Manicomio Blucerchiato Forum

Posts written by BaZe

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    Dopo un primo tempo a reti inviolate in cui è stato soprattutto il Milan a fare la partita, trovandosi però davanti un grandissimo Elia Tantalocchi, la Sampdoria Primavera, prima va in vantaggio al 56', e poi subisce il pareggio su rigore al minuto 88.

    Con orgoglio i ragazzi di Stefano Tufano trovano il raddoppio al 90' con Samuel Ntanda Lukisa, doppietta per lui, subentrato a Mihailo Ivanovic al 46'.

    Nella seconda frazione la Sampdoria aveva anche un palo con Flavio Paoletti al 76'. La rete del Milan, su penalty, è stata realizzata da Mattia El Hilali.
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    Ho sentito alla radio che dicevano che la Salernitana ha il diritto di riscatto a 1 milione ed obbligo di riscatto alla 20esima presenza a 500 mila euro. Al giocatore un contratto da 1,6 milioni.
    Dispiace sia andato via, ma la sua involuzione era evidente ed è stato giusto liberarsi di quell'ingaggio davanti ad una offerta.
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    Sconfitta per la Sampdoria del calcio a 5 contro la squadra di Mestre in una partita che ha visto il dominio della squadra di casa in vantaggio di 3 gol a zero nella prima frazione e che la Samp non è riuscita a raddrizzare complice anche l'espulsione del capitano a 5 minuti dalla fine che di fatto ha chiuso ogni speranza di rimonta.
    Stagione comunque ottima della Samp e buon punto da cui ripartire per la prossima stagione.
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    Ottimo risultato per i ragazzi che per il primo campionato di futsal della Sampdoria, portano sugli scudi il nome della nostra squadra. Davvero complimenti!

    Ieri ho assistito casualmente alla partita tra Fenice venezia e Prato, due squadre del nostro girone e solo ora mi rendo conto che giocano nella palestra a 100mt da dove abito io. Buon agonismo e bella spinta del pubblico, un centinaio sugli spalti. Peccato non aver visto la Samp durante il campionato ;P
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    CITAZIONE (Tore MB @ 16/3/2022, 22:28) 
    Tu ci sarai?

    Ci sarò!
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    CITAZIONE (SaxDoria @ 16/3/2022, 14:13) 
    Distinti??
    Comunque non so voi, ma io un’ansia pre gara così non la sentivo da tempo

    Sì distinti.
    Ho visto che i biglietti in curva ospiti sono andati venduti subito e molti altri nei posti vicino. Chissà che finalmente possa tornare a sentirsi la forza dei nostri tifosi anche in trasferta!
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    Biglietti presi :P
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    Da la Gazzetta dello Sport

    A tu per tu con: IL NUOVO FERRERO
    di Filippo Grimaldi

    Correzione di rotta. Alla vigilia della presentazione ufficiale del suo nuovo allenatore, oggi nella pancia del Ferraris, Massimo Ferrero racconta la Sampdoria che verrà con la chiara intenzione di chi vuole ripartire dai 52 punti e dal nono posto dell’ultima stagione.

    Presidente, perché D’Aversa?
    «Ho fatto una valutazione molto attenta, perciò ho impiegato più tempo. Non possiamo permetterci di sbagliare. Ho guardato come giocava Ranieri e ho fatto altrettanto con D’Aversa. Non entro in questioni tattiche, anche se entrambi si schierano a quattro: per quei discorsi, c’è Carlo Osti. Io ho studiato l’uomo. E’ andato via un signore elegante,
    di un’altra epoca, che ha dato serenità ai miei giocatori. Penso che D’Aversa abbia lo stesso profilo per definirlo l’uomo giusto».

    Si annuncia un mercato complicato per tutti, ma lei ha un gioiello come Damsgaard in vetrina.
    «Mi aspettavo che Mikkel fosse così forte: da noi è arrivato grazie a Pecini (passato allo Spezia, n.d.r.), ma il giocatore non è in vendita, a meno che non arrivi un’offerta che possa emozionarci. Ho cambiato il modo di vedere il calcio. Certo, qualcosa in uscita bisognerà fare, ma non svenderò nessuno, sia chiaro».

    In un calcio che fa i conti con la pandemia, lei ha rilevato il titolo sportivo della Florentia San Gimignano varando la Samp Women
    «Sono ambizioso. S’è creata un’opportunità e l’ho sfruttata. Ciò dimostra che non siamo qui a dover risparmiare sull’allenatore. Abbiamo messo sul piatto cifre importanti, anche se nell’ultimo bilancio siamo andati sotto di 14 milioni, e non mi è piaciuto».

    Pecini è andato allo Spezia. Arriva Faggiano, ex d.s. Genoa?
    «Voglio bene a Pecini, ma è un ragazzo irrequieto, leopardiano. Non è andato via perché abbiamo litigato, voleva fare un’altra esperienza. Talvolta i figli si approfittano del papà, ma per lui qui ci saranno sempre le porte aperte. Su Faggiano, ci sto lavorando. Penso che andrà d’accordo con Osti: il primo è il diavolo, l’altro è l’acquasanta».

    Sta trattando Ribery?
    «Ho già il Ribery italiano. Si chiama Quagliarella, che non si può paragonare nè a Ribery, nè a Eto’o. Resterà con noi quest’anno, e spero anche il prossimo».

    Fra le sue opzioni per la panchina, c’è stato Giampaolo.
    «Gli ho parlato, certo: è una persona fantastica e un allenatore meraviglioso, ma non mi sembrava convinto. Mi fa tornare in mente la scelta di Di Francesco, che si rivelò un errore. D’Aversa, invece, può valorizzare il patrimonio giocatori di una rosa che l’anno scorso ha raccolto 52 punti ed è arrivata nona».

    Balde non è rimasto con voi.
    «L’ho pregato di tornare. Mi aveva dato la sua parola e non l’ha mantenuta. Guadagna tanto, non potevamo permettercelo. Con la mia gestione, ricordatevelo, è stato raddoppiato il monte ingaggi, altrimenti giocatori come Correa non sarebbero mai venuti».

    A fine anno sarà pronta la nuova casa Samp a Bogliasco.
    «La storia insegna che uno spogliatoio giusto vale quattro-cinque punti in classifica in più».

    Può chiarire il discorso societario?
    Oggi si parla sempre della questione dei suoi concordati legata al futuro blucerchiato, con le solite voci sulla vendita. «Ne parlo una volta per tutte. Le vicende romane, sono una cosa, Genova è un’altra. Due storie distinte. Fra due anni sapremo se le mie risorse immobiliari sono sufficienti a pagare tutto quel che devo. Il trust fatto con la Samp è a maggior garanzia dell’operazione, ma non c’è nulla e comunque non devo assolutamente vendere la società».

    Oggi si discute molto e con un po’ di nostalgia degli ex Vialli e Mancini in azzurro.
    «Guardi, le rispondo così: cerchiamo di costruire noi i Vialli e i Mancini del futuro».
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    Un buonissimo 2-2 contro la corazzata Atalanta che allunga la nostra striscia positiva e che conferma l'ottimo stato fi forma dei nostri primavera.
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    «Faccio un tiro e cominciamo». Il solito Marco Giampaolo, il solito sigaro che si spegnerà sei volte, contate.
    Non smetterà mai?
    «Di fumare? Non credo, mi rilassa quando ho pensieri per la testa».
    La sua Samp è prima in classifica. Che pensieri ha?
    «Due vittorie non significano nulla. Sono servite a lavorare più serenamente durante la sosta, quello sì».
    Si ricomincia sabato con Schick dall’altra parte. Nella Roma giocherà ala, lei però ha detto che quella non è la sua posizione.
    «Ho espresso una mia opinione, poi voi giornalisti ci avete ricamato sopra. Ho detto che può giocare in diverse posizioni della linea d’attacco, ma sempre con la porta dritta davanti a sé. Confermo: per me non è un’ala. Giocatore pazzesco, mai banale, quando calcia è sempre gol. E dire che un anno fa non se lo filava nessuno. Aveva bisogno di crescere muscolarmente, era acerbo. Ma fortissimo. Sa chi se ne accorse per primo?».
    Chi?
    «Antonio Cassano. Un pomeriggio viene da me e mi dice: mister, questo è forte forte».
    Bene, Cassano l’ha tirato fuori lei. Sorpreso dalla vicenda di Verona?
    «Non si entra nella testa di un uomo. Di lui però una cosa l’ho capita parlandoci ore e ore: è un intenditore di calcio».
    Il prossimo Schick come si chiama?
    «David Kownacki, il polacco. Vent’anni, diverso da Patrik ma potenzialmente fortissimo. Nel medio periodo esploderà».
    E il suo invece, di futuro? Ad aprile d’un anno fa, era all’Empoli, ci disse che sul comodino del letto aveva un manuale d’inglese e che le sarebbe piaciuto andare all’estero. Poi scelse la Samp. Perché ha cambiato idea?
    «Io vado dove c’è un progetto. Qui c’è. Se mi chiede dove sarò domani non glielo so dire, prima di tutto perché non m’interessa: in quanto uomo di mare, sono fatalista. E poi a 50 anni una cosa l’ho capita: ciò che è certo oggi non lo è più domani. Comunque io qua sto benone, c’è il mare, e uno stadio pazzesco. A volte lì dentro succede qualcosa di metafisico».
    Come, adesso il razionalissimo Giampaolo crede nella metafisica?
    «Il calcio è lavoro, allenamento, ricerca, studio. Ma non è una scienza».
    Senta, i suoi 50 li ha festeggiati con un’amichevole contro Mourinho. Chi è il migliore al mondo?
    «Per l’arte comunicativa senz’altro lui. Guardiola è un magnifico ideologo. Allegri un gigante della gestione delle pressioni, Spalletti pure. Sarri è un maestro di calcio. Dipende cosa intendiamo, secondo me il migliore non esiste perché poi c’è di mezzo la qualità individuale dei calciatori. Faccio un esempio: Sarri all’Empoli fa 40 punti, al Napoli 90. Pensate sia diventato bravo adesso? No, lo era già prima, ma non aveva quel materiale a disposizione».
    Molti suoi colleghi dicono che lei è bravissimo. Perché?
    «Non lo so, chiedetelo a loro».
    Come si vedrebbe da commissario tecnico?
    «Non mi sembra corretto rispondere in questo momento perché c’è un collega che sta portando avanti un lavoro durissimo. Il mio è un punto di osservazione esterno e di rispetto perché quella del c.t. è una missione. Storica, direi. Avete visto la Spagna? Lì non c’entra il calcio, è cultura. Lì al centro di tutto c’è l’idea, oltre alle qualità dei singoli che la possono migliorare: io calciatore sono protagonista del gioco, si nasce già con questo tipo d’impostazione e quando ci si ritrova in Nazionale ci si riconosce in un lavoro che ha origini lontane, ma comuni. E a un calcio che prima di ogni cosa è culturale non si arriva da soli e in poco tempo».
    Le piace la Var?
    «Da morire, è l’invenzione del secolo, un antidoto alla cosiddetta sudditanza psicologica e, si spera, alle polemiche. Vedo arbitri più tranquilli, meno soli, e anche la gente osserva, da casa o allo stadio, con maggior serenità. Chiaramente va calibrata, va misurata sulla lunga distanza per avere una letteratura, una casistica più ampia e completa, ma credo che anche tecnicamente possa migliorare il calcio. Con la Var si può giudicare diversamente in area, quindi aumenteranno i rigori assegnati: tutto ciò porterà le squadre, grandi e piccole, a interpretare la gara in maniera diversa, a difendere più lontano dall’area, a giocare di più. Migliorerà lo spettacolo e quindi il gioco».
    Chi vince il campionato?
    «Il Napoli è la squadra che s’è rafforzata di più perché non ha cambiato nulla e perché Sarri ha un anno di più di lavoro. La Juve il settimo scudetto dovrà sudarselo come non mai. Un filo dietro Milan, Roma e Inter sullo stesso piano».
    La Samp dove la mettiamo? Intanto questo mercato l’avete chiuso con un più 42 milioni fra acquisti e cessioni, quinto dato d’Europa. Sarà felice il suo datore di lavoro.
    «L’obiettivo è creare un’idea: noi siamo un laboratorio, io l’artigiano. La Samp è la mia casa-bottega, per questo mi piace».
    Avete perso Skriniar, Muriel, Schick, sono arrivati Zapata, Strinic, Ramirez. Più deboli, più forti o uguali?
    «Diversi. Ma c’è un anno in più di lavoro, il gruppo base è rimasto. E sono molto soddisfatto dei nuovi. Ci divertiremo».
    Sacchi dice che lei è uno dei migliori. Pensa mai che avrebbe potuto avere una carriera migliore?
    «Dieci anni fa mi davano del finito, io non l’ho mai pensato. Il calcio è una giostra di risultati, l’importante è avere la consapevolezza della propria passione, delle proprie convinzioni, e della voglia di continuare a costruire mettendosi in gioco a qualsiasi livello. Punto».
    Adesso cos’ha sul comodino?
    «Cinque o sei libri, tutti a metà. Due romanzi di De Giovanni, “Sette brevi lezioni di fisica” di Rovelli, i “Duellanti” di Condò, e il mio solito Sepulveda, “La fine della storia”».
    E come finisce la storia? Samp in Europa League?
    «Tempo scaduto». È finito il sigaro.
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    Livorno - L'attacco del Livorno potrebbe presto vedere un volto nuovo. Viene data come in via di conclusione la trattativa con la Sampdoria per l'arrivo in amaranto della punta centrale venezuelana Andres Ponce, quasi 21 anni, verosimilmente con la formula del prestito annuale. Si tratta di un ragazzo che nella Primavera blucerchiata ha fatto faville, tenendo una media di una rete ad incontro nel 2015/16: 24 in altrettante gare. Ha già esperienze in Portogallo (Olhanense) e Svizzera (Lugano) anche se non molto fortunate come testimoniano le quattro reti in 28 apparizioni complessive. Conta anche una presenza in prima squadra, avvenuta in casa della Juventus nel 2016. Ora i buoni rapporti tra Livorno e Samp potrebbero consentire al sudamericano di affrontare la terza serie italiana.
    tmw.com
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    Torino – Sampdoria che si gioca sabato sera alle 19.45 contiene una sfida nella sfida, soprattutto per i blucerchiati: quella di raggiungere i granata nei risultati economici che stanno dando sempre più solidità al club.

    Oltre alla sfida sul campo vi è quindi quella di bilancio, di cui parla oggi La Repubblica, mentre per entrambe, e il dato non è da trascurare, vi è l’obiettivo di distanziare definitivamente l’Udinese che attualmente è all’undicesimo posto.

    Una posizione, quest’ultima, non banale nella Serie A italiana perchè arrivare al decimo posto significa godere dell’ultimo scalino significativo nella distribuzione dei diritti tv a fine anno, come già CF – calcioefinanza.it aveva evidenziato nelle scorse settimane.

    Al momento per la Samp il Torino è un modello, a partire dalla struttura e solidità della proprietà. Urbano Cairo, che si è appena comprato Rcs MediaGroup e quattro anni fa si è preso il canale tv La7, continua a mantenere la sua Cairo Communication.

    Ma il suo è un lungo percorso: prima di intraprendere una strada economicamente virtuosa nel 2011 ha ripianato perdite del Torino per quasi 15 milioni, nel 2012 per quasi 11. Cifre impensabili per la Sampdoria, che dall’arrivo di Massimo Ferrero non può prescindere dall’autofinanziamento.

    Però il Torino ha qualche risorsa in più della Samp anche per quanto riguarda la gestione corrente della società. Facendo un confronto fra gli ultimi due bilanci disponibili, quelli relativi al 2015 – Corte Lambruschini approverà l’ultimo al 31 dicembre 2016 con attivo intorno ai 3 milioni proprio domani – in ogni singola voce fra le entrate il club di Cairo è messo meglio.

    Le entrate per i biglietti (+2,4 mln): quelli venduti in casa granata sono state pari a quasi 7 milioni, in casa blucerchiata gli introiti sono rimasti fermi a 4 milioni e 600mila euro.

    I ricavi dai diritti televisivi (+5 mln): nel 2015 sono stati 45 milioni e 600mila euro per il Torino, 40 milioni e 600mila euro per il Doria.

    I ricavi commerciali (+2,3 mln): quelli del Toro hanno sfiorato gli 8 milioni, quelli blucerchiati si sono fermati a 5 milioni e 700mila euro.

    Ed ora c’è il decimo posto, come detto, che alla pari del nono in classifica garantisce 3,1 milioni di euro secondo il criterio “meritocratico” di distribuzione dei diritti tv, mentre chi arriva 11esimo si deve accontentare di 1 milione.

    Al di là della capacità dei due club a generare plusvalenze, campo in cui eccellono sia Ferrero che Cairo, è evidente come la “dimensione Torino” sia ancora un poco più grande di quella blucerchiata.

    Questo nonostante il monte ingaggi attuale delle due squadre sia praticamente identico, circa 18 milioni (netti).
    www.calcioefinanza.it
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    CITAZIONE (fattoria @ 2/1/2017, 08:02) 
    Solo con una persona potevano succedere tali avvenimenti e cioé con IL MITICO PAOLO MANTOVANI

    Mah... oltre al fatto che per ora è il suo procuratore a dar fiato alla bocca mentre lui non si sta affatto risparmiando sul campo, le parole ANTONIO e CASSANO vi dico Qualcosa?.? A me pare che la società non si faccia prendere per i fondelli dai suoi giocatori. Poi si può essere d'accordo o meno su.le decisioni, ma questo è un altro discorso..
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    Il Tuttosport parla di 8 milioni offerti dallo Stoccarda....
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    Buona la partita, nonostante la sconfitta e un primo tempo troppo morbido.
    Vorrei dire 2 parole su Muriel: leggo molte critiche su di lui, ma in queste ultime partite dove è subentrato solo negli ultimi 15-20 minuti per me ha fatto il suo dovere, si è preso 4-5 ammonizioni dagli avversari che ricorrono al fallo sistematico pur di non farlo partire palla al piede dove andrebbe sicuramente a creare pericoli. Non ha inciso molto ma ripeto per me il suo lo ha fatto, eviterei quindi di dargli addosso per nulla ed eviterei soprattutto di venderlo. Certo può e deve dare di più, ma la sua condizione sta crescendo e potrà esserci molto utile per tutto il campionato.
1671 replies since 16/7/2005
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