le cifre delle presenze e delle reti in Coppa Italia.

    Edited by Tore* - 8/2/2008, 00:45
     
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  3. Ale in the Stretch
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    CITAZIONE (brigidun @ 21/12/2006, 14:16)
    Il giornalista chiede ad Alviero, "ma lei è ancora un tifoso della Samp?", e Lui risponde: "Io non sono un tifoso della Samp, Io sono un Ultras della Sampdoria!"

    Frase bellissima :sciarpa: :sciarpata: :battimani: :bandierina: :samp5: :samp10: :samp7: :samp3: :ok:
     
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  4. fabbriz
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    Grande Chiorri, purtroppo non ho potuto ammirarlo dal vivo :samp5:
     
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  5. kibou77
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    Che carino.....!!! ;)
     
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    http://www.blucerchiati.net/portale/module...article&artid=7

    Il "Fu Mattia Pascal" del calcio è ricomparso. Esistenza pirandelliana quella di Alviero Chiorri che tra essere uno o centomila a 33 anni, preferì smettere e diventare «nessuno». Come un Rimbaud del pallone, dopo sedici stagioni passate all'inferno del calcio, appese le scarpe ed è ripartito dal paradiso di Cuba. «Avevo bisogno di tornare ad essere un perfetto sconosciuto. Essere apprezzato prima di tutto come uomo, perché la notorietà mi ha sempre dato fastidio». Parla pacato, il redivivo Chiorri, scuro nell'abito da Dylan Dog, il codino mesciato su una faccia abbronzata dal sole de L'Avana, mentre sorseggia un aperitivo in un baretto di Torrimpietra, a due passi dal mare.

    Quel Tirreno che risalì fino a Genova per diventare un piccolo grande eroe della Sud doriana. «La Samp mi prese dalla Pro Roma che avevo 15 anni: a 17 (stagione '76/'77) Bersellini mi fece esordire in Serie A». Doveva essere l'inizio di una storia da scrivere a caratteri d'oro, come lo scudetto che il sergen te Bersellini andò a vincere due anni dopo in un'Inter, in cui avrebbe volentieri apprezzato anche la fantasia dell'Alviero.

    «Bersellini mi voleva portare, poi l'Inter prese Beccalossi. Così rimasi a Genova. Alla gente di Marassi piacevo da impazzire, ma sentivo di essere caduto in un gioco più grande di me. Oggi i ragazzi che fanno il loro esordio in A molto presto, sono mentalmente più preparati. Io invece non mi sapevo gestire». Ingestibile al punto da essere spedito in prestito a Bologna dove incontrò i suoi due gemelli minori, Mancini e Macina. «Costituivamo un trio favoloso. Tecnicamente Macina era il più forte, ma la differenza tra noi la faceva Roberto, più potente, più calciatore. Ho capito con gli anni che nel calcio non è solo questione di tecnica, il campione vero è più completo sotto tutti gli aspetti. Penso a Van Basten, il più grande che ho incontrato, ma anche a uno come il "Mancio"».

    Il giovane Mancini stregato dai suoi numeri, lo seguì l'anno dopo, alla Samp per q ue llo che doveva essere un ritorno da principe. E invece... «La Sampdoria stava crescendo, ma io non andavo di pari passo e a un certo punto il presidente Mantovani fu costretto a cedermi alla Cremonese. Quando mi salutò aveva le lacrime agli occhi e mi disse: "Alviero, sei stata la più grande delusione della mia vita". Quella frase me la sono portata dentro fino all'ultimo giorno che sono sceso in campo». Ma a Cremona trovò l'amore del presidente Domenico Luzzara e lo stadio Zini conserva ancora il ricordo delle sue esibizioni come le più belle perle di una storia centenaria.

    «Ho sempre cercato la giocata impossibile e lo facevo perché avevo solo un disegno in testa: far divertire la gente. Appartengo a quella categoria di giocatori che piacciono tanto ai tifosi e molto poco agli allenatori, perché non sanno trovargli una collocazione in campo, quindi se girano bene, altrimenti li fanno dannare. E io li ho fatti dannare tutti».
    Una dannazione gettata alle spalle da quel 24 maggio 19 92. Quel giorno, proprio contro la sua Samp a Marassi, decise di smettere, portandosi via gli ultimi applausi di una curva, e qualche rimpianto. «Per esempio quello di non aver mai segnato nel derby contro il Genoa. Questa è una delle poche cose che mi mancano di quegli anni. Come mi mancano gli scontri duri, ma sempre leali con il povero Gorin. Finita la gara si andava a bere insieme in un locale dove cantavano i nostri amici New Trolls».

    Carezza della sera genovese, ritrovata appena calciato via un pallone al di là dell'Oceano. «Ho smesso quando ho sentito il peso del tradimento. Tradito da un mondo che forse non era mai stato completamente il mio. Sono sempre più convinto di essermene andato via quando si cominciava a giocare ovunque fuorché in campo. Prima che il calcio diventasse solo mercato e compromessi. E quelli proprio, io non ho mai saputo cosa siano».
     
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  7. Maurise
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    CITAZIONE (fabbriz @ 22/12/2006, 11:24)
    Grande Chiorri, purtroppo non ho potuto ammirarlo dal vivo :samp5:

    Era in tribuna in coppa Italia contro il Palermo,sempre uguale tranne la chioma!!! :lol:
     
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    http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/...6/chiorri.shtml

    Corriere della Sera dell’altro ieri, intervista all’ex c.t. azzurro Marcello Lippi. Domanda: «C'è un suo compagno di squadra che avrebbe meritato molto di più di quello che ha avuto dal calcio?». Risposta: «Alviero Chiorri, qualità tecniche e atletiche a livello dei più grandi. Ora vive a Cuba». Chiorri giocava assieme a Lippi nella Sampdoria degli anni Settanta. Romano di origini, possedeva numeri eccezionali, una specie di Totti prima di Totti. Era un ragazzo, debuttò in serie A a ridosso dell’inquieto 1977, anno di violenze e trasgressioni. Al raduno estivo si era presentato in tenuta da spiaggia: sandali e bermuda, orecchini ai lobi e un catenone d’oro al collo. Sembra di rivederlo, e di risentirlo parlare in mezzo romanesco: «Ahò, so’ Alviero, che problema c’è?». L’allenatore della prima squadra, Eugenio Sergente di Ferro Bersellini, l’aveva cacciato seduta stante, salvo richiamarlo poi per manifesta superiorità calcistica.

    AZZURRI OVER 40 «Bisognerebbe vivere i vent’anni con l’esperienza dei quaranta», riflette oggi Chiorri, che in questi giorni sta a Roma per motivi familiari, ma che conferma la versione di Lippi: «Certo, abito a Cuba in pianta stabile dal ’94 circa. Che cosa faccio? Niente, mi godo la vita. Ho casa in centro all’Avana, seguo i miei figli piccoli, una bambina di sei e un bimbo di due. Vado al mare e continuo col calcio. Gioco nella "Tricolor", squadra di italiani a Cuba. Partecipiamo a un torneo over 40, nel 2006 siamo arrivati terzi. Indossiamo le maglie azzurre dell’Italia. Quelle vere, ufficiali, che mi ha spedito Marcello (Lippi, ndr)».

    SCARPE DIVERSE Chiorri coltivava un piccolo segreto, calzava scarpe da pallone spaiate. «Al piede destro tenevo i sei tacchetti da campo pesante anche se il terreno era asciutto, perché volevo che la gamba d’appoggio fosse stabile, ben radicata. Al sinistro, estate o inverno che fosse, mettevo lo scarpino coi tredici tacchetti perché volevo che la gamba creativa mantenesse più libertà di movimento». Una carriera all’insegna del se. Se si fosse allenato meglio, se avesse collezionato meno ragazze, se non fosse scappato dai ritiri. Se, se, se. «Diciamo la verità: per diventare grandissimi, competere agli alti livelli, non basta essere bravi sul campo. Avevo dei limiti, arrivai in serie A troppo giovane, ma va bene lo stesso, mi sono divertito».

    CHE TRIO A un certo punto, estate del 1981, Chiorri lo prestarono al Bologna e in quell’anno il club rossoblù si ritrovò con tre attaccanti che a ripensarci vengono i brividi: Chiorri, Roberto Mancini (lui, l’allenatore dell’Inter) e Macina. Marco Macina, chi era costui? «Un fenomeno, più bravo di me e Mancini. Anche Marco non fece la strada che doveva». Macina, sammarinese, passò al Milan, ma non sfondò e si smarrì presto nelle serie minori. Chiorri lasciò la Samp nell’estate ’84, girato alla Cremonese nel quadro dell’affare Vialli. Paolo Mantovani, presidente doriano, chiamò Alviero: «Mi dispiace, non posso fare diversamente». Parole dolenti, anni prima Mantovani aveva vincolato l’acquisto della Samp da parte sua alla conferma del baby-prodigio, corteggiato dall’Inter. Un destino garbato regalerà a Chiorri il congedo perfetto: l’ultima partita da professionista sarà Samp-Cremonese (2-2), maggio ’92. Acqua passata, il presente è Cuba. E il futuro? Dove sarà Alviero nel 2020? «E chi lo sa? I Caraibi sono pieni di isole e isolotti...».
     
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  9. jacopolondra
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    grande Alviero!! mio padre ne parla sempre benissimo!
     
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  10. vecchia samp
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    :sciarpata: :sciarpata: :sciarpata:
    cavolo, il marziano. ero poco più di un ragazzino quando lo vidi giocare la prima volta, mi manca tantissimo il suo gioco, solo tocchi e fantasia, come divertimento puro io, ed è solo una mia opinione, l'ho sempre prefrito a mancini, ma lui preferiva ben altro, bella vita e perchè no tanta figa. era forse il più talentuoso ragazzo che abbia visto giocare in quello sport che all'epoca si chiava PALLONE, dove si andava a vedere 11 bell'imbusti che ti facevano divertire, e per vederli dovevi entrare in uno stadio, in un marassi ovale con il miglio manto erboso mai impiantato in uno stadio italiano, un manto che all'epoca si chiamava a Schiena D'Asino. Ricordo ancora quando nel lontano 1981, il giorno antecedente la mia prima comunione mi portarono sul campo di allenamento, dove poitei conoscerlo, e dove mi regalarono la foto della squadra autografata da tutti, ricordo ancora quanto mi incazzai quando paolo mantovani lo usò come scambio per avere Vialli.
    e adesso solo ricordi, perchè da quando è andato via lui non si vede più il tacco, il tunnel il driblig fatto guardando la sud ad attendere l'esplosione della curva per la finezza atletica che gli dava forza e a noi vafeva Godere.
    Lo ricordo sempre con tanto affetto, quanto non ne ho mai dato a nessun altro giocatore.
    qualche tempo fa si discuteva sul ritiro della maglia per mancini o per flachi, bè se posso esprimere un parere sentimentale io l'avrei ritirata per Alviero, perche per lui l'importante eravamo noi tifosi e solo noi, nient'altro.
    comunque mi consolo perchè ho la fortuna di tornare a casa e riguardalro in faccia tutte le sere, lui e quella maglia che mi fa battere il cuore, lui con quel viso da ragazzino indisponente, faccia d'angelo e non.
    :samp5: :samp5: :samp5:
     
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  11. TONY KUKOC
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    Da come ne parlate è un peccato che io non l'abbia mai visto giocare.
     
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  12. trevorfrancis71
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    sicuramente un grosso talento, ho qui un guerin sportivo dell' 81 che gli dedicò un' articolo in occasione di un suo gol che castigò il milan a s.siro. Lo descrivono come un personaggio complesso, genio e sregolatezza, abbigliamento estroso ,orecchino, che all' epoca faceva sicuramente un' altro effetto rispetto ad oggi.Di sicuro Alviero Chiorri poteva vantare uno stimatore di eccezione, il nostro prersidente "mito" Paolo Mantovani
     
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  13. paulosilas
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    Parlando di grandi ex non si può non citare il grande Alviero Chiorri. Per me che ho avuto la fortuna di vederlo giocare anche se ero piccolo resta un mito, un giocatore che in quanto a classe e talento non aveva niente da invidiare a Mancini, peccato che avesse un carattere particolare, con lui in campo si giocava in 12 o in 9 mai in 11...

    Edited by Tore MB - 12/5/2020, 20:17
     
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  14. sampdoria olè
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  15. èUnGombloddoTICTICTIC
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    giocatore incredibile.... mi ricorda 1 pò cassano, come carattere... però era addirittura più forte tecnicamente... alviero vieni presto a trovarci in sud!!
     
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69 replies since 21/12/2006, 14:16   6178 views
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