Rey Manaj futuro talento blucerchiato?

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    CITAZIONE (DMaster2 @ 21/11/2013, 21:15) 
    CITAZIONE (superchumbo @ 21/11/2013, 19:10) 
    A me delle giovanili non frega una mazza, a meno che non ci siano giocatori che in un futuro prossimo , possano essere i campioni di domani, quindi non mi pare il caso nostro. I progetti si fanno in anni , non in mesi ed in questo momento, i risultati delle giovanili sono l ultimo dei miei pensieri.... Figuriamoci poi se mi faccio intortare da chi afferma che sto portiere rispedito al mittente dal Bayern ,può essere un futuro campione....

    E' un'attaccante...

    chiedo scusa, pensavo fosse il portiere che era venuto in prova da noi
     
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  2. PedroPè
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    CITAZIONE (superchumbo @ 21/11/2013, 19:10) 
    CITAZIONE (PedroPè @ 21/11/2013, 14:27) 
    Si certo...ovvio del resto la gente come te non rompe le palle se per caso non si fanno i risultati vero?
    Non inizia mica a dire che non c'è un progetto e vaccate del genere perchè non ci sono giocatori che possono essere utili in prima squadra visto che nemmeno in primavera fanno la differenza?
    Nemmeno un pò...

    A me delle giovanili non frega una mazza, a meno che non ci siano giocatori che in un futuro prossimo , possano essere i campioni di domani, quindi non mi pare il caso nostro. I progetti si fanno in anni , non in mesi ed in questo momento, i risultati delle giovanili sono l ultimo dei miei pensieri.... Figuriamoci poi se mi faccio intortare da chi afferma che sto portiere rispedito al mittente dal Bayern ,può essere un futuro campione....

    Non lo so...ma nelle condizioni in cui siamo anche se non sarà un campione e sarà un giocatore buono per la nostra dimensione..mi va bene lo stesso.Preso a zero poi.E concordo sul fatto che sono colpi che vanno visti in prospettiva prima squadra.
    Come gli Icardi,gli Zaza,i Krsticic,gli Obiang,i Poli..
    Specialmente all'estero comunque c'è continuità nelle nazionali.Nel senso che un pò più spesso che in Italia il portiere titolare dell'Under 19 poi diventa quello dell'Under 21 e col tempo uno dei tre della nazionale maggiore.O almeno è una speranza piuttosto concreta.
    Cmq Manaj è l'attaccante albanese degli Allievi Nazionali...

    I progetti si fanno in anni,ed aggiungo che è anche difficile crederci visto come hanno svenduto alcuni di quelli usciti prima dalle giovanili.Infatti la mia paura nel caso sarebbe quella.Però è anche vero che i progetti si fanno cercando questi colpi e facendoli crescere step dopo step.E per una società come la nostra è importante farlo.
    Poi è chiaro che per noi oggi l'importante è la salvezza e tutto il resto viene dopo.
    Però se ti salvi a me ripartire eventualmente da gente nuova,che seppur molto giovane è considerata forte ed è motivata a far bene non dispiace.è un pò l'unico modo che abbiamo per crescere senza sborsare un patrimonio.Quindi ben vengano Mustafi,Wszolek e compagnia..che onestamente peggio dei Sammarco,dei delvecchio,dei lucchini ,dei Parola,dei Stankevicius,Padalino ecc non penso che siano.Quantomeno hanno delle qualità tecniche e sono stati scelti per quello.Meglio fare un progetto con questa gente qui che con "quell'altra".

    Ps:comunque sai...Ljajic fece un provino al tempo col Manchester United...e non fu preso.Ora un Ljajic alla Samp farebbe schifo?

    Edited by PedroPè - 22/11/2013, 00:31
     
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    CITAZIONE (PedroPè @ 21/11/2013, 23:52) 
    CITAZIONE (superchumbo @ 21/11/2013, 19:10) 
    A me delle giovanili non frega una mazza, a meno che non ci siano giocatori che in un futuro prossimo , possano essere i campioni di domani, quindi non mi pare il caso nostro. I progetti si fanno in anni , non in mesi ed in questo momento, i risultati delle giovanili sono l ultimo dei miei pensieri.... Figuriamoci poi se mi faccio intortare da chi afferma che sto portiere rispedito al mittente dal Bayern ,può essere un futuro campione....

    Non lo so...ma nelle condizioni in cui siamo anche se non sarà un campione e sarà un giocatore buono per la nostra dimensione..mi va bene lo stesso.Preso a zero poi.E concordo sul fatto che sono colpi che vanno visti in prospettiva prima squadra.
    Come gli Icardi,gli Zaza,i Krsticic,gli Obiang,i Poli..
    Specialmente all'estero comunque c'è continuità nelle nazionali.Nel senso che un pò più spesso che in Italia il portiere titolare dell'Under 19 poi diventa quello dell'Under 21 e col tempo uno dei tre della nazionale maggiore.O almeno è una speranza piuttosto concreta.
    Cmq Manaj è l'attaccante albanese degli Allievi Nazionali...

    I progetti si fanno in anni,ed aggiungo che è anche difficile crederci visto come hanno svenduto alcuni di quelli usciti prima dalle giovanili.Infatti la mia paura nel caso sarebbe quella.Però è anche vero che i progetti si fanno cercando questi colpi e facendoli crescere step dopo step.E per una società come la nostra è importante farlo.
    Poi è chiaro che per noi oggi l'importante è la salvezza e tutto il resto viene dopo.
    Però se ti salvi a me ripartire eventualmente da gente nuova,che seppur molto giovane è considerata forte ed è motivata a far bene non dispiace.è un pò l'unico modo che abbiamo per crescere senza sborsare un patrimonio.Quindi ben vengano Mustafi,Wszolek e compagnia..che onestamente peggio dei Sammarco,dei delvecchio,dei lucchini ,dei Parola,dei Stankevicius,Padalino ecc non penso che siano.Quantomeno hanno delle qualità tecniche e sono stati scelti per quello.Meglio fare un progetto con questa gente qui che con "quell'altra".

    Ps:comunque sai...Ljajic fece un provino al tempo col Manchester United...e non fu preso.Ora un Ljajic alla Samp farebbe schifo?

    Ljajic è un buon giocatore, non un campione od un talento: i campioni ed i talenti sono quelli che ho visto ai tempi di Paolo Mantovani e di Enrico Mantovani.........1 l'ho visto con R.G. , con E G manco mezzo....
     
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  4. DottorT
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    Manaj é un buon giocatore, ma gran parte della sua forza sta nella notevole prestanza fisica. Anche se atleticamente ha il fisico perfetto per un attaccante non vuol dire che continui a crescere così. Alcuni ragazzi crescono prima altri maturano dopo. Ivan sembra un ragazzino é vero, ma voi avete mai visto uno che ha 25 anni sembra un ragazzino? Sta solo crescendo più lentamente di altri. Questo ë anche il motivo per cui alcuni nelle giovanili sembrano fenomeni e poi non fanno niente tra i professionisti. Non sono più forti sono solo più maturi. (Vedi Macheda ma anche petagna). Quindi dire se manaj sarà un futuro fenomeno é davvero arduo. Se diventerà fisicamente più forte della media potrebbe esserlo. Se si ferma no. Io ricordo sempre che l'un dee 19 di poli che fini in finale contro la germania(strapersa) giocava tutti dietro la palla e lancio lungo per okaka che tra i pari età era una forza della natura e da solo faceva la differenza (molto più di poli). Poi gli altri sono cresciuti e lui é rimasto uguale e i valori si sono stravolti.
    A me piace invece molto l'altro ragazzo, merkai. Ha molto da lavorare, neanche lui secondo me si rende conto delle qualità che ha e si muove troppo male senzaa palla (e nessuno glielo spiega), ma a tratti tira fuori qualità impressionati, quando accelera mi ricorda un pochino Ozil (niente paragoni é solo per spiegare il tipo di calciatore)
     
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  5. DottorT
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    CITAZIONE (Madian @ 19/11/2013, 16:31) 
    CITAZIONE (Niccio230 @ 19/11/2013, 13:41) 
    CITAZIONE
    Anche il mondo dei settori giovanili, purtroppo, è influenzato da tante cose ormai, già in tenera età, ma a volte si demonizza con troppa semplicità. Non è tutto rose e fiori, ma non è nemmeno tutto marcio ;)

    Non lo so... a me sembra invece molto marcio per quello che ho potuto tastare con mano, e non parlo solo di samp. Nel senso che basterebbe davvero poco per far funzionare un settore giovanile e neanche tanti investimenti (rapportato ai costi di una società di calcio professionistica), ma di società che lavorano bene ce ne sono davvero poche. E per me spiccano solo per mancanza di competenza altrui e non per particolari meriti.

    Mi spiace ma sul "basterebbe davvero poco" non concordo, da fuori tutto sembra più semplice, succede col calciomercato, succede con la gestione dei contratti dei giocatori, succede anche per la gestione di un settore giovanile, ma non è propriamente così, pur non essendo io cieco ed essendo il primo a storcere il naso quando vede qualcosa che non va. Capiamoci bene, non giustifico nessuno, e lungi da me il negare diverse problematiche più o meno gravi, ma no, non sarebbe un lavoro "da poco", né in termini economici ed impiantistici (anche se stiamo parlando di una società professionistica), né in termini di risorse umane ed impegno.

    E' un peccato sentire spesso certi discorsi che fanno sembrare tutto in mano ad incompetenti, a gente cui non frega nulla o a gente solo in cerca di ritorni economici e di risultato. C'è anche questo, ma non solo questo. E te lo dice uno che, ti assicuro, cambierebbe parecchie cose se possibile. Ripeto, c'è certamente del marcio in giro, ma ci sono anche buone cose sulle quali si trascende per puro pregiudizio.

    Per dirne una? il discorso della tecnica e della fisicità, a sentire tante voci sembra che oggi si mandino i bambini in palestra, a fare i giri di campo e ad insegnargli le astuzie, quando invece ormai la tecnica e la creatività sta prendendo sempre più spazio negli allenamenti, anche qui in Italia. Gradatamente, è indubbio, ma c'è un chiaro e netto miglioramento, nelle intenzioni prima, e piano piano forse anche nei risultati.

    Su una cosa concordo, sul fatto che a volte sembra che alcune realtà facciano cose spaziali per giudizio divino, perché prescelte da chissà chi, quando si tratta di pura competenza, dedizione, tradizione, e, indubbiamente... investimenti.

    Invece guarda basterebbe davvero poco.
    Sai perché c'é questa mal gestione nel calcio? Perché continua a rimanere in mano ai calciatori. Dirigenti ex calciatori allenatori ex calciatori osservatori ex calciatori. Calciatori calciatori. Fanno tutto loro. Uno non viene scelto a fare il mister perché capisce di tattica o perché ha fatto delle buone stagioni, ma perché sapeva tirare bene le punizione. Quando giocava. E via dicendo. É un paradosso ma rimane così. Ma c'é un errore di fondo, anzi due. Il primo é il più ovvio. Il calciatore é un mestiere, il dirigente é un altro. Vi sono altre cose da tenere in considerazione. Bisogna dirigere un azienda. Secondo te Osti ha chiaro in testa il concetto di vantaggio competitivo? Ha mai letto Porter? La risposta é ovvia così come la conseguenza; come puoi creare un progetto serio? Ed uguale per la questione tattica. Se sei un difensore forte e veloce con gran tempo non vuol dire che tu sia creativo dal punto di vista tattico. Maradona é uno dei più grandi calciatori di sempre ed é un mister scarso, mou non sa stoppare il pallone ed é il più grande tra gli allenatori. Il secondo errore deriva da questo. Le conoscenze si dividono in implicite ed esplicite. Quelle esplicite sono enunci abili e trasmissibili, quelle implicite no. Un esempio sarà chiarificatore. Incontri cassano su di un campo da calcio e gli chiedi: grande Antonio secondo me tu hai lo stop più elegante di europa come fai a farlo? Ecco come ti aspetti ti risponda? Non lo sa neanche lui come fa. Lo fa e basta. É una conoscenza implicita. È più probabile che sia in grado di insegnarti a stoppare bene uno che non aveva la classe cristallina del barese ma che si é fatto il culo per imparare quel poco che ha. Quindi selezionare i mister delle giovanili in base alla loro carierà calcistica e non per la loro carriera da insegnanti é sbagliato.
    Infine anche se sistemassi queste cose in Italia non riusciresti a fare niente nel settore giovanile e sai perché? Perché le carriere non sono separate. Un allenatore delle giovanili, anche dei ragazzini, vede il suo mestiere come trampolino di lancio. Vinco qui e salgo. Oggi faccio i 2003 faccio bene, vado nei 2002, poi magari arrivo ai giovanissimi, allievi e primavera. Se vinco con la primavera vado in prima squadra. É esattamente la trafila che fanno tutti (stramaccioni ad esempio.). E quindi insegnerò la tattica ai bambini perché la tattica mi da una mano a vincere la domenica e mi concentrerò più su quello. Squadre ben messe in campo e compiti ben definiti. Peccato che alla lunga questo non premi perché il giocatore non ha imparato niente dal punto di vista tecnico. Vincere non é importante, almeno non fino agli allievi. Ma da noi questo non lo dice nessuno. In Spagna invece non solo danno molta attenzione alla tecnica ma addirittura non parlano di ruoli fino ai 15 anni!!!!! Non ci sono i tornei! Non dico che sia giusto ma certo é una scelta, un progetto. Noi invece non lo abbiamo. Ogni mister in ogni leva fa cose diverse e classicamente inizia la stagione demolendo quello fatto dall'allenatore precedente. Non c'é un corso, un obbiettivo centrale definito. E lo stesso vale per i dirigenti. Il dirigente vuole vincere così va a fare il direttore della prima squadra, l'osservatore cerca un giocatore pronto perché gli fa fare bella figura e lo promuovono. Ed é normale che sia così, ma dovrebbe essere la direzione centrale a sforzarsi a fare in modo che venga valorizzato di più il risultato a lungo termine rispetto quello a breve. Perché non lo fanno? Vedi il punto uno.
    É esattamente così, le cose sono estremamente semplici, ma nel mondo del calcio nessuno le fa perché permangono alcuni errori di fondo che si perpetuano come un virus. Quando si trova uno, non geniale, ma normale, come i pozzo con il calcio ci guadagna quello che ci perdono gli altri (e infatti di squadre ne ha tre). Questa é l'amara realtà.
     
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  6. PedroPè
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    Concordo con quasi tutto quello che hai scritto...dico solo una cosa però (premetto che non è una domanda retorica,non so nemmeno io la risposta):
    Questa mentalità è nata da qualche parte?è solo una questione di privilegi di una classe che vuole riciclarsi quasi solo con le sue forze oppure effettivamente ci sono delle facilitazioni?Non è che un certo tipo di attitudine degli ex calciatori poi può effettivamente servire per fare meglio ad esempio l'allenatore?
    Dico questo perchè il processo a cui alludi è estremamente comune in tutto il mondo.Non è una pratica solo italiana.Tutt'altro.

    CITAZIONE
    A me piace invece molto l'altro ragazzo, merkai

    Non so assolutamente nulla di lui.Se non che anche lui quando è arrivato dalla Cremonese se non sbaglio...era considerato molto promettente.
     
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    CITAZIONE (DottorT @ 26/11/2013, 22:20) 
    Invece guarda basterebbe davvero poco.
    Sai perché c'é questa mal gestione nel calcio? Perché continua a rimanere in mano ai calciatori. Dirigenti ex calciatori allenatori ex calciatori osservatori ex calciatori. Calciatori calciatori. Fanno tutto loro. Uno non viene scelto a fare il mister perché capisce di tattica o perché ha fatto delle buone stagioni, ma perché sapeva tirare bene le punizione. Quando giocava. E via dicendo. É un paradosso ma rimane così. Ma c'é un errore di fondo, anzi due. Il primo é il più ovvio. Il calciatore é un mestiere, il dirigente é un altro. Vi sono altre cose da tenere in considerazione. Bisogna dirigere un azienda. Secondo te Osti ha chiaro in testa il concetto di vantaggio competitivo? Ha mai letto Porter? La risposta é ovvia così come la conseguenza; come puoi creare un progetto serio? Ed uguale per la questione tattica. Se sei un difensore forte e veloce con gran tempo non vuol dire che tu sia creativo dal punto di vista tattico. Maradona é uno dei più grandi calciatori di sempre ed é un mister scarso, mou non sa stoppare il pallone ed é il più grande tra gli allenatori. Il secondo errore deriva da questo. Le conoscenze si dividono in implicite ed esplicite. Quelle esplicite sono enunci abili e trasmissibili, quelle implicite no. Un esempio sarà chiarificatore. Incontri cassano su di un campo da calcio e gli chiedi: grande Antonio secondo me tu hai lo stop più elegante di europa come fai a farlo? Ecco come ti aspetti ti risponda? Non lo sa neanche lui come fa. Lo fa e basta. É una conoscenza implicita. È più probabile che sia in grado di insegnarti a stoppare bene uno che non aveva la classe cristallina del barese ma che si é fatto il culo per imparare quel poco che ha. Quindi selezionare i mister delle giovanili in base alla loro carierà calcistica e non per la loro carriera da insegnanti é sbagliato.
    Infine anche se sistemassi queste cose in Italia non riusciresti a fare niente nel settore giovanile e sai perché? Perché le carriere non sono separate. Un allenatore delle giovanili, anche dei ragazzini, vede il suo mestiere come trampolino di lancio. Vinco qui e salgo. Oggi faccio i 2003 faccio bene, vado nei 2002, poi magari arrivo ai giovanissimi, allievi e primavera. Se vinco con la primavera vado in prima squadra. É esattamente la trafila che fanno tutti (stramaccioni ad esempio.). E quindi insegnerò la tattica ai bambini perché la tattica mi da una mano a vincere la domenica e mi concentrerò più su quello. Squadre ben messe in campo e compiti ben definiti. Peccato che alla lunga questo non premi perché il giocatore non ha imparato niente dal punto di vista tecnico. Vincere non é importante, almeno non fino agli allievi. Ma da noi questo non lo dice nessuno. In Spagna invece non solo danno molta attenzione alla tecnica ma addirittura non parlano di ruoli fino ai 15 anni!!!!! Non ci sono i tornei! Non dico che sia giusto ma certo é una scelta, un progetto. Noi invece non lo abbiamo. Ogni mister in ogni leva fa cose diverse e classicamente inizia la stagione demolendo quello fatto dall'allenatore precedente. Non c'é un corso, un obbiettivo centrale definito. E lo stesso vale per i dirigenti. Il dirigente vuole vincere così va a fare il direttore della prima squadra, l'osservatore cerca un giocatore pronto perché gli fa fare bella figura e lo promuovono. Ed é normale che sia così, ma dovrebbe essere la direzione centrale a sforzarsi a fare in modo che venga valorizzato di più il risultato a lungo termine rispetto quello a breve. Perché non lo fanno? Vedi il punto uno.
    É esattamente così, le cose sono estremamente semplici, ma nel mondo del calcio nessuno le fa perché permangono alcuni errori di fondo che si perpetuano come un virus. Quando si trova uno, non geniale, ma normale, come i pozzo con il calcio ci guadagna quello che ci perdono gli altri (e infatti di squadre ne ha tre). Questa é l'amara realtà.

    Hai detto diverse cose giuste, su parecchie concordo, soprattutto sulla prima parte. Sul resto ugualmente, a mio parere, non dici cose errate, ma secondo me generalizzi un po' troppo: come ho già detto, per quel che posso umilmente dire io, non è sempre tutto come lo descrivi, e c'è anche del buono in certe realtà ed in certe persone, siano queste allenatori o dirigenti, ex-giocatori e non. Che questo sia poi in percentuale fortemente minoritaria rispetto a ciò che andrebbe cambiato è indubbio.

    L'esempio della Spagna sui ruoli, per dire, potrei fartelo pari pari per le giovanili del Chievo, fino ad una certa età nemmeno i ruoli sono definiti. Potrei stare qui ad elencare pregi e difetti di centinaia di realtà italiane e straniere, ma il punto a cui voglio arrivare è che, secondo me, si punta spesso il dito, non di rado anche con ragione, ma non sempre con cognizione di causa, e non sempre sapendo che magari sono in atto dei cambiamenti per migliorare.

    Finisco rimarcando la mia convinzione sulla tua replica iniziale, no, "basterebbe davvero poco" per me rimane un no. Poi oh, magari diamo semplicemente un diverso significato a "davvero poco", per me già solo sostituire mentalità radicate negli anni, fornire impianti adeguati e lavorare sulla qualità senza badare al risultato, sarebbero risultati enormi che però richiederebbero un lavoro non da poco, proprio per il motivo che dici tu, perché è un ambiente talmente pregno di convinzioni radicate negli anni e poco avvezzo alle novità che si fa fatica anche se si hanno le intenzioni e le idee giuste, indipendentemente dal fatto che da fuori possa sembrare semplicemente un "va bé ma che ci vuole, basta fare come fanno l'Ajax o il Barcellona".

    Che poi ci si riempe la bocca di Ajax e Barcellona (giustamente per carità), quando però ci sono tantissime altre realtà che fanno altrettanto bene (ed in alcune cose anche meglio) pur essendo meno elogiate pubblicamente. Io sono sempre dell'idea che un sistema non vada mai copiato per intero, si prendono spunti, s'impara e si coglie quel che è più adattabile alla nostra realtà, ma poi ce ne si crea uno proprio, di sistema, e su quello si deve lavorare.

    Edit: giuro ultimissima cosa, non è per screditare nulla di ciò che hai scritto eh, ripeto, largamente concordo, ma ripensando proprio alla tua seconda parte, sottolineo il mio "non sempre è così" proprio perché conosco realtà anche dilettantistiche (e certamente professionistiche), ed anche qui a Genova, dove si lavora allo stesso modo in tutte le leve, dove il lavoro di un allenatore viene portato avanti dal seguente, dove il lavoro sulla tecnica e sulle capacità coordinative e percettive del ragazzino vengono prima di qualunque tatticismo o fisicità, dove gente insegna calcio per scelta ai bambini. Tutti i problemi che hai elencato ed avevano elencato altri prima, esistono, esistono tutti, dal primo all'ultimo. Ci tengo solo a dire che non è sempre così, non dovunque è così, e dove lo è in parte magari non in tutte le componenti umane è così. Così come tengo a dire che la scuola italiana ha avuto una profonda crisi, che ancora l'attraversa, ma le cose, almeno parlando strettamente dell'insegnamento, stanno lentamente cambiando.
     
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  8. DottorT
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    CITAZIONE (Madian @ 26/11/2013, 23:52) 
    Hai detto diverse cose giuste, su parecchie concordo, soprattutto sulla prima parte. Sul resto ugualmente, a mio parere, non dici cose errate, ma secondo me generalizzi un po' troppo: come ho già detto, per quel che posso umilmente dire io, non è sempre tutto come lo descrivi, e c'è anche del buono in certe realtà ed in certe persone, siano queste allenatori o dirigenti, ex-giocatori e non. Che questo sia poi in percentuale fortemente minoritaria rispetto a ciò che andrebbe cambiato è indubbio.

    L'esempio della Spagna sui ruoli, per dire, potrei fartelo pari pari per le giovanili del Chievo, fino ad una certa età nemmeno i ruoli sono definiti. Potrei stare qui ad elencare pregi e difetti di centinaia di realtà italiane e straniere, ma il punto a cui voglio arrivare è che, secondo me, si punta spesso il dito, non di rado anche con ragione, ma non sempre con cognizione di causa, e non sempre sapendo che magari sono in atto dei cambiamenti per migliorare.

    Finisco rimarcando la mia convinzione sulla tua replica iniziale, no, "basterebbe davvero poco" per me rimane un no. Poi oh, magari diamo semplicemente un diverso significato a "davvero poco", per me già solo sostituire mentalità radicate negli anni, fornire impianti adeguati e lavorare sulla qualità senza badare al risultato, sarebbero risultati enormi che però richiederebbero un lavoro non da poco, proprio per il motivo che dici tu, perché è un ambiente talmente pregno di convinzioni radicate negli anni e poco avvezzo alle novità che si fa fatica anche se si hanno le intenzioni e le idee giuste, indipendentemente dal fatto che da fuori possa sembrare semplicemente un "va bé ma che ci vuole, basta fare come fanno l'Ajax o il Barcellona".

    Che poi ci si riempe la bocca di Ajax e Barcellona (giustamente per carità), quando però ci sono tantissime altre realtà che fanno altrettanto bene (ed in alcune cose anche meglio) pur essendo meno elogiate pubblicamente. Io sono sempre dell'idea che un sistema non vada mai copiato per intero, si prendono spunti, s'impara e si coglie quel che è più adattabile alla nostra realtà, ma poi ce ne si crea uno proprio, di sistema, e su quello si deve lavorare.

    Edit: giuro ultimissima cosa, non è per screditare nulla di ciò che hai scritto eh, ripeto, largamente concordo, ma ripensando proprio alla tua seconda parte, sottolineo il mio "non sempre è così" proprio perché conosco realtà anche dilettantistiche (e certamente professionistiche), ed anche qui a Genova, dove si lavora allo stesso modo in tutte le leve, dove il lavoro di un allenatore viene portato avanti dal seguente, dove il lavoro sulla tecnica e sulle capacità coordinative e percettive del ragazzino vengono prima di qualunque tatticismo o fisicità, dove gente insegna calcio per scelta ai bambini. Tutti i problemi che hai elencato ed avevano elencato altri prima, esistono, esistono tutti, dal primo all'ultimo. Ci tengo solo a dire che non è sempre così, non dovunque è così, e dove lo è in parte magari non in tutte le componenti umane è così. Così come tengo a dire che la scuola italiana ha avuto una profonda crisi, che ancora l'attraversa, ma le cose, almeno parlando strettamente dell'insegnamento, stanno lentamente cambiando.

    Io sono d'accordissimo con te. Non sempre é così. Il mio era un voler mettere in luce gli errori più frequenti, ma non tutti gli fanno (la samp però si). Non voglio che si estremizzi il mio concetto. Montella ad esempio é un buon mister ed é stato un grande calciatore. Non é che é impossibile essere bravi a fare entra,ne le cose. Semplicemente non c'é correlazione. Io posso essere bravo a cucinare e in matematica, o essere bravo solo in matematica o solo a cucinare. Ma nessuno mi prende a fare il cuoco perché so fare le equazioni differenziali! Nel calcio invece questo paradosso esiste.
    Ci vuole poco? Beh in effetti se ci pensi é un cambiamento che non costa nulla però hai ragione é un passo titanico per l'ambiente e quindi sicuramente non sarebbe facile. É un piccolo passo ma farlo fare é quasi impossibile.
    Sul non copiare pedissequamente le idee degli altri sono d'accordissimo, ed infatti scrissi che fare come fanno gli spagnoli può essere giusto o meno. Il punto é avere un progetto come settore giovanile unico da perseguire. All'estero ad esempio tutte le squadre giovanili giocano con il modulo della prima squadra. Questo sarebbe un errore da noi perché gli allenatori non fanno i manager come in Inghilterra e quindi vengono cambianti in continuazione. In oltre lo ritengo un errore in generale. Se hai un giocatore che renderebbe bene come trequartista saresti costretto ad impostar lo come ala se la prima squadra fa il 4-4-2. Il punto é, ripeto, avere un idea unitaria che in samp (ma uguale nella gran parte delle realtà) non c'é.
    E da qui all'ultimo punto. Ci sono realtà dove queste cose si fanno? Vero, ma tendenzialmente non si fanno dove si dovrebbero fare, ossia nei settori giovanili delle squadre professionistiche. É più facile trovare un lavoro come quello che dici tu nell'albero piuttosto che nella samp. Perché? Per quello che dicevamo prima. Perché in samp ci si vuole mettere in luce per diventare mister di una prima squadra!é proprio La dove conta si fa il contrario di quello che andrebbe fatto!
     
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  9. DottorT
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    CITAZIONE (PedroPè @ 26/11/2013, 22:34) 
    Concordo con quasi tutto quello che hai scritto...dico solo una cosa però (premetto che non è una domanda retorica,non so nemmeno io la risposta):
    Questa mentalità è nata da qualche parte?è solo una questione di privilegi di una classe che vuole riciclarsi quasi solo con le sue forze oppure effettivamente ci sono delle facilitazioni?Non è che un certo tipo di attitudine degli ex calciatori poi può effettivamente servire per fare meglio ad esempio l'allenatore?
    Dico questo perchè il processo a cui alludi è estremamente comune in tutto il mondo.Non è una pratica solo italiana.Tutt'altro.

    CITAZIONE
    A me piace invece molto l'altro ragazzo, merkai

    Non so assolutamente nulla di lui.Se non che anche lui quando è arrivato dalla Cremonese se non sbaglio...era considerato molto promettente.

    Se hai giocato ad alti livelli hai parlato con i tecnici più bravi e certamente hai fatto delle esperienze che ti possono servire. Ma se sei in grado di utilizzare. Spesso non é così. Non é solo retorica quando si dice che i calciatori sono ignoranti. É tendenzialmente vero. Non hanno studiato e spesso spiegare loro un concetto per noi banale quale quelle per cui "più ti impegni più rendi" é quasi impossibile visto che hanno tutto il giorno sotto gli occhi esempi lampanti di come non sia così (tipo Cassano). Non hanno quindi gli strumenti per analizzare criticamente le esperienze che fanno e quindi non imparano. La mancaza di una preparazione scolastica gli impedisce anche solo di capire la complessità del mondo reale. Spiegare un concetto come quello del vantaggio competitivo ad un ex calciatore dirigente é quasi impossibile. Non tutti sono così. Non é che per diventare calciatore devi essere stupido per forza. Però è vero che statisticamente il q.i. Medio degli spogliatoi delle prime squadre é estremamente basso. Un altro vantaggio può essere quello di essere rispettati dai propri giocatori. Sembra paradossale ma é così. Quando si critica i giocatori "mercenari" sorrido. Magari fossero così. Professionisti seri che si allenanano e seguono quello che dice il capo. Loro vogliono alle arsi con la palla perché a correre e basta si annoiano. Non di crederai ma ti assicuro che é così. Mazzarri diceva che ai calciatori non puoi parla di tattica più di 20 minuti ad allenamento perché poi non ti seguono più. Mou ha adattato i suoi allenamenti, anche quelli di resistenza, con giochi con la palla per stimolare l'attenzione dei calciatori. Cassano é un caso estremo ma non ti credere che gli altri siano soldatini tedeschi! Per cui in quella mentalità loro se sei un grande ex calciatore ti ascoltano se sei uno che non ha mai giocato magari solo perché non avevi il fiato che hanno loro ti snobbano. Sergio Ramos é riuscito perfino a dire a Mou "lei certe cose non le sa perché non ha mai giocato" figurati cosa penserebbero di un perfetto sconosciuto!!!! Però questo é una errore nella loro mentalità non un difetto di chi gli allena.
    Se quindi hanno dei vantaggi da una parte dall'altra hanno mediamente grandi svantaggi. Quello che determina invece veramente la selezione all'ex calciatore come mister anche in Europa é che i corsi per gli allenatori organizzati dalla FIGC (ed altri enti) vanno per gradi in base ai tuoi precedenti titoli sportivi. Se sei un ex calciatore puoi entrare a fare il corso se no no. Si arriva addirittura all'estremo per cui ex calciatori campioni del mondo (tipo materazzi) possono fare un super corso accelerato (tenuto da Pioli) per diventare mister di serie A. É un corso solo per campioni del mondo. Questo errore di fondo é il vero motivo per cui esiste questa selezione. Ed é un idea radicata a livello mondiale. Cruijff addirittura criticava marotta perché sosteneva che non essendo un ex calciatore non poteva essere un gra dirigente (a occhio direi che si sbaglia) ed ha fondato una scuola per dirigenti aperta solo ad ex calciatori. Fai te!!!!!
     
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    il dottore ha espresso in toto la mia idea che accennavo qualche tempo fa.

    E io sono del partito che ci vorrebbe poco, non perchè ci vorrebbe poco in termini di impegno, nè perchè si raccoglierebbero i frutti a breve e nemmeno perchè costerebbe poco.

    Semplicemente perchè basterebbe un'estate e un dirigente con esperienza e competenza (e carta bianca) a cambiare radicalmente e per sempre le cose. Poi chiaramente i profili in grado di far la rivoluzione non son tanti, ma io sono convinto che parecchi farebbero meglio di quanto c'è adesso. Non per sfiducia o per veder nero.

    Comunque sarei curioso caro Madian come mai conosci così tanto le realtà giovanili...se ce lo puoi dire..
     
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    CITAZIONE (DottorT @ 27/11/2013, 11:34) 
    Non é solo retorica quando si dice che i calciatori sono ignoranti. É tendenzialmente vero.

    E' vero ed è quasi inevitabile, in quanto la maggiorparte dei calciatori professionisti sono nel mondo del calcio già da quando hanno 15-16 anni, nelle varie Primavere. Per legge è ovvio che devono continuare la scuola, ma a parte qualche eccezione, l'impegno è relativo in quanto sanno già il loro impiego futuro. Sono "tolti" dal mondo a quell'età, perchè già in Primavera guadagnano cifre alte se messe in relazione con un lavoratore (i contratti Primavera vanno sui 60.000 a stagione, vedi Icardi l'anno passato). Il calciatore non conoscerà mai come sarà realmente il mondo e ha una mentalità da ragazzino di scuola media.

    Anche lasciando stare l'istruzione, perchè comunque uno "ignorante" come cultura può essere una bravissima persona e anche intelligente, è proprio la mentalità che è infantile.
    E non sempre per colpa loro, il fatto è che se se essere un giocatore ad alti livelli devi essere considerato già dai 15-16 anni nelle squadre Primavera.

    Poi ci sono quelli che guadagnano tantissimo e quindi saranno a posto per tutta la vita, ma quelli che fanno una carriera nelle categorie inferiori, B e C, si ritrova ricatapultato sui 35-40 anni sul mondo del lavoro senza laurea nè contributi, e capita anche che se non trovano un lavoro nel mondo del calcio (o del giornalismo sportivo), si fa una brutta fine.
     
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  12. DottorT
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    CITAZIONE (AndreA-Bass @ 27/11/2013, 14:01) 
    CITAZIONE (DottorT @ 27/11/2013, 11:34) 
    Non é solo retorica quando si dice che i calciatori sono ignoranti. É tendenzialmente vero.

    E' vero ed è quasi inevitabile, in quanto la maggiorparte dei calciatori professionisti sono nel mondo del calcio già da quando hanno 15-16 anni, nelle varie Primavere. Per legge è ovvio che devono continuare la scuola, ma a parte qualche eccezione, l'impegno è relativo in quanto sanno già il loro impiego futuro. Sono "tolti" dal mondo a quell'età, perchè già in Primavera guadagnano cifre alte se messe in relazione con un lavoratore (i contratti Primavera vanno sui 60.000 a stagione, vedi Icardi l'anno passato). Il calciatore non conoscerà mai come sarà realmente il mondo e ha una mentalità da ragazzino di scuola media.

    Anche lasciando stare l'istruzione, perchè comunque uno "ignorante" come cultura può essere una bravissima persona e anche intelligente, è proprio la mentalità che è infantile.
    E non sempre per colpa loro, il fatto è che se se essere un giocatore ad alti livelli devi essere considerato già dai 15-16 anni nelle squadre Primavera.

    Poi ci sono quelli che guadagnano tantissimo e quindi saranno a posto per tutta la vita, ma quelli che fanno una carriera nelle categorie inferiori, B e C, si ritrova ricatapultato sui 35-40 anni sul mondo del lavoro senza laurea nè contributi, e capita anche che se non trovano un lavoro nel mondo del calcio (o del giornalismo sportivo), si fa una brutta fine.

    Esattemente così. La colpa poi é anche della gente comune. Se uno gioca nella Samp giovanile ed é pure bravo tutti i ragazzi della sua compagnia lo idolatrano quasi sicuramente. Quindi capire bene con tutto quello che é il corollario dell'ambiante che gli circonda quanto sia difficile per questi ragazzi mantenere i piedi per terra. Ed tra l'altro, la maggior parte, sono dei bravi ragazzi. Ma non é così da per tutto. Occhio a non commettere questo errore. In Germania la maggior parte delle squadre ha una scuola interna alla società dove i ragazzi studiano mentre si allenano e all'educazione é dato un urlo importante. Valga per tutti il caso di gotze costretto a finire gli studi anche se l'anno dopo é andato a manaco per una cifra capogiro!
     
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    http://www.sampnews24.com/esclusiva-ag-fif...etto-12908.html
     
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    Cavolo quindi ha debuttato con la primavera segnando 2 gol e facendo un assist, non male per niente!
     
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    Di blucerchiato tingi i sogni..

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    “O rey”, Manaj si prende la Samp del futuro

    Lo manda Cremona. E i precedenti sono incoraggianti. Vialli e Lombardo, per esempio: una valigia per Genova, diventata poi la nuova casa dolce casa. E adesso…Manaj, albanese di nascita sì, ma cremonese d’adozione. L’esplosione negli Allievi Nazionali, poi il prestito con diritto di riscatto alla Samp: un diritto diventato quasi un obbligo. Rey Manaj, attaccante nato a Lushnje, il 23 febbraio 1997 ha infatti stregato tutti, non solo Francesco Pedone, l’allenatore per il quale ha già segnato quindici reti. Ma anche, e soprattutto, Enrico Chiesa, che l’ha voluto in Primavera, facendolo esordire a gennaio (subito in goal contro il Bologna) e dandogli spazio in dieci occasioni, condite da quattro reti. Fisico, tecnica, personalità: “O Rey”, come è scherzosamente soprannominato, ha tutti gli ingredienti per diventare un numero 9 di razza, lo ha dimostrato anche in queste vacanze pasquali, trascinando i blucerchiati in semifinale al Torneo Maggioni-Righi di Borgaro Torinese, meritandosi il titolo di miglior giocatore della manifestazione. Aspettative altissime da parte della società, ben ripagate da un ragazzo di talento, con le idee ben chiare, tanto da sembrare sfacciate (“Il mio sogno? Segnare a Marassi, magari in un derby contro il Genoa”, ha dichiarato all’esordio in Primavera) ma in realtà con i piedi inchiodati per terra. Due sfide importanti davanti: i play-off da conquistare, sia con gli Allievi, sia con la Primavera. Poi, il riscatto. Per restare definitivamente a Genova, da Cremona con amore.

    http://gianlucadimarzio.com/news/o-rey-man...amp-del-futuro/

    CITAZIONE (superchumbo @ 22/11/2013, 13:56) 
    Ljajic è un buon giocatore, non un campione od un talento: i campioni ed i talenti sono quelli che ho visto ai tempi di Paolo Mantovani e di Enrico Mantovani.........1 l'ho visto con R.G. , con E G manco mezzo....

    Letto soltanto ora: Ljajic ha tutto per diventarlo.
    Buon giocatore è Eder (discontinuo come pochi), il serbo è buono come il pane.
     
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