Manicomio Blucerchiato Forum

Posts written by Gianni78bari

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    Domanda da ignorante.
    Immagino che le vittorie nei gironi non valgano per la classifica ATP
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    Hai creato un bellissimo topic che si presta anche a divagazioni sul tema.
    Questa storia, ne avevo parlato alcuni anni fa, rappresenta quello che può essere visto come il complementare di una meteora.


    “E’ possibile fare carriera nel mondo del calcio senza essere un calciatore, senza giocare nessuna partita e guadagnando anche dei soldi? Per quanto possa sembrare impossibile, sì. Questa è la surreale e quasi comica storia di un giovane brasiliano che, con la sua straordinaria capacità di risolvere situazioni apparentemente compromesse, è riuscito a “giocare” per quasi 20 anni nell’elite del calcio brasiliano, messicano e francese. Carlos Henrique Raposo, nato a Rio de Janeiro nel 1963, aveva un dono e non era precisamente quello di saper giocare a calcio: sapeva intrattenere relazioni come nessuno.

    Assiduo frequentatore delle notti della Rio de Janeiro degli anni ’80, Carlos diventò il principale punto di riferimento per i calciatori che cercavano un po’ di svago nella città brasiliana, da Ricardo Rocha a Edmundo, passando per Romario, Bebeto, Renato Gaucho e chi più ne ha più ne metta. A quel punto l’idea geniale: convincere i giocatori a farlo ingaggiare dai club come calciatore professionista. Era sicuro di quello che faceva, Carlos, in primo luogo perchè era convinto di poter giocare, secondo poi perchè lo aiutava un fisico atletico - simile, da come raccontano, a quello di Beckenbauer e da lì il soprannome Kaiser - che evitava qualsiasi tipo di sospetto a prima vista.

    Il primo contratto da professionista arriva nel 1986, tra le fila del Botafogo. Il tutto grazie a Mauricio, suo amico dai tempi dell’infanzia, che era uno dei calciatori più amati della torcida del club. Partite giocate a fine campionato: zero. “Facevo dei movimenti strani durante l’allenamento, mi toccavo il muscolo e me ne stavo 20 giorni in infermeria. A quel tempo non esisteva la risonanza magnetica. I giorni passavano, ma avevo un amico dentista che mi faceva dei certificati dicendo che avevo problemi fisici. E così, i mesi passavano…”.

    Non avendo giocato nessuna partita non fu difficile trovare un’altra squadra da abbindolare, così l’estate successiva fu il turno del Flamengo. Lì c’era un altro grande amico, Renato Gaucho, ex giocatore della Roma e della Selecao, attualmente allenatore: “Sapevo che Kaiser era un nemico del pallone. Durante gli allenamenti si accordava con alcuni compagni per farsi colpire in modo di andare direttamente in infermeria”. Zero minuti giocati anche al Flamengo.

    C’era anche un immagine pubblica da curare. Per alimentare la sua fama, si presentava agli allenamenti del Flamengo con un enorme telefono cellulare - che all’epoca rappresentava un alto status sociale - e fingeva telefonate in inglese affermando che erano grandi club europei interessati al suo ingaggio. I compagni e lo staff tecnico gli hanno sempre creduto, finchè un dottore che aveva vissuto in Inghilterra rivelò che le sue conversazioni erano totalmente senza senso. Una volta scoperto, si resero conto che non solo Carlos fingeva, ma che il cellulare che usava era un giocattolo.
    Bisogna tener conto che negli anni ’80 le informazioni non erano accessibili a tutti come oggi. Niente programmi specializzati, nessun sito internet per scoprire informazioni su un calciatore, nè tantomeno video per ammirare le sue presunte qualità. Bastavano un paio di articoli di giornale che ne parlassero bene e la diceria popolare avrebbe fatto il resto. “Ho una facilità incredibile nello stringere amicizia con le persone. Conoscevo bene molti giornalisti di quel tempo, trattavo tutti bene. Qualche regalo, qualche informazione interna potevano aiutare e loro ricambiavano parlando del ‘grande calciatore’.”

    Dopo il Brasile però era il momento di conquistare nuove mete, e il Messico fu la tappa successiva. Fu ingaggiato dal Puebla, formazione di Primera Division, con un contratto di 6 mesi. Zero minuti giocati e via negli Stati Uniti, a El Paso. “Firmavo sempre il contratto di rischio, il più corto, normalmente di sei mesi. Ricevevo i bonus e me ne andavo in infermeria.”

    Nel 1989 torna in Brasile, al Bangù, dove si rese protagonista di uno degli aneddoti che lo descrivono nel migliore dei modi. Infastidito dai suoi comportamenti, l’allenatore decise di convocarlo per la partita della domenica. A metà del secondo tempo lo mandò a scaldarsi a bordocampo e Henrique, intuita la possibilità di un suo esordio in campo, si inventò il colpo di genio: litigò e fece a botte con un tifoso degli avversari, procurandosi l’espulsione diretta. Quando la squadra rientrò negli spogliatoi, prima che l’allenatore inferocito gli potesse dire qualcosa, si diresse verso di lui e sbottò: “Dio mi ha dato un padre e me l’ha tolto. Ora che Dio mi ha dato un secondo padre - riferendosi all’alenatore - non posso permettere che nessuno lo insulti.” Bacio in fronte e rinnovo del contratto per altri 6 mesi.

    Grazie ai tanti amici nel mondo del calcio, giocherà anche nel Vasco da Gama, nella Fluminense e nell’America. Ma come faceva ad avere tutti questi amici? Semplice, lo racconta lui stesso: “Quando venivo a conoscenza dell’hotel che ci avrebbe ospitato mi recavo lì con due o tre giorni d’anticipo. Affittavo camere per dieci donne nell’albergo, in modo che anziché scappare di nascosto io e i miei compagni potessimo semplicemente scendere le scale per divertirsi.
    Altro suo grande amico fu l’ex giocatore del Real Madrid, Ricardo Rocha, che lo descrive così: “E’ un grande amico, una persona squisita. Peccato che non sappia neanche giocare a carte. Aveva un problema con il pallone, non l’ho mai visto giocare in nessuna squadra. Ti racconta storie di partite, però non ha mai giocato la domenica alle quattro di pomeriggio al Maracanà, ve lo posso assicurare! In una gara di bugie contro Pinocchio vincerebbe Kaiser…”.

    Dopo altre avventure in terra brasiliana tra cui Palmeiras e Guaranì, riesce a fare il grande salto in Europa, in Francia tra le fila dell’Ajaccio. In quegli anni un brasiliano che arrivava in Europa era sinonimo di successo e la presentazione che il club aveva riservato al brasiliano lo colse di sorpresa: “Lo stadio era piccolo, ma era gremito di gente in ogni posto. Pensavo che dovessi solo farmi vedere dalla folla e salutare, per vidi moltissimi palloni in campo e capii che ci saremmo dovuti allenare. Ero nervoso, si sarebbero resi conto che non sapevo giocare al mio primo giorno.” Per un giocatore abituato a ingannare tutti però, questa era una passeggiata. “Entrai in campo e cominciai a scaraventare tutti i palloni in tribuna. Allo stesso tempo salutavo e baciavo la maglietta. Chiaramente dalla tribuna non è tornato nessun pallone…”. In dieci minuti si era guadagnato l’affetto di tutti i tifosi senza aver giocato un minuto.

    Chiuse la “carriera” al Guarany da Camacqua, a 39 anni. In quasi venti anni ha realizzato un totale di 20 presenze, tutte terminate anzitempo per infortunio. “Non mi pento di nulla. I club prendono in giro moltissimi calciatori, qualcuno doveva pure vendicarli…”
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    Chiorri è un mio rimpianto.
    Troppo giovane per conoscerlo
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    Purtroppo non riesco a trovare un bellissimo articolo che lessi al riguardo che aveva proprio lo spirito adatto al topic.
    Il mio ricordo diretto di quei tempi (2000) in un periodo in cui avevo 20 anni e la musica era una ricerca continua (senza internet) e ci si esaltava assieme agli amici per ogni scoperta (ad es. i White Stripes nel 2001 quando non se li cagava nessuno), venne fuori questo album da cui furono estratti vari singoli (tra cui Natural Blues) che giravano in radio e mtv. Lui divenne una icona con collaborazioni e partecipazioni di vip e attori nei suoi lavori, milioni e milioni di copie vendute dopo una lunga gavetta per poi gradualmente perdersi nelle sue posizioni radicali e finire a fare un concerto a Bari 4/5 anni dopo deludentissimo. In realtà è ancora nel giro da quello che leggo ma se chiedi ad un giovane di oggi chi è Moby dubito risponda mentre all’epoca era apprezzato da tutti (dal fruitore della stazione radio a caso al cultore di musica).
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    Ultima cosa e poi mi taccio.
    Dasaev, non proprio una meteora anzi. Ma dopo il passaggio al Siviglia cade nell’alcol e nella depressione e viene lasciato dalla famiglia finendo a fare il vagabondo.
    La cosa più sorprendente e che a Siviglia prendeva l’equivalente di 900 euro al mese!!!
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Rinat_Dasaev
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    Ottimo topic.
    Uscendo dal calcio ed entrando nella musica mi viene in mente Moby.
    Successo planetario grandioso all’inizio del 2000 per poi tornare nell’anonimato. Non parliamo di una semplice one hit wonder, ma qualcosa di più complesso
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    Si narra che fu rifiutata una offerta dal Manchester per Foti
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    CITAZIONE (javiez2008 @ 1/11/2019, 14:47) 
    Ma il cantante?

    Parlo di Gustavo Neffa, promessa del calcio sudamericano comprato dalla Juve.
    Neffa il cantante lo conobbe dopo che lasciò i Negazione e scelse il suo nome come nome d’arte.
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    Neffa rientra?
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    In effetti da quel punto di vista Ennyinaya non era una meteora. Più un corridore prestato al calcio
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    CITAZIONE (Kris Island @ 31/10/2019, 13:26) 
    Dall’inizio della partita erano passati sette minuti, alla fine mancava ancora molto.
    L’Inter pareggiò con Vieri, poi a tre minuti dal novantesimo l’altro, Cassano, fece il capolavoro e rubò la scena a Ugo.


    Ottimo ...
    Personalmente rispetto ai Talenti nigeriani, sono rimasto alle partecipazioni mondiali del '94 e '98, con predilezione per quest'ultima per via del Coach Bora Milutinović, Grande Maestro di Mondo. Da Sampdoriano dell'era Paolo Mantovani in pre-adolescenza, tutto ciò che é stato il dopo Mancini nel ruolo, l'ho sempre considerata una seconda scelta.
    Questo per 'ridimensionare' il Fantantonio nazionale, almeno in quel di Genova.
    Cmq grazie della testimonianza e se 'conosci' qualche altra Meteora, ti ringrazio.

    In tempi ancora più remoti mi ricordo il milanista Mannari.
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    Ero allo stadio in quel Bari Inter. Per alcuni Enyinnaya era addirittura più forte di Cassano
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    CITAZIONE (L'ultimo dei doriani @ 30/10/2019, 21:55) 
    Sportlemon socceron

    Grazie
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    CITAZIONE (FaBlucerchiato @ 30/10/2019, 21:49) 
    Mi si è bloccato il collegamento...cosa cavolo è successo scusate!!??

    Dove la stai vedendo?
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    Miracolo😥
5526 replies since 15/5/2009
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