Il problema del lavoro in Italia

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    CITAZIONE (Tore MB @ 22/4/2021, 13:37) 
    Che il consumismo riduca i posti di lavoro mi pare una colossale idiozia. Anzi a livello mondiale lavora sempre più gente anche in paesi molto in ritardo. Semmai il problema è la globalizzazione che mette in competizione paesi come l'Italia con altri come l'india. Io come consulente informatico magari valgo 300 euro al giorno, loro 100 e lavorano anche qualche ora in più.

    e questo dove l'avresti letto nel mio post?
     
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    CITAZIONE (Tore MB @ 22/4/2021, 13:37) 
    Che il consumismo riduca i posti di lavoro mi pare una colossale idiozia. Anzi a livello mondiale lavora sempre più gente anche in paesi molto in ritardo. Semmai il problema è la globalizzazione che mette in competizione paesi come l'Italia con altri come l'india. Io come consulente informatico magari valgo 300 euro al giorno, loro 100 e lavorano anche qualche ora in più.

    ma la globalizzazione di chi o cosa è figlia?
    qua se hai voglia di approfondire hai una interessante lettura https://core.ac.uk/download/pdf/14698595.pdf
     
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    CITAZIONE (Sampdoors @ 3/5/2021, 06:21) 
    ma la globalizzazione di chi o cosa è figlia?
    qua se hai voglia di approfondire hai una interessante lettura https://core.ac.uk/download/pdf/14698595.pdf

    la globalizzazione è il tentativo da parte del mondo sviluppato di creare una necessità, un bisogno, nei paesi in via di sviluppo. Mercati fertili in cui produrre e vendere il futile senza particolari standard qualitativi e senza stringenti normative ambientali. Imperialismo moderno.
     
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    La globalizzazione
    Porterá alla fine delle produzioni di qualità dei piccoli produttori...
    La globalizzazione tende ad appiattire i mercati riempiendo i mercati di prodotti scadenti o comunque di bassa qualità
     
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    Giusto quello che dite ma oltre alla globalizzazione delle merci c'è anche la globalizzazione delle persone
     
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    CITAZIONE (Sampdoors @ 4/5/2021, 06:27) 
    Giusto quello che dite ma oltre alla globalizzazione delle merci c'è anche la globalizzazione delle persone

    cosa intendi con globalizzazione delle persone?
     
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    CITAZIONE (Mr.Rinco @ 5/5/2021, 12:00) 
    cosa intendi con globalizzazione delle persone?

    flussi migratori da paesi poveri per avere mano d'opera a basso costo senza tutele e quindi ricattabile e disposta a tutto.
    avevo letto un articolo tempo fa in cui spiegava come le potenti multinazionali erano preoccupate per il continuo aumentare del costo del lavoro
     
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    Sto leggendo le considerazioni di Mr.Rinco e Sampdoors sulla globalizzazione delle merci e delle persone. Sono abbastanza d'accordo con entrambi e infatti trovo assurdo perché mal posto il dibattito politico sull'immigrazione. E mi spiace che non si parli mai di quanto il mondo "moderno e sviluppato" stia progressivamente distruggendo quanto ancora rimane di "tradizionale" nelle proprie società e in quelle di altre aree geografiche
     
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    CITAZIONE (Sampdoors @ 5/5/2021, 12:32) 
    flussi migratori da paesi poveri per avere mano d'opera a basso costo senza tutele e quindi ricattabile e disposta a tutto.
    avevo letto un articolo tempo fa in cui spiegava come le potenti multinazionali erano preoccupate per il continuo aumentare del costo del lavoro

    ma è da sempre che è così, non è una novità da mondo moderno. Noi italiani per esempio eravamo e siamo un popolo di migranti, sino a metà 900' migranti di bassa manovalanza; eravamo quello che per noi oggi sono gli africani dell'Africa nera, infatti facevamo in giro per il mondo lavori massacranti. Poi ci siamo trasformati in manodopera qualificata e altamente qualificata ma sempre a basso costo.
    Negli anni 60' 70' le aziende italiane dei poli siderurgici in accordo con lo Stato Italiano avevano allestito in Libia e Tunisia un sacco di scuole professionali, avevano donato macchine utensili e stretto accordi con gli stati nordafricani in modo da formare una futura manodopera qualificata in base alle necessità crescente che il mercato richiedeva e che già all'epoca in Italia si faceva difficoltà a reperire. Progetto che naufragò negli anni 80' e tracollò definitivamente negli anni 90' vista la crisi del mondo siderurgico dovuta al boom dei mercati emergenti di Brasile e India.
    Questo per dire che un flusso migratorio non è sempre un male, soprattutto se ben gestito e controllato.

    Comunque sta cosa della mano d'opera a basso costo è abbastanza un piangersi addosso. Come paese sviluppato si deve puntare sulla qualità, se si pensa di poter fare concorrenza a certi paesi con la riduzione dei costi e prezzi competitivi si è proprio fuori strada. Come Tore che si lamenta perchè l'informatico indiano costa 100€ mentre lui 3 volte tanto.
    Io ho lavorato in alcune aziende leader mondiali del settore industriale pesante, quando compravano o davano lavoro all'estero (italia compresa) non è mai successo che non emettessero una lista fornitori, lista che era sempre molto stringente, soprattutto aziende tedesche dove volevano ed accettavano solamente alcune marche per macchinari e componenti, i giapponesi poi erano ancora più limitativi. Nella guerra tra poveri perdiamo noi perchè abbiamo più da perdere e niente da guadagnarci.
     
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    CITAZIONE (Mr.Rinco @ 6/5/2021, 11:42) 
    ma è da sempre che è così, non è una novità da mondo moderno

    C'è un equivoco lessicale: l'esempio degli italiani si colloca in pieno nel "mondo moderno". Non mi riferisco solo agli ultimi decenni, sebbene il fenomeno abbia più recentemente subito un'ulteriore accelerata.
    Sono d'accordo sul non piangersi addosso e sulla vocazione italiana alla qualità. Sulla quantità, se il confronto è con Paesi come India e Cina, non possiamo che essere sconfitti.
    Il mio ragionamento comunque si focalizzava solo secondariamente sugli aspetti economici. Il focus era in prima battuta sugli effetti disgreganti che la globalizzazione ha avuto su tanti popoli. Più specificamente, sulla religione, le famiglie, le comunità, la psicologia e i costumi di questi popoli. E naturalmente anche sull'economia.
    Faccio un esempio riportando le parole di un mio amico egiziano, che al Cairo mi diceva di non fare l'elemosina ai ragazzini, perché è diseducativo. Perché darsi da fare se uno stupido europeo ti molla in un minuto l'equivalente di dieci giorni di lavoro. Tanti non vanno più a lavorare coi padri, perdono il rispetto dei genitori, della religione e di se stessi. Diventano ignobili materialisti, volgendosi a obiettivi frivoli. Purtroppo tante volte noi occidentali, pensando di essere "buoni", avveleniamo le società.
    PS: lo stesso vale sull'immigrazione. Essere generosi e accoglienti è una virtù. Essere stupidi no. Non vedere quanto il fenomeno riproduca in versione moderna la tratta degli schiavi significa essere come minimo miopi. Masse mosse dalla ricerca del "successo" nelle nostre "terre delle opportunità", fagocitate dal sistema economico e spesso risputate come rifiuti criminali ai margini delle città, ad alimentare prima l'insicurezza e il degrado, poi ovviamente il razzismo, la grettezza ottusa, la chiusura della mente e del cuore...
     
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    CITAZIONE (Kuomintang @ 6/5/2021, 14:55) 
    C'è un equivoco lessicale: l'esempio degli italiani si colloca in pieno nel "mondo moderno". Non mi riferisco solo agli ultimi decenni, sebbene il fenomeno abbia più recentemente subito un'ulteriore accelerata.
    Sono d'accordo sul non piangersi addosso e sulla vocazione italiana alla qualità. Sulla quantità, se il confronto è con Paesi come India e Cina, non possiamo che essere sconfitti.
    Il mio ragionamento comunque si focalizzava solo secondariamente sugli aspetti economici. Il focus era in prima battuta sugli effetti disgreganti che la globalizzazione ha avuto su tanti popoli. Più specificamente, sulla religione, le famiglie, le comunità, la psicologia e i costumi di questi popoli. E naturalmente anche sull'economia.
    Faccio un esempio riportando le parole di un mio amico egiziano, che al Cairo mi diceva di non fare l'elemosina ai ragazzini, perché è diseducativo. Perché darsi da fare se uno stupido europeo ti molla in un minuto l'equivalente di dieci giorni di lavoro. Tanti non vanno più a lavorare coi padri, perdono il rispetto dei genitori, della religione e di se stessi. Diventano ignobili materialisti, volgendosi a obiettivi frivoli. Purtroppo tante volte noi occidentali, pensando di essere "buoni", avveleniamo le società.
    PS: lo stesso vale sull'immigrazione. Essere generosi e accoglienti è una virtù. Essere stupidi no. Non vedere quanto il fenomeno riproduca in versione moderna la tratta degli schiavi significa essere come minimo miopi. Masse mosse dalla ricerca del "successo" nelle nostre "terre delle opportunità", fagocitate dal sistema economico e spesso risputate come rifiuti criminali ai margini delle città, ad alimentare prima l'insicurezza e il degrado, poi ovviamente il razzismo, la grettezza ottusa, la chiusura della mente e del cuore...

    con mondo moderno mi riferisco agli ultimi 60/70 anni di storia, la globalizzazione secondo me è in questo periodo che ha imposto questo grande cambiamento, cambiamento che coinvolge anche la tipologia di migranti che è decisamente cambiata. Mi ricollego al post che avevo scritto qualche giorno addietro, la globalizzazione genere un bisogno di prodotti ai quali le popolazioni non erano abituate, generi un modello di benessere a cui aspirare. Però l'obbiettivo è questo, vendergli le loro stesse risorse. Infatti mi fanno ridere i mentecatti che dicono "sono poveri e disperati però arrivano a Lampedusa con il cellulare", come se la condizione di povertà fosse limitata al possesso di uno smartphone.
    Ovvio che sia una tratta degli schiavi in versione moderna, non è mica cambiato nulla.
    Pure in Italia si vede questo profondo solco generazionale tra le generazione pre e post globalizzazione.
     
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